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giovedì 28 aprile 2022

Catanzaro, da mò al 12 giugno

 

"torre cavallara, cz sud"

Catanzaro. In attesa del 12 giugno, data che vedrà in tarda ora l'insediamento del nuovo organigramma politico a palazzo de nobili, si scaldano i motori. Si intrecciano accordi. Non si disdegnano neppure i tanto vituperati saltimbanchi della politica pur di raggiungere e indossare la fascia tricolore.

Abbiamo il sindaco “giardiniere” che vuole fare di Catanzaro una città giardino. Con tutti ma senza inciuci. Salvo poi vedere, spulciando tra i candidati, una sorta di restyling, ché la composizione dei salvatori della patria non si discosta molto dalla formazione precedente.

Insomma:

Si tocca il polso della politichicchia. E, nostro malgrado, ascoltiamo i rispettivi punti di vista che purtroppo rimangono invariati. Siamo testimoni in/colpevoli? Cittadini apatici, assuefatti e ormai succubi della cattiva gestione amministrativa e sociale? L'ignavia sembra padroneggiare il gregge.

D'altronde la realtà delle periferie, la qualità della vita, i servizi obsoleti, salvo qualche leggero cenno di miglioramento apprezzabile in centro città e nella marina ( se però ignoriamo che Catanzaro è tutta un divieto generalizzato quasi priva di parcheggi liberi...) emotivamente speranzosi, ci si lascia andare a aspettative corredate da promesse mai mantenute, chissà perché, sempre imputabili a quelli del campo avverso e alle giunte precedenti.

La realtà oggettiva attuale fotografa una gestione della cosa pubblica scadente. Un fare della politica ch'è conseguenza limitante e limitativa di azioni paragonabili alla lista delle lavandaie attanagliate dalle esigenze immediate, quotidiane e, che per il modo di fare condizionato, scade in deprimenti accuse, omissioni e incoerenze politiche imperdonabili come se chi si è seduto nel consiglio comunale non avesse strumenti democratici per contestare e ovviare a errori o sviste della maggioranza. Come se l'opposizione fosse prigioniera di chissà qualche potenza oscura e perciò impossibilitata nell'emendare proposte e fare espletare bene il mandato elettorale anche a quanti distratti dai problemi immediati sottovalutava il futuro. Perché la politica, quella sana, guarda lontano, in divenire; il resto, l'immediato è un esercizio di normale amministrazione.

Personalmente, mi aspetto, dalla politica, che faccia propria la questione sociale delle realtà periferiche nei fatti, che sia sensibile ai bisogni di tutti ,attenta sì all'immediato ma che sappia programmare principalmente la serenità, l'armonia tra il centro e le periferie fisiche e culturali esistenti in città.

... non sempre le minacce e i nemici arrivano dal mare, si allevano anche serpi in seno. 

Pemmò aspettamu.

  Guardamu; e mentre osserviamo l'evoluzione delle forze politiche scese in campo, i veti imposti dalle segreterie attendiamo le mosse degli altri schieramenti pronti a scendere in campo sperando in un estremo atto di nobiltà di pensiero della Politica seria. E non cavalli di Troia


venerdì 3 gennaio 2020

Social e campagna elettorale

Quanto vale un like?


Metti “mi piace! E fattelo piacere anche se...

Siamo, anzi sono loro, partiti e movimenti, in fermento preelettorale. Donne e uomini schierati a difendere, in alcuni casi, l'indifendibile.

Il nuovo che avanza.

Sardine e movimenti, vecchi e nuovi partiti e pseudo tali, e qui mi becco l'etichetta di qualunquista populista, schierano le idee e i personaggi migliori per elencare i “farò, faremo”, e, nel fare l'elenco delle cose che non vanno in Italia e nei singoli luoghi, insieme ai tagli agli sprechi le proposte che hanno sempre affascinato quanti sognano e cullano ideali collocati a sinistra invitano a mettere un “mi piace!” sulla pagina di facebook.

Ma che valore ha? Quanti di questi like si trasformeranno in voti il prossimo 26 gennaio? Quanti elettori andranno a votare col cervello e non con la pancia? E quanti si asterranno perché e tutto una fogna? Tanto sono tutti gli stessi e niente cambierà!

