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giovedì 13 luglio 2023

Catanzaro, cosa succede in città?

 


Chi sarà presente giovedì 13 luglio alle ore 20.00 in via Teano per partecipare alle proiezione del film di Mario Vitale “L’afide e la formica” programmato e poi disdetto per intimidazione nel quartiere Aranceto?

La rassegna di Schermi Cinema Multi-piazza è una iniziativa di per sé meritoria ché tende ad includere le periferie nel circuito culturale urbano connettendo centro e periferie nel circuito sentito e vissuto periodicamente in altri punti della città.

La levata di scudi dei rappresentanti delle istituzioni e di privati cittadini è stata immediata!

Esternazioni accorate, quelle del sindaco Fiorita e Bosco reagiscono con forza ad una inaccettabile barbara intimidazione.

martedì 8 novembre 2022

Strade

 Chi ha memoria storica dei “postali”, i bus che garantivano le percorrenze extraurbane e facevano la spola tra un paese e l'altro trasportando missive e altri prodotti postali insieme ai viaggiatori, ricorderà le fermate a richiesta lungo le strade di campagna e i viandanti in attesa assiepati lungo le cunette caricare la pancia e le cappelliere del pullman di pacchi e valigie legati con lo spago. E il fumo del gasolio mal combusto ammorbare l'area sotto i colpi dell'acceleratore a ogni cambio marcia.

Il neorealismo cinematografico e la commedia all'italiana che ha visto in Vittorio De sica un testimone d'eccezione documenta la società italiana degli anni in questione.

E, quindi, chi non ha l'età o non ha vissuto quei tempi può farsi un'idea di cosa si parla visionando la cineteca d'autore degli anni 50 in poi.

Povertà e stenti conditi di ottimismo e speranza spronavano chiunque a gareggiare per migliorare la propria situazione e quella sociale. Si sognava un'esistenza più tranquilla e i primi elettrodomestici furono accolti con entusiasmo da chi poteva permetterseli e chi no li desiderava. Desiderio esaudito con l'invenzione delle cambiali.

E poi arrivò il boom economico e i paesi iniziarono a subire la desertificazione.



mercoledì 13 ottobre 2021

Il sapere come volano di crescita collettiva

 A volte si fraintende il vero senso delle cose, di quanto si dice in maniera critica e  ciò che si analizza con intenzione propositiva con lo sguardo volto al futuro e alla crescita culturale collettiva.

Ecco, per esempio, in questi giorni si sta girando un film in Catanzaro. Le riprese sono per adesso incentrate sui quartieri periferici situati a sud della città. L'evento non passa inosservato e, ovviamente, desta interesse e spinge i cittadini al dialogo.

Il tema portante del racconto ruota attorno al sogno di un ragazzo che vuole fare il calciatore e la storia è ambientata negli anni novanta.

Sono trascorsi 31 anni dall'anno dei mondiali di calcio. Il sogno, con molte probabilità, non si è avverato per ovvi e svariati motivi. Ma i sogni, si sa, svaniscono se non hanno basi solide.

L'uomo è il frutto dalla bellezza dei propri sogni.

È proprio in virtù di questo assunto che è importante edificare il futuro individuale su salde basi.

Alcuni destini sono fari illuminanti dai bagliori fulgidi che si riflettono e accrescono il benessere collettivo dell'intera società mondiale. È il caso dei grandi maestri di vita, degli scienziati. Uomini e donne che ragionano, studiano e sondano i misteri che governano gli alti interessi degli esseri viventi.

Persone che impegnano gran parte delle loro energie per realizzare “assilli” personalissimi ma con implicazioni che, se realizzati, sono tesori umanitari. Scoperte prive di copyright. Servigi donati gratuitamente e con immenso amore alla collettività. Strumenti amorevolmente eversivi che, potremmo dire, sfociano nel terzo paradiso suggerito dal visionario Michelangelo Pistoletto.

La Bellezza dell'arte è tutto ciò che mira e induce alla crescita interiore di ognuno.

I sogni collettivi fanno evolvere dalla brutalità materialista dell'io per sfociare nel noi.

Con ciò non s'intende eliminare l'unicità dei singoli. Tarpare i sogni. No!

