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martedì 25 aprile 2023

Un calcio d'altri tempi

 

Strana architettura … un soffitto a forma di gradini non è cosa che si vede tutti i giorni. Mastro Ciccio abitava lì, Sotto i “distinti” del “militare” aveva casa. Dimorava insieme alla sua famiglia nell'alloggio ricavato sotto gli spalti e si prendeva cura dello stadio, spogliatoi compresi.

Le divise dei giocatori appese ad asciugare al sole dalla signora Maria dopo ogni allenamento gocciolavano sui ciuffi d'erba. E sulle magliette c'era cucito il numero col rispettivo ruolo, dal n°1 al n°11. Portiere, terzino destro e sinistro, libero, mediano, ala, centrocampista, attaccante, punta.




Sasà Leotta giocò nella catanzarese, fu punto di riferimento del settore giovanile e anche futuro allenatore. Una parte di storia! Dunque. Come lo è stato l'avvocato Nicola Ceravolo, il presidentissimo che seppe contornarsi di allenatori quali Gianni Di marzio, Seghedoni e giocatori come Mammì; Bui, Gori; Spelta; Banelli, Braca, Ranieri, Silipo; Palanca, Maldera e tanti altri che hanno fatto la storia e restano impressi nelle menti e nel cuore dei tifosi che hanno vissuto quegli anni.

Gli anni '70 del Catanzaro in serie A!

mercoledì 12 aprile 2023

Catanzaro e il nuovo stadio Ceravolo

 ho vissuto parte della mia infanzia nel quartiere che ospita lo stadio Ceravolo.

Ho partecipato agli eventi connessi e correlati alle vicissitudini della squadra giurata dall'avvocato Nicola Ceravolo. E anche chi è rimasto pietra miliare nei cuori e nella storia della città dei tre colli ha dovuto subire le altalenanti fasi umorali dei tifosi.

 

lunedì 20 marzo 2023

Grandi!

 

Floriano Noto & Vincenzo Vivarini

La passione ritorna a muovere e riscaldare gli ambienti catanzaresi e per catanzaresi s'intende la Calabria tutta.

Il ritorno dopo 17 anni in serie B è di buon auspicio non solo per il calciomercato calabrese.

Floriano Noto ha saputo traghettare dopo vari tentativi il club giallorosso nella serie cadetta.

domenica 19 marzo 2023

Catanzaro, ritorno in B

 


La promozione in serie B è ormai una realtà matematicamente certa. Il Catanzaro tornerà a giocare e a confrontarsi con squadre di spessore calcistico superiore.

lunedì 13 marzo 2023

Forza giallorossi! Insieme x la Calabria

 

E questa sera, alle 20e30 davanti alla televisione. Popcorn birretta e rutto libero!


Proprio come diceva Fantozzi. Non c'è la Pina ma poco importa. La birra è al fresco, in frigo. Si devono fare solo i popcorn e aspettare la diretta su Rai sport.

L'attesa partita del derby calabrese: Crotone vs Catanzaro  a porte semichiuse per la tifoseria giallorossa è fruibile in due modi: maxischermo nello stadio Ceravolo per quelli che vogliono vivere l'atmosfera calcistica e la diretta sul canale rai sport alle ottoemezzo di sera.

venerdì 28 ottobre 2022

Catanzaro, Palacorvo, struttura da valorizzare

 Circondato da ampi spazi, il palazzetto dello sport di Catanzaro-Corvo, è una struttura polisportiva vocata alla socializzazione del quartiere che, per una serie di fattori contingenti, è castigato all'oblio.

Inaugurato il 15 dicembre 1984 sotto i migliori auspici accolse gli sfidanti del titolo europeo dei pesi superleggeri Patrizio Oliva e Michel Giroud. Vinse il pugile Patrizio Oliva confermandosi campione nella sua categoria. Seguirono molti altri eventi.

Tra gli eventi sportivi di rilevanza nazionale: la final eight della Coppa Italia di calcio a 5 2005/2006, vinta dalla Luparense in finale contro la Roma Futsal.

domenica 9 febbraio 2020

Sasà Leotta, campione di fair play

Ciò che siamo.


Inevitabilmente arriva il momento del commiato.

A noi
che rimaniamo ancora un po'
resta il tuo sorriso.

Il tuo fare sereno
lo sguardo solare.
L'abnegazione
per ciò che hai amato.

Le cose buone
e
quanto ti sei speso
per realizzarle.

Non hai lasciato vuoti

giacché gli spazi
da te vissuti
sono contaminati
e
ricolmi
di quieto
perseverante
amore.

Ciao zio Sasà.

martedì 14 novembre 2017

Mondiali 2018, l'Italia è fuori

La nazionale di calcio italiana non va ai mondiali. Delusione e scandalo per il mancato appuntamento degli azzurri nel 2018.

