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Visualizzazione dei post con l'etichetta cucina casareccia

Parmigiana, risotto o frittata di Asparagi?

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 A voi la scelta! Le qualità organolettiche dell’asparago sono note, meno conosciuto è il metodo per mantenere i nutrienti della piantina benefica durante la cottura e la preparazione delle pietanze che l’adottano.

Abitudini alimentari salutistici

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 C'era 'na vota u tenneruna.  Il tenerone è un pezzo di carne di terza per il brodo. È un ossicino bianco cartilaginoso ricoperto di carne magra con spunti di grasso che lo rendono saporitissimo. Ed è ancora più gustoso se nella pentola si tagliuzzano carote, zucchine, sedano, insomma tutto ciò che necessita per cucinare il minestrone con carne e verdure dell’orto fresche.

Gateau. A Catanzaro scuma e patata

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 A scuma e patati calabrisa. Gateau. per gli esterofili ma a Catanzaro e nella Calabria è conosciuta con il nome di "scuma e patati", in italiano: spuma di patate. Mia madre la fa sempre, ogni volta che trova le patate della sila, le fa bollire e poi le passa al passatutto, fa una bella poltiglia, la impasta e:

Primi freddi secondi piatti

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 Grigliata mista. Salutista.  Carni e ortaggi per un pasto completo e veloce ma soprattutto saporito. 

Tempo di melanzane, ricetta

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  Sì lo so fa caldo ma in agosto la terra dà frutti di stagione in pieno campo che, coltivati come da tradizione, se cucinati secondo le tradizioni locali nutrono gli occhi e lo stomaco dei commensali. I prodotti dell'orto rendono il massimo dal punto di vista organoletico e fanno un figurone sulle tavole. Nessuno ha mai disdegnato di gustare un buon piatto elaborato sapientemente e non c'è bisogno di essere delle buone forchette per apprezzare i prodotti ortofrutticoli cotti o al naturale. Alcune colture esaltano i sapori dando il meglio previa cottura e relative, successive, elaborazioni. Le melanzane ripiene sono tra queste. In quasi tutte le regioni le ricette delle nonne si somigliano: lessate e svuotate dalla polpa in modo da formare con la buccia una barchetta da riempire in seguito, le melanzane al forno , sono da considerare un piatto unico e completo da consumare caldo oppure freddo.

Catanzaro, Tradizioni e cultura popolare in cucina

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  “Cchi voliti a capureddha o a coratella?” Oggi il macellaio fa questa domanda: preferite la testa oppure il cuore col polmone e i fegatini? E sì, chi compra il capretto per il pranzo dell'Immacolata deve prendere la testa oppure il cuore e i polmoni dell'animale. Non si butta niente! Mentre un tempo gli scarti, cioè le parti meno nobili del capretto, erano il piatto forte per le famiglie povere ed erano venduti a prezzi irrisori e a volte date come moneta di scambio ai lavoranti e garzoni di bottega. Un po' come il morzello ricavato dalle interiora dei bovini macellati che venivano distribuite ai lavoranti del macello comunale e le donne, facendo di necessità virtù, nonché le mamme catanzaresi, seppero elevare a eccellenza gli scarti "limmijati". Così come l'ottimo capretto al forno, detto anche "sbrigogna mugghieri" per la misera resa quantitativa, ‘a coratella è tradizionalmente il piatto della festa dedicata a Maria Immacolata che si gusta ...

Ciambellone di mele della nonna

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  Una colazione sana e genuina: il ciambellone di mele della nonna.

Alle nonne e ai nonni, pilastri intramontabili

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  Scrivere parole e frasi dialettali in italiano è quasi impossibile. Alcune espressioni non trovano corrispondenze tra lo slang della parola parlata nei luoghi d'origine , le lettere dell'alfabeto italiano e la relativa onomatopea.  Un esempio: Caffè, in italiano si scrive e si pronuncia tale e quale; ma se facciamo una breve gita panoramica tra gli idiomi d'Italia ci accorgiamo che a Napoli, grosso modo, dicono: 'o ccafhé! Mentre in Calabria diciamo cafhè con “f” e “h” aspirata. E le labbra rimangono aperte. Esattamente pronunciamo questa parola quasi in un soffio che elide la "F": cahè. Altre consonanti, invece, sembrano essere a metà tra la “N” e la “D” perché la punta della lingua si appoggia al palato ma emette un suono più duro, simile alla "N". come nel casi di: Beddha . In italiano “bella”, stesso concetto nel lessico dialettale ma, se ascoltiamo bene durante la pronuncia non sembrano esistere nessuna delle due lettere "D e H"...

