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mercoledì 6 marzo 2013

Perugia, imprenditore e impiegate vittime del disagio sociale


Davanti a certi fatti difficile trovare parole, tentare analisi o prendersela con qualcuno o qualcosa per dare senso a tensioni cresciute nel tempo. SI rimane annichiliti! A nulla vale inveire contro gli organi istituzionali o gli strumenti burocratici. Unico dato raccapricciante, davanti al quale si rimane, appunto, di pietra è la tragedia umana di un piccolo imprenditore che vedendosi revocati dei contributi, dopo numerosi tentativi per riottenere gli accediti presso gli uffici provinciali e regionali di Perugia, irrompe nella sede istituzionale che gli aveva revocato il finanziamento e uccide due impiegate della regione Umbria.

«Mi mancavano tre cartellini, libretto di fumo, macchine in movimento, una cavolata… mi hanno tolto un accreditamento e di conseguenza i 160 mila euro di finanziamento approvato». questo il laconico commento dell'imprenditore, vittima del disagio sociale, qualche giorno prima che accadesse il fattaccio.

Andrea Zampi, imprenditore di 43 anni, è entrato negli uffici della Regione, al Broletto, nelle stanze attigue alla vicepresidente Carla Casciari e ha sparato uccidendo Margherita Peccati e Daniela Crispolti. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che la prima vittima fosse seduta alla sua scrivania; la seconda sarebbe stata colpita nel corridoio.
Una delle due impiegate della Regione Umbria pare fosse precaria. Mentre l'altra era prossima alla pensione.

È la sintesi drammatica dello spaccato italiano che racchiude in un unica cornice il quadro dei malesseri sociali partoriti dalla fredda inconciliabile teoria dei bisogni economici  contro la propensione per l'altro, il sofferente, il bisognoso.

mercoledì 14 novembre 2012

morire in nome della spending review

All'inizio, forse, chi entra in un reparto d'ospedale ha qualche pietà per gli ammalati ricoverati con prognosi preoccupanti e anche per i familiari che vivono affianco a loro. Trascorso qualche mese, però, la sensazione mista a pietà e sofferenza causata dall'impotenza iniziale è sotterrata. Occultata agli occhi e alla mente dei sanitari e di quanti stazionano nelle corsie.
Asciugate le lacrime e fatto crescere il pelo sullo stomaco, sanitari e paramedici iniziano a praticare la cura massiccia, dicono, per contenere e circoscrivere la pandemia.
Anche il governo tecnico ha adottato una cura analoga. Ha tagliato posti di lavoro. Ha demolito il welfare. Rivisitato le amministrazioni. Ha messo in campo eccellenze per rimuovere rami secchi mantenendo però un tronco d'albero malato.
Inutile fare un'analisi approfondita sulle esigenze nostre. Le conoscono bene! Loro antepongono il bene comune alle singole esigenze che, sommate l'una a l'altra, rappresentano quelle di un popolo, ad eccezione del 2,3% che percepisce ingaggi d'oro nella pubblica amministrazione.
Sembra di assistere al vecchio adagio del forte coi deboli e deboli con i forti.

Ultima chicca, il taglio delle province in sintonia con la spending review provocherà esuberi di personale. Ed ecco puntuale la nota sulle ali di un uccellino:

Un taglio da quattromila unità, tanto per cominciare. «Attenzione, non sono esuberi, ma eccedenze», si affretta a precisare Filippo Patroni Griffi un attimo dopo aver ufficializzato anche su twitter la prima sforbiciata all’organico della pubblica amministrazione.
In numeri sono oltre tre milioni e duecentomila dipendenti per un totale di 4.028 esuberi, pardon eccedenze, secondo il tecnico ministro, tra il personale di ufficio e 487 dirigenti su una platea di circa 100.000 persone.
Il bisturi scientifico colpirà l’organico non dirigenziale della Difesa (1.562), quello dei Beni Culturali (664), dell’Inail (648) e dei Trasporti (598). nonché i dirigenti che lavorano negli atenei (66) e allo Sviluppo economico (23). Obiettivo, far risparmiare alla casse statali 392 milioni: 342 tra gli impiegati e 50 tra i capi a vario titolo.