Più che di delusione a parer mio si dovrebbe parlare di scandalo. Scandalo per i contratti milionari per l'allenatore e gli ingaggi da favola dei calciatori.

Considerando che Oggi la parola d'ordine per i comuni lavoratori è: "se vuoi lavorare, tu, mi firmi che percepisci una busta paga di 1300€ e io te ne do 700. e, per le donne, c'è l'aggiunta delle dimissioni volontarie anticipate: queste me le firmi caso mai rimani incinta..."

Chi è vessato, e pare che siano in parecchi ad esserlo in Italia, passata l'ubriacatura sportiva, guarda al proprio ombelico e s'accorge che non vale la pena di arrabbiarsi per la squadra e l'intera organizzazione per la mancata opportunità di portare l'italianità dorata in giro per il mondo.
Tra sponsor e prodotti che sarebbero andati in giro per ill mondo insieme agli azzurri si è perso parecchio denaro. Questo brucia veramente alle organizzazioni sportive. E alle imprese.
Peccato! Sarebbe stata una opportunità per tutti, bagarini e venditori di sciarpe davanti e dentro gli stadi.In compenso non abbiamo perso i salotti sportivi coi suoi tecnici. come non abbiamo perso la pulciosa attenzione mediatica riservata alle abusate e agli abusati dello spettacolo. Teorie vecchie quanto il mondo e note a chiunque. Insomma niente di nuovo.
Ciò non toglie l'amarezza provocata dal fallimento di un sogno nazionale. L'orgoglio di quanti amano lo sport e il calcio in particolare è ferito dall'insuccesso di questi professionisti che non sono riusciti a qualificarsi e fare sognare gli italiani e magari fare anche dimenticare gli affanni e i problemi quotidiani causati dall'economia globalizzata.

Sì. la qualificazione avrebbe fatto dimenticare, almeno per un breve periodo, i dolorosi rompicapo che affligono gli italiani.
Avremmo sospeso l'attenzione sulle eterne questioni politiche che decidono e governano il welfare, il lavoro, la sanità, il diritto alla salute e alla dignità, le pensioni, il clima e l'eco-sostenibilità ciclica dei prodotti della natura.
Partecipare ai mondiali sarebbe stata una botta di sana adrenalina. Un'euforica ubriacatura collettiva che avrebbe messo col naso alla tv un'orda affamata di gol e pronta a imprecare contro l'arbitro, l'allenatore e i tecnici. dimenticando Renzi, Gentiloni, Berlusconi, Salvini Meloni etc etc etc

sabato 1 luglio 2017

us Catanzaro, Noto come Ceravolo?

I colori della squadra del cuore hanno un grande valore affettivo. Per alcuni è una questione di orgoglio ritrovarsi sotto la stessa bandiera. I tifosi sono una forza inarrestabile e quando idolatrano qualcuno, presidente o calciatore, questo qualcuno è messo sul podio del vincente. Non contano gli errori del passato. Conta il presente. Conta se il nuovo condottiero mostra i muscoli e il portafoglio. Conta la dimostrazione carnale dell'appartenenza. Dopodiché tutto gli è consentito.

Il Catanzaro ha una sua storia. Un passato eroico dal punto di vista calcistico e tra i suoi condottieri alcuni nomi sono legati inscindibilmente ai colori giallorossi: Nicola Ceravolo, il presidentissimo, e Massimo Palanca o rey.
I tifosi, anche i più giovani, conoscono i due personaggi. La passione del presidente e la sua tenacia che portò l'u.s. Catanzaro per la prima volta in seria A e l'abilità di “Massimè pari 'na molla” nel fare goal dai calci d'angolo e non solo da lì.
Tanto per ricordane qualcuno che ha inorgoglito i tifosi. E come non ricordare Seghedoni, Spelta, Mammì nello spareggio col Bari a Napoli per la seria A. Banelli, Silipo. Maldera.

Belle stagioni rese indimenticabili da uno sport pulito e chi si spendeva non mirava alla politica ma alla passione per la squadra e all'appartenenza campanilistica dell'intera regione.

Oggi, dopo amare vicissitudini e contestazioni alla dirigenza, una cordata di imprenditori catanzaresi con i Noto in testa, coinvolti dalla paziente regia del sindaco Abramo, prendono in mano le sorti dell'uesse catanzaro.
Il gruppo Noto e gli imprenditori che l'affiancano sono nelle possibilità economiche di riportare la squadra agli antichi splendori. Non è un sogno ma una possibile realtà come quella che ha visto la famiglia Noto, sotto la guida del padre, Leonetto, trasformarsi nel breve tempo da artigiani a commercianti e imprenditori di successo.

martedì 3 marzo 2015

Cattivi dirigenti allevano pessimi cittadini

Cattivi. Dobbiamo essere più cattivi in campo. E la squadra deve giocare con grinta, umiltà, determinazione e molta cattiveria!

