Alcuni credono al fato altri sostengono che il futuro degli uomini ma anche delle cose, nazioni e paesi compresi, sia tutto racchiuso nel nome. E intorno a queste congetture sono sorte filosofie di vita, religiosità e sette che difendono e diffondono le teorie dei gruppi d’appartenenza. La stessa cosa vale in politica e l’Italia, forte della sua storia culturale, continua a sfornare artisti della retorica, della satira, cabarettisti, in una parola: l’Italia è luogo di creatività. Come spiegare altrimenti, se no, che il destino della politica è determinato da due uomini che hanno in comune le prime tre e le ultime due lettere dei cognomi in comune? BERluscoNI & BERsaNI. E come ovvio, vince il più grande; (Berlusconi è composto da 10 lettere mentre bersani da 6) e anche sui numeri non si scherza: secondo la cabala il numero 10 rappresenta la completezza, il tutto, il maschile e il femminile, yin e yang, e si potrebbe continuare, mentre il numero 6 simboleggia la materia; il numero 6 è multiplo di 3 che rappresenta la trinità esoterica, la coscienza cristica, e in quanto doppio raffigura nella numerologia il diavolo.
È questione di credenze!
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Ma può essere

Proviamo a semplificare con uno schema elementare di parole in/crociate:
Definizioni:
1 orizzontale: noto politico italiano amico dello zar però nemico dei comunisti (prime tre lettere. ber…)
1 verticale: noto politico italiano amico dei comunisti e (nemico?) di Marchionne (prime tre lettere. ber…) se lo schema è libero, si presume una certa interscambiabilità, tanto invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia visto che è il potere dei soldi a determinare il risultato della partita politica e sociale.
Se così non è, perché i buoni che fanno parte dell’opposizione non si dimettono in massa dall’incarico di parlamentari? Finiani compresi!