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martedì 5 febbraio 2013

creatività o cosa nei bastoni trasformati in armi?

arte povera?
Qualcuno ha mai pensato di trasformare per hobby innocui oggetti d'uso comune  in qualcosa di pericoloso? che so, un ombrello che oltre a riparare dalla pioggia possa anche sparare ai piccioni quando è tempo di caccia? oppure un bastone da passeggio in spada?
Beh, tranquilli, già fatto e arrestato. E' successo in Calabria, nel reggino.

Bastoni da passeggio e ombrelli trasformati in oggetti da difesa o offesa a seconda dei casi sono stati scoperti e sequestrati in Calabria nell'abitazione di un idraulico sessantacinquenne.
Armi perfettamente funzionanti e dotate anche di munizioni..
Due ombrelli, tre bastoni da passeggio, tre pistole realizzate con tubi metallici di tipo idraulico, un'arma lunga da sparo, 8 cartucce di vario calibro per pistola inserite nelle armi, una cartuccia calibro 12, un tornio nonché due bastoni da passeggio modificati con lama estraibile occultata nell'interno simili ai bastoni animati in uso nel secolo scorso.

Che dire? Se non fosse per la paura associata alle armi e alla morte violenta, alla sofferenza, alle ferite e al sangue che questi oggetti potrebbero provocare, si potrebbe premiare l'inventiva e la creatività dell'artigiano in pensione che ha saputo trasformare gli oggetti di sostegno e riparo in altro, configurato in armi da difesa o offesa, ma potrebbero anche essere intese come una sorta di “rivisitazione creativa” che farebbero la loro bella figura nella biennale di Venezia visto il tema di quest'anno scelto dal curatore Massimiliano Gioni “Il palazzo enciclopedico” riferito al progetto ideato dell’artista autodidatta italo-americano Marino Auriti che nel 1955 pensò ad un museo immaginario dove collocare tutto il sapere dell’umanità.

mercoledì 1 febbraio 2012

Venezia, biennale 2013, marketing o arte?

C'è un gran bel parlare di Massimiliano Gioni al quale è stato affidato l'incarico di guida della prossima biennale veneziana d'arte contemporanea. 

Di lui si sa già tutto: nato nel '73 a Busto Arsizio, quindi compaesano di Mina, Uto Ughi e altri, grande conoscitore dell'arte con una miriade di incarichi sparsi per il mondo dall'Europa all'Asia, Africa e Americhe, nonché amico e socio di Maurizio Cattelan e cosa di non poco conto: direttore artistico della fondazione Trussardi. Insomma, a leggere tra le righe (sarò felice se queste “malignità” saranno smentite dai fatti) sembra di assistere al solito rito ufficiato dai sacerdoti cresciuti nel culto della mercificazione blasfema dell'arte dove, bene che vada, la differenza sta nella trovata pubblicitaria scandalistica.
Alla luce dei fatti regressi, appunto, alcune domande sono d'obbligo: Massimiliano Gioni ha la possibilità di allestire una biennale non contaminata dagli affari e dalle lobby? Può muoversi liberamente e fare una ricerca seria tra gli artisti italiani?
Le possibilità non gli mancano!

I mass media di Massimiliano Gioni, riportano le seguenti notizie:
nato a Busto Arsizio nel 1973, è critico d'arte contemporanea e curatore italiano di origini milanesi. Caporedattore di Flash Art a New York dal 2000 al 2002 e curatore nel 2003 della mostra “La Zona” per la 50ma Biennale di Venezia, nel 2004 è tra i curatori della biennale di arte contemporanea itinerante Manifesta 5. Dal 2003 è direttore artistico della fondazione Nicola Trussardi di Milano. Nel corso della sua giovane e intensa carriera si è occupato della realizzazione di svariati progetti tra cui, in collaborazione con l'artista Maurizio Cattelan e la curatrice Ali Subotniak, la cura della biennale di Berlino del 2006, la creazione della rivista Charley e di un nuovo spazio espositivo, la mini galleria itinerante Wrong Gallery, inizialmente allestita nel 2002 a New York e spostata nel 2005 alla Tate Modern di Londra. Ha collaborato come editor con case editrici come Charta, Mondadori, Phaidon, Les Presses du Reel, Dijon e Rizzoli. Da dicembre 2007 fa parte dello staff dei curatori del New Museum of Contemporary Art di New York (da Wikiperdia).

Per la musica il cda della Biennale ha scelto il compositore Ivan Fedele (Lecce, 1953), uno dei più affermati nel panorama internazionale. Rimangono invariate dalla biennale del 2010-11 le altre due nomine: Alex Rigola per il teatro, Ismael Ivo per la danza.

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