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domenica 3 giugno 2012

Presidente, a proposito del 2 giugno

Caro Giorgio ti scrivo...


in effetti 66 anni sono un gran bel tempo trascorso tra alti e bassi, inciuci, picconatori, balletti di vario genere tutti attorno ai numeri che prima si riferivano alle lire e adesso agli euro. Soldi, insomma! Ed è sui soldi, anzi sui debiti pubblici, che il governo tecnico voluto da te sta cercando di mettere ordine! E mentre c'è chi fa i salti mortali per onorarli tra nuove e vecchie imposte e lottando con gli imprevisti quali una parcella medica non preventivata, un terremoto che mette in ginocchio mezzo Paese, tu dici che si deve comunque tenere alto il valore simbolico di un compleanno importante come quello nazionale del 2 giugno.
Inutile ricordarti gli altri luoghi disastrati d'Italia perché li conosci bene e sai altrettanto bene che sono ancora coperti di macerie sulle quali altri personaggi hanno fatto o accresciuto la loro fortuna.

Ma torniamo ai numeri:

2.500 gli uomini della parata contro i 6000 dello scorso anno; costo intorno ai 2,9 milioni contro i 4,3 del 2011. insomma un risparmio notevole, non c'è che dire! Ma credo che la sobrietà non si misuri o quantifichi coi numeri, anche se stiamo morendo di spread e titoli tossici.

Da noi in Italia è d'uso piangere ai funerali e interrompere persino i matrimoni per onorare il caro estinto! ma una buona parte ragiona diversamente e fa proprio il motto dei teatranti, quindi: "che lo spettacolo continui!" tutti in piazza per i festeggiamenti dell'arzilla vedova allegra 

domenica 31 luglio 2011

Squillace, festa della Madonna del Ponte

La Madonna del ponte attende gli emigrati, i sofferenti, i devoti vicini e lontani e tutti benedice. Domenica 7 agosto è la festa della Madonna del ponte. È la festa dei poveri! Non ci sarà musica. Non ci saranno pifferi o bancarelle ma solo preghiere. Così il rettore del santuario ha annunciato ai fedeli il triduo per i festeggiamenti della ricorrenza religiosa che si svogle tutti gli anni nella chiesetta situata alle pendici di Squillace dedicata alla Madonna del Ponte.

Il Santuario è situato a bordo della stradina che s'inerpica e sfocia nel paese dei maestri vasai esperti nella lavorazione di terracotte artistiche dopo una serie di curve e tornanti da brivido. Squillace contende a Stalettì,  paese che ha tutte le carte in regola per essere considerato l'originale insediamento squillacese dove Aurelio Cassiodoro, politico e letterato vissuto tra il 490 e il 583, fondò l'istituo di studi e ricerche “Vivariense”, prima università europea e costruì il primo sistema di acquicoltura marino tra gli scogli di Copanello, appunto la patria del nobiluomo che fece da intermediario tra l'impero romano e bizantino in Calabria. Di contro, l'insediamento dell'attuale comune di Squillace diede per certo i natali a Guglielmo Pepe, patriota risorgimentale.
Stalettì e Squillace hanno in comune la devozione per la Madonna e una miriade di emigranti che fanno ritorno ogni anno per i festeggiamenti mariani.
Un tempo, quando la sopravvivenza delle famiglie dipendeva dalla terra madre i preti benedivano gli armenti i pascoli e le braccia che vi lavoravano, con l'avvento della meccanica la benedizione è impartita alle macchine. E domenica 7 agosto, dopo la processione della statua della Madonna nel piazzale del Santuario, la liturgia Mariana, la Santa Messa delle 18,00, ci sarà la benedizione delle automobili.

martedì 15 marzo 2011

gli studenti trevigiani bacchettano i rappresentanti dello stato indegni

In questi giorni siamo di fronte a problemi sociali rilevanti:
1) il nucleare
2) la guerra in Libia e lo sterminio del popolo libanese ad opera del dittatore
3) il terremoto in Giappone (l'ho scisso dal nucleare come punto d'analisi per sottolineare che quanto si è creduto di risparmiare attraverso l'uso dell'energia prodotta negli impianti atomici si è dimostrato un danno immane, un boomerang catastrofico per il Giappone e gli stati limitrofi, se rapportato alle spese da affrontare per la ricostruzione e la bonifica dei territori, nonché alla perdita degli affetti familiari).
4) La festa dell'unità d'Italia.
5) Le riforme della giustizia e le leggi ad personam nonché le bagarre per tentare di ripristinare l'immunità parlamentare cancellata dal referendum popolare dopo il terremoto “mani pulite” e le ruberie dei politici che hanno governato la prima repubblica.
6) La disoccupazione
7) i tagli alla cultura, alla scuola e alla ricerca; alla sanità e al welfare! Per economicità mi fermo qui e tentiamo un minimo di analisi:

Non si capisce perché alcuni esponenti della classe dirigente italiana anziché ascoltare le perplessità della gente in merito ai fatti recenti continuino a parlare di onda emotiva e inducono i cittadini ad appoggiare le scelte del governo e degli industriali dimenticando che in relazione al nucleare i cittadini si sono già espressi e hanno detto no attraverso il referendum!

