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Disagi a Caraffa di Catanzaro

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  I disagi della periferia sono gli stessi a qualsiasi latitudine. (Caraffa di Catanzaro, periferia degradata) Persino in una città come Milano , a volte, basta girare l'angolo per sentirsi catapultati d'improvviso in una realtà totalmente diversa rispetto alle aree urbane blasonate. L'incuria del verde , i detriti e la sporcizia degli incivili diventano ostacoli per l'elementare deflusso delle acque piovane. Le conseguenze dell'incuria, gli scollamenti del territorio le esondazioni sono sotto gli occhi di tutti a Milano come a Catanzaro. Genova, Agrigento... è una questione di soldi? Beh, molti sindaci dicono di avere le casse comunali a secco! Anche se alcuni piccoli comuni risultano essere tenuti meglio e riescono a non patire la violenza della natura, sono, purtroppo, come le classiche mosche bianche; delle unicità difficili da eguagliare. Sarà forse la buona prassi gestionale dei comuni virtuosi a spingere molte persone a “fuggire” le città e trovare rifu...

Sofismi? No, costruzioni reali dalle fondamenta salde

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  E mentre prestiamo massima attenzione ai litigi spettacolari sui media qualcuno o qualcosa ci deruba momenti di vita vera. "creatività" coll.priv. -pittura a olio su tela- autore: Mario Iannino, 1980 Momenti di vita che potremmo dedicare per sviluppare idee e azioni utili. Affini alla costruzione per un nuovo rinascimento intellettivo e spirituale. Qualcosa che assomigli alla convivenza sostenibile delle famiglie, nonostante le immancabili divergenze insite nei rapporti umani. Le divergenze parallele, teorizzate dal politichese in convergenze parallele, non sono impossibili. Possono essere delle realtà che nel rispetto reciproco delle idee, pur camminando parallelamente ognuno sulla propria retta senza mia incrociarsi o unirsi, convivono. La civile convivenza implica comprensione, apertura: saggezza. Cosa c'è di saggio nelle liti plateali dei guitti della parola in tv? Ogni loro gesto o fonema incita allo scontro. Sono fomentatori di odio tutti coloro i quali parl...

Ho sempre delle calze appese al camino

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  Qualche luce si accende. Inizia a sentirsi l’aria del Natale. Però è ancora presto per appendere le calze al camino. Anche se il tempo trascorso è stato forse, a memoria d’uomo, uno dei più drammatici si continua a sperare. Si spera che qualcosa cambi nella società e nella buona amministrazione della cosa pubblica. Già, la cosa pubblica. Ciononostante aspettiamo con ansia la nascita del Salvatore. E vorremmo trovare, idealmente, le calze piene di? I desideri si moltiplicano almeno per tre, quattro, otto e anche più per ogni uno. Anche per quelli che non credono più a babbo natale e alla befana. Sono lontani i tempi delle calze colme di caramelle fatte in casa e carbone. Straripanti di buoni propositi e speranze. Sembra che oggi le dita le incrociamo per questioni futili. Badiamo all’immediato. Alla necessità effimera che ci assilla e brucia ogni altra possibilità comunitaria. Non è retorica! Ho, comunque, anch’io appeso ipotetiche calze sulla trave del camino (che non...

Bisogni e realtà

  In questi giorni due notizie hanno disturbato il modo di essere e di intendere i rapporti su cui dovrebbe fondarsi la civile convivenza. La prima è diramata dal tgr della Calabria: Il video registrato su un telefonino testimonia uno scontro violento tra due uomini, uno dei quali grida: “aiutatemiii aiutatemi”, mentre l'altro lo strattona e infligge schiaffoni e pugni al malcapitato. Nell'inquadratura si vede una donna a terra tra le macchine parcheggiate nel piazzale della stazione dei pullman di Cosenza . È il tentativo di una truffa ai danni dell'automobilista, secondo gli inquirenti la donna avrebbe inscenato uno sketch: all'arrivo della macchina si è buttata a terra come se fosse stata urtata dall'automobilista. Il resto è intuibile. La pretesa di risarcimento violenta e l'immobilismo degli astanti denota arroganza e paura: Arroganza nel pretendere il diritto al sostentamento attraverso la violenza perpetrata sui deboli e la paura di reazione del ...

La mia valigia di cartone

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  (La nascita, le origini, le vite dei singoli non sono eventi fortuiti ma legami invisibili tessuti da  volontà superiori). Questa terra non è per te! Non ci vedevamo da almeno venti anni e come accade in simili circostanze abbiamo scambiato le notizie. Quelle più articolate ma con minore interesse per entrambi, ovviamente, limate dai particolari superflui. La sintesi è che Enzo si è trasferito a Torino. Lui e la moglie hanno deciso di seguire i figli all'università e, come accade nella maggior parte dei casi, sono andati a ingrossare le fila dei calabresi migrati al nord. Il loro è stato un esodo dorato. Non hanno riempito le valigie di cartone con i sogni e gli scarponi chiodati ancora sporchi di terra al pari dei nostri che tentarono la fortuna negli anni sessanta o cinquanta. Enzo e Marilena hanno potuto chiedere il trasferimento ai rispettivi datori di lavoro che, vista l'esuberanza di personale in azienda, hanno ottenuto. Torino non si presenta come la capitale meta...

Pensieri da pensionati

  Non so se dipenda dal cambio dell’ora oppure dall’età che avanza. Comunque sia è sempre una condizione temporale l’insonnia. Dormire poco è una di quelle situazioni che mai avrei pensato potessi attraversare.   Non che io soffra d’insonnia ma dormo poco. E nei lunghi dormiveglia penso. Penso al tempo passato e al presente. A come certe decisioni abbiano influito sull’attualità del mio quotidiano e persino sulla pensione. Sì, perché non ho mai pensato di tesaurizzare il tempo e il lavoro. Credevo che una pensione di circa un milione e ottocentomila lire mensili sarebbe stata una rendita dignitosa ma così non è: l’euro, la valuta in euro, nei fatti ha dimezzato il potere d’acquisto e compresso il valore della lira. Quello che un tempo era calcolato in lire, un milione, per esempio, adesso vale la metà: cinquecento euro e con questa cifra non si campa per niente bene. Meno del reddito di cittadinanza! La pensione di anzianità che l’inps eroga, grazie alla legge Fornero,...

Tim, wind, vodafon & c, monopolio e dittatura nella gestione delle comunicazioni

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  Chi ricorda il gioco di prestigio delle società che hanno il monopolio delle comunicazioni telefoniche? Ricordate: senza dire niente a nessuno hanno messo le mani nelle tasche degli utenti e sono riusciti a inventare la tredicesima bolletta. Il giochetto gli è andato bene per un bel po’ di mesi, quasi anni, prima che i giudici legiferassero in merito all’illecito e imposto di sanare l’anomalia. Vodafone, tim, wind e gli altri gestori che hanno adoperato l’escamotage furfantesco avrebbero dovuto, in ottemperanza alle sentenze, rimborsare gli utenti rimaste prede delle misure vessatorie e ripristinare il vecchio metodo di pagamento mensile delle relative utenze. Personalmente nn ho avuto il piacere di vedermi rimborsare neppure un centesimo! E non c’entra nulla la migrazione verso altri gestori. Perché anche chi è rimasto fedele alla compagnia telefonica rimane creditore del maltolto. Ma questo sarebbe l’ultimo dei problemi se almeno avessero il buon senso di smetterla con l...

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