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mercoledì 27 dicembre 2023

Siate buoni

 Anche quest'anno è passato...


Realisticamente il messaggio che ho ricevuto stamane dice una grande verità. E condensa in maniera cruda il cinismo che accompagna le azioni individuali e collettive educate alla tutela e alla sopravvivenza del proprio benessere. 

domenica 4 dicembre 2022

E' Natale

 

"una fiaba" courtesy mario iannino

Tra qualche manciata di giorni è natale e a natale, per definizione, siamo tutti più buoni.

Dovremmo esserlo … Intanto le disparità sociali continuano a mietere vittime in ogni angolo del mondo. Il terrore è una miscela che alimenta la parte animalesca umana. Alcuni incasellano successi letterari sguazzando sulle malefatte, tagliando e copiando numeri drammaticamente veri a testimonianza dei crimini documentati sulle pagine di libri e quotidiani.

lunedì 3 gennaio 2022

Cartolina dal passato

 

Passate bene le feste? Questa è la domanda ricorrente che echeggia in questi giorni tra i passanti.

Nonostante che i luoghi d'incontro siano quasi deserti a causa della pericolosità del virus che ha caratterizzato gli ultimi due anni, la fobia del contagio, rafforzata della variante omicron, induce a una sorta di austerità obbligata.

Molti lavoratori hanno risentito per le chiusure forzate e l'economia sommersa più di tutto.

La bolla consumistica in cui ci siamo rifugiati si è sgonfiata e in qualche caso ha fatto ripensare a quando si stava peggio. A quando le scarse finanze e la presenza massiva dei media non condizionava ancora gli stili di vita delle famiglie.

In alcune generazioni è ancora viva la memoria dello spirito del S. Natale vissuto nelle comunità. Tra congiunti stretti, famiglie allargate composte da consanguinei, amici e vicinato.

Non c'erano molti prodotti di largo consumi e neppure troppi elettrodomestici nelle case : le macchine lavatrici di panni e stoviglie erano un lusso inimmaginabile e la televisione era inarrivabile per certe realtà familiari (forse queste assenze sono state la nostra forza).

Le donne avevano un ruolo importante! Governavano la casa in tutto e per tutto, loro era il compito di curare gli aspetti basilari della famiglia dalla pulizia quotidiana alla gestione delle scarne finanze. E , cosa importantissima: l'educazione dei figli.

Il calore degli affetti, nei giorni delle feste, si sentiva tutto e avvolgeva nel vestito nuovo, anche se dismesso e passato di mano dai fratelli più cresciuti, ognuno.

I sogni erano in sintonia con gli insegnamenti. 



C'era un'attenzione particolare nei confronti dei bisognosi e dei deboli. La comare o il compare non erano lasciati a trascorrere la vigilia in solitudine. “Dove mangiano tre mangiano quattro” dicevano le mamme nell'apparecchiare la tavola. E noi piccoli eravamo felici nel trovare regali utili: qualche paio di calze, guanti o cappellini e caramelline grandi quanto un bottone.

Assistere alla funzione religiosa era un rituale sentito durante il quale affidavamo all'Onnipotente sogni e desideri immediati e futuri.

Il problema dell'inquinamento ambientale era inimmaginabile per noi che ritenevamo una ricchezza anche un foglio di carta d'imballaggio. E le cartoline augurali erano traccia empatica; non oggetti ma affettuose appendici delle persone che le inviavano perciò le conservavamo nel cassetto degli affetti insieme ai sogni.

martedì 9 novembre 2021

Ho sempre delle calze appese al camino

 

Qualche luce si accende. Inizia a sentirsi l’aria del Natale.

Però è ancora presto per appendere le calze al camino. Anche se il tempo trascorso è stato forse, a memoria d’uomo, uno dei più drammatici si continua a sperare. Si spera che qualcosa cambi nella società e nella buona amministrazione della cosa pubblica. Già, la cosa pubblica.

Ciononostante aspettiamo con ansia la nascita del Salvatore. E vorremmo trovare, idealmente, le calze piene di?

I desideri si moltiplicano almeno per tre, quattro, otto e anche più per ogni uno. Anche per quelli che non credono più a babbo natale e alla befana.

Sono lontani i tempi delle calze colme di caramelle fatte in casa e carbone. Straripanti di buoni propositi e speranze. Sembra che oggi le dita le incrociamo per questioni futili. Badiamo all’immediato. Alla necessità effimera che ci assilla e brucia ogni altra possibilità comunitaria.

