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Lavoro, equità sociale, utopie e contraddizioni.
Anche se molte sfumature rimangono incomprensibili, le linee guida del nascente 2014 iniziano a prendere forma ed esplicitano chiaramente i sacrifici che la maggior parte dei cittadini italiani siamo chiamati a sostenere.
In campo nazionale la bagarre sulla
casa e sui tributi spalmati sui soliti contribuenti continua a
cambiare nome ma non la sostanza, che, per certi aspetti, è
peggiorata rispetto a quando si chiamava IMU.
Nel territorio calabrese i problemi si
sommano in maniera esponenziale. In sintesi, una buona parte di
cittadini sono proprietari di case; immobili in uso proprio come
abitazioni principali o casette di villeggiatura che non producono
reddito reale ma comunque soggetti a balzelli continui.
Luce, gas, spazzatura, acqua,
urbanizzazione etc influiscono pesantemente sui bilanci familiari. Se
a queste uscite non corrisponde un entrata adeguata si apre il
baratro della disperazione. Sempre ché non subentrino malattie e
sorprese varie come rotture e aggiusti inderogabili in casa (la
macchina non è più tenuta in considerazione ma per chi è ancora
costretto a tenerla sono dolori)
Abissi che i nuovi poveri conoscono
drammaticamente bene.
Nonostante l'ottimismo paventato da
Letta, purtroppo, l'Italia, e in prima battuta la Calabria, vede
allargarsi la sacca di povertà sociale.
La Abramo printing e logistics, azienda
cresciuta negli anni nel territorio catanzarese, apre la procedura
per circa il 70% dei dipendenti e li pone in cassa integrazione.
Tradotto in numeri significa che 150
lavoratori, su circa 250, e relative famiglie per “colpa” della
crisi saranno quanto prima senza lavoro.
Il LAVORO! Impegno remunerato che manca
per i più. E senza lavoro il caos non tarda a invadere e oscurare le
menti.