I sogni sono il carburante dell'ego. Sta alla singola persona decidere dove e come indirizzarlo. Con cosa caricarlo. Quali e quanti propositi bardare la fantasia per raggiungere i fini prefissati. E una volta raggiunti, si spera, come il sogno possa incidere sul benessere collettivo.





martedì 12 ottobre 2021

Catanzaro. Ciak si gira L'altra via

 


Gente vestita per lo più di nero anima questa mattina via Brigata nel quartiere corvo. Ragazzi e ragazze indaffarati a scaricare dai furgoni carrelli, cavi, treppiedi, macchine da ripresa e altra roba chiaramente utilizzata nelle lavorazioni di film.

Chiedo: che fate? Giriamo un film! Un film? Sì! E su cosa è ambientato? Sul sogno di un ragazzo di diventare un calciatore!

Tutto qui?! E che cazzo! Possibile che si mobilita tanto interesse e denaro per raccontare il sogno di un ragazzo che vuole sfondare nel calcio? E perché non raccontare di un ragazzo che vuole studiare? Che so un ragazzo o una ragazza che sogna di fare l'infermiere, l'assistente sociale, il ricercatore e magari si ritrova a fare tutta un'altra attività oppure dopo avere studiato tantissimo è costretto a emigrare?

Mi allontano obbiettivamente contrariato da quello che da lì a poco sarà trasformato in un set cinematografico e m'imbatto in un ragazzo, pure lui vestito di nero, con gli occhi chiari e i capelli riccioluti. Dall'accento intuisco che dovrebbe essere un membro del cast. Gli chiedo delucidazioni e lui con garbo me li da.

Chiedo a bruciapelo come mai un film ambientato negli anni '90, anno dei mondiali e come mai il tema trito e ritrito del ragazzo che sogna di sfondare e trovare la gloria nel pallone.

Non v'è dubbio: il tema è trainante e coinvolge tantissimi ragazzi e genitori che sognano il riscatto sociale. D'altronde nelle periferie degradate lo sport rimane forse l'unico mezzo (dopo la schedina e i biglietti della lotteria) per rifarsi una vita. 

Ma a guardare la vita dei campioni al microscopio viene a galla la fatica fisica e l'innata genialità dei fantasisti che macinano soldi e diventano un brand a loro volta. Passione e sudore. Fattori, questi, che sono alla base di qualsiasi attività se si vuole sfondare e elevarsi dalla quotidianità in tutti i settori della realtà fatta per lo più di stenti e rinunce; di vere passioni che toccano ambiti diversi.

L'ascensore sociale è precluso a quanti non possono studiare ed essere seguiti da docenti di alto livello senza sborsare tesoretti risparmiati faticosamente dalle famiglie. E si sa nelle periferie e anche in centro città non tutti possono permettersi di mandare i figli a studiare in America o a Londra. Quindi ecco che sognare ad occhi aperti di sfondare tirando calci al pallone diventa facile. È un sogno che tutti possono fare. Non costa nulla sognare!

Faccio una ricerca veloce su internet. C'è tutto. Le intenzioni di chi ha scritto e prodotto il film. le aspettative politiche e il rimbalzo sociale dell'operazione.

Chi vuole saperne di più può fare la stessa cosa. 

E se da una parte il film ha lo scopo di narrare una storia di un ragazzo ambientata negli anni novanta magnificando anche il territorio catanzarese rimane comunque il fatto che avrebbero potuto pensare a qualcosa di più alto. Qualcosa del tipo come valorizzare quanti impiegano il tempo in attività definite “intellettuali” e pilotare il merito degli sforzi, che sono tanti, di giovani costretti a prestare la loro opera in realtà non adeguatamente remunerate e, anche per questo misero aspetto, gratificanti. Appunto, un'altra via che sfocia nella quotidianità, fatta di impegno e lavoro in relazione con la ben nota frase dell'Alfieri "volli sempre volli..." che, purtroppo, non esalta le professionalità e i meriti della vita reale, non onirica.

L'altra via! E' simile alla chimera virtuale. Una realtà confinata nel mondo delle favole che comunemente facciamo in età adolescenziale, quando disconosciamo il valore e il vero senso della vita.

Personalmente avrei preferito un'altra via per pubblicizzare, narrare, sviluppare, mettere in campo i sogni. Anche quelli di chi ama il calcio e lo sport. Perché, non necessariamente, per realizzarsi, il sogno individuale, si deve essere !primi”.

domenica 21 gennaio 2018

About 'Crash Pad' (film 2017).