Non è retorica!

Ho, comunque, anch’io appeso ipotetiche calze sulla trave del camino (che non posseggo! Ma ho ancora tanto cammino da percorrere perciò mi accingo a fare l’albero, allestirlo coi migliori propositi aspettandomi attenzioni da chi mi sta accanto, familiari, amici e, in primis, da chi sta formando la nuova giunta regionale.)

Buona vita a tutti. E che il nuovo anno porti davvero un po’ di serenità




giovedì 24 dicembre 2020

l'insostenibile leggerezza dell'essere tra presente e passato

È il caos!

Non bastano le disgrazie impreviste e devastanti che cambiano i destini degli uomini. E neppure i lutti naturali per farci rivedere gli atteggiamenti stupidi che mettiamo in campo per approcciare le giornate. Nella maggior parte dei casi ci comportiamo come se la vita non dovesse finire mai. Al momento ci sentiamo immortali. Accumuliamo beni per assicurare il presente e il futuro. Ci preoccupiamo del benessere fisico ma non facciamo il benché minimo sforzo per coltivare i valori veri e essenziali dello stare bene con gli altri. Il cosiddetto bene psicofisico collettivo è spesso dissociato dalle priorità individuali. E poi, basta un niente per gettarci nell'angoscia causata dall'incertezza e dalla caducità imposta dagli eventi. Basta un virus sviluppatosi naturalmente o in vitro, sfuggito di mano alla sapienza umana per rimettere in gioco ogni certezza.

Dalla notte dei tempi le pandemie e ogni altro evento sovrumano sfugge al nostro volere ma, quello che è peggio, schifosamente peggio del disastro causato dall'ineluttabile a cui non dobbiamo arrenderci, è la feccia immonda che, sfuggita alla morsa degli eventi ma non alla attenta analisi degli onesti, lucra peggio degli avvoltoi che si avventano sui poveri resti degli esseri umani sfiancati dall'attuale irrazionale momento storico.

I personaggi in questione infettano il buono che c'è in ognuno di noi insinuando dubbi e pregiudizi. Seminano falsità!

Il riferimento è a quelle persone che lucrano cinicamente sulle disgrazie altrui approfittando dell'ignoranza dei semplici e vendono fumo a caro prezzo.

Penso al mondo della politica come a quello della cultura in generale.

Mondi differenti ma correlati. Realtà affollate da molteplici personalità dalle convinzioni spesso contrapposte suffragate da futili analisi fuorvianti.

E il momento storico attuale è la sintesi perfetta della volubilità umana. Le contraddizioni si sprecano. Incoerenze che dimostriamo persino nei desideri più insignificanti l'insoddisfazione che ci domina ogni istante. E Salvatore, un ambulante perennemente brillo, disinibito dal vino, ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia.

"Patate e cipolle".

Ricordo che anni addietro, Salvatore da Decollatura, girava per le vie della città col suo motocarro. La scelta non era tanta. Proponeva una o al massimo due varietà di mercanzia. Era un personaggio! Che ininterrottamente gridava: “patati, cipolle. Cipolle patati. Ahjiu i patati e voliti i cipuddhj, ahjiu i cipuddhj e voliti i patati”.

martedì 24 dicembre 2019

Auguri!

Per Vasco, il mio cane, oggi è un giorno come un altro.

Sveglia alle 6. Passeggiata lunga. Rientro a casa. Bocconcino. Feste per il bocconcino (una bella fetta di pandoro senza zucchero). E pennichella al sole.

I messaggi d’auguri si sprecano. Tra copia e incolla e tentativi non sempre andati a buon fine i social fanno la loro parte in quella ch’è diventata la giostra dell’effimero duplice, forse è più indicato dire “molteplice e insondabile” aspetto degli animi.
Eppure gli auguri tendono tutti al bene. Nessuno che dice apertamente quello che sente davvero. Sorrisi di circostanza. Inviti forzati come se qualcuno puntasse armi di distruzione di massa.

Gli unici a ridere soddisfatti sono i commercianti nuovi dell’e-commerce ma anche quelli storici che per le occasioni illuminano le vetrine ed espongono merci da acchiappo.
Regali.
Regali inutili come gli affanni delle vecchie donne di Calabria in cucina avvolte in nuvole odorose a sfornare “crespelle”. Pulire pesce. Soffriggere carne di maiale per il soffritto.
Tavole imbandite che si trasformano in schiaffi di questi tempi. Brindisi a speranze che saranno disattese come sempre. E in questo clima la politica imbastisce strategie. Finge di litigare. Fa accordi sottobanco. Cambia strategie. Risvolta bandiere pur di mantenere anche un esile legame col potere.

