giuseppe celi Erano gli anni ’70. e animati dalla passione giovanile per l’arte, ma anche per la politica, ci s’incontrava spesso in centro, su Corso Mazzini, a Catanzaro, per dirigere, poi, nella bottega dei fratelli Verduci, corniciai e galleristi. Lì, si parlava di arte, ci si confrontava e ci si prendeva in giro, spesso scompaginando i piani commerciali dei fratelli corniciai. All’epoca, i Verduci gestivano la galleria d'arte “il pozzo” un locale situato su Corso Mazzini, di fronte la galleria “Mattia Preti” di palazzo Fazzari e lì esponevamo i nostri lavori. Giuseppe Celi, Pino per gli amici, era e rimane un simpatico burlone, sempre allegro e con la battuta pronta riusciva a mettere allegria ovunque. E, nel ’78, entrando a visitare la mia personale nella galleria “il pozzo”, dopo avere goduto della visione dei lavori esclamò: “Va beh, sei bravo!, ma quando la smetti cu ‘sti dijiuneddhi?”. Erano una serie di olii stilizzati. Lavori di ricerca segnica più che cromatica, ...
I maestri della disinformazione s ono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione. Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai personaggi delle favole e a...
Iniziamo dalle piccole cose. I maestri della disinformazione sono riusciti a rendere concrete le paure collettive e trasformare in male le tradizioni popolari, vale a dire, tutte quelle azioni rituali tramandate nei secoli di generazione in generazione. Da scaltri imbonitori, hanno sovvertito valori e ruoli a favore dei propri tornaconti. Cosicché, la madrina o il padrino delle unghie, ruolo atavico conferito alla persona di famiglia più amata (nonno, nonna, ma anche zii, zie e qualche fraterna conoscenza amicale) che taglia per la prima volta le unghie al neonato (per esempio, in Sicilia si usa mettere in mano al neonato una banconota di grosso taglio per augurare ricchezza e prosperità), secondo una certa letteratura si trasforma in capocosca rionale. Insomma, è come dire che il topino dei denti è la parte oscura della vita che circuisce i giovani e compra per pochi spiccioli l’infanzia. Ma chi non ricorda con nostalgia di avere creduto alla befana, a babbo natale e persino ai pe...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.