Crash pad rappresenta il mito dell’amore distrutto, il desiderio di vendetta, della frustrazione di una moglie nei confronti del marito che non l’ascolta, è pigro e non la degna di alcuna attenzione.
Un giovane romantico, la conoscerà in un negozio d’arredamento, facendola invaghire col suo fare cavalleresco e impacciato.
I due avranno una breve storia, interrotta dalla presa di conoscenza del giovane circa il matrimonio di lei.
L’imbranato romantico e il marito di lei verranno a contatto “mischiandosi” i relativi valori.
Il giovane gli insegnerà perché ha voluto e desiderato tanto quella donna piuttosto che altre, e il brillante professionista gli insegnerà i disvalori, i valori a testa in giù, dell’alcool, del sesso senza sentimento e dell’effimera virilità.
Dal film emerge una “realtà vera” al mondo d’oggi: la crisi dei ragazzi a 25 anni.
Già, niente mezz’età, ma la crisi di chi deve farsi una vita avendo pochi modi, poco lavoro, pochi soldi,
solo valori.
I valori però sono il carro trainante di tutto ciò che può accadere e prendere vita, possono tradursi in un inizio d’avvenire e divenire.
Chi ha e nutre valori forti, verrà a contatto con tutti i valori del mondo, positivi e negativi che siano, ma non ne resterà mai intaccato o contaminato; ne prenderà semplicemente spunto per arricchire il suo sapere e il suo vissuto.
Un film, una commedia divertente, simil seria che snocciola dal velo della superficialità, l’essenza vera e intensa delle cose, della vita e delle relazioni.

lunedì 15 gennaio 2018

Ouija 2014/ 2016.

Ouija rappresenta una serie di film scaturiti da un gioco tuttora in commercio: la tavola ouija che metterebbe i giocatori in contatto con gli spiriti.
Le regole del gioco sono tre: non giocare mai soli, non giocare in un cimitero, salutare sempre.
A prescindere dalle svariate versioni emerse a galla negli anni, quella del 2014 mette in luce il “peccato” nell’aver violato la prima regola, mentre quella del 2016 la seconda.
La versione del 2016 si rivela essere il prequel del film del 2014, in quanto quest’ultimo prende le mosse dal ritrovamento in soffitta della tavola ouija appartenente ad una famiglia vissuta in anni precedenti nella casa; una madre che per vivere faceva la medium e per dar voce agli spiriti ed enfatizzare il tutto si serviva della figlia piccola che successivamente sarà posseduta dagli spiriti costringendo la madre a cucirle la bocca.
Versioni differenti e modalità horror differente.
Versione 2016: horror= ansia continua e assidua, orrido ed effetti speciali; versione 2014: possibilità di sfuggire e stroncare momentaneamente l’azione, meno effetti speciali, paradossalmente più azioni, meno ansia.
Ho avuto la possibilità di vedere entrambe le versioni ma in senso temporale “invertito”: prima 2016 e poi 2014.
Credevo che la versione 2014 fosse una copia di ciò che avevo già visto, e invece ho dovuto ricredermi notevolmente, in quanto ho apprezzato molto di più questa.
La valutazione ovviamente è personale, ho letto valutazioni di gran lunga più propense alla versione successiva, ma come ho detto sopra, credo dipenda dalla valutazione soggettiva che più ci attira e più ci evoca l’horror.

giovedì 11 gennaio 2018

Bimba. E' clonata una stella. (Film 2002. Di Sabina Guzzanti)