Ecco,in questo caso, chi si astiene di esprimere il proprio pensiero è, non una persona che ha perso la fiducia nella politica, qualunquista! Cioè uno o una che lascia andare alla deriva la barca della vita comune. Lo stare insieme. La coerenza. La passione sociale!

giovedì 1 marzo 2018

prima e dopo il 4 marzo

Mi trovo d'accordo con Milena Gabanelli! Andare a votare è un diritto acquisito che non si deve eludere!

La considerazione di Milena Gabanelli è questa: "Premesso che bisogna andare a votare perché è un dovere e se si viene meno al senso del dovere con quello che è stato fatto per avere dei diritti, siamo un po' cialtroni. Il non andare a votare produce solo un risultato sociologico, produce solo discussioni da talk sugli italiani disaffezionati alla politica. Se uno non va a votare perché non si sente rappresentato lo deve dire. Va al seggio, si registra e vota scheda bianca. Così non potrà più essere catalogato tra quelli che se ne fregano o si disinteressano della politica".
Per l'ex conduttrice di Report "un'alta percentuale di schede bianche potrebbe innescare quantomeno una pressione che in qualcosa sfocerà. Magari ai partiti fa venire un po' paura. Magari li costringerà a fare qualcosa di meglio. Stare a casa non ti dà nemmeno il diritto di lamentarti".

Sì. si deve andare ma non per lasciare la scheda elettorale in bianco perché potrebbe essere “sporcata” inavvertitamente. Annullarla, magari annullarla così da evitare “sorprese”.
Perché?
Per il semplice motivo che sono sempre le stesse facce a condurre i balli. E i cosiddetti nuovi non ispirano fiducia.
La fiducia nasce dalla cultura che sprigiona onestà mentale e amore per l'altro.
L'amore non si manifesta, come succede adesso per i senzatetto, nei giorni e nelle notte di gelo, la programmazione per il bene comune inizia da lontano per ovviare i disagi del corpo e dell'anima dei cittadini.
Già, i senza tetto. Qualcuno si è chiesto come mai esiste questo fenomeno? Forse la Bonino? Che suggerisce di ripristinare l'iniqua tassa sulla prima casa? È semplicistico qualsiasi discorso in merito. Non sono i discorsi e le masturbazioni mentali che servono per lenire le pene di quanti non hanno reddito a causa dei più disparati motivi.

mercoledì 8 novembre 2017

Alleanze

In Sicilia ha vinto la destra.

Musumeci è presidente!

Dietro le elezioni siciliane sembra esistere un laboratorio politico e tra gli alambicchi gli scolari ben educati vestono grembiulini con tanto di sponsor: lega nord, guidata da Salvini, fratelli d'italia capitanata da Meloni e tanti altri partitelli chiamati da Silvio Berlusconi a dimostrazione che la destra unita può governare l'Italia e sconfiggere la sinistra litigiosa.

L'esperimento è riuscito! Anche grazie alla poca memoria dei votanti. Alla dimenticanza dei governi precedenti e alla assurda discesa della lega in Sicilia.
E gli editti di Bossi Maroni Borghezio& c. che fine hanno fatto? E le strategie?

Davvero che la lega di Salvini non voglia più staccarsi dal resto d'Italia e tenere per sé i vantaggi economici e sociali ottenuti nel tempo dalle politiche nazionali che nel territorio padano hanno trasferito risorse?

Comunque sia il laboratorio ha dimostrato che sì, si può raggiungere l'obiettivo. Basta non litigare subito e aspettare i tempi giusti per presentare il conto.

lunedì 26 gennaio 2015

Nuovo corso politico in Grecia e Calabria

Tsipras vince in Grecia e Mario Oliverio presenta la mini giunta in Calabria.


Maria Carmela Lanzetta, neo assessore alla cultura

Syriza, il partito di Tsipras, per poco non raggiunge il massimo dei consensi e per governare il cambiamento,
Alexis Tsipras vedrà il capo del partito Greci Indipendenti, considerato il più probabile partner di Syriza per il nuovo esecutivo.

in sintesi:
Nei piani di Tsipras c'è il ripristino dello stato sociale dei greci, quindi, tredicesima mensilità, pensioni, lavoro e rinegoziazione del debito che la Grecia ha contratto con l'Europa.

