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sabato 13 luglio 2019

Editoria tascabile economica

C'era una volta l'editoria economica, cara a molti lettori e diverse case editrici stampavano classici, narrativa, saggistica, attualità a prezzi accessibili. Era il tempo in cui si credeva nella divulgazione della cultura e dei saperi connessi alla crescita intellettuale della collettività.


I “tascabili” erano esposti anche nelle edicole. Nelle stazioni ferroviarie, per le strade delle città, ovunque, chi amava leggere, poteva attingere alla sapienza poetica e narratoria degli scrittori con estrema facilità.
Le librerie avevano un fascino particolare e l'odore dei libri esposti accoglieva gli amanti della lettura fin dall'ingresso.
Brochure, stampe anastatiche, copie di libri pregiati su carta patinata, in quadricromia o in bianco e nero promettevano momenti di sublime goduria. Ovviamente non sempre si poteva spendere molto. E chi aveva a disposizione un budget contenuto poteva comunque deliziarsi dei piccoli piaceri e nutrirsi attingendo dagli scaffali delle letture economiche ciò che più gradiva.
Con 10milalire portavi a casa 10 libri! E l'intellettuale, chi amava documentarsi o chi scriveva, mostrava una modestia genuina perché il bagaglio culturale che si era formato nel tempo non gli serviva per glorificare o magnificare la propria personalità, presenziare e pontificare sulla vita e sulla morte ma era semplice appagamento interiore. E tanto bastava!

A sentire oggi qualche trombone sfiatato, l'intellettuale è una sorta di alieno; un personaggio astratto, lontano dalla realtà e dagli esseri viventi, miseri nella loro materia. Ma chi dà il titolo altisonante d'intellettuale ad un membro della società?

Intellettuale!”. Che parolona.
Il Treccani definisce così la figura dell'intellettuale:

“Persona colta, che ha il gusto del bello e dell’arte o che si dedica attivamente alla produzione letteraria e artistica, ma anche individuo che svolge attività lavorativa di tipo culturale o nella quale prevalenti sono la riflessione e l’elaborazione autonoma. Al plurale, il termine indica un gruppo o élite formato da individui di diversa classe sociale, accomunati da una cultura o un’istruzione superiori (accademici, artisti, giuristi, scrittori, professionisti), i quali godono della pubblica stima e sono considerati depositari di valori culturali universali che trascendono gli interessi particolari e i pregiudizi partigiani.”.
Amen.

domenica 26 febbraio 2012

L'ordito e la trama, gratis il tuo romanzo?

