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sabato 9 agosto 2014

I mi piace su facebook

L'arte e gli artisti al tempo dei social network.


ma sarà il vero Buren?


Non so cosa intendano gli altri per arte ma so bene cosa intendo io.
Per me l'arte è il linguaggio dell'anima. Cioè la forma di comunicazione più alta che l'uomo abbia mai potuto intuire e realizzare.

Fare arte non è un lavoro. E chi la fa seriamente ne è consapevole e sa cosa intendo dire.
L'artista non si alza al mattino e timbra il cartellino nella sua stanza da lavoro, anzi a volte non ci va per niente se non sente la necessità d'intraprendere il dialogo creativo.

L'artista è una persona comune. Uomo o donna di qualsiasi età che ciclicamente, dopo avere accumulato sensazioni, esperienze di vita vissuta, sente la necessità di comunicare agli altri la sua visione del mondo.
C'è chi lo fa in versi e chi con la musica. Chi predilige la provocazione per scuotere l'apatia che ci ammanta e chi preferisce l'azione concettuale, ostica per alcuni.

Pittura. Graffi. Immagini statiche o in movimento. Scrittura. Performances. Sono alcuni aspetti conosciuti e consacrati dal mercato dell'arte.

Il mercato, appunto!, la notorietà; il gossip, i “mi piace” sono aspetti variabili che, gestiti oculatamente con un pizzico di determinato arrivismo, fanno lievitare le quotazioni e conferiscono importanza personale e autorità per chi firma.

Indubbiamente è gratificante sapere che il proprio lavoro è apprezzato da una grande platea di pubblico colto e raccogliere consensi per l'onestà intellettuale che muove il fare creativo dell'artista senza escamotage.

Personalmente guardo al lavoro artistico e lo valuto per quello che mi trasmette ed in seguito, se lo ritengo interessante, cerco notizie sull'autore.

Da qualche tempo su facebook, uno dei maggiori socialweb, è in atto una sorta di campagna pubblicitaria nei confronti di qualche artista da parte di grossi nomi dell'arte.

Per primo Cattelan e dopo Pistoletto dal loro account su facebook, dopo avere accettato le richieste d'amicizia dei tantissimi cultori dell'arte presenti sulla piattaforma, hanno suggerito un artista all'attenzione dei nuovi amici. Peccato che il sodalizio amicale non sia durato molto. Il loro account è stato disattivato subito.

Adesso è la volta di Buren. Morto per facebook anche lui dopo avere invitato a cliccare “mi piace” sul solito artista che ometto deliberatamente per evitare pubblicità indotta. Lo stesso sponsorizzato da Cattelan (?) e Pistoletto(?).

Premesso che la mia curiosità intellettuale mi porta a scandagliare le fonti ed i soggetti suggeriti, tralascio volutamente ogni giudizio e lascio agli altri ogni considerazione sul valore dei numeri e sulla qualità delle operazioni culturali nel web.

lunedì 5 agosto 2013

Umori e Politica su Facebook

il post di Ignazio su fb

Politica e socialnetwork: la parola agli stupidi rancorosi che scaricano la rabbia accumulata innalzando o demolendo feticci e eroi costruiti nelle loro menti.


C'è uno strano modo di intendere la libertà d'espressione, la democrazia e la giustizia sociale.

Leggo su facebook che Ignazio Marino non ha dato, perché, forse, nessuno del pdl ne ha fatto richiesta, l'autorizzazione a montare il palco sul quale ieri Berlusconi ha parlato ai suoi e di conseguenza ha anche fatto un esposto agli organi preposti per valutare eventuali danni alla piazza.

E fin qui, non fa una piega. È giusto che qualsiasi sindaco di una qualsiasi città tuteli le regole e preservi il bene comune.

Diventa, invece, una grattachecca, un pettine stretto per pidocchi la notizia postata su uno dei maggiori social net.

Molti se la prendono con Berlusconi, come se fosse compito suo fare richiesta al comune e non il comitato organizzatore cittadino pdl.
Diverso, è il concetto per chi dirige una grande azienda. Il “capitano d'azienda” è il responsabile legale, nel bene e nel male, di quanto accade nel gruppo da lui diretto!

