Dopo
tanto navigare ancora molte cose mi sfuggono. Non conosco il
significato di molte parole usate con disinvoltura nel web da tanti
internauti esperti. Non so quando e se fidarmi di certe notizie. Non
capisco quando i like sono veri nel senso che a spingere a cliccare
sul bottone “mi piace” sia un sentimento sincero oppure
condizionato da una serie di fattori quale ingraziarsi il titolare
della pagina o si preme senza pensarci su tanto.
Insomma
ancora tante cose mi sfuggono. Però, tra tante incertezze, qualcosa
l'ho capita! Ho capito che tutti indistintamente stiamo sul web per
cercare o diffondere qualcosa che sia vicina alla nostra
personalità. L'artista cerca il suo pubblico, il pubblicista il suo
spazio, la solitudine il colloquio. Insomma siamo merce in
esposizione checchè ne dicano e storcano il naso quelli che parlano
di privacy. Tutta questa esposizione fatta nel modo più semplice
possibile, senza perifrasi (giri di parole) e se scappa qualche
parolaccia come in questo caso mettere immediatamente la traduzione
simultanea del gergo comune, pardon, parlare comune. Anche perché un
vecchio detto dice: parla come mangi... e se qualcuno ha il palato
fine sul web ha pochi seguaci sempreché non sia un opinion leader
della TV o qualche personaggio locale bene in vista. Ma no! Anche
loro parlano chiaro e semplice per farsi capire ed essere apprezzati
da tutti. È un po' come in pittura, letteratura, musica.
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