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martedì 16 marzo 2021

La vita è un puzzle dagli incastri predefiniti?

Un altro pezzo di me è andato via. Come nei giochi da tavolo, dove si assemblano tessere per completare immagini, proprio quando credi di avere completato il quadro nel suo insieme ti accorgi della tessera mancante. Allora ricontrolli i contenitori. Alzi gli scatoli. Guardi sotto il tavolo. Sposti le sedie ma niente. La tessera manca!

Inutile piangerci sopra.   


Un'altra tessera del grande puzzle che forma e delimita la nostra esistenza è andata via verso l'ignoto. È un'opportunità persa per chi resta e ritrovata per chi oltrepassa le colonne del cielo e della mente umana come dicono i credenti?

E considero, mentre il feretro esce dal portone istoriato della chiesa dell'Immacolata, che anche una parte della mia giovinezza va via.

Troppe tessere si stanno staccando dal contesto della mia esistenza.

Familiari stretti, parenti intimi e amici hanno lasciato gli affetti e le cose terrene. Quante opportunità abbiamo perso, insieme!

Penso mentre seguo il feretro con lo sguardo. E mentalmente lancio l'ultimo saluto. Nello stesso istante la mia mente torna indietro nel tempo:

Diciott'anni appena compiuti. Estate del '72. scuole finite. Finalmente!

Avevo finito gli studi da poco e non avevo ancora nessuna esperienza lavorativa. La disoccupazione era uno stato mentale a me ignoto ma non a lui. E anche se ero alla ricerca di un lavoro qualsiasi pur di guadagnare e rendermi autonomo in quell'estate del '72 pesò un poco lasciare gli amici in spiaggia e iniziare un corso di formazione aziendale.

Franco, un ragazzone imponente dalla risata contagiosa l'incontrai lì, nel complesso dell'arcivescovado, in una delle stanze messe a disposizione per il corso.

Il corso aziendale era mediamente impegnativo ma lui prese con estrema pignoleria e metodo appunti su appunti.

Dopo le lezioni strutturate secondo un preciso programma lo studio continuava a casa. A volte da un amico comune, Gianfranco, anche lui nostro compagno di corso.

Gianfranco e Francesco, con qualche anno in più di me e qualche delusione per quel lavoro che ancora tardava ad arrivare, già diplomati all'istituto tecnico industriale, prendevano seriamente l'impegno del nuovo corso di studi nonostante la loro solida preparazione di base.

Studiammo anche a casa mia. Fu così che conobbe la donna della sua vita: mia sorella.

Tra loro nacque l'amore e insieme hanno affrontato e superato stoicamente le difficoltà che la vita immancabilmente pone a ognuno. Hanno avuto tre splendidi figli, cresciuti amorevolmente con l'ausilio della nonna.

Una storia qualunque! Dunque. Un ménage che nelle famiglie calabresi è naturale routine, se non un obbligo morale, come direbbe qualche sociologo attento alla tesaurizzazione degli affetti immateriali. Stima, comprensione e affetto, elementi che riescono a sollevare il mondo attraverso l'unica vera forza che domina l'universo incorporeo: l'amore.

La vita non è stata benevola con lui. La salute lo abbandonò fin da ragazzo e forse, proprio in virtù del suo vissuto che lo vide vittima di sofferenze patite orgogliosamente in silenzio, nasce un uomo diretto, di carattere. Un uomo categorico ma sensibile. Un marito attento e un padre premuroso.

L'uomo che abbiamo conosciuto coi suoi limiti e i difetti, e chi non ne ha!, ma anche con tantissimi pregi.

Un uomo all'apparenza duro, determinato ma sempre votato intimamente all'assoluta onestà intellettuale, rispettoso dei valori umani che tengono in gran conto l'amicizia, l'educazione quasi assoluta esternata e pretesa sempre. Ed ora che rimane? Rimane la sensazione di disagio per non avere saputo approfittare del tempo che avevamo a disposizione. Rimane l'amaro in bocca nonostante le discolpe che tentiamo di porre davanti agli interrogativi che ora salgono dal profondo per giustificare le assenze, le superficialità e assurgere a catarsi per la nostra indolenza.

È tardi, lo so. Dovremmo vivere almeno qualche vita in più memori del passato per tentare di migliorare i rapporti specialmente con chi pensi di avere sempre la possibilità di poterlo fare. Ma così non è!

A nulla valgono i buoni propositi. Chi ha tempo non aspetti tempo! Si deve cogliere l'attimo con saggezza. È un imperativo assoluto se si vuole davvero cambiare il mondo degli affetti per contaminare la società in cui viviamo.

Seneca amava ricordare ai suoi allievi che è inutile tentare di cambiare il mondo, il cielo sotto cui vivi, se non cambi prima te stesso.