Altro punto dolente: la gestione del lavoro e dei contributi pubblici alle imprese per mantenere lo stato sociale dei lavoratori e sviluppare la ricerca. Contributi che tutte le grandi aziende e quindi gli imprenditori che ora fanno la voce grossa hanno preso a piene mani negli anni belli del boom economico e che ora, simili ai topi che scappano quando la nave affonda, lasciano nella miseria la nazione e vanno dove guadagnano di più.

Ma la cosa che maggiormente rattrista è la faccia tosta dei leghisti che pur rappresentando l'Italia e gli Italiani dopo avere giurato fedeltà alla Repubblica sulla Costituzione nelle mani del Presidente Napolitano, offendono il tricolore disertando la sede all'apertura dei lavori del consiglio regionale della Lombardia non appena si alzano le note dell'Inno di Mameli.


Anche se questi indegni rappresentanti dello Stato una lezione l'hanno ricevuta dagli studenti del liceo scientifico "da vinci" di Treviso che si sono autotassati per comprare bandiere tricolore e appenderle nelle classi e coccarde da offrire agli immigrati; è da ribadire fermamente che quanti la pensano come i leghisti secessionisti che sono usciti dalla sala del consiglio per non sentire l'Inno di Mameli non possano ricoprire cariche ministeriali perché in netta antitesi con i principi d'unità nazionale.

venerdì 11 febbraio 2011

che casino, in Italia...

Come tutte le ricorrenze anche quella dell’Unità d’Italia non poteva essere esente da critiche e tribolazioni per chi la sostiene convintamene. Cittadini e istituzioni comprese sono davanti a un bel problema: partecipare o no alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia?

Era inevitabile! Sembra che gli italiani siamo maestri nell’incasinarci la vita!
D'altronde, le prime avvisaglie si manifestano con la costituzione dei comitati e con le deroghe di massima urgenza che servono per velocizzare i lavori nei luoghi di concentrazione degli eventi calendarizzati dal gruppo di lavoro governativo guidato dal dottor Guido Bertolaso e dall’agenda di Governo.

I Grandi Appalti del G8 alla Maddalena, dei Grandi Eventi e delle Celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia hanno visto danzare uomini, donne e imprese attorno a una torta ben guarnita con soldi pubblici, e secondo gl’inquirenti, molti dei quali sono stati gestiti allegramente tra amici o in famiglia, grazie alle deroghe e in deroga alla trasparenza di pubblici bandi d’appalto. Questi aspetti che, ancora adesso, interessano gl’inquirenti, sono citati esclusivamente per ricordare la ressa che si crea attorno ai grandi lavori collettivi, che diventano affari, e nei quali, per il momento non interessa entrare nel merito. Fatto sta che, ideologie a parte, ideologie serie come potremmo averle noi calabresi che siamo stati assediati, mortificati, uccisi e derubati nel nome dell’Unità d’Italia, oggi si assiste a deliranti teorie e opposizioni se debba essere considerata festa oppure no, proprio nel bel mezzo di una crisi politica senza precedenti e con la lega, un partito demagogo nato per disgregare l’Italia e per curare i meschini interessi di un fantomatico popolo padano mai esistito se non nella mente bacata di qualche allucinato capipolo che sfrutta il malcontento e lo usa per dividere culture e povertà ormai comuni così da aumentare il proprio potere contrattuale nelle beghe di governo.

Un governo, incasinato! Che vede il primo ministro indagato per ragioni non propriamente inerenti alla sua attività ministeriale ma per delitti comuni, secondo la magistratura milanese che sta indagando e contestata da un centinaio di persone che stamane hanno dimostrato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano a sostegno di Silvio Berlusconi. Tra la piccola folla spicca Daniela Santanchè, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Valentina Aprea, deputata Pdl e Romano La Russa, assessore all'Industria della Regione Lombardia e fratello di Ignazio, ministro della difesa nell’attuale governo. Intanto, alle 17 di oggi è previsto un incontro al Quirinale tra il presidente Giorgio Napoletano e Silvio Berlusconi. Da parte sua, Napoletano invita a evitare gli scontri istituzionali tra magistratura e politica. Vediamo cosa succederà dopo l’incontro…

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