PEPERONI RIPIENI FRITTI come da tradizione

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Accendere il forno a legna in estate è da masochisti. Nella casa di campagna non era arrivata ancora l'energia elettrica e ogni cosa doveva essere fatta secondo antichi criteri. Al massimo si poteva usufruire della bombola del gas, trasportata a dorso di mulo dal paese, ma quasi sempre si preferiva accendere il fuoco e cucinare un pasto frugale nell'aia a mezzogiorno, all'ombra del maestoso pino. L'orto donava i frutti con generosità. Peperoni, cetrioli, pomodori, fagiolini e qualsiasi altro prodotto piantato e coltivato a tempo debito. Il paniere, colmo di peperoni carnosi ottimi da fare ripieni, appena poggiato sul tavolo, emanava odori gradevoli di ortaggi appena colti. L'antica ricetta, semplice per necessità oggettive, (ricordiamo che non c'era il frigorifero e qualsiasi altro elettrodomestico) era composta da un impasto di pane raffermo, un generoso pugno di formaggio pecorino, qualche uovo sodo e pezzetti di caciocavallo con qualche variante in...

Trippa al sugo di pomodoro

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Oggi trippa. Da una vecchia ricetta contadina. Una antica ricetta tramandata da madre a figlia oralmente impone pochi ma imprescindibili regole. La prima, che è quella che dà gusto alla pietanza, impone di sciogliere del grasso e fare rosolare uno spicchio di aglio nel tegame prima di aggiungere la trippa ben pulita, lavata e bollita. La seconda consiste nell'aggiungere l'acqua della bollitura insieme al sugo di pomodoro e qualche cucchiaio di concentrato di pomodoro. Ma vediamo insieme la scaletta così da non sbagliare. Procediamo per gradi. Ecco cosa serve per una pietanza: trippa, qb alla bisogna; sale q.b. aglio; origano; passata di pomodoro; peperoncino piccante; un po' di grasso. Una volta che abbiamo tutti gli ingredienti iniziamo col fare bollire l'acqua. Aggiungiamo la trippa lasciandola bollire per cinque minuti. Manteniamo l'acqua che ci servirà in seguito. Facciamo bollire a parte il grasso e poi passiamolo al...

Provviste. Come una volta

Oggi, 14 settembre 2017, il cielo è color zaffiro. Intenso. A tratti tenue. Non una nuvola offusca la vista. Il golfo è sotto di me. Da quì, sull'albero, il mare sembra che lo tocchi.. Il vecchio ulivo, dai contorni decisi, è carico di frutti maturi e succosi. È d'obbligo raccoglierli! Non per spremerli e ricavarne del buon olio extravergine, (con un solo albero sarebbe ridicolo!) ma per fare delle provviste da consumare in famiglia. Aggiustarle e aromatizzarle (le olive) per esaltare le più carnose nella salamoia e schiacciare le altre. D'altronde sono olive biologiche, non trattate chimicamente ed è normale che alcune siano poco accattivanti. Noi le preferiamo così! Al naturale. È una forma di rispetto per la natura e per noi stessi. Le olive sottosale saranno buone da mangiare tra qualche mese mentre quelle schiacciate, denocciolate e insaporite con aglio peperoncino e finocchio selvatico, dopo 3-4, 5 giorni al massimo. Le olive, comunque si preparino, so...

110 e lode

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 Con bacio sulle guanciotte e applauso   Quando mia nonna racconta della sua infanzia sembra di vivere in una favola...  Coi racconti di mia nonna è come vivere in una favola. Ogni sua parola è poesia d'altri tempi, una favola intinta di nostalgia per il tempo passato che la sua saggezza trasforma positivamente per vivere al meglio il presente. Nonna parla di una materia che studiava a scuola: economia domestica . patate e peperoni in pastasfoglia L'economia domestica , in sintesi, spiegava l'arte e le tecniche per utilizzare al meglio i beni di prima necessità, dagli indumenti agli alimenti. Niente poteva essere sprecato e men che meno il pane raffermo, le code delle cipolle, i rizomi degli ortaggi e quant'altro. I vestiti e le scarpe passavano dai fratelli grandi ai piccoli. Gli arredi erano beni da conservare e valorizzare insieme alla casa.  Ma parliamo dell'alimentazione, dei prodotti che servivano e servono per mantenere in buona forma il co...

Polpettone al forno, buono economico veloce

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Sì il cervello gira. Gira per valutare come portare qualcosa in tavola. Qualcosa che sia gradito e che non costi molto. Ecco, per accontentare tutti, grandi e piccini, oggi facciamo le polpette fritte. Costo e ricetta sono alla portata di tutti, almeno per ora. Necessita, per 4/5 persone, mezzo chilo di carne tritata; un quarto di pane duro, raffermo, di qualche giorno, da mettere in una bacinella con dell'acqua; un ciuffo di prezzemolo; uno spicchio di aglio; formaggio pecorino grattuggiato; un uovo fresco.

