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venerdì 27 settembre 2013

Barilla, polemiche sterili che non aiutano la causa gay

Sul web impazza la polemica, anzi a chi la spara con più forza e indignazione contro la Barilla. Le battute si perdono, alcune sono simpatiche e altre violente, di cattivo gusto.
A mio parere, non si tratta di democrazia liquida ma di una sorta di vandalismo polemico che rasenta l’imposizione dispotica di certi assunti. E non mi riferisco a quanto ha detto il capro espiatorio del momento Guido Barilla ma alla caterva di paladini che hanno ritenuto di sfoderare le spade per difendere ipotetiche libertà intaccate.

"Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d'accordo, possono sempre mangiare la pasta di un'altra marca. Tutti sono liberi di fare ciò che vogliono purché non infastidiscano gli altri". Questa la frase pronunciata mercoledì da Guido Barilla durante la trasmissione La zanzara di Radio24 che ha mosso un fiume di polemiche sul web, social network, nei palazzi della politica fino a diventare materia del contendere tra aziende. 

Allora?, chiedo ai paladini, dov’è l’omofobo?
Non ha mica detto che siccome gli piace tantissimo la famiglia preferisce ai gay chi di famiglie se ne fa più di una!

Se non torniamo coi piedi per terra, a lungo andare, pur di essere visibili cavalcando l’onda emotiva del momento, rishiamo di cancellare l’ovvio.
È vero, nel lessico contemporaneo la parola famiglia abbraccia diversi significati ma, nell’accezione stretta del termine, nessuno può negare, che s’intende il classico coriaceo nucleo composta da padre madre ed eventuali figli.
Detto ciò, ampia libertà di pensiero e di azione, d’amore e scelte di vita, commerciali, culturali. Perché il vero rispetto sta nelle azioni concrete, quelle che portano rispetto e attenzione all’altro, al diseredato.

martedì 17 gennaio 2012

yin e yang, la forza dell'amore

Nei pensieri degli uomini la figura femminile è una presenza costante fin dai primi attimi di vita. Probabilmente, l'uomo non ha mai reciso davvero il cordone ombelicale che lo ha nutrito nel grembo e da feto lo ha portato passo passo ad affacciarsi nel mondo. E anche lì, lo accompagna nelle prime esplorazioni sensoriali fino a farlo diventare adulto.

Tra la donna e l'uomo s'instaura un legame forte, inscindibile; rigenerante sotto ogni aspetto, non perché condizionati dalle funzioni vitali o umorali ma perché essendo yin e yang, l'inizio e la fine di ogni orizzonte; in sintesi, microcosmi che non possono vivere a sé stanti, essi si compendiano fino a diventare una cosa sola nella trasformazione ultima del macrocosmo.

Per questo è insensato parlare in termini manichei di pari opportunità, progetto donna, quote rosa e altre sciocchezze dettate dalle masturbazioni mentali di chi ha già tutto in casa perché vive in una società evoluta.
Piuttosto sembra una scorciatoia per arrivare a traguardi interdetti ad altri.


Stessa analisi per l'orgoglio gay. Ovvero quella cerchia di arrivisti che vuole trarre vantaggi personali e sedere a capo di una confraternita che ha accoliti in tutte le lobby di potere economico e commerciale percorrendo la corsia preferenziale del disagio psicologico sofferto da uomini e donne, etero o gay non fa differenza, per colpa di quanti non conoscono la forza dell'amore universale.

venerdì 23 settembre 2011

outinglist, gay in parlamento

-privacy emancipazione e rispetto dei sentimenti gay-
Nonostante i molti pareri contrari, puntale, spunta la famosa quanto chiacchierata lista promessa da Aurelio Mancuso. 10 nomi dieci di autorevoli rappresentanti del popolo che siedono in parlamento e pare abbiano tradito le aspettative dei loro fans. Ce n'è per tutti. Destra, centro, sinistra, laici e cristiani a rappresentare che l'amore non ha età e colore.
Ora resta solo d'aspettare che i promotori, orgogliosamente gay dichiarati, crescano e imparino a rispettare la riservatezza altrui. D'altronde non è detto che tutti debbano condividere le stesse idee e se qualche gay non è d'accordo a legalizzare leggi che castigano l'omofobia in quanto ritenuta azione da reprimere con la violenza da alcuni, altri, sono liberi di pensarla diversamente senza per questo essere messi al bando dai loro stessi fratelli di latte. E per rispettare la privacy dei singoli, non menziono nessuno della lista pubblicata da altri siti ammiccanti e propensi al rumore mediatico, appagante per la scalata alle hits web ma non per la crescita e il confronto delle rispettive sensibilità.

venerdì 16 settembre 2011

23 settembre: 10 nomi di politici gay sul web

W. Luxuria in corteo per i diritti gay
Il giorno della vendetta gay contro i parlamentari che hanno bocciato la legge sull'omofobia pur essendo loro stessi gay è fissato per il 23 di questo mese.

Il 23 settembre, nelle prime ore del mattino, alcuni giornalisti si troveranno nella posta elettronica 10 nomi di parlamentari italiani gay non dichiarati ma che sono schierati apertamente contro l'omosessualità, così, tanto per smuovere le acque dell'ambiguità in cui nuotano i nostri parlamentari, i primi dieci nomi saranno resi pubblici. L'iniziativa, di Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, ha riscontrato l'adesione di volontari internauti che divulgheranno nel web i nomi degli incriminati gay politici non dichiarati.
Inutile dire che l'operazione farà tremare molti volti noti della politica italiana e guadagnare fiumi di denaro a molti legali, ciononostante, salvo interventi censori della polizia postale, è prevista una seconda ondata di nomi che, inizialmente ammontavano ad un centinaio, ora, grazie a segnalazioni esterne provenienti da attivisti anonimi è lievitata.

"Abbiamo deciso di iniziare con questi primi dieci nomi per far comprendere chiaramente come nel Parlamento italiano viga la regola dell'ipocrisia e della discriminazione. I politici di cui conosciamo le vere identità sessuali sono molti altri, presenti in tutti i partiti, per ora ci limitiamo a pubblicare un estratto di quelli appartenenti ai partiti che hanno votato contro la legge sull'omofobia", scrivono. E promettono: "Da ora in poi quando avverranno attacchi nei confronti della comunità lgbt da parte della gerarchia cattolica, del mondo dell'informazione, della politica, ci riserveremo la facoltà di rispondere adeguatamente".
"Attuare l'outing non è una vendetta emotiva, né riguarda un giudizio sulla sessualità occultata di politici, preti, giornalisti. E' invece la proclamazione di un pensiero politico che intende smascherare quell'area politica culturale che accredita ogni giorno il fatto che l'omosessualità sia una scelta di persone con scarsi valori morali. Non ci interessa, né sarebbe moralmente concepibile scivolare nel gossip, quello che vogliamo fare è colpire tutte quelle persone che ricoprendo attualmente incarichi pubblici, utilizzando il proprio potere, offendono, discriminano le persone lgbt, alimentano scientificamente l'odio", dice Mancuso alla presentazione della sua iniziativa.

Ma servirà davvero a qualcosa un'operazione dal sapore gossipparo per la causa gay e l'emancipazione tout court del concetto universale dell'amore?
Non sarebbe forse più opportuno intraprendere altre azioni che facciano ripensare e riscrivere quei concetti ritenuti “devianza” da certa mentalità manichea?

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