bollettino di guerra asse Italia Libia


È un continuo susseguirsi di notizie che non lasciano presagire nulla di buono. da un lato la guerra in Libia raccontata da un Gheddafi incollato al potere dalla rabbia; dall’altra i rivoltosi che invocano libertà e democrazia; dall’altro ancora le mosse dei governi retti da democrazie avanzate che non osano mettere fine al genocidio che sta stravolgendo la Libia e gli Stati limitrofi.
questa volta, a differenza degli interventi in Iraq, Afghanistan e prima ancora nel Vietnam, tanto per citare le ingerenze più note, i paesi sentinella della democrazia mondiale dovrebbero porre fine in maniera determinata al genocidio in atto. Dovrebbero schierarsi apertamente col popolo non solo per limitarne le morti ma per evitare che gli oltranzisti cavalchino l’onda ribelle e subentrino a Gheddafi nella gestione del potere. Evitare, insomma che la Libia cada dalla padella nella brace, tanto per usare un eufemismo.

Dalle notizie e dalle immagini diffuse si capisce che la lotta è indirizzata a conquistare le fonti energetiche, i pozzi di petrolio, i serbatoi e le centrali di smistamento libici. Chi ne paga lo scotto maggiore è la popolazione civile, i ragazzi e gli inermi non educati alla guerra, spinti, però, dalla volontà di rendersi utili e liberare la Libia dal tiranno Gheddafi che ha accumulato fortune ingenti in oltre 30 anni di dittatura incontrastata.

È scandaloso apprendere quanta ricchezza è stata dilapidata dai figli di Gheddafi e da lui stesso mentre i libici stentavano a condurre una vita accettabile, così com’è intesa da noi.

Nonostante le verità divulgate dai giornalisti che seguono la vicenda, nonostante le cifre rese pubbliche dai governi che hanno bloccato i fondi del clan Gheddafi, loro, con faccia tosta, continuano imperterriti a negare la verità e sostengono di condurre una vita modesta.

Ma la bugia, come arma d’inganno per i cittadini, è diffusa ovunque, specialmente da noi, e chi segue le vicende italiane, comprende bene a cosa mi riferisco (buon governo delle libertà; creazione nuovi posti di lavoro sbandierati ma mai realizzati; leggi ad personam; imboscate parlamentari; deputati salta fossi; incarichi inopportuni; decreti legge inutili; proclami elettoralistici e istigazione all’odio; delegittimazione organi istituzionali dello Stato; ecc. ecc.).

Fatti alcuni distinguo, non c’è molta differenza tra Berlusconi e Gheddafi: entrambi sono fortemente cementati al potere e non lo vogliono lasciare.
Il primo, dopo il genocidio ordinato e i crimini di guerra dei quali si è macchiato, sa bene quale sarà il suo destino in caso di resa; il secondo è altrettanto cosciente del suo futuro prossimo venturo. Salvo che entrambi non patteggino la pena e noi dimentichiamo che:
Entrambi governano con l’inganno.
Entrambi ritengono di essere al di sopra degli altri; delle leggi naturali che governano il mondo e la vita stessa. E acconsentiamo che vadano a vivere gli ultimi giorni della loro splendida vita tra gli agi di qualche isoletta orientale.

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