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mercoledì 4 aprile 2018

Governo, 1° giorno di consultazioni

Altro che operai o dipendenti, tanto per dirla con Corona. Questi sono dei dirigenti esperti nell'azione politica e nel mantenere il potere.
Perlomeno questa è la conclusione che mi faccio dopo aver sentito i primi esponenti dei gruppi politici dopo l'incontro col presidente Mattarella.

Gli incontri al Quirinale si dimostrano rituali già visti. Tra propensioni al dialogo e veti, pur dichiarando apertura alle possibilità di un governo aperto alla soluzione dei problemi in campo, i leader sciorinano il loro sale politico.
La Lorenzin si dice preoccupata (adesso è nel gruppo misto, in seno alla sinistra) e come ministro della sanità uscente si dice preoccupata per le finanze dello Stato. È lei che ha tagliato i cordoni consolidati nelle aziende sanitarie nazionali ed è sempre lei che ha imposto il commissario Ed è sempre grazie alle misure sue e quelle di Scura che curarsi in Calabria è diventata un'impresa impossibile.
Scura in Calabria.

Il vecchio ora fa i conti col nuovo, anzi con le nuove intenzioni che i 5 stelle mettono al primo posto nelle loro azioni.

I tagli nella sanità hanno forse messo in pari i bilanci ma hanno decimato lo stato sociale di diritto alla salute dei cittadini poveri e annullato concorsi e assunzioni. Mentre sulle persone che devono per forza decidere se comprare l'aspirina o fare la spesa pende la famigerata spada di Damocle Ma questo non è problema della Lorenzin e neanche dei politici in generale che, con circa 5/6mila euro al mese possono comprare aspirine a quintali.

Difficile fare previsioni anche sui tagli ai costi della politica, tema caro a Di Maio e Salvini.

La lega “noi con salvini” inizia a perdere pezzi: in sicilia il suo rappresentante di spicco è agli arresti domiciliari per voto di scambio. E se ciò dovesse risultare verità come potranno i 5stelle formare un governo con loro?

Questa legge elettorale ha dimostrato in pieno l'inadeguatezza della stessa, difficile governare! Anche chi ha raggiunto consensi importanti non può governare senza alleanze. E Matteo Renzi coi suoi si arrocca e sta in difesa. “Noi stiamo all'opposizione; così hanno voluto gli elettori” , dice.
E Napolitano?

lunedì 28 settembre 2015

Cara Beatrice Lorenzin auguri ... ma

Bene. La Lorenzin è mamma di due gemelli: Lavinia e Francesco.

Solitamente si pensa che essere mamma amplifichi la sensibilità e che la maternità in sé oltre a creare una rivoluzione nel corpo femminile induce a guardare con occhi nuovi il mondo: si è più protettive e inclini alla comprensione. Ma Stando alle notizie diramate dai giornalisti pare che dopo il parto Beatrice si sia vestita con una corazza d’acciaio spessa chilometri dai bisogni reali della gente che vive di stipendio o sopravvive barcamenandosi tra mille espedienti per arrivare a sera e portare un pasto ai figli, comprare qualche jeans e, perché no ormai non ne possiamo fare a meno, regalare una carica da 5 euro.
Sia ben chiaro: Vivere lo stato materno non significa essere forzosamente caritatevole o commiserevole ma quantomeno ricordarsi di essere lì al governo per salvaguardare lo stato sociale dei cittadini.
Invece, l’ultima pensata del ministro alla salute getta scompiglio nelle classi sociali (che la costituzione dice di essere abolite, nella realtà dei bisogni esistono) che hanno problemi di salute fisica e mentale.
Il ministro dice a sua discolpa che le analisi, alcune analisi sono inutili, quindi impone per legge ai medici di non prescriverli.
Non sottoporre i pazienti ad analisi che potrebbero salvare la vita o migliorarne la qualità?
Ma dove siamo arrivati! Già in condizioni “normali” quando si è costretti ad entrare in farmacia tra ticket e medicine definite da banco si lasciano tra 10 e 20 euro. Certo, per chi incassa oltre tremila euro al mese non è una spesa eccessiva ma quando si è costretti ad eseguire analisi di una certa rilevanza e il ticket sale oltre i duecento euro anche a chi incassa cifre importanti inizia a pesare se sommate alle tasse.
E fin qui siamo nella “normalità”!
Non è normale sconvolgere i meccanismi studiati e messi nella Carta Costituzionale dai Padri per la tutela della persona, nell'espressione ampia del termine, lo stato sociale, il welfare, per una mera questione economica imposta dalle lobby economiche. 

martedì 3 marzo 2015

Sanità, strategie politiche sulla pelle di cittadini

Torniamo a parlare di sanità in Calabria.