Bimba. E’ clonata una stella.
Regia  e sceneggiatura: Sabina Guzzanti.
Montaggio: Francesca Calvelli.
Cinematografia: Giuseppe Lanci.
La trama introduce una diva senza talento, scemotta e capricciosa.
Un giorno per via di una cartella consegnatale, scopre di essere il clone di una cantante di tempi addietro, la cui gloria durò scarso tempo.
Il dott. Salti è l’uomo che la fece clonare, un tale che viene rappresentato come una sorta di burattinaio. Un uomo d'affari che usa delle “cavie” da successo.
Bimba, nonostante il Dna di basso livello cerca, anche grazie all’aiuto del magistrato Macaluso, di raggiungere il successo impegnandosi.
Offre prova della sua clonazione essendosi ricordata di non aver gettato i documenti, ma di averli nascosti;
e nella effimera lettura di una guida telefonica romana raggiunge un pensiero di non poco conto:
La gente tante volte è solo rappresentata da un nome scritto così piccolo da confondersi con un'altra sfilza di nomi, che ne fanno “quasi” velare e annullare l’identità,  e un numero affiancato.
La gente,spesso, anche se “non clonata” non riesce a sentirsi “originale” e cade in preda alla depressione di  non sentirsi abbastanza e  si ferma di fronte a chi cerca di umiliare, far inciampare, mettere ostacoli, frenare.
Mentre il trucco si rivela  essere  quello di non fermarsi mai e provarci, nonostante tutto.  Il tutto suffragato da un non irrilevante bagaglio culturale, è quello che evita inciampi e spinge alla tenacia.
Leggo critiche verso questo film che non condivido, a maggior ragione se mosse da uomini che si definiscono di cultura ma che non ne hanno colto il significato. Ho votato 5 stelle come utente infinity  questo film del 2002, un film che per quanto possa sembrare “sempliciotto” nasconde un messaggio, a mio avviso, di vitale importanza per ciascuno.

martedì 22 settembre 2015

Inside out e i 4 volti emozionali.


Inside out è un vero capolavoro firmato Disney Pixar. Non è “solo” un film per bambini, o meglio, è un film animato per adulti e bambini (non sotto gli 8 anni di età a parer mio). Ben intesi,l’animazione ci sta tutta ma i bambini più piccoli rispetto a tale fascia d’età trascorrono la maggior parte del tempo del film a chiedere ai “grandi” cosa stia succedendo. (come mi successe in sala)

Non a caso la protagonista è una ragazzina di 11 anni, la quale vede nascere pian piano nel corso della sua età varie emozioni #Gioia, #Tristezza, #Rabbia,#Disgusto e #Paura.
Gli esserini che d'altronde albergano e coabitano in ognuno di noi.

lunedì 10 marzo 2014

Sorrentino, un genio! la Grande Bellezza, un'opera d'arte!

Mi è stato detto che sono stato sintetico, quasi criptico nel post sulla grande bellezza. Ecco allora qualche considerazione più articolata ma sempre sintetica perché, come si suol dire, chi ha sensibilità e cultura non ha bisogno di stimoli ulteriori, eppoi, per gli altri, inutile perdere tempo, è risaputo: non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire!



I trailer della “Grande Bellezza” mandati sui media hanno fatto vedere un mezzo esercito di personaggi mondani impegnati a stordirsi sullo sfondo di una città ch'è scrigno di storia e cultura dei popoli.

Il popolo del web. I giornalisti professionisti, i critici e gli opinionisti free, voglio dare loro un alibi, si sono lasciati deviare dal decadentismo mondano filmato nei diversi quadri del film e, appunto, mandato sui media a mo' di spot, e lì sono rimasti incollati mentalmente.

Sorrentino è stato geniale! Ha condensato flora e fauna romana. Vitelloni contemporanei. Borghesia annoiata. Intellettuali e Attricette d'assalto. Cardinali che sembra abbiano dimenticato il vangelo e intendono cogliere l'apogeo scenico mondano dettando ricette. Imbucati. Nobili decaduti. Politici e donne nevrotiche, falsamente autolesioniste, convinte di fare arte mistificando la sacralità della vita. Personaggi che evocano tempi ideologicamente andati. E su tutti il disincantato Jep Gambardella, scrittore in stand-by, giornalista mondano che tiene il filo della matassa artistica sorrentiniana.

Nichilisti e parvenu si alternano.
Quanti hanno sensibilità e cultura adeguata, non si sono lasciati catturare dalle frivolezze che pur fanno parte del vissuto umano. Non tutti, grazia a Dio, abbiamo paraocchi o necessità dell'esistenza di maestri, eroi o guru per comprendere il bello.
Molti, troppi basano le loro certezze sulle fattezze esteriori e siccome l'animo, la cultura come pure la sensibilità non si manifesta agli stolti, per questi, è inutile insistere o lasciarsi andare ad interminabili argomentazioni per far comprendere loro che:

Trasformare poeticamente episodi di decadentismo sociale e proporli coi linguaggi consoni è Arte.