Ecco il clima del ss Natale. Comunquemente auguroni ai buoni! E siccome io mi sento buono (è natale): Auguroni a tutti, belli, brutti, buoni e cattivi

martedì 26 dicembre 2017

Felice anno

Anche i laici sognano a Natale.



Ho ricevuto auguri di ogni tipo. Messaggi vocali e scritti. Video e chat. E persino gli auguri musicali, in voce, e che splendida voce!, di Pavarotti e friends insieme ad una sequela infinita di fantasiosi film-maker.

Feliz Navidad! Felice anno di prosperità … felice anno di felicità... buon natale a tutta la gente dal profondo del mio cuor.

La notte di natale siamo tutti più buoni o quantomeno siamo animati dalle buone intenzioni, peccato che al sorgere del nuovo giorno siamo concentrati su ben altre intenzioni. Tutte improntate sull'ego. L'altro, anche il fratello più prossimo viene messo in secondo piano. La parentesi aperta nella notte buonista si chiude! I sogni si conservano nel cassetto in compagnia dei regali riciclati non per colpa della crisi. La realtà impone cautela!

Felice anno …

mercoledì 21 dicembre 2011

PUNTI DI VISTA

Sarà la crisi oppure l'età ma da qualche anno, e non capita solo a me, non si sente più l'atmosfera della festa come quando si era ragazzi. Ricordo che bastavano poche lire per trascorrere una nottata attorno ad un tavolo in cucina o nella sala da pranzo tra odori di mandarini e bucce d'arance sminuzzate per coprire i numeri della tombola in allegria. Bastava una battuta e qualche sfottò per fare buon sangue.
L'odore del cibo cucinato come impone la tradizione rimane tale e quale ma l'atmosfera no, oggi è decisamente cambiata in peggio! Eppure ci sono più opportunità di svaghi e fino a prima della stretta economica anche tanti regali. A proposito di svaghi ho letto che per le feste tra Natale e capodanno avremo alcuni big dello spettacolo: Eugenio Bennato, Franco Califano,Goran Bregovic, Marcello Cirillo... chiamati dai promoter locali con l'ausilio dell'amministrazione provinciale di Catanzaro.
Promoter e amministrazioni locali, pur denunciando la crisi, lamentando, appunto le poche risorse messe a disposizione dagli enti per le feste natalizie, hanno programmato un calendario degno di nota.

A conferma del periodo difficile, Maurizio Senese, in seno alla presentazione del calendario festaiolo ha ribadito che i cachet dei grossi artisti sono ormai improponibili e la formula della compartecipazione tra pubblico e privato è necessaria perché nessuno li aiuta. Anche Roberto Iacobino ha evidenziato la totale assenza di regole che non aiuta gli operatori del settore, sottolineando al tempo stesso la grande professionalità dei calabresi.

Wanda Ferro, presidente della provincia di Catanzaro, nel confermare le ristrettezze economiche, in merito all’appuntamento musicale non ancora confermato per il Capodanno in piazza, ha detto: forse sarebbe stato meglio fare qualche festa in meno negli anni passati, in ogni caso la gente non vuole grandi nomi, ma solo divertirsi stando insieme. Perciò si aspetterebbe anche un gesto spontaneo da parte di cantanti e gruppi locali per offrire un momento di festa e unirsi contro la crisi.
Giusto! Ma proprio in virtù della crisi, perchè promoter e amministrazione pubblica, con il baget a disposizione, non hanno programmato gli eventi con artisti e gruppi locali? Tra l'altro, a volte, anzi spesso i ragazzi trasmettono meglio passione e voglia di musica, nonostante i problemi e gli ostacoli che devono superare per coltivare un sogno.


sabato 25 dicembre 2010

i dolci di Natale di Nonna Maria

Tradizioni popolari: i ravioli di Nonna Maria
aore12 blog


La cultura dei popoli, oltre che nelle gesta e negli esempi dei personaggi illustri, prende forma nella quotidianità dei saperi domestici. Un tempo, nelle scuole, l’economia domestica era oggetto di studio e valorizzazione sociale.
al di là delle teorizzazioni sviluppate nel corso degli anni dai vari movimenti ideologici il ruolo della donna rimane un punto fermo nell’economia domestica e nazionale.
È raro osservare una donna vecchio stampo, tipo le nonne cresciute con sani principi e rispettose della sacralità del cibo, buttare avanzi alimentari, come pane indurito o bighellonare in giro per negozi d’asporto. La donna di famiglia, mamma o nonna, con pochi ingredienti riesce a portare in tavola deliziosi manicaretti; trasforma i ravioli in prelibati dolcetti natalizi.