Ma i tecnici che allenano squadre importanti sono andati a scuola? I grandi club li avvisano delle cazzate che dicono in tv e scrivono i giornalisti della carta stampata? Si accorgono di essere dei cattivi maestri?

La risposta non può che essere unica: no!

E si vede dal comportamento che hanno giocatori e i tifosi di tutte le categorie quando devastano opere pubbliche, arredi urbani, deturpano opere d'arte o, peggio, uccidono.

In Calabria, per esempio, le cronache si sono abbuffate con quanto è accaduto in un campetto di provincia (il nome delle squadre è irrilevante, ometto nomi e luoghi per non ferire o offendere le persone dai principi sani dei rispettivi paesi che sono la maggioranza). In sintesi si giocava una partitina tra ragazzi, in squadre che militano in eccellenza. Dovrebbe essere un gioco, un divertimento per grandi e piccini che seguono le squadre. Quasi un momento di intima complicità solidale tra genitori e figli. Ma non è stato così.

Prima della partita sono volate parole e gesti pesanti. Minacce. Botte e coltelli, pur di vincere. Niente di mafioso o 'ndranghetista in quello che è successo. Solo ingoranza. Semplice pura ignoranza che vuole inorgoglire, fare gonfiare il petto a scapito delle frustrazioni subite in altri ambiti ai facinorosi che si sentono forti tra le mura di casa.

Azioni simili non fanno bene alla società! Non solo gettano fango sulla storia della Calabria che vanta la sacrale ospitalità dei calabresi ma mortificano le intelligenze ai vari livelli che comprendono la famiglia, le scuole, le associazioni sportive e la classe dirigente che non ha saputo porre le basi.

Sottoporrò il caso con un’apposita interrogazione parlamentare al Sottosegretario Graziano del Rio titolare della delega allo sport e al Ministro dell’Interno Angelino Alfano affinché si possa valutare quali straordinarie iniziative il Governo potrà assumere sia per prevenire che per reprimere tali gravi episodi”. Scrive nel suo blog la deputata Enza Bruno Bossio.
E ancora:
Enza Bruno Bossio
E’ necessario liberare lo sport, e il calcio in particolare, dal pesante condizionamento di quei pochi che ne fanno soltanto un’occasione di violenza e prevaricazione.”

Mi permetto di suggerire: perché non interrogare anche e principalmente Dario Franceschini, in qualità di ministro per i beni e le attività culturali? Secondo il mio modestissimo parere alla base di tutte le cattive vicende c'è sempre l'assenza della cultura. Non quella forma astratta che riempie di ego quanti salgono in cattedra per auscultarsi. Intendo, per cultura, la forma sottile del pensiero che penetra la quotidianità e la sovverte. Annulla i luoghi comuni e cerca la comprensione. Il rispetto che è dato dalla conoscenza e dalla consapevolezza delle altrui esistenze.

lunedì 2 luglio 2012

Kiev, Italia Spagna, folklore e ignoranza


Sia ben chiaro: non me ne frega niente del calcio! Specie dopo le ultime schifezze che si sono viste, e mi riferisco al calcio scommesse e al business che ruota attorno alla fabbrica di calciopoli. Quindi, che vinca o perda una squadra non m'importa. E nel caso della partita disputata ieri sera a kiev tra Italia e Spagna per la coppa Europa, non è certo l'orgoglio frustrato dell'italiano medio a farmi parlare, bensì il cattivo calciogiocato che mai si potesse vedere da una squadra di campioni, che, presi singolarmente, guadagnano l'inimmaginabile tra ingaggi sponsor e varie.

Ieri sera i giocatori italiani, infortuni a parte e cali fisici inspiegabili, sembravano essere demotivati. Quasi intimoriti dalla supremazia degli spagnoli. Già, gli spagnoli, ricordate? Quelli che hanno vinto i mondiali e anche l'altro europeo di calcio. Gli stessi che facevano quella mattanza propiziatoria tribale e che era diventata un'attrazione nazionale: la corrida!

E ieri sera, un ragazzotto che sa fare ragionare, probabilmente, solo le gambe, visto il risultato inflitto agli avversari, dopo avere portato a spasso e ostentato gli otto kg d'argento che danno forma al trofeo calcistico conquistato, si lascia andare e mima una toreata. Va be' che siamo in tema di tori e toreri e che i tori sono presenti in alcuni spot pubblicitari ma il fair paly, il numero 16 spagnolo, non sa nemmeno dove sta di casa! O forse è opportuno sussurrargli in un orecchio cosa significhi nella smorfia il numero 16? beh, per i curiosi, il 16 nella cabala rappresenta il culo! E lui pare abbia ragionato con quello piuttosto che concedere l'onore delle armi ai vinti.

domenica 1 luglio 2012

Spagna campione d'Europa

Spagna Italia 4 a 0.