Che l'austerità sia un cancro è cosa certa. Ma con quali argomenti e quali forze Tsipras farà retrocedere o ragionare la troika? Andrà via dalla zona euro? Chiederà dilazioni a più lungo termine?

Per adesso ha vinto le elezioni. Ora c'è solo da aspettare per capire meglio la sua strategia e vedere se riuscirà a non rispettare gli accordi fatti dai suoi connazionali o più verosimilmente farne di nuovi e a miglior favore per la tenuta sociale della Grecia.

In Calabria Mario Oliverio ha spiazzato tutti col suo mini esecutivo: Lanzetta, Guccione, Ciconte, DeGaetano.

Le polemiche non mancano tra le pagine dei quotidiani che rimbalzano sui social network.

Si dice che per Lanzetta sia una retrocessione, come se giocassimo in un campionato di calcio virtuale e non fossimo chiamati a prestare, ognuno per quel che ci compete, la passione, le esperienze e la cultura al servizio della comunità.

Saltando piè pari le polemiche su Ciconte e guccione, l'interrogativo maggiore lo pone la nomina di De Gaetano. Stando a quanto scrivono i giornalisti, pare che Oliverio stesso non l'abbia voluto nella competizione politica regionale perché presente in seno al consiglio regionale per ben due volte e questo non giovava al cambiamento innovativo che si vuole apportare in regione. (ma spesso l'esperienza fa la differenza,  questo è il motivo che spinge Oliverio a investirlo assessore?)

Ma c'è anche chi cala il carico pesante sul tavolo da gioco e rispolvera il caso dei santini, moltissimi, con l'effige di De Gaetano trovati dagli inquirenti nella casa di uno 'ndranghetista del reggino alle elezioni regionali del 2010. Lasciando intendere il voto di scambio.

Ma, non potrebbe essere il contrario? Cioè una mossa per tagliarlo fuori dai giochi?

E poi, sulla retrocessione da Ministro ad Assessore regionale della Cultura della dottoressa Carmela Lanzetta non sono per niente d'accordo!
Maria Carmela Lanzetta ha dimostrato sensibilità e amore per la sua terra! È stata, per ultimo in ordine di tempo, presente e attenta nella questione cementificazione a Capo Colonna, senza dimenticare il suo impegno civico puntuale di quando, sindaco di Monasterace e per il quale fu presa di mira dalla 'ndrangheta, si procurò l'appellativo di sindachessa antimafia (per altro, lasciata sola ad affrontare il dramma politico e familiare capitatole nell'espletare le sue funzioni di donna impegnata nella gestione di un territorio difficile).


mercoledì 29 maggio 2013

Lavoro, diritti, astensionismo e sfiducia. Ognuno pensa per sé

courtesy M. Iannino,  2066, "Società, servi e padroni"
Perché scaldarsi tanto, non è stato Grillo a dire chiaro e tondo in faccia agli elettori delusi che gli avevano dato voto e fiducia: “non avete capito un cazzo del M5S, quindi non votatemi più!”?

Detto fatto. Gli elettori lo hanno accontentato rimanendo a casa e quelli che si sono recati alle urne hanno votato PD nella maggior parte dei comuni.

La gente vuole tranquillità. Una piatta e serena tranquillità quotidiana. Un lavoro. Una politica che gestisca seriamente la cosa pubblica senza fare la cresta sui soldi di tutti. E se è giusto, secondo i politici che lo ritengono tale, che il finanziamento ai partiti debba esserci perché serve per pagare le donne e gli uomini che lavorano nelle segreterie, in quanto, appunto lavoratrici e lavoratori, allora è più che giusto che anche al resto delle famiglie italiane venga concesso il diritto al lavoro e al relativo compenso.

Vedi caro Beppe, l'altro ieri ho sentito raccontare una cosa che è successa ad un conoscente. Un fatto che, a prescindere dalle furbizie di qualcuno che sfrutta la situazione a proprio vantaggio, dà il senso dell'attuale situazione.

L'altro ieri, questo signore di cui parlavo prima, si trovava nei pressi della stazione alla ricerca di un parcheggio.
Due ragazze di colore gli fanno cenno di fermarsi. Lui parcheggia e mentre chiude la macchina una delle due ragazze gli si avvicina e gli dice: andiamo? Dove, risponde l'uomo. Là, risponde lei. A fare che? Chiede lui. Bocca figa. È la risposta sbrigativa della ragazza.

