breve glossario della lingua calabrese

La parola che inizia con la consonante “Hfà” ha una f molto aspirata e nella maggior parte dei dialetti calabresi è impercettibile e si pronuncia “à” soffiata in gola. È un suono gutturale: bocca aperta, lingua a riposo e dalla gola esce un alito fonetico particolare, vagamente simile all’arabo dai fonemi aulici.

Anche quando segue una consonante, la pronuncia, è solitamente tronca, atona. I fonemi si differenziano. La pronuncia denota contaminazioni lessicali dei conquistatori sui nativi. Ad esempio, la doppia elle in alcune aree è pronunciata “gl’” o doppia elle “ll tronca” dal sapore vagamente spagnolo o francese.

La zeta, eccessivamente marcata, tradisce l'origine della nostra calabresità. Se aggiungiamo le lettere aspirate e le consonanti atone o rafforzate a secondo dei casi, senza ombra di dubbio,  l'origine bruzia è consacrata. Le mille e una cadenza indicano le origini territoriali e la gente che le parla. Mille e più sfumature colorano la Calabria. Sfumature linguistiche e di costume. Tant’è che un tempo, le donne si riconoscevano dall’abbigliamento e si assegnava per certo il paese d’origine. Per non dimenticare, il mio, più che un esercizio è un gioco mnemonico, scavo negli angoli reconditi della mia memoria e porto a galla parole ormai desuete, le condivido con i tantissimi calabresi che non ricordano sfumature dialettali poetiche ineguagliabili, in italiano e in altra lingua, e siccome, mi auguro che non siano solo i calabresi a leggermi, ecco una sintesi:

 



A Addijunu= affamato senza niente nello stomaco

A lu pendinu= in discesa

Abbivarara= innaffiare

Addimurau= ha fatto ritardo

Adocchjiatu, ‘docchjiatu= colto dal malocchio

agghiombaru= gomitolo

All’irtu= in salita, lassù

Arrancau= è andato velocemente a

Arricchja= ascolta

Arriedi, arretu= dietro

Arrimisu= prostrato, esterrefatto

Arrittazzuna= eccitazione

B bruomu= ingombro

C carcara= falò

C ciciari= ceci

Cannizza= canne tagliate a listelli e intrecciate

Carcara= falò

Carcarazza= uccello chiassoso, solitamente associato alla gazza ladra

Carnala= di carne

Carnalevara= carnevale

Carratieddu= barilotto

Cecatu= cieco, orbo

Ciangira= piangere

Ciaramidi= tegole in terracotta

Cìnnara= cenere

Cittu= zitto

Cocipana= forno a legna

Cola= porta bene

Cotraru= giovane, ragazzo

Cracca= formicolio, intorpidimento degli arti

Cucuzzi= zucche

Cucuzzieddhi=zucchine

Currija= cintura

Currijara= scacciare, mandare via, allontanare

Cuzzupa= dolce pasquale a forma di ciambella con o senza uova

D dijiunu= digiuno

Dinuocchjiu= ginocchio

Dormituri= lumache

E Ejiati= sbrigati

F Fhaccia, haccia= faccia

Fhama, hama= fame

Fhocularu, hocularu= focolare, caminetto

Fhoddala= grembiule

Fhora gabbu= fuori dall’intenzione di prendersi gioco o giudicare qualcuno o qualcosa

Fhorticchjiu= vulva

Figghjiola= figliola, ragazza

Fringuli fringuli= sminuzzare

Frisulimiti= frattaglie

Frittuli= frittole, cotenna, rimasugli di carne di porco e grasso

G Grupu o grubbu= buco

Gabbu= presa in giro

Gaddhuoffhi= caldarroste

Gnòmbaru, agghiombaru= gomitolo

Gugghiutieddhi= castagne bollite

Gugghja= ago

Gùgghja= bolle

Gugghjiu= pozza d’acqua

Gunneddha= gonnella

Gurna= pozzanghera

Guttha= botte

H hurgulu o fhurgulu= razzo, velocissimo. Un lampo!

Hjietu, fhjietu= puzza, olezzo, aria maleodorante

J Jettalu= buttalo, gettalo

Janku= bianco

Jettati= buttati, gettati

Jioca= gioca

Jiritu= dito

Jiunta= lancia

Jiuntau= ha lanciato, oppure è arrivato all’improvviso

Jiuocu= gioco

Jiuornu= giorno

L lucisa= fuoco

Lissjia, sbiancante casareccio per i tessuti fatto con  cenere e acqua calda. Liscivia

Lordazzi= sporcaccioni

M muccaturu, moccatura= fazzoletto

Magara= strega, maga, fattucchiera

Mangiasuna= prurito

Mappina= strofiniaccio

Morza morza= a pezzettini

Mportenati= lumache in letargo, monachelle auto sigillate con la bava, dormienti in attesa delle prime piogge

Munta= fregola, voglia di qualcosa

N nuciddhi= noccioline

Nduja= insaccato di maiale composta da frattagli piccante e dolce

Ntriepidu= irriverente, scostumato, faccia tosta

Ntu= nel

Nuozzulu= nocciolo

P. pagghja, pagghjalora o pagghiarola,= paglia, fienile, pagliaio

Pàmpina= foglia

Panuculu= granturco

Panza= pancia

Percia= trafigge, buca

Picciusa= permalosa

Piducchji= pidocchi

Piducchjiusu= pidocchioso

Pilacchi= fanghiglia

Pitittu= fame nera

Posa= faggiola

Pristinaca= legume, fagiola, in alcuni centri anche la lenticchia, impropriamente è definita con questo termine

Q quatrareddha= giovincella, signorina, ragazza

R racina= uva

Ricogghjimuni= rincasiamo

Rivigghjiati= svegliati

Rizza= rizoma

Rizzu= riccio

S scrarfa= riscalda

Sagghja= Sali

Salatura= recipiente in terracotta per provviste

Sarbiettu= salvietta

Sarza= salsa di pomodoro

Sbahanta= smargiasso

Scarfara= riscaldare, scaldarsi

Schjiolieddhi= legnetti piccoli, minuscoli, schegge di legno

Sciancatu= strappato, lacerato, squarciato

Sciumicara= affumicare, o togliere il malocchio

Sipala= siepe, staccionata, recinto

Sordi= soldi

Spaliegru= pulizia della pianta, liberarla dai ramoscelli inutili

Spicci= monete

Spiccia= canna appuntita, spina

Surgiva= sorgente

T tanzija, tanzijiara= importunare

Talijara= guardare, osservare

Tizzuna= legno bruciacchiato e annerito

Trincamu= brindiamo

Tripuodi= treppiede

Tuoccu= paralisi, sincope

tuppu tisu= capelli raccolti a cipolla verso l’alto

V vozza= brocca

Vacanteria= vuoto

Vajianieddhi= fagioline

Vasciu= basso

Vermituri= lumache

Virdieddi= lumache

Vovalaci o vavalaci= lumache

Vrasci= brace

Vrascièri= braciere

Vrazzu= braccio

Vuommucu=  vomito, rovescio

Z. zitieddhu= bambino

Zannata= morso

Zannatina= morsicatura

Zappuna= zappa

Zimbaru= caprone

Zippuli= dolce fritto natalizio

Zuppuna= ciocco, ceppo di legno

Zzimba=porcile

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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