il modello Reggio trasloca in regione?


Se le notizie trapelate sul web sono vere, in Calabria ci deve essere un enorme baco che si nutre dei soldi pubblici oppure li dirotta su altri capitoli di spesa: “Palazzo Campanella è al verde e per la prima volta nella storia del regionalismo calabrese gli eletti dal popolo sono costretti a "saltare" il mese di giugno. Scopelliti non versa i soldi all'assemblea e Talarico deve chiedere un sacrificio ai colleghi. Scoppiano i malumori e nel mirino finiscono gli 800.000 euro per Miss Italia nel Mondo e i 500.000 per Rtl sul lungomare di Reggio Calabria.” questa l'anteprima di Riccardo Tripepi su Scirocco del 30 giugno.
Oddio! Non è che la cosa possa preoccupare i senza lavoro o i precari a 800 euro al mese, ma c'è da chiedersi: non sarebbe il caso che si facessero spese mirate al rilancio dell'economia calabrese piuttosto che spendere così i fondi dei calabresi? D'altronde il “modello Reggio” si è dimostrato essere un grande flop. È un sistema che sperpera i soldi della collettività senza apportare benefici comuni. Troppe feste effimere, troppi incarichi inutili. Insomma troppo fumo e niente arrosto!
Chi ha il problema del lavoro vuole vedere spiragli di luce in merito e non vivere momenti “scialarecci”. Per i divertimenti c'è tempo! Meglio farebbe, la giovane guida calabrese, nella quale tutti abbiamo riposto fiducia e speranza, ad escogitare qualcosa di positivo che rilanci davvero l'economia calabrese.
Sappiamo benissimo che non è un problema di facile soluzione ma qui si sta andando di male in peggio e mentre scoppiano i casini in Campania per l'emergenza rifiuti anche da noi scoppia, anzi si scoperchia il vaso di pandora dei commissariamenti che hanno bruciato “in tredici anni di commissariamento, una valanga di soldi e nessuno degli obiettivi previsti dai piani regionali per i rifiuti raggiunto. Politici corrotti, scatole cinesi, consulenze a valanga: le relazioni dei carabinieri e il morso della ‘ndrangheta. A Reggio solo 12 imprese su 171 che lavorano nel settore hanno il certificato antimafia, 115 sono sconosciute al sistema”.
I calabresi si aspettano altro da Beppe Scopelliti! Aspettano fatti concreti e non proclami o commissioni che affiggono targhe e neanche aleatorie proposte o studi di fattibilità.

Auspichiamo che, vista l'esperienza reggina, il "modello Reggio" non venga applicato nell'amministrazione della  regione calabria

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