Il maltempo si sposta a sud. Anche la Calabria deve fare i conti con la mancata manutenzione dei corsi d'acqua.
“Chjiovha Giuva’ cogghjia i fherri ca ppe’ oja fhinimmi e
fhatigara jamma ja’ cca scapulamu…”.
Con calma, sono abituati ai cambiamenti repentini del tempo, muratori, giardinieri e operai impegnati nei lavori esterni, mettono al riparo gli attrezzi e si rifugiano nei capanni.
“Storta và e diritta vena!”. Non tutto il male viene per
nuocere!
La burrasca improvvisa è provvidenziale: innaffia e ristora
il verde. Spunta la tenera erbetta nei terreni adibiti a pascolo. E gli
allevatori, finalmente, esultano!
Le piante, dopo un
periodo di caldo intenso, hanno necessità d’acqua. L’irrigazione è stata
sospesa per decreto amministrativo persino per le colture orticole. I contadini
e gli agricoltori ringraziano il cielo e la divina provvidenza, laddove il
maltempo non ha provocato danni seri e inondazioni.
“Giova’ prendi il fuoristrada, mettici tutto quanto serve
per le emergenze c’è più di un casolare inondato. L’acqua supera il primo piano…”.
Scene di costernato dolore sui volti degli alluvionati. Gli sguardi
attoniti sulla melma che ha sommerso cantine e ricoveri agricoli.
Non è la prima e non sarà l’ultima volta che l’acqua
torrentizia trasborda dagli argini e inonda con detriti e fango i territori
inadeguatamente protetti.
“Giova’ fujia fujia ca i gienti stannu fuchandu, pigghia a
pala e fujimu. Jamu aiutamu ncunu disgraziatu…”-.
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