Sembra stia accadendo quanto descritto in maniera lampante nel detto calabrese “i ciucci si 'mbriganu e i varrili si sdoganu”. Cioè: gli asini litigano e nell'impeto della lotta si rompono i barili e le otri che portano sulla soma.

La telenovela, come l'ha definita Mario Oliverio sembra non avere fine. Nel frattempo arriva, nella giornata di lunedì a Palazzo Chigi, un parere dell’Avvocatura generale dello Stato, recapitato anche all'Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro su richiesta del governo, che chiude all'investitura del governatore Mario Oliverio in ossequio all'ultima legge di Stabilità che ha introdotto una norma che vieta la coincidenza tra la figura del commissario con quella del presidente della regione commissariata. Cioè, come dire, non c'è compatibilità tra le due figure.
Paradossalmente, da questa vicenda escono con le pive nel sacco e ne fanno le spese, per non dire una brutta figura politica, proprio quelli che sono al governo della regione da qualche mese e ancora stanno a tessere questioni di lana caprina sulla pelle dei cittadini e degli ammalati calabresi. Insomma si sono impantanati tra veti incrociati e guerre intestine.

Dal canto suo, la Lorenzin pare stia aspettando decisioni da Renzi. Lei non avrebbe problemi a nominare Urbani commissario, lo stesso che è stato consigliere tecnico della Polverini e che ora è sub-commissario. Ma, come dire, sarebbe una resa politica se ciò avvenisse. E per questo, improbabile.

A questo punto, Mario Oliverio, potrebbe suggerire un nome autorevole che capisca di sanità e bilanci economici, magari pescando tra gli universitari, docenti o tecnici. Attento però a che non si dimostri, tale nomina, un flop peggiore delle precedenti e delle quali stiamo pagando lo scotto.

sabato 28 febbraio 2015

Sanità, Calabria chiama Renzi

SANITÀ: CHE CASINO!


A memoria d'uomo è la prima volta che vediamo scendere in piazza medici e personale sanitario per gridare rivendicazioni sacrosante alla classe politica.

Una buona fetta di manifestanti è schierata con il presidente Mario Oliverio. Chiedono con fermezza che venga affidata a lui la gestione commissariale della sanità.

Già, il commissariamento del comparto sanità in Calabria è in atto da divesre legislature ed è sempre stato affidato al presidente della regione salvo negli ultimi mesi quando la Lorenzin, ministro della salute del governo di Matteo Renzi, mandò l'ex generale della finanza in pensione Pezzi.

Inutile addentrarsi nelle questioni politiche, anche perché verrebbe da dire: e Renzi?, dov'è il suo decisionismo? Perché non impone al ministro di darsi una mossa e scendere in Calabria come ha fatto in campagna elettorale? O più semplicemente perché, visto che è nelle sue prerogative, non conferisce l'incarico a Mario Oliverio?

Cosa c'è dietro il “pacchetto”salute in realtà? Cosa si nasconde agli occhi di noi comuni cittadini?

Intanto la sanità è allo sbando e non esercita il ruolo sociale che le è proprio. Attorno la questione sanità gli animi si accendono. C'è chi imputa a “Tonineddhu Gentili”, affettuosamente così evocato in gergo reggino da un signore in una tivvù locale, la colpa del casino che si è sviluppato. Secondo il signore in questione è Gentile, il senatore, a pressare sulla Lorenzin perché vuole un suo uomo o donna nella funzione di commissario pur essendo. L'NcD, perdente di brutto all'ultima tornata elettorale.
D'altronde i casi di mala gestione sono stati documentati dalla Corte dei Conti e dagli organi di Governo. Tra tutte le assurdità basti ricordare il nuovo centro per il cuore di Reggio Calabria, costruito e assemblato con macchinari all'avanguardia ma, inutilizzabile per mancanza di personale.

 esempio di apparati inutilizzabili per mancanza di personale
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