Ma la politica è una brutta bestia. Ci si appiglia a ogni stupidaggine pur di delegittimare l'avversario. 

martedì 23 ottobre 2012

Firma la petizione di Report

Sul social gira un post allarmistico (per lo meno così mi è sembrato!). Invita a firmare una petizione a favore di Report contro la Rai che sembra (almeno per come è impostato il post) voglia chiudere la trasmissione di Milena Gabanelli.
E no! Qui si mina l'informazione libera nelle fondamenta! Non è possibile lasciare che ciò accada!!!
apro con una certa apprensione il post ed ecco cosa dice:

La TV nazionale Rai non garantisce piu' ai giornalisti di Report (rai 3) la copertura legale. Significa che gli inviati di Milena Gabanelli, da sempre attivi nel denunciare le illegalita' e i soprusi che ci circondano, dovranno provvedere di tasca propria alle spese legali cui, da bravi inchiestisti, vanno continuamente incontro. I sottoscritti firmatari con la presente CHIEDONO alla societa' RAI Radiotelevisione Italiana S.p.A, il ripristino della copertura legale per gli inchiestisti del programma Report, trasmesso su Rai3, al fine di assicurare il libero esercizio della loro professione per arrivare alla verita' e rivelarla agli italiani.

Chiedo: cosa c'entra la tutela legale con il prosieguo della trasmissione?
Se gli inchiestisti lavorano bene, con oculatezza e tatto professionale non dovrebbero temere nulla. D'altronde, dalla loro parte, hanno prove documentali inoppugnabili!  
Altra cosa è dire il falso e diramare notizie tendenziose. Ma questo non è nello stile della trasmissione!

giovedì 31 maggio 2012

un bollino contro le cazzate del web

Dove finisce la (mia) singola libertà?

Buon senso vorrebbe che la risposta fosse: nel punto esatto dove inizia quella degli altri!
Purtroppo la realtà testimonia il contrario. Basta camminare per strada o recarsi in un ufficio (pubblico o privato non fa differenza) aprire la posta, il giornale, il social net.

Spesso il rumore mediatico disturba e incasina quanto c'è di buono nelle notizie e nelle opinioni di ognuno, anche quel poco che alcuni si sforzano di fare in politica e nella società. Le cazzate si sommano fino a formare montagne assurde nelle quali diventa difficile distinguere le buone notizie dalle cattive.
Questa è quanto alcuni definiscono democrazia. E ci può anche stare!
Non gridiamo allo scandalo, però, se qualche authority pensa di disciplinare l'uso di social e blog, che so, magari apponendo un bollino blu come con le banane ma con su scritto “CAZZATE”!
Oppure uno con la frase tanto cara che campeggia nelle officine meccaniche e nei laboratori dei piccoli artigiani: PER COLPA DI QUALCUNO... non si fa (dà) credito a nessuno).

martedì 17 aprile 2012

Sfigati, social network e business

PUBBLICITÀ PROGRESSO SU FACEBOOK


Per gli sfigati col cosino piccolo e che non hanno la ragazza, basta disperarsi, ci pensa facebook!

E come disse il medico: le supposte non si masticano...

sabato 14 aprile 2012

il bigottismo di facebook

Le contraddizioni di facebook.



Facebook è la piazza del web più conosciuta tra ragazzi imprenditori piazzisti gente sola che vuole socializzare o trovare l'anima gemella oppure cercare persone con affinità elettive in comune.

L'iniziale intuizione di Mark Zuckerberger e dei suoi amici di college di mettere in rete qualcosa che tenesse in contatto gli studenti di Harvard si è evoluta ed ora raggiunge un numero di utenti secondo solo a google. È quotato in borsa!

Inutile fare ricerche e analisi sociologiche per spiegare il successo della piattaforma, la lasciamo agli esperti. Però, da utente, mi sembra una presa per il culo la restrizione larvata di legge sulla privacy. Senza dubbio qualche utente non vuole essere disturbato dagli sconosciuti ed è giusto che i gestori del social tutelino la privacy anche perché da queste attenzioni provengono i guadagni stratosferici che hanno imposto facebook nel marketing mondiale. Ma la socializzazione, appunto, dove la mettiamo?

Come spiegare altrimenti quegli account doppi e tripli che si pavoneggiano nel conteggiare migliaia di "amici"?
Non è certamente paragonabile allo stalking una richiesta d'amicizia che presuppone interessi comuni tra sconosciuti.


giovedì 17 giugno 2010

italiani: masochisti o distratti?

E mentre sui social network monta la gara dello sdegno per alcune modifiche sostanziali alle leggi dello Stato i sostenitori dei decreti legge continuano imperterriti a motivarne la bontà civile e democratica delle leggi in esame. Vediamo di rinfrescare la memoria:
al primo posto la manovra economica che taglia in maniera assolutamente partigiana i fondi alla ricerca, alla scuola, allo studio, alla cultura! Ma non taglia gli eccessi della politica, i privilegi dei parlamentari e dei senatori della Repubblica Italiana.

Al secondo posto, non per importanza ma per una questione logistica di declamazione, il discussissimo ddl definito da tutti i soggetti democratici e persino dall’osce "legge bavaglio" che cosi commenta in una nota di Dunja Mijatovic, responsabile dell’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea) per la libertà dei media, “Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia” ha dichiarato, aggiungendo che “i giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile.

