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sabato 17 settembre 2011

usi e abusi del sevizio televisivo pubblico

Teresa è una ragazza di 35 anni ha fatto la modella, l’hostess e l’imprenditrice di se stessa. A suo dire si è “conosciuta approfonditamente” con personaggi pubblici dietro compensi sborsati da Tarantini (500€).

Teresa, in arte Terry de Nicolò, optional della ditta Tarantini che la porta come gadget ai suoi potenziali clienti per invogliarli a comprare protesi mediche e materiale sanitario, è il prodotto bacato di una società malata, rozza, che educa alla supremazia personale e al benessere individuale le menti deboli che danno per oro colato le parole dette in televisione, che non sanno o vogliono distinguere il mondo della finzione con la realtà e si nutrono di telenovelas, sognano a occhi aperti un principe azzurro che le porti via dalla mediocrità.

Una società surreale che inculca idee distorte e induce le ragazze a essere di facili costumi, a “vendere la propria madre” pur di arrivare nei pressi dell’olimpo dei ricchi e pascersi delle debolezze dei facoltosi uomini lussuriosi piuttosto che studiare per formarsi una mente personalizzante.

Sia ben chiaro, niente di personale contro le venditrici di sesso: sono sempre esistite!, ma spiattellare in televisione la filosofia di vita delle meretrici che dicono chiaramente: questa è la realtà, se vuoi arrivare devi vendere il tuo corpo agli uomini potenti e le casalinghe racchie devono starsene nascoste dentro casa” è deprimente!

La televisione pubblica farebbe bene ad essere più accorta e modificare piuttosto che censurare le interviste scioccanti di giovani giornalisti d’assalto che pur di fare presa sui telespettatori inscenano uno spot degno della più irriverente soap: salotto buono, luci soffuse, inquadratura sulle gambe, sul bacino, bracciolo della poltrona e mani affusolate che reggono un calice di prosecco, per soffermarsi, infine, sul volto mediocre reso un po’ appariscente dal lavoro di chirurgia plastica e da una estetista volgare che le ha spolverato addosso dei brillantini.

Questo è altro ha osato mandare in onda il programma “l’ultima parola” di Paragone, facendo rimpiangere la professionalità di giornalisti defenestrati che proponevano analoghe inchieste con tagli giornalistici positivi per la crescita dei telespettatori.

Certo i rozzi giornalisti, ospiti del programma, non hanno fatto di meglio! hanno solo saputo fare casino e provocare reazioni negative nei telespettatori che avrebbero voluto assistere ad un programma equilibrato privo di schieramenti ad oltranza.

domenica 10 aprile 2011

rampantismo e affari: feticci che tolgono l'innocenza



Presto o tardi l’innocenza va via, trascinata dai cattivi esempi delle persone che formano il nostro piccolo gran mondo sociale, l’ingenuità, o meglio la semplicità pura che spinge al dialogo e a mantenere caldi i rapporti interpersonali, cede il passo alla strategia furbesca degli “smaliziati” rampanti.

La vita è dura!, si sente dire spesso dai saputelli. Si deve lottare; aggredire il nemico; negare sempre fino a quando la “tua” parola non diventa verità! Vincere! A qualsiasi costo! Ma quale malcostume, malaffare, mafia, ‘ndrangheta… sono semplicemente
A F F A R I!
Questa la condizione contemporanea della realtà. Una condizione costruita dai più forti e che riscrive la cronaca effimera fino a trasformarla in storia sublime, eroica, congeniale ai voleri dei potentati mascherati.
Insomma, la razionalità subdola di certi personaggi invoglia il resto degli uomini al pragmatismo effimero. E l'ostentazione volgare del potere trasforma la vita dei seguaci, non di tutti altrimenti che potere sarebbe?, in un’enorme incommensurabile farsa materialista.

