Il novecento è stato un secolo
di cambiamenti sociali e culturali. Alcuni eventi drammatici mutarono
completamente le vite e i destini di intere famiglie.
Quando le ideologie ammorbano le menti
confondono fino ad annientare l'intelligenza emotiva.
L'empatia è violentata, annullata dal
credo comune che pone e teorizza barriere facendo leva tra le paure
della gente . Le leggi razziali scritte appositamente per
creare falsità e persuadere i deboli hanno generato oscurantismo e
terrore; hanno creato brutture inimmaginabili nei giovani di oggi
abituati alle realtà e alle guerre virtuali.
Nel 1938 si scrisse una indegna
pagina di storia che calpestò la dignità degli italiani e del
genere umano.
Solo dopo l'armistizio e con
l'intervento delle Nazioni Unite tornò la libertà e la democrazia.
Il 25 aprile del 1945 segna
l'inizio di una nuova era: la liberazione (fisica) dell'oppressore
delle sue farneticanti idee.
La guerra fu strumento di sopraffazioni
e vendette personali che resero possibili biechi e oscuri interessi
economici anche nei piccoli centri. Invidie e vecchi rancori furono
contrabbandati e venduti al nemico per codardia o mero tornaconto.
Dopo i disastri della guerra ebbe
inizio la restaurazione. Anche la cultura ebbe grandi e entusiastici
slanci. Nelle teste degli europei c'era voglia di cambiamenti.
Chiunque, in Francia o in Italia, in Spagna come in Grecia aveva un
sogno da realizzare ed era convinzione comune di poterlo attuare. Le
paure erano state esorcizzate! Il boom economico prometteva
tranquillità e benessere e le lotte degli operai e studenti del 68
intendevano porre le basi alle ingenue teorie inneggianti ad una
società più giusta e solidale per creare un mondo migliore.
Che dire oggi a chi teorizza la
chiusura dei confini, innalza muri, vende donne uomini e bambini?