L'uomo che già aveva capito tutto fin dall'inizio le dice: perché ti vendi? Cerca un lavoretto qualsiasi e fai sesso per amore della vita e non per i soldi.

Si, avevo tentato ma a fine mese se non hai i soldi non ci arrivi e se ci arrivi non mangi.

Quindi, caro Grillo, non è per apologia o induzione alla prostituzione che cito questo episodio ma per farti capire, qualora tu e chi ti sta affiancando in questo gioco al massacro politico non lo aveste ancora capito ma ne dubito, che la gente reagisce in vari modi. C'è chi fa azioni plateali, chi sfila nei cortei e urla fino a sfinirsi, chi si fida di persone come te perché qualcosa cambi, chi vende un rene e chi la fi...sarmonica.

Qualunquismo? disfattismo? Provocazione?... Sentimenti figli della sfiducia verso chi avrebbe dovuto tutelare il Popolo? Non so, pensateci voi che siete classe dirigente...

sabato 20 aprile 2013

TUTTI A CASA!

È una accozzaglia di persone che non sa più che pesci pigliare. Quella accampata dentro Monte Citorio.

Se poi ricorrono a Napolitano, che ha confermato la sua indisponibilità a ricandidarsi, (ha 87 anni! E giustamente, come Lui ha affermato, è giunto il momento del sacrosanto riposo), per salvare capra e cavoli, vuol dire che non sono all'altezza della situazione.
Quindi, tutti a casa!

Si deve dare ragione a Grillo! E si deve convenire con Vendola. Basta con la vecchia marcia politica. Si salvino le idee sane e si cancellino per sempre quella marce.

ITALIA ASSEDIATA

Inaudito: il pd non appoggia Rodotà perché ex comunista? 

(lo ha detto Leone, pdl)


Bersani, dopo il "tradimento" ha deciso di dimettersi immediate dopo l'elezione del Presidente della Repubblica, è al Quirinale, a colloquio con Napolitano. E mentre scrivo, apprendo che anche Berlusconi, dopo Bersani è a colloquio col Presidente Giorgio Napolitano.

Gli incontri si prestano a più letture ma ognuna può essere smentita dall'altra. Quindi inutile addentrarci.
aula di Montecitorio


Stando ai fatti, nel cortile interno di Monte Citorio, i capannelli dei politici impegnati a cucire alleanze sembrano ghiaccio al sole.

Secondo Antonio Leone, pdl, la candidatura di Stefano Rodotà al Quirinale è sentita dal PD come una forzatura nei confronti di Berlusconi. Per questo motivo PD, PdL, Scelta Civica votano scheda bianca, differentemente da SEL e M5S che vedono nella figura del professore Rodotà il garante super partes.

E mentre i politici cercano di fottersi l'un l'altro il Paese muore. Si suicidano pensionati, disoccupati e imprenditori.

È di poche ore addietro che un uomo di 70 anni si è dato fuoco davanti a un supermercato di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, sembra, per motivi economici strettamente collegati alla sopravvivenza.

Anche Pordenone ha la sua vittima. È un imprenditore tormentato dal problema dei licenziamenti dei suoi compagni di lavoro e di vita che lo hanno accompagnato nella costruzione della sua azienda. Si tratta del mobiliere

Fermo Santarossa, 73 anni, fondatore e amministratore delegato dell'omonimo gruppo industriale che da lavoro a 500 addetti con un fatturato di circa 200 milioni annui, trovato annegato nello stagno della propria villa di Prata di Pordenone.

domenica 30 dicembre 2012

Ingroia, un nome una garanzia

antonio Ingroia, scopre il suo simbolo politico
e da oggi terrà compagnia agli altri
La struttura del logo lascia intendere che la decisione di Ingroia non è cosa dell'ultimo minuto e per quanti vorrebbero uno Stato più attento alle questioni sociali denunciate e forse combattute dalla sinistra può risultare cosa gradita. Ma, a mio modesto avviso, anche Ingroia cade nell'errore autocelebrativo. E il logo lo conferma.
Tra la scritta inneggiante al cambiamento tanto sperato e atteso della sinistra che condensa su due righe l'auspicio per una “Rivoluzione Civile” e il negativo in rosso del “quarto stato” di Pellizza da Volpedo” capeggia a caratteri cubitali e in grassetto il cognome del magistrato. (e questo non gioca a suo favore).