Il prete officiante ha detto che le sofferenze in terra servono a guadagnare il Sorriso di Dio e che preparano al Suo incontro per l'abbraccio della Gioia Eterna. Ma non sarebbe bello arrivarci in serenità? Dopo una vita piena, eccessivamente costellata di affanni, preoccupazioni e malattie ci si aspetterebbe un po' di pace e arrivare alla meta serenamente.

Se esiste un aldilà te lo sei meritato pienamente! Anche se la tua fiammella terrena si è esaurita malamente, sferzata da venti violenti ma anche alimentata dai soffi colmi d'amore di chi ti stava affianco, adesso, hai finito di soffrire.

Ciao Fra'


giovedì 1 novembre 2012

Natuzza Evolo, la Mamma di tutti

Il primo novembre del 2009 moriva Fortunata Evolo, conosciuta come Natuzza da
Paravati, Mamma Natuzza per quanti l'hanno incontrata e amata.
Natuzza non sapeva leggere e scrivere e neanche parlare in italiano correttamente ma in compenso sapeva leggere nell'animo di quanti andavano da Lei dapprima per scaricare drammi insopportabili e poi per affetto e amore.
Mamma Natuzza conosceva le angosce dei suoi ospiti e sapeva come lenire le loro pene. 

Lei, donna umile, si trincerava dietro l'Angelo. A Lui assegnava l'arduo compito di messaggero per suggerire e consegnare missive dall'aldilà. Le sue parole, suffragate da segreti insondabili per i comuni mortali che si recavano fiduciosi a Paravati per chiedere lumi su malattie o intense pene causate da lutti, sono ancora vive in quanti la conobbero.

Tre anni sono trascorsi dalla sua morte e nel frattempo Paravati è diventato un luogo frequentatissimo dai numerosi figli conosciuti di persona o attraverso il corpo Astrale.
Quando vuoi farmi qualche domanda, se ti senti afflitto, se hai bisogno di un suggerimento, mandami l'Angelo che Lui viene e mi dice tutto e io ti sarò vicina.”. Così diceva Mamma Natuzza ai suoi figli spirituali.

Ciao Mamma Natuzza, sei sempre nei nostri cuori, certi che vegli su di noi in compagnia dei cari estinti ancor più di quando eravate presenti col corpo e ci accompagnavate per mano per le strade del mondo. Adesso, non possiamo ascoltare la tua voce ma il tuo amore di mamma che hai sempre profuso rimane a farci compagnia e ci sostiene nei momenti tristi.

lunedì 1 novembre 2010

Gli insegnamenti del Divino attraverso Mamma Natuzza

È trascorso un anno da quando Natuzza ha cessato di vivere la sua vita terrena e in questo giorno molte sono le iniziative: è ricordata dai media e nelle confraternite, nei gruppi di preghiera sorte attorno alla sua opera. L'esortazione ricorrente di Mamma Natuzza era: Gesù e la Madonna vogliono cenacoli di preghiere. Pregate sempre e guardate ai giovani con benevolenza... Pregate per i preti che sbagliano affinché si ravvedano e compiano le funzioni sacerdotali secondo la volontà di Dio.

sabato 27 giugno 2009

Calabria, terra di Mistici: Fratel Cosimo Fragomeni


Stiamo attraversando un periodo difficile!
La realtà opprime i buoni propositi. La quotidianità sembra costellata da ostacoli assurdi: l'ovvio si trasforma nel suo esatto contrario. Il male invade i cuori assoggettandoli a beceri inganni collettivi.

Il retto è beffeggiato... Solo in Dio vi è certezza! -Sussurra con un filo di voce Fratel Cosimo, terziario francescano dotato di grande carisma, a conclusione del nostro colloquio- Per te è semplice! - lo incalzo- Vorrei avere anch'io la tua forza d'animo... ma non ti voglio caricare anche delle mie angosce sei già pieno di problemi molto più grandi, inimmaginabili per noi miseri mortali. Il Signore si manifesta nelle piccole cose. -Aggiunge con voce colma di umiltà e amore per il prossimo-.

È passato qualche anno dall'ultima volta che son andato a fargli visita.
Il magazzino è colmo di ex voto. La porta a vetri lascia intravedere le colline brulle della piccola frazione di Caulonia: Santa Domenica a pochi chilometri da Placanica in provincia di Reggio Calabria.

Là, in campagna, Cosimo Fragomeni, ebbe la prima apparizione della Madonna il 13 maggio 1968; e, nei pressi della roccia su cui la vide, edificò una cappella di pochi metri quadrati.

Il locale ben presto si riempì di ogni sorta di ex voto lasciati dai fedeli a testimonianza di miracolose guarigioni.

Da quando si è sparsa la notizia la Madonna dello Scoglio è venerata da folle immense provenienti da ogni parte del mondo e Fratel Cosimo, umile asceta, afferma di essere un semplice strumento per la conversione delle anime.

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