Nella sua forma attuale, il disegno di legge contraddice gli indirizzi dell’Osce, in particolare quando proibisce l’utilizzo di diverse fonti e materiali confidenziali che potrebbero rivelarsi necessari per un giornalismo d’inchiesta al servizio della democrazia”. Ecco perché da più voci è definita legge bavaglio; perché di fatto imbavaglia la libertà d’espressione e di conoscenza. Vieta la pubblicazione di fatti inerenti la gestione della cosa pubblica di personaggi invischiati in affari poco chiari. Non sapremmo delle malefatte arbitrarie di pezzi dello stato malati, vedi le aggressioni e le falsità per nascondere le prove di colpevolezza di alti dirigenti al g8 di Genova; le morti brutali di giovani nelle carceri come Cucchi, non sapremmo della cricca che specula sulle disgrazie e sui grandi eventi italiani se non dopo che questi abbiano, di fatto, avuto il tempo di completare l’opera d’espoliazione.
E intanto, tra disoccupazione, incertezza lavorativa per i giovani, disagi nel comparto sanità, blocco degli stipendi, raggiri sulle liquidazioni, scarsissimo potere d’acquisto per l’esiguità economica delle famiglie aumenta la tensione sociale mentre le solite facce di bronzo continuano ad ammiccare sorridenti che no che va tutto bene e che è giusto così perché gli elettori vogliono che il governo faccia queste riforme! Bèh, chi non conosce gl’italiani certamente dirà che siamo un popolo di masochisti…

domenica 23 maggio 2010

amicizia e solidarietà: concetti e atti demodè

Quanti sapremmo corrispondere davvero la richiesta di aiuto lanciata dagli amici in difficoltà?

La domanda si è insinuata piano piano nella mia testa mentre sciacquavo la verdura. Sarà stato lo scorrere dell’acqua, l’immersione delle mani nel lavello e lo scarso coinvolgimento mentale che ha indotto la mente a girovagare tra le tante idiosincrasie contemporanee in atto; in politica, quindi i rapporti burrascosi tra i partiti e le correnti dei partiti stessi, nella quotidianità spicciola che si vive nei rapporti condominiali, nei quartieri e nei paesi.

Il dato allarmante nelle relazioni sociali è che ognuno pensa a sé e al proprio benessere.
La solidarietà, il bene comune, il rispetto sono concetti d’altri tempi ma nonostante ciò si assiste all’accaparramento inusitato di contatti amicali su face book e sugli altri social network.

Forse perchè poco ingombranti? perchè l'uno non dipende dall'atro nella vita reale?
In effetti, basta un klic per isolarsi e tornare ad assaporare la propria privacy.
Basta sconnettersi per lasciare tutto fuori e rintanarsi nel proprio mondo ovattato...

martedì 16 giugno 2009

le solitudini del web


Le solitudini del web: blog, facebook e social network sono intasati dalle notizie.

Il ventaglio è ampio; s’inizia col post intimista, quello, tanto per intenderci che sciorina i panni sporchi al mondo intero ma (che non confideremmo, noi, tutti navigatori anonimi della rete) mai ad un amico reale.

Poi il post poetico in cui si dà ampio sfogo alle tensioni emotive, in primis: l’amore privato; personale e struggente: passione da imporre in armonia col proprio ego; quindi l’amore per il prossimo, quello che muove il mondo sociale, che abbraccia politica e ambiente fin quando si è giovani idealisti…

Infine, ed è la cosa che più tira: sesso droga e rock&roll, per citare una frase fatta.

Tutto ciò non dispiace!, anzi, la pluralità di pensieri esercita un’azione corroborante; vivacizza la rete ed ognuno torva l’anima gemella, il gruppo virtuale con affinità elettive confacenti al proprio sentire.

Ma c’è anche “il lupo solitario”, quello che disdegna i workshop mascherati di beneficenza o cultura; raduni preconfezionati, laddove, bande di specialisti mettono bei fiocchetti rosa, azzurri e arancione a operazioni prettamente economiche: come si può parlare di “industria culturale intesa come business, rilancio e sviluppo dell’economia nel no profit” mantenendo le stesse leggi che hanno condotto le famiglie e le singole persone alla povertà?

Fintantoché, l’economia mondiale determina le condizioni di vita dell’intero globo terrestre nei termini vissuti dai ceti medi, è pura demagogia!

L’Arte, la Cultura, le Operazioni Culturali servono a far evolvere le Menti!, e, se dalle azioni propositive anzidette scaturisce ricchezza, benessere nell'accezione ampia del termine, per tutti, che ben venga! significa che si è lavorato bene.

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