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1 settembre, vietate le lampade a incandescenza

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Edison addio! Dal primo settembre la cara vecchia lampadina a bulbo, quella a filamento che secondo alcuni è stata inventata da Edison e per altri no (di questo parleremo in un altro post), è bandita dal mercato. Il suo posto è occupato per legge dalle nuove lampade a risparmio energetico che, secondo stime governative, dovrebbero ridurre i consumi delle centrali elettriche e quindi abbassare il co2 e abbattere l'inquinamento ambientale. Per il momento dal primo settembre prossimo scatta il divieto di vendita quelle di potenza compresa tra i 25 ed i 40 watt. Alla venerabile età di 130 anni le vecchie lampadine a incandescenza sono costrette definitivamente ad andare in pensione e cedere il posto alle lampadine di nuova generazione a basso consumo, fluorescenti compatte, alogene e a LED, queste ultime sono un'insieme di diodi a emissione luminosa che garantiscono un risparmio energetico notevole e non riscaldano, con un’efficienza fino all’85% superiore di quelle trad...

Sulcis, il governo dimostri rispetto per il lavoro

La solidarietà di Napolitano non basta. Jglesias, Sulcis, chi mai avrebbe immaginato che a distanza di qualche anno questi luoghi sarebbero saltati di bocca in bocca a causa di chi sta in miniera? Si sa la crisi ha toccato tutti ma laddove le opportunità di lavoro hanno solo ed esclusivamente un luogo, anche se duro come la miniera e nient'altro, se si toglie il turismo, allora si capisce il gesto drammatico di quel minatore che si è tagliato le vene e le parole dette più in là, davanti alla “santa barbara”, dove i minatori conservano gli esplosivi: “non fateci fare i pazzi, non vogliamo commettere sciocchezze irreparabili”. La minaccia non è poi tanto velata visto che buona parte degli esplosivi, oltre 690kg, sono stati nascosti altrove per prevenire sorprese da parte delle forze dell'ordine. È gente esasperata che non ha altro che la miniera per campare, mandare i figli a scuola, all'università che poi fanno immancabilmente ritorno nella miniera e prendere il...

tra le Pussy riot e chi lavora in miniera scelgo...

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Ormai fa notizia solo l'azione estrema. L'azione che, pur facendo parte della vita, se fatta in contesti estremi diventa “provocazione” destabilizzante che colpisce le coscienze e la morale comune. Alcuni, come documentano le cronache degli ultimi giorni, usano il corpo per fare l'amore, anzi sesso davanti ai giornalisti; altri, spinti dalla disperazione, si chiudono nelle celle di carceri dismessi o occupano le miniere per salvaguardare il lavoro e la propria dignità. Ma, dicevamo, la notizia corre solo se è estrema. Quindi assistiamo impotenti a sedicenti gruppi punk che, stando ai critici non sono un granché come band e si votano alla politica e chiedono alla Madonna di cacciare Putin in tutte le salse. La salsa migliore, per loro, è stata l'ultima, in ordine di tempo. Quella che li ha visti impegnate in una manifestazione nella Cattedrale di Mosca, con condanna per teppismo motivato da odio religioso. Parlo delle pussy riot che dopo l'orgia con...

Calabria, per Corsera sinonimo di negatività ambientale

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La prima reazione, e non credo solo mia, all'articolo apparso oggi sul Corriere della Sera a firma Ernesto Galli Della Loggia sui “mali della Calabria” vissuti in prima persona dal giornalista, è stata d'insofferenza, seguita da una naturale considerazione, tipo: “ma dove è andato a soggiornare? In qualche bidonville del terzo mondo?”, nel punto in cui dice che “i centri urbani, di un'essenzialità scabra in mirabile consonanza con l'ambiente, sebbene qua e là impreziositi da autentici gioielli storico-artistici, sono oggi stravolti da una crescita cancerosa: chiusi entro mura di lamiere d'auto, per metà non finiti, luridi di polvere, di rifiuti abbandonati, di un arredo urbano in disfacimento.” Per evitare campanilismi, ho lasciato passare l'intera giornata prima di rispondere alle lagnanze del noto giornalista. E mentre il tempo scorre ricordo di aver visto anch'io nell'entroterra i paesi fantasma dalle periferie, forse prive di un piano regolatore, ...

Calabria, il carattere di una regione

Svegliarsi ogni mattina con uno scenario simile davanti agli occhi non ha prezzo! Ogni scarrafone è bello a mamma sojia. Il bimbo è sempre bello agli occhi della madre. Quindi, perché stupirsi se i calabresi difendono coi denti la propria terra? Una terra bellissima! Descritta da Omero , Cassiodoro , Douglas e dai contemporanei che la visitano e rimangono incantati difronte a tanta bellezza. Va beh, c'è qualche depuratore che non funzione; la raccolta differenziata inesistente e tantissimi soldi che girano attorno all'affare ecosistema. Quisquilie che navigano nel mare della politica al sud come al nord da sempre. Se a questi problemi sommiamo i giochi sporchi di certi affaristi, l'affaire si trasforma in gestione disinvolta da imputare a ecomafie e affini. Ingredienti buoni per scoop giornalistici e antagonisti politici che fino all'altro ieri hanno governato e mantenuto gli stessi standard qualitativi ambientali perché preoccupati di assegnare incari...

Calabria, promoter ancora sul piede di guerra

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courtesy m. iannino Ancora una volta si additano i responsabili regionali dei settori che hanno firmato la graduatoria del bando pubblicato dall'assessorato alla cultura guidato da MarioCaligiuri . A loro si imputa l'assenza, nei rispettivi curricula, di adeguati studi formali nel campo della musica e degli eventi in essere. Non c'è che dire! Ottima osservazione da parte di chi contesta la graduatoria e dei giornalai che appoggiano gli “imprenditori dello spettacolo” rimasti, momentaneamente, fuori. Ma quando mai si è visto che un cultore dell'arte, sempreché vogliamo inserire sotto questa etichetta i vari modi d'espressione quali la musica, la fotografia, la pittura, il cinema etc etc etc, debba per forza possedere un titolo specifico? La cronaca, ma prima ancora la storia, insegna che i più grandi artisti, quelli che hanno cambiato il mondo sono delle “teste calde fuori dal comune”; persone sopra le righe che riescono a vedere mondi, universi, galas...

Sky, abbonarsi è facile disdire no

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Fare l'abbonamento sky è facile, disdirlo è difficile! In barba ai diritti del consumatore. Seguendo le modalità, come da contratto, compilo la lettera di disdetta dell'abbonamento SKY e la spedisco con raccomandata con ricevuta di ritorno. A questo punto, logica vuole che sky risponda con le stesse modalità e mi faccia sapere, come da me evidenziato nella lettera di disdetta, eventuali costi rimanenti e dove consegnare il decoder con relativa scheda e telecomando. Niente di quanto razionalmente io mi aspetti accade! sono subissato da telefonate per conto di sky che tentano di farmi desistere con proposte di “offerte convenienti” per i primi sei mesi e da alcune lettere che non fanno altro che esasperare l'attesa dello scioglimento di un abbonamento che non intendo mantenere. Le missive hanno il sapore della dissuasione per sfiancamento con l'aggiunta vessatoria visto che ormai sono trascorsi quasi due mesi dalla mia missiva. L'ultima comunicazione di...

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Sulle tracce di Cassiodoro

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A spasso tra i luoghi più belli e suggestivi della Calabria
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