Italia assente! La Spagna ha dominato.

La Spagna è regina d'Europa 2012. la vittoria se l'è meritata tutta. Non ha dato spazio all'Italia. Un'Italia in affanno che sembrava non crederci fin dai primissimi minuti di gioco.

lunedì 13 dicembre 2010

Catanzaro dalle stelle alle stalle, e se...

Ricordo che partimmo da Catanzaro per Napoli di sera per essere lì e trovare in tutta tranquillità dei posti buoni per vedere lo spareggio Catanzaro Bari. Ricordo il goal di Angelo Mammì all’80° minuto e la grande festa organizzata per la promozione in serie A. la città era animata da un’insolita frenesia e la gente era euforica. per la prima volta nella storia del calcio calabrese una squadra calcava i campi della serie A, si scontrava con le grandi squadre e le batteva riempiendo d’orgoglio i calabresi, specie quelli emigrati a Torino, Milano ecc.

È trascorsa un’infinità di tempo da quel magico 27 giugno del ’71 ma le prodezze di Spelta, Mammì, Silipo, Maldera, Pellizzaro; Arbitrio Palanca Braca… guidati da Seghedoni, rimangono ben impresse nel cuore di tutti i tifosi giallorossi, anche se, purtroppo, siamo arrivati alle soglie di un amaro epilogo. Certo, duole il cuore, ricordare le serpentine di Gori, il piccoletto che faceva girare la testa ai grandi; Bui, lo stesso Mammì, un emerito sconosciuto che diventa l’eroe di una regione intera; indubbiamente è con profonda nostalgia che guardiamo alle gloriose partite di serie B e A… Peccato che sia finita così!

E se pensassimo a un azionariato della tifoseria piuttosto che sperare in avventurieri? Sì, una sorta di raccolta fondi tipo porta a porta di quanti hanno a cuore le sorti della squadra con tanto di sponsor e tanta voglia di affrontare una scommessa particolare (ma non è altrettanto particolare che una piccola squadra come il Chievo sia rinata grazie alla politica dei piccoli passi?).

sabato 6 febbraio 2010

niente sesso, siamo inglesi


Niente sesso, siamo inglesi!

Piazza Italia. Commenti al bar dello sport sulla vicenda John Terry:

Primo lettore: Hai letto?

Capello ha preso una decisione motivata dall’interesse nazionale:
La “ cosa migliore da fare', in un momento in cui John Terry è finito nell'occhio del ciclone per avere tradito la fiducia della moglie, dei compagni di squadra e dei tifosi inglesi, è togliergli la fascia di capitano.

Commento: che uomo! Questo sì che è parlare sicuro!
Lettore: ssstt ascoltate:
"Non c'è un problema specifico, ma la situazione sta diventando ogni giorno peggiore", ha precisato una fonte vicina al Commissario tecnico dell'Inghilterra, Capello.

Commento corale: ma che c’entra, se lui è un fuoriclasse, che c’entra la sua vita privata con le sue capacità sportive e calcistiche…

Lettore: sentite sentite:

"Come capitano John Terry ha sempre tenuto una condotta estremamente positiva. Tuttavia ho dovuto tener conto di altre considerazioni per fare il bene di tutta la nazionale inglese. Il bene della nazionale ha ispirato la mia decisione", ha spiegato Capello aggiungendo di aver notificato subito la sua decisione al giocatore nell'incontro di appena dodici minuti che si è tenuto tra i due a Wembley.

Buuh buuh che figura! Certo che st’inglesi…

Capello è tornato appositamente dalla Svizzera, dove si è sottoposto ad intervento al ginocchio, per affrontare la questione sull'opportunità o meno di consentire al giocatore, sposato con due figli, di indossare la fascia da capitano dopo le rivelazione sulla relazione con Vanessa Perroncel, ex fidanza di Wayne Bridge ai tempi del Chelsea. Quest'ultimo è ancora compagno di squadra di Terry in nazionale.

Commenti:
Ma siamo impazziti? Capello ci fa perdere la faccia! Ha dimenticato come si fa qui da noi? Ha dimenticato la nomea dell’amante latino! Sì dobbiamo difendere la reputazione tradizionale di grandi amatori.
Male per Bridge che non si è saputo tenere la fidanzata…
Se Capello lo porta in Italia, di sicuro John Terry, ha la vecchiaia assicurata: tra comparsate in tv, gossip, isole dei famosi, grandi fratelli e competizioni politiche può realizzare un impero!

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