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martedì 15 aprile 2014

le nomine di Renzi, vecchia politica e lobby?

Nelle nomine del governo l'unico dato certo è l'azzeramento dei vecchi nomi con nomi altrettanto conosciuti, per il resto tutto rimane stagnante, come prima più di prima.
La tanto famigerata azione morigeratrice che avrebbe dovuto calmierare gli stipendi a troppi zeri dei presidenti delle aziende pubbliche, è chiaro a chiunque, si è dimostrata un'altra bufala di Renzi. Una presa per i fondelli!
Perché se come riportano i giornali, è vero che la proposta, da fare vagliare al cda, riguarda solo i presidenti (che non devono, dice Matteo, ma visti i fatti e le azioni dei super manager tesi a tutelare i propri diritti è meglio se usiamo il condizionale e diciamo non dovrebbero, superare il tetto della pur ragguardevole cifra di 238mila€ lordi all'anno), è pur vero che per gli amministratori delegati rimane valido l'accordo in vigore nel mercato libero. E cioè che possono sforare tranquillamente il tetto in barba a quanto continua a contrabandare il giovane e smaliziato Matteo Renzi.


Il cane azzanna sempre e solo lo sciancato!

I nomi che girano, tra nominati e nominandi, sono i soliti noti che fino ad oggi hanno fatto e disfatto l'Italia:

Eni: Claudio Descalzi amministratore delegato e Emma Marcegaglia presidente
Finmeccanica: Mauro Moretti amministratore delegato e Gianni De Gennaro presidente
Poste Italiane: Francesco Caio amministratore delegato e Luisa Todini presidente
Enel: Francesco Starace amministratore delegato e Patrizia Grieco presidente
Terna: Catia Bastioli verso la presidenza (attuale a.d. di Novamont, azienda novarese leader nella produzione di chimica e plastica verde), l’amministratore delegato sarà indicato dalla Cassa Depositi e Prestiti, in pole position c’è Aldo Chiarini di GdF-Suez.
Ferrovie dello Stato: l’a.d.sarà nominato nelle prossime ore, nei prossimi giorni. Non è un problema, così ha detto il sottosegretario Delrio. Forse sarà riconfermato il presidente Lamberto Cardia.

Ora, non intendo annoiarvi con la solita riflessione sui soldi che girano in simili ambienti. Voglio, invece, ricordare che le enfatizzate e strombazzate imprese dei manager pagati con i soldi dei contribuenti hanno sì risanato i conti in rosso delle aziende in elenco come ferrovie dello stato guidate dal capostazione compagno Moretti ma chi ha pagato i sacrifici sono stati i lavoratori dipendenti, quelli a stipendio fisso e con la spada di Damocle sulla testa dalle fattezze ben note che, per usare un eufemismo, stanno sotto la dicitura "rami secchi"  e quindi da eliminare. Definizioni inoppugnabili ai quali seguono (sono seguiti) licenziamenti e privatizzazioni. Ed è per questo che le ferrovie dello stato e le relative maestranze sono state tranciate e ridotte ai minimi termini in tutto il territorio italiano dall'ex super manager che pretende il suo sudato stipendio per intero.

No signori così non va! Questo vostro modo di intendere la cosa pubblica ha allontanato già i cittadini dalla classe politica e manageriale e sta continuando a farlo. Non è semplice questione di lotta di classe come si diceva un tempo. È pura e semplice sopravvivenza civile. Ma di questo vi renderete conto alle imminenti elezioni.

martedì 29 ottobre 2013

Vespa e Fazio. Pagati dalla tv di Stato con 12milioni €

Dopo le polemiche su Fabio Fazio e Maurizio Crozza è il turno di Bruno Vespa.

©courtesy arch.Iannino
"lavoratori, -cit- con affetto"

È scritto su Repubblica: “il nemico degli sprechi Rai, il parlamentare che duella con Fazio per il suo compenso (in diretta tv) e che contesta l'approdo milionario di Crozza al servizio pubblico, Renato Brunetta del Pdl, non dimentica di mettere il naso in un altro contratto da record”; infatti, “in queste ore, la tv di Stato sta completando i bonifici in favore di Bruno Vespa per il suo contratto triennale come conduttore, consulente esperto, ideatore, autore di testi: cifre assurde per chi ha lavorato una vita e ha versato i contributi ma non può avere la pensione per colpa delle leggi degli ultimi governi.


Tra settembre 2010 e agosto 2013, il conduttore di Porta a Porta, si porta a casa sui 4 milioni e mezzo.

Ma non finisce qui! Sempre secondo quanto scritto su Repubblica “Il contratto prevede un primo extra per le puntate di Porta a Porta - tutte già in palinsesto - oltre la centesima. In tre stagioni tv, queste puntate ulteriori (pagate ognuna 12 mila euro) procurano a Vespa un surplus di 901 mila euro”. In più ci sono i compensi per gli "speciali" per un totale di 6 milioni 320 mila euro lordi nei tre anni.”

E Brunetta dice: “Vespa guadagna 6 milioni. Vespa è come Fazio, è inaccettabile. I milioni di Fazio sono come quelli di Vespa”. “Prima di tutto trasparenza poi giudichino gli italiani se quei milioni all'anno sono giustificati o no in tempi di crisi. Questo l'ho denunciato già anni fa prendendomi le ire di Vespa”.
Come dissentire, questa volta, da Brunetta?

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