Racconti fuori dal cassetto                 
prefazione
(copia e incolla da fb)
Alle amiche e agli amici di FB che hanno un romanzo o una raccolta di racconti nel casetto (si confida di buon livello) comunico che, sempre se vi può interessare e ne abbiate il desiderio, noi curatori della collana di narrativa (non a pagamento) “L'ordito e la trama” delle Edizioni Albatros (distribuzione a livello nazionale PDE), cioè Paolo Lagazzi, Daniela Tomerini e Gian Ruggero Manzoni, siamo disponibili a leggerlo/a al fine di, se accettato/a, poi pubblicarlo/a. Il romanzo o la raccolta di racconti non deve superare le 80 cartelle dattiloscritte (noi ragioniamo come un tempo, ogni cartella massimo di 35 righe di circa 80 battute ognuna). Evitare romanzi o racconti intimisti (se non di altissimo respiro poetico), autobiografici (sempre se l'autrice o l'autore non abbia avuto una vita a tal punto mirabolante o intensa o interessante da essere degna di venire testimoniata) e minimalisti (cioè ruotanti attorno al come uno beve il caffè la mattina, oppure scritti attorno al proprio ombelico), evitare romanzi o raccolte di racconti dai risvolti troppo psicologici (non siamo degli psicoterapeuti) o troppo sentimental-buonisti (cioè “melensi”), evitare romanzi o raccolte di racconti in cui si tenta l'azzardo della trasgressione senza mai essere stati trasgressivi (sempre se esiste un metro o un “canone” per la trasgressione), evitare romanzi sperimentali (già ha sperimentato a dovere e con grandezza Celine). Si accettano anche romanzi o racconti che sfruttino il genere noir, memorialistico oppure storico, o anche che abbiano il viaggio come motivo conduttore, al fine di affrontare, comunque, “argomenti alti”. Tenete presente che per noi i top narrativi sono Joseph Conrad, Friedrich Dürrenmatt, Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Edgar Allan Poe, Herman Melville, Jorge Luis Borges, Bruce Chatwin e vabbè, ci siamo intesi... quindi piacevolezza di lettura (perché la scrittura fluisce), più piani di lettura (cioè il romanzo o il racconto racchiude in sé vari risvolti letterari), si spera tensione verso un assoluto (più o meno luminoso o oscuro – oppure il Nulla) e via così. Reputo che ci siamo intesi. Spedire a gianruggeromanzoni@libero.it in WORD + un vostro curriculum aggiornato (la proposta vale anche per chi è al suo primo lavoro narrativo). Considerato che l'ultima volta che ho lanciato, qui, un invito simile mi sono giunte circa 150 opere, vi comunico già da ora che se entro 3/4 mesi dalla spedizione non avrete avuto notizie del vostro scritto, significa che non ha superato il primo vaglio. Comunicherò il mio sì, cioè l'OK, solo a chi sarà stato accettato al fine di venire letto anche dai restanti membri della redazione (secondo vaglio), poi l'ultima parola all'editore (terzo vaglio)... perciò non domandate di continuo come procede la lettura, se ho letto, se non ho letto etc. perché non vi risponderò; qualora il tutto vada bene sarò ben felice, io, di comunicarvelo... cioè sarò io a contattarvi. NO RACCOLTE DI POESIE. ULTIMA DATA ULTILE PER SPEDIRMI IL LAVORO IL 31 MARZO PROSSIMO. Grazie.”



Dopo avere letto una cosa del genere, che fare? Scrivo? Non scrivo? Si possono eguagliare i mostri sacri della letteratura? La risposta è scontata! Ma siccome io non ho velleità da grande scrittore, nel mio piccolo, rompo ogni indugio e inizio a buttare giù quanto mi frulla da un po' nella testa. Sia ben chiaro: non è mia intenzione raccontare i cazzi miei e neanche pensare di scrivere un'opera che faccia gridare “al genio!”. Voglio semplicemente impegnare il tempo in maniera creativa e cercare di tirare dalle letterine dell'alfabeto qualcosa che alla fine abbia senso compiuto e che, oltre a dilettare me, faccia trascorrere qualche istante di sana empatia a qualcuno che fa della curiosità creativa il suo punto di partenza quotidiano. Grazie a Gian Ruggero Manzoni e ai suoi amici per l'opportunità offerta ai microcosmi erranti privi di voce . Ed ora iniziamo a giocare:

(titolo) LA CARTOMANTE.

Il palazzo ha una forma strana. Inconsueta. Da lontano sembra circolare. Solo da vicino ci si accorge che i muri perimetrali formano degli angoli laddove si uniscono.
Non saprei dire se il suo perimetro forma un pentagono, un decagono o qualcosa di più. Il portone è costituito da un'enorme vetrata all'interno di un porticato punteggiato da colonne circolari che sorreggono l'intera struttura. L'androne e le scale sono di marmo. Le porte scorrevoli dei due ascensori situati alle estremità del lungo corridoio sono ancora protette dalla pellicola trasparente. 58 appartamenti di nuova costruzione iniziano a vivere umori altrui.
Secondo piano interno 12. L'odore della pittura fresca è ancora nell'aria. La signora pulisce le ultime macchie sul pavimento facendosi spazio tra gli scatoloni.

Ancora qualche giorno e poi possiamo iniziare a svuotare i cartoni e sistemare la roba. Per oggi può bastare. Dice la signora mentre invita la ragazza a seguirla.

