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Visualizzazione dei post con l'etichetta angiolina oliveti

Ad Angiolina Oliveti.

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Angiolina Oliveti e Manuela Iannino. Archivio personale. Nacqui nel 1992 nella terra di tutti E di nessuno. Mamma prima di avermi, viaggiava con te Che avevi il compito di vegliare su entrambe. Divenisti la mia madrina, la mia guida, colei che s’interessò sempre a me e alla mia carriera. Ai miei sogni, alle mie letture. Mi regalavi favole e fiabe, mi regalavi i tuoi romanzi, mi regalavi le tue storie e il tuo vissuto, mi parlavi della scrittura come di polvere d’oro, che solo chi ne conosce prestigio e pregio sa apprezzare. Mi dicevi e ti  sento  dirlo ancòra Di non violare i miei sogni, le mie ambizioni, E di non demordere mai. Ora come mai avrei voglia di parlarti, Di farmi consigliare da te E farti leggere tutto ciò che il mio cervello crea, vorrei sapere se vai fiera di me, se ti interessa ciò che scrivo, se  trovi accattivante tutto questo. Il filo conduttore a legarci evidentemente c’è E c’è sempre stato. Io, tu ...

Ho incontrato un Angelo

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Teresa Mannino incontra Andrea Camilleri. Il colloquio tra il papà di Salvo Montalbano e la showgirl nonostante si conoscano da poco è saturo di familiare calda intimità. La voce roca dello scrittore mi riporta alla mente una figura pacata e positiva, anche lei, grande fumatrice, ma senza pappagorgia, anziana, più grande di me di una ventina di anni arricchiti da una enorme esperienza culturale. Tosse e raucedine impongono i fumatori accaniti a prendersi attimi rumorosi di pausa. Anche Angiolina era costretta a farlo. Doveva interrompere il dialogo, sospendere le parole a causa del fumo. Angiolina Oliveti Scrittrice anche lei ma meno nota del maestro Camilleri, non ha insegnato all'accademia d'arte drammatica, non ha fatto alcuna regia e non ha avuto allievi nel campo del cinema e dello spettacolo. Ha insegnato, però, le tecniche agrarie per migliorare le colture. Ha steso e realizzato progetti in tal senso espletando egregiamente la funzione di dirigente reg...

l'albergo delle fate, di A. Oliveti

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Nel mese d’aprile di quest’anno Angiolina Oliveti pubblica per i tipi di Helicon la sua ultima creazione letteraria. È una narrazione ambientata in Calabria, tra la Sila piccola, Catanzaro e la Locride. Tratta, con un linguaggio scorrevole, una vicenda di malaffare che vede implicate persone della ‘ndrangheta, intente in loschi traffici e incolpevoli testimoni oculari, vittime di spietati codici malavitosi. Teatro principale dell’opera è “l’albergo delle fate”, una struttura reale situata tra la suggestiva vegetazione silana catanzarese, nel comune di Taverna, paese che diede i natali al Cavalier Mattia Preti e, ancor prima, al fratello Gregorio, entrambi pittori del barocco secentesco italiano operanti in Roma e Malta. Angiolina percorre lieve la civiltà Calabrese. Ricorda la Magna Graecia, i reperti archeologici locresi, il centro storico di Catanzaro e li condisce con frasi note in vernacolo. Detti e motti catapultano il lettore nella quotidianità dei luoghi visitati. Pagine sco...

l'orto di Ignazio, piccole storie di uomini e vegetali

L’orto di Ignazio raccoglie piccole storie di umane debolezze, racconti e leggende di Calabria condensati dall’estro di Angelina Oliveti in piacevoli quanto snelle e veloci letture. Nella prima parte la raccolta narra, sottoforma di metafora, di un orto, quello di Ignazio, appunto, che dà il titolo al libro, dove si coltivano passioni e difetti umani. Qui, la sapiente arte del narrare, maschera in ortaggi e vegetali gli uomini e i loro difetti. La scrittrice, con maestria coglie e denuncia i segni di uomini veri e “ominicchi” associandoli alle caratteristiche descrittive di cavoli, peperoni, cocuzze e broccoli, carciofi, melanzane, prezzemolo e basilico. Narra della rivolta del basilico contro il suo padrone e custode Ignazio e del rammarico di non aver saputo trattenersi dal rimanere vicecapo. Insomma è un libricino che espone sarcasticamente pregi e difetti umani e poi, ci sono le leggende e le storie autobiografiche dell’autrice vissuta tra Firenze e Roccabernarda nel marchesato cr...

Angiolina Oliveti, le rose nel cestino

Tutti i giorni, alla stessa ora, giunge un mazzo di rose alla protagonista del racconto che, metodicamente, distrugge. Angiolina Oliveti traccia un percorso semplice la cui narrazione cosparsa di realismo poetico, spolvera di patos comuni esperienze umane: malattia e passione trasformate in dramma esistenziale sviluppano una storia composta di semplici eventi. Amori che segnano la vita. Amori dissolti; amori che potrebbero nascere… nella breve e accattivante narrazione, la suspense accompagna il lettore fino all’ultima riga e, quando sembra di aver individuato il colpevole, ecco il colpo di scena descritto in poche battute. Le rose nel cestino è una piccola perla; un racconto piacevolmente enigmatico che tinge di giallo personaggi e società calabresi. Mario Iannino

Angiolina Oliveti, cenni biografici

Angiolina Oliveti è nata a Firenze, da madre fiorentina e da padre calabrese di Riccabernabrda, un piccolo centro del Marchesato di Crotone. a Firenze compie gran parte dei suoi studi. Esperta nella divulgazione agricola, si è occupata di problemi dello sviluppo rurale come dirigente della Regione Calabria. Docente nei corsi di formazione in materie attinenti il turismo alternativo e lo sviluppo locale. Al suo attivo ha diverse pubblicazioni: agriturismo in Calabria per riconoscere un’identità;1986 formas menti; 1993 viaggi in treno;1999 l’orto di Ignazio;2001 con la testa all’indietro; 2003 roccafuscalda e il tempo della meridiana;2005 cent’anni nel borgo senza tempo; 2006 segreti e utopie; 2006 storie così; 2007; le rose nel cestino; 2008, opera salutata da lusinghieri riconoscimente di pubblico e critica. Collabora con “Quaderni Calabresi” di Qualecultura.

la mosca, lavoro letterario di Angiolina Oliveti

La mosca, in libreria l’ultimo lavoro letterario di Angiolina Oliveti Parola dopo parola, ho fatto mie le pagine create dalla fantastica vivacità narrante di Angiolina Oliveti. Il racconto potrebbe essere una normalissima storia di vita quotidiana, vissuta da chiunque. Il suo vestito calza a pennello a ognuno di noi e si adatta alle situazioni contemporanee, alle problematiche dei giovani lasciati soli, ai ricordi, all’amore per la propria terra, la compagna di liceo. Una trama sapiente ben imbastita dall’osservazione indagatrice vissuta attraverso gli occhi dell’amico d’infanzia, compagno di giochi e di vita preoccupato dagli atteggiamenti strani e allertato ulteriormente dalla caduta in mare che mette in pericolo la vita dell’amico attorno al quale si sviluppa la storia; l’una asseconda l’altra in una continua indagine sociale. Il realismo poeticamente graffiante visualizza appieno il quadro esistenziale di microcosmi ancorati alla magia dei luoghi d’origine; modelli di vita ant...

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