Numeri destinati a crescere perché dopo questo primo intervento, concentrato su 50 aziende, ne seguiranno altri due: il secondo a dicembre con la definizione delle piante organiche degli enti locali (e qui voglio vedere che fine faranno gli esuberi delle province eliminate); il terzo, probabilmente intorno a gennaio, quando saranno completati i conteggi riguardanti le amministrazioni degli Esteri, Giustizia, Interno, Inps e Scuola.
A primo acchito si può pensare a un esubero complessivo di circa 25.000 dipendenti: 11.000 nell’amministrazione centrale e altri 14.000 negli enti decentrati. 

mercoledì 4 luglio 2012

i tagli del governo creano lavoro?

Tagliare gli sprechi per crescere e creare lavoro.

Queste le parole del premier Mario Monti. E la bagarre in tivù è scontata. Questa volta il buon Vespa apre il suo programma in compagnia di una gigantesca forbice e dopo i cartelli riassuntivi inizia lo show. Ma non è dello show che voglio parlare. Preferisco riportare le parole di Monti. Molto più rassicuranti di quelle dei suoi rappresentanti di governo e dei giornalisti che imbastiscono storie.

“l'Italia non ha bisogno di sostegno e non si trova nelle condizioni in cui si trovavano la Grecia, l'Irlanda e il Portogallo. Ora però c'è bisogno di un passo avanti: E' venuto il momento di agire in modo più strutturalmente convincente sul settore pubblico che non vuol dire riduzione tranchant ma una riduzione della spesa dopo aver fatto un'analisi molto precisa dei settori dove ci sono sprechi.
E questo non è in contraddizione con la necessità di rilanciare la crescita e soprattutto di contrastare "l'inaccettabile" livello raggiunto dalla disoccupazione giovanile: "Non credo, non sono affatto convinto", rileva il capo del Governo, "che riducendo la spesa pubblica improduttiva si riducono le possibilità di lavoro dei giovani, al contrario riducendo il peso del settore pubblico anche nei mercati finanziari creiamo più possibilità di impiego per i giovani". L'incontro bilaterale con il cancelliere tedesco Angela Merkel diventa cosi' l'occasione per Monti per confermare l'asse con Berlino.

"Io e Angela", chiarisce Monti, "lavoriamo bene insieme perché crediamo, lei tedesca e io italiano, tutti e due in una cosa che si chiama economia sociale di mercato altamente competitiva".
Merkel non manca di riconoscere i meriti e gli sforzi compiuti dall'Italia e di sottolineare l'ottimo feeling instauratosi con Monti. "Sono sempre riuscita a trovare un'intesa con Monti ovunque sia stato necessario", sostiene, "e credo che riforme strutturali adottate da Monti sono una cosa ottima e dobbiamo condividere bene cio' che ci accomuna".
Una collaborazione che va rafforzata anche in vista delle sfide future. "Anche nei giorni a venire", sottolinea Merkel, "ci saranno altre decisioni: dobbiamo affermarci sui mercati e dobbiamo scambiarci le nostre esperienze per garantire il lavoro ai giovani, per migliorare le infrastrutture e sostenere le piccole e medie imprese.
In un tempo veramente non facile abbiamo la forza di volontà di superare le difficoltà insieme". Le scelte di oggi, ancorché dolorose, segneranno il domani. Ma non c'è alternativa al rigore. "Quando sono diventata cancelliera federale in Germania", ricorda Merkel, "c'erano cinque milioni di disoccupati abbiamo fatto cose per cui ancora sono tristi in Germania, molta gente ancora non l'ha capito. Ma sono convinta che sia stata fatta la cosa giusta per i nostri figli e per i figli dei nostri figli. Si tratta di lasciare spazio alle future generazioni per nuove strade, infrastrutture, investimenti. Si tratta di giustizia e di equità. Quando arrivano i successi", conclude, "e arriveranno anche in Italia, i punti di vista cambiano".

Le intenzioni sembrano buone e i due dicono di lavorare per creare un futuro migliore alle nuove generazioni. Dichiarano guerra agli sprechi e tagliano posti di lavoro nel pubblico impiego e riducono le spese vive maturate. Quindi niente più buoni pasto del valore di 8 o dieci euro. Ma cosa c'entra lo spreco con la riduzione del tetto a 7 euro dei buoni pasto? Che poi, lo dice la parola stessa. BUONI PASTO! Avranno pur diritto di mangiare i dipendenti o no? (anche se molti di loro preferiscono spenderli al supermercato per portare qualcosa da mangiare a casa)
Qua si rischia di rasentare l'assurdo come nella metafora del contadino che si rammarica con l'amico per la perdita del suo compagno di lavoro: l'asino! “proprio quando ero riuscito a togliergli il vizio del mangiare è morto... poverino!

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