Ecco i ravioli di Nonna Maria:

Ingredienti:
aore12
1 kg di farina 00
1 bustina di lievito
2 bicchieri e mezzo di vino bianco
2 bicchieri d’olio
Miele, quanto basta
Bucce di mandarino grattugiate, q.b.

E tanta passione per la famiglia e gli ospiti!

Dopo l’impasto, dividere in tocchetti grandi quanto uno gnocco la pasta di farina e friggerli.
Lasciare raffreddare.
Sciogliere un cucchiaio di miele nella padella. Versare i ravioli e rimestare. Spolverare i ravioli con la buccia di mandarino grattugiata.

lunedì 28 dicembre 2009

festività, usi e costumi del s. natale


Non ci sono più le feste di una volta!

Dagli anni del boom economico a oggi, in quasi tutte le nazioni “ricche”, il benessere sociale ha indotto a modificare usi e costumi. Le tradizioni, inesistenti dal punto di vista antropologico anche nelle case meno abbienti, seguono le mode e si arricchiscono di teorie e prodotti hi-tech. È facile trovare sotto l’albero di natale, accanto ai pacchetti contenenti regali importanti per le signore, un cumulo cospicuo di prodotti effimeri, comunque costosi. Quest’anno, sembra che la recessione abbia fatto riscoprire la parsimonia agli italiani: regalini ridotti a pensierino, come per dire: ti voglio bene e sei sempre nei miei pensieri, per alcuni, ma anche regalone importante a chi ha fatto qualcosa di notevole o ché particolarmente caro/a.

Un tempo, e sì è proprio il caso di dire: non ci sono più le tradizioni di una volta; un tempo, dicevo, il S. Natale era ricco di significati religiosi, eticamente ineccepibili, condensati nella nascita di un Bambino che, con la sua venuta al mondo e il suo esempio avrebbe cambiato il modo di pensare degli uomini.

L’atmosfera natalizia infondeva sentimenti mirati al perdono solidale, al valore dell’uomo in quanto tale e non all’uomo schiavo di ideologie momentanee dettate dal leader fomentatore o dal mercanteggiare che induce a febbrili corse per negozi.
Poi, dopo le rigorose riunioni familiari, le tavole imbandite coperte da tovagliati bianchi inesorabilmente macchiate e ricoperte da bucce di mandarini e arance per la tombola, il 6 gennaio, la vecchina dal naso bitorzoluto parcheggiava la sua magica scopa sui tetti e lasciava cadere nelle calze appese ai camini i regalini ma anche il carbone per i bambini cattivi.
Quell’amabile vecchina non c’è più! È stata ricoverata in un ospizio oppure le è stata affiancata una badante che non conosce le tradizioni delle famiglie italiane. Peccato!

p.s: Ma, a ben pensarci, perché questo scambio parossistico di doni? Forse diventiamo più buoni, altruisti, ospitali come predicava Lui?
A che servono i regali, a esternare affetto o egocentrismo sfrenato?
Abbiamo unto di paganità un evento importante che ha il solo scopo di fare meditare tutti sul vero motivo della vita, religiosi e laici.
Con l’augurio di un’imminente rinascita intellettuale, annunciatrice di pace e serenità tra gli uomini, in Italia e nel mondo:
Buon 2010.

sabato 26 dicembre 2009

bianco natale italiano



Idiosincrasie natalizie e festaiole

La neve è scesa copiosa sul nord Italia. Ha ammantato di bianco monti valli e pianure.

Qualcuno ha promulgato un editto; qualcun altro ha gridato il suo odio in faccia ai deboli ed entrambi sono stati esauditi: hanno avuto il “white christmas”. Ma forse madre natura ha frainteso e invece di esaudire le intenzioni razziali degli stolti e far si che potessero trascorrere un natale senza immigrati, quelli che ce l’hanno duro si sono trovati a lottare contro eventi naturali e scontati.

Ma il bianco natale è bello! Fantasioso come certi dirigenti burloni, che in quanto a fantasia potrebbero dirigere il traffico dei tricicli negli asili: hai portato la coperta di lana? E tu hai portato la merendina?
Si! Decisamente abbiamo materiale umano di cui andare fieri!


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