Le sue parole sono nette:
"Da magistrato - dice Ingroia - non avrei mai creduto di dovermi ritrovare qui per continuare la mia battaglia per la giustizia e la legalità in un ruolo diverso. Quando giurai la mia fedeltà alla Costituzione pensavo di doverla servire solo nelle aule di giustizia. Ma non siamo in un paese normale e in una situazione normale - prosegue il magistrato palermitano - Siamo in una emergenza democratica. E allora, come ho detto, io ci sto! È venuto il momento della responsabilità politica. Alla società civile e alla buona politica dico grazie!, perché hanno fatto un passo avanti. Questa è la nostra rivoluzione, noi vogliamo la partecipazione dei cittadini.
Antonio Ingroia non si propone come salvatore della patria, ma di essere solo un esempio come tanti cittadini che si mettono in gioco e assumendo rischi".

La sua prima uscita politica ha occhi e parole anche per la sinistra storica:

«Bersani candida il collega Piero Grasso che nel maggio 2012 voleva dare un premio al governo Berlusconi per essersi distinto come governo che aveva più meriti nella lotta alla mafia. Il procuratore Grasso, che è lo stesso procuratore nazionale Antimafia diventato tale perché scelto da Silvio Berlusconi, in virtù di una legge che il governo Berlusconi approvò, con la quale venne escluso dal concorso Giancarlo Caselli, colpevole di aver fatto i processi per i rapporti tra mafia e politica»

«Siamo al fianco dei magistrati che hanno sollevato il conflitto di attribuzione sui provvedimenti del governo Monti sull'Ilva. Rivendichiamo la politica della passione e della coerenza che il Pd sembra aver smarrito. Siamo noi a rappresentare questa storia che Bersani non ha dimostrato di voler portare avanti. Lo abbiamo cercato, non certo perché abbiamo bisogno di lui, e abbiamo ricevuto risposte stravaganti. Evidentemente si sente il Padreterno, mentre Falcone e Borsellino mi rispondevano al primo squillo. Bersani non vuole una politica antimafia nuova e rivoluzionaria che sarebbe in grado di eliminare la criminalità. Il suo silenzio è inequivocabile, perché non vuole eliminare mafia e corruzione».

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi giorni, quando gli schieramenti saranno definitivamente strutturati con nomi e collegi e se i nomi sono reale espressione dei cittadini o se, come nelle puntate precedenti, sono nomi paracadutati dalle segreterie politiche e troveremo un veneto o un laziale a competere in Calabria, Sicilia o Basilicata.

venerdì 28 dicembre 2012

agende e strategie centriste

aore12
personaggio caro al teatro di strada,
 "pupo" sicilano
E' allucinante! dai comportamenti dei soliti camaleontici uomini, ora nell'esercito montiano, sembra che niente sia cambiato e che  la bufera sociale subita dai cittadini sia cosa lontana da loro. Parlano di "progetto centrista" contro questo o quel pensiero politico. Uomini e donne schierati

E noi? Noi siamo rimasti infantili. Privi del complesso di sudditanza, non perché l'abbiamo superato grazie alla nostra emancipazione latina che basa la conoscenza istituzionale sul pensiero filosofico dei classici, aspettiamo fiduciosi l'eroe senza macchia e senza paura che sappia guidarci e risolvere i problemi. Che sia un millantatore e che quanto è accaduto sia anche colpa sua poco importa!
Contano i premi e le medaglie conquistate sul campo e i consensi elargiti dietro le quinte al riparo dalle tende che nascondono i pupari dagli occhi ingenui dei bambini.

Le gesta di Orlando cantate nelle piazze dai burattinai infiammano i cuori dei puri e catturano le menti ballerine di quanti non hanno forza e memoria del recentissimo passato. E mentre si osanna il nuovo salvatore della patria si dimenticano gli accordi fatti sottobanco per favorire gli interessi di pochi, ignorando volutamente che il POPOLO, del quale sono piene le bocche e le agende, è la totalità dei cittadini. Se poi si ha la presunzione di proiettare uno sguardo nel futuro prossimo e si vuole stilare un'agenda che tenga conto delle esigenze sociali ci si accorge che la parola popolo include anche la parola NAZIONE, quindi neonati, vecchi, morti, embrioni e future nascite.

