Filandari, Calabria e calabresi visti da fuori

Così si muore in Calabria, per la legge della terra”.
Così, Repubblica, a firma di Roberto Saviano oggi titola il caso di Filandari, un paese del vibonese trasformato in teatro che ha visto la tragedia dell’esasperazione messa in atto, secondo analisi scientificamente corrette ma infondate perché scritte col piglio dello studioso di fatti di mafia e malaffare.
La narrazione di Saviano è forbita, e sarebbe anche valida e accattivante, se solo si trattasse di un romanzo, ci starebbero anche bene frasi come:

…Ma questa non è una strage dettata semplicemente dal raptus di paesani che vivono in terre del Sud dove ci sono più pistole che forchette. …

Bene, io sono un calabrese e conosco moltissimi calabresi che, come me, lontani dalla frase a effetto di Saviano, possiedono molte forchette e nessuna pistola o arma per uccidere chi ci offende o esaspera con azioni tracotanti.

Alcuni “scrittori e pseudo intellettuali” cavalcano le questioni malavitose e le trasformano in affari; diventano personaggi televisivi, intellettuali, membri di commissioni antimafia, docenti universitari, sottacendo che alcuni episodi, come questa accaduta a Filandari non è una questione di sottocultura mafiosa o originata dalla miseria, ma un raptus scaturito dopo innumerevoli episodi di violenza tollerata che sarebbe potuta succedere ovunque. con ciò non voglio giustificare nulla e nessuno.

Dico solo che così si può morire in qualsiasi angolo della terra!, senza strumentalizzare territori già martoriati, ricchi di storia e abitati da una popolazione dignitosa che vive col duro lavoro dei campi.

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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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