Fuori è ancora un cantiere. La strada sterrata a tratti è ricoperta da ciottoli e pietrisco. Sorridenti, le due donne, per evitare pozzanghere e ciottoli dannosi per le scarpe, saltellano sulle punte fino alla macchina.

C'è la luce del cantiere, aveva detto il costruttore, se volete potete iniziare a trasferirvi, do disposizione al geometra di allacciare provvisoriamente il vostro appartamento. E così fu. Per la signora era comodo trasferirsi prima possibile visto che lei lavorava a pochi metri da lì. D'altronde l'aveva presa apposta quella nuova residenza. Lei, era già proprietaria di una casa autonoma in periferia, mi disse, ma col tempo capì che c'era anche un altro motivo.


martedì 2 febbraio 2010

le cose fatte in Calabria dal 2005 al 2010

aore12
«In questi cinque anni abbiamo affrontato situazioni che non erano mai state affrontate, se non in modo emergenziale, in passato. Anche per questo possiamo dire di avere dato il segno di una Regione che cambia».
Così, Agazio Loiero presenta, assieme alla giunta il rendiconto dell’attività di governo del quinquennio 2005/2010.
L'attività, raccolta in un libro patinato, composto di 239 pagine e moltissime foto a colori, dal titolo significativo, «Le cose fatte» illustra il lavoro svolto dalla giunta regionale.
aore12

tra le altre cose, la giunta Loiero, ha perorato la salvaguardia ambientale del sito archeologico di Stalettì con l'abbattimento dell'ecomostro e la messa in sicurezza dell'area mediante un'oculata azione di bonifica ecosostenibile nei pressi della chiesetta di San Martino dove, si presuppone, si sorse il vivariensis cassiodoreo.

strategia della comunicazione


Quando ancora non si conosceva la scrittura, gli oratori usavano metodi verbali semplici simili a nenie per divulgare notizie o saperi. La ripetizione cadenzata, scarna, monotona rimaneva nella testa degli uditori a lungo fino ad essere assorbita, appresa come una orazione.

Con l’avvento della scrittura, i messaggi non si limitano a mera comunicazione di servizio o apprendimento rudimentale ma lasciano spazio a pensieri complessi. Gesta epiche di santi ed eroi, non più solo appannaggio dei pittori, sono descritte anche dagli scrittori per il vasto pubblico che si cimentano a disquisire, astrarre e rappresentare mentalmente pagine di pregevoli libri. Ma ancora siamo fermi storicamente alla scrittura elitaria. La maggioranza della popolazione è erudita dall’esposizione pittorica degli affreschi pubblici delle chiese o statuarie delle piazze.

La scolarizzazione pubblica in Italia è un fenomeno sociale relativamente giovane, databile negli anni della dominazione francese; le prime scuole pubbliche in Calabria, istituite per i lavoratori e i familiari delle ferriere della Ferdinandea, si devono a Gioacchino Murat.

Oggi la scolarizzazione diffusa ha ampliato gli orizzonti cognitivi e la ricerca operante nelle forme evolutive dei linguaggi ha sviluppato nuove forme di comunicazioni grafiche, figurali, oratorie.

Non esistono regole fisse nell’esposizione creativa di un prodotto commerciale o culturale ma tale libertà non può prescindere dalla chiarezza e prima ancora dalla curiosità visiva racchiusa nella veste grafica del prodotto stesso.
Un dato rilevante, che determina il successo o l’insuccesso del prodotto che s’intende divulgare è determinato dai caratteri di stampa e dalle immagini inserite a corredo dei testi.
Detto ciò, i principi della comunicazione possono essere sintetizzati nel seguente teorema: messaggi accattivanti, chiari e immediati.
I pubblicitari conoscono bene i meccanismi della visione; apprendono e divulgano modi di vita comuni oppure sublimati pur di catturare l’attenzione del vasto pubblico. Nonostante ciò, quando i curatori di testi sottovalutano gli elementi fondamentali appena esposti o s’innamorano delle proprie idee, può accadere che un buon documento sociale, politico o letterario passi inosservato al grande pubblico.

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