Come dare, quindi, garanzie alle esigenze espresse quotidianamente dai cittadini? Di sicuro non dividendo in buoni e cattivi, conservatori e rivoluzionari, belle e brutti, professori e allievi

venerdì 13 maggio 2011

politica: mai così in basso!

Mai lo scontro politico è sceso così in basso!

Gente indegna governa l’Italia e usa toni violenti per imbrogliare la gente indecisa o distratta seppellendo gli avversari sotto tonnellate di bugie.

Da comunisti radical shick in cachemir a lordoni che non si lavano! E quando si lavano, li sporcano nell’immediatezza, li ricoprono con fango mediatico, appoggiati dai giornalai che venderebbero l’anima al diavolo pur di imporre il proprio modello sociale. Un modello sociale che non accetta i deboli, gli operai, i poveri! Anzi, sfrutta le paure dei cittadini per farsi eleggere, promettendo posti di lavoro, meno tasse e gioie terrene, ma solo per gli affiliati, quasi fossimo nel paese di bengodi, fuori da crisi economiche.

Questo è il metodo del pdl. Il metodo di fare una politica contro, a prescindere, contro i nemici che non la pensano allo stesso modo e pur di mantenere il potere e gestirlo a proprio piacimento, spulciano nelle vite altrui per trovare punti oscuri. Accusano gli altri e nascondono le proprie colpe! Denigrano la magistratura e le alte cariche dello Stato.

I dirigenti del pdl, Berlusconi in primis, hanno deturpato le menti dei cittadini, li hanno illusi e imbrogliati e continuano a farlo!

Non è questo il modo di fare politica! La Politica è servizio non vantaggio per la casta o parte di essa!

Auspico che gli italiani diano una dimostrazione di maturità e mandino un segnale definitivo e chiaro alla Santanchè, Moratti Letizia, Gasparri, La russa, Brunetta, insomma a questo manipolo di gente che sta al governo e pur di restare mercanteggia parlamentari come se fossero al mercato delle vacche!

… quanta ingenuità e passione dal basso! Anche se il pdl perderà le amministrative, i suoi dirigenti avranno la faccia tosta di trovare non una ma mille scuse e girare l’esito a loro favore, come la spazzatura a Napoli, le grandi opere, il terremoto, il referendum sul nucleare, la disoccupazione, il malgoverno, le tasse, la sanità…

lunedì 7 febbraio 2011

libertà è eleggere i rappresentanti e destituire gli indegni

Prima e durante il voto ricordare che:

Il voto è una cosa seria. È l’attimo più intimo che unisce il singolo alla collettività e dalla sua preferenza espressa nella segretezza dell’urna, nasce il gruppo politico che dovrà guidare il paese.

Al cittadino italiano premono poche cose e le pretende, dal momento che vive in uno stato di diritto sancito dalla Carta Costituzionale repubblicana e prima ancora dall'essere uomo, entità pensante:

1) Impegno sociale supportato dall’etica.
2) Onestà intellettuale in chi governa, quindi al bando i bugiardi, gli affaristi arroganti e malavitosi.
3) Rispetto delle regole e della Costituzione.
4) Nessuna ingerenza politica attraverso i mezzi di comunicazione di massa per discriminare, punire o inveire contro chi ha culture o pensieri differenti dai proseliti governativi.
5) Rispetto per chi non è al potere.
6) Collaborazione tra i politici per inculcare e far germogliare il seme della cultura solidale tra cittadini dello stesso Stato e delle varie etnie.
7) Comunità d’intenti per uscire dalla crisi morale ed economica.

Semplice, no! anche se si tratta di riscoprire l’acqua calda, è opportuno ricordarle viste le ingerenze dispotiche di certi dirigenti nazionali messi a capo di aziende pubbliche per contestare e imbavagliare i dissenzienti contravvenendo alle regole elementari della libertà di pensiero scritto e parlato dell’informazione.

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