La realtà fittizia, artatamente costruita e imposta alla massa, trascina i caratteri deboli, li lusinga e li induce a seguire i dettami delle personalità manifestatamene forti, resi ancora più importanti dagli eventi organizzati.
“Ecco anche tu puoi essere come me e loro”… ammicca il rampante chi dice di essersi “fatto da sé” nelle convention.
Personaggi onnipresenti ovunque, pronti alla chiamata gossippara organizzata dagli amici per gli amici. Gente che se le togli la spaparanzata pacchiana non le rimane niente.
Eppure, questa è gente che si dichiara "cristiana", seguace della dottrina di Cristo! com'è vero che noi cristiani ci facciamo una dottrina cattolica personalizzata.. vendiamo e compriamo corpi, purché si viva negli agi. e nel casino generale l'esercito di Cristo sta a guardare.

giovedì 3 marzo 2011

il gran ballo delle debuttanti tra cortigiane e escort

Nell’età imperiale, le giovinette, facevano ufficialmente il loro ingresso nella società con “il gran ballo delle debuttanti” accompagnate per l’occasione da ufficiali cadetti delle regie accademie.
Col tempo anche la ricca borghesia ebbe la possibilità di accedervi.

Nell’800, per le ragazze dabbene e di buona famiglia, il gran ballo rappresentava il momento più alto dell’iniziazione all’età adulta.
Insomma l’ingresso nella società era un momento solenne per le donzelle e la cultura sociale d’un tempo.

Caduti gli imperi, la ricca borghesia nostalgica mantiene, a volte con successo, i simboli della nobiltà quasi come una forma di rivalsa al mancato blasone e il gran ballo delle debuttanti è uno di questi. Ovviamente dal ballo sono escluse le ragazze del popolo, i poveri.

Alle ragazze povere rimaneva l’intelligenza da coltivare e quante riuscivano a implementare la loro cultura, erano accettate, anzi contese nei salotti dell’alta società e pur non essendo entrate attraverso la nobile ritualità del ballo ne erano le reginette. Queste ragazze, anzi, donne, definite cortigiane, dovevano quindi possedere una grande personalità e conoscenze che all’epoca erano appannaggio dell’universo maschile.

Le cortigiane, altrimenti dette puttane, meretrici, prostitute, ma qui scadiamo nella volgarità e queste ultime sono destinate alla plebe; ritornando alle cortigiane, oggi escort, per raggiungere il successo mondano ed essere accettate dai ricchi uomini d’affari, si acculturano perché comprendono che l’avvenenza fisica non è sufficiente e che la forza erotica risiede in primis nell’intelletto.
Infatti, le grandi cortigiane del 500 come Gaspara o Imperia fanno scuola e le loro vite narrano di continue contese nei salotti d’Italia perché sapevano tenere alta la tensione dialettica e sapevano tenere testa a poeti, letterati, musicisti e pittori.

Alla morte di Imperia gli intellettuali che la conobbero le dedicarono poesie e persino atti teatrali e lei stessa, in vita, fu definita “Divina” poetessa e visse tra gli agi di lussuosi palazzi e servitù pagate dai ricchi amanti.

E oggi? Bèh, oggi seguiamo la forma del tempo: un po’ di gossip, qualche scandalo, un po’ di volgarità morbosa; …la bella e la bestia fa sempre effetto nell’immaginario collettivo. E tra qualche settimana un altro avvenimento scandalistico coprirà la comparsata dell’harem delle olgiatine, Ruby, Sara, Nicole e persino le cifre offerte a Ruby dal ricco austriaco Richard Lugner per essere accompagnato nel palchetto e da lì osservare le debuttanti durante la cerimonia del gran ballo con enorme disappunto degli organizzatori che pensano di non fittarglielo più per le prossime manifestazioni, perché, come titola qualcuno, “non vogliono che diventi il ballo delle sputtananti”.

… anche se il mestiere più vecchio del mondo continuerà nell’attività goduriosa più antica del mondo ad attrarre colti letterati, artisti e ...

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