È arte!, la falce e martello ritagliata sul pube rosso della performer piuttosto che la sua corsa contro il muro di gommapiuma e i retroscena posticci di una infanzia violata. È arte sublime l'immagine della nana che si staglia sui bicchieri vuoti e semivuoti della notte appena trascorsa. Il suo sarcasmo. E la verità che svolazza sullo schermo dietro ogni singola scena.

domenica 9 marzo 2014

La Grande Bellezza

“Sa perché mi cibo di radici” “No, perché?” “Perché le 'radici' sono importanti.” Così spiega la Santa verso la fine del film che non ha voluto sottoporsi precedentemente all'intervista del giornalista mondano Jep Gambardella allorché le chiese di parlargli della povertà e di cosa significhi vivere tra i poveri ma ottiene la sibillina risposta: “la povertà si vive”.

"le radici sono importanti"



la Grande Bellezza”, a mio parere, sta tutta qui. Concentrata nelle semplici battute tra Jep Gambardella e la Santa che, sibillina, fa capire a Jep di ritornare alle origini e scrivere con l'entusiasmo iniziale del vero compito dell'uomo.

Sorrentino usa magistralmente il linguaggio della metafora per narrare e descrivere le incongruenze sociali scaturiti dai bubboni del miraggio economico.

Edonismi imperanti. Arrampicatori sociali nascosti dietro facciate esteriori per coprire o tentare di oscurare le sconfitte quotidiane popolano chiassose feste per esorcizzare la paura dell'insuccesso.

I quadri fotografici di Sorrentino ambientati nella città eterna raccontano di una bellezza altra che esula dai trenini improvvisati e dalle false glorie individuali. 

giovedì 3 ottobre 2013

Video, dalla pellicola super 8 al digitale

http://aore12.blogspot.it
Anche se consentivano riprese a colori, le cineprese super 8 degli anni settanta, difettavano, oggi diremmo, di applicazioni basilari come l'audio o il controllo automatico delle immagini e altre impostazioni video di serie in dotazione persino nei menù dei moderni telefonini.

La mia prima cinepresa è stata una Bencini comet 22. una super 8, con la quale, se non si usavano le dovute attenzioni persino nella durata delle batterie, il rischio di perdere tempo pellicola e ricordi era un dato garantito. Lusso da evitare volentieri, visto i costi che aveva una pellicola di 15 metri con sviluppo incluso ma dalla durata miserevole.
Costi a parte, prima di iniziare a filmare per documentare un viaggio o un evento familiare era necessario munirsi di almeno quattro pellicole da assemblare dopo la registrazione e lo sviluppo.

Il cinema neorealista, più che la corrente impressionista, fu maestro per chi, come me, appassionato cineasta in erba, a quei tempi, si cimentava a catturare l'attimo fuggente. Ciononostante, gli errori, alcuni errori, inevitabilmente furono commessi e ne feci tesoro.

Si dice, in gergo dialettale, che la pratica rompe la grammatica. Io ritengo che il fare sorretto dalla teoria spalanca orizzonti imprevedibili e, nella comunicazione per immagini, lo studio associato alle arti applicate permette di raggiungere risultati inimmaginabili.

Oggi la tecnologia si è evoluta ed è entrata nelle case di tutti.
Adesso basta schiacciare un pulsante per registrare videoclip, imprigionare eventi o spaziare nella videoarte.
Il risultato finale dipende dalla sensibilità e dalla cultura di chi sta dietro l'obiettivo.

giovedì 29 aprile 2010

al teatro masciari casting per il film Qualunquemente con A. Albanese

30 aprile e 1 maggio, presso i locali del teatro Masciari di Catanzaro iniziano le operazioni di casting del film “Qualunquemente”, scritto da Piero Guerrera, un calabrese che vive e lavora a Milano. La sceneggiatura del film è di Antonio Albanese che, insieme al regista Giulio Manfredonia riporta “Cetto La Qualunque” nella sua città d’origine: Palmi. Infatti, Piero Guerrera, si è ispirato ai personaggi della sua città d’origine, Palmi, per scrivere i testi interpretati da Albanese nella nota trasmissione di Fabio Fazio “chetempochefa” in onda su rai 3.

I provini, organizzati dalla Fandango allo scopo di trovare due giovani attori (20 anni) per il ruolo di “Melo” il figlio di Cetto e la fidanzata, come già detto si svolgeranno al cinema teatro Masciari di Catanzaro nei giorni 30 aprile e 1 maggio.

Il presidente della fondazione Calabria film commission ha espresso la sua immensa soddisfazione per la scelta di alcune location che la produzione fandango ha individuato in Calabria.

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