Ricezione, le cose buone della Calabria

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Calabria: uno sguardo verso il mare jonio  dalla presila catanzarese Peccato non potere godere del panorama e degli odori della terra di questo lembo di Calabria che si affaccia sul mare jonio . Piove e il vento è forte. Il maltempo ci impone un'entrata veloce nel casale Dentro, nella struttura agrituristica, il caminetto è acceso. Nel piccolo salone due tavoli sono occupati da giovani coppie e dai loro figli. E, poco discosti dalle pareti, una sequela di tavolinetti, affiancati l'un l'altro, compongono una tavolata a forma di L. Prendiamo posto. Inizia la girandola degli antipasti rigorosamente calabresi e prodotti in loco: frittelle di verdure, polpette di carne e di patate, capocollo, salsiccia affumicata, olive, pecorino, fagioli con verdura, fave condite con l'olio extravergine della casa e tante altre buonissime cibarie che degustate divinamente stroncano inevitabilmente l'appetito. Impossibile, per me, continuare il pranzo e assaporare ...

A tijana e pasqua calabrisa

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Agnello al forno calabrese Per le feste di Pasqua in Calabria rimangono salde le tradizioni religiose e culinarie. Nei paesi i fedeli si preparano per la processione. Catanzaro esprime la religiosità e la passione di Cristo con la “naca”, si suonano le “troccole” per le strade e i “vattienti sanguinano a Nocera Tirinese. Processioni e visite ai sepolcri, ma anche dolci, cuzzupe, nepitelle, agnello in tegame: 'a tigana o tijana, e a capureddha. Il sacrificio dell'agnello pasquale è un rituale antico. Noi mangiamo l'agnello di Cristo. Un tempo la carne era un lusso riservato ai benestanti mentre il ceto medio o povero doveva aspettare le feste per potersi permettere un pezzo di capra, pecora o agnello. Non si buttava niente! Anche la testa dell'agnello si metteva nel forno tra gli altri pezzi di carne insieme alle patate e ai piselli e carciofi. Il tutto spolverato con abbondante mollica aromatizzata. Non era e non è inteso, in base al rituale, il pranzo pasquale...

Condimenti alla calabrese per pasta

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Quanti di voi sanno come si prepara il sugo con la carne macinata alla calabrese? Ho carpito i segreti della cucina casareccia di mia nonna e ora ve li confido: sugo alla calabrese per paste anzitutto serve un tegame in terra cotta, uno spicchio d'aglio, un peperoncino piccante, un filo d'olio extravergine di oliva, una o due bottiglie da litro di salsa di pomodori, basilico. Si lascia imbiondire l'aglio nel tegame con l'olio. L'aglio, appena rosolato si toglie e si versa la carne macinata. Si lascia soffriggere un po' e quando la carne assume il colore della mezza-cottura si versa la salsa. A questo punto si abbassa la fiamma e si attende che il sugo acquisti la giusta corposità, non deve essere troppo acquoso (che fa rima con petaloso anche se non è preso in considerazione dall'accademia della crusca) ma deve possedere una cremosità accattivante degna del connubio con qualsiasi pasta.

Le carote di nonna Elena

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CAROTE, NATURALMENTE SANI. Con le carote si purifica il fegato, si rinforzano i reni, migliorano vista e difese immunitarie. Altro che olio di fegato di merluzzo e pillole di vitamina A. la carota contiene tutto ciò che serve per farci stare in ottima salute! Il beta-carotene, di cui le carote sono ricche, è trasformato in vitamina A dal fegato e previene, secondo gli studi condotti dai ricercatori scientifici, la degenerazione maculare e la cataratta senile. Insomma, mangiare carote fa bene! Ma nonna Elena non credo lo sapesse dagli studi scientifici (aveva appena la licenza elementare, e di quei tempi era già tanto!) però sapeva cuocerli in molti modi per renderli appetibili anche ai golosi più esigenti. Agrodolci al punto giusto, diventavano un gustoso antipasto o un contorno, a seconda del momento. La preparazione era ed è molto semplice. Per prima cosa si devono pulire le carote, dopodiché si mettono a bollire in una pentola con dell'acqua. Appena croc...

Domenica: gnocchi!

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In cucina con amore.  preparazione degli gnocchi E sì c'è ancora chi tiene alta la tradizione e la domenica fa sentire in casa l'atmosfera delle feste. Sembra lontano il tempo in cui al settimo giorno ci si riposava e si volgeva l'animo alla preghiera. “Il lavoro è preghiera. Una buona mamma prega dando il buon esempio ai figli. Non facendogli mancare il suo calore... incoraggiandoli”. Queste, alcune parole ripetute spesso da mamma Natuzza quando andavo a trovarla e le chiedevo come facesse a fare tutto quello che faceva in casa e con la fila delle persone alla porta. Lei diceva di non avere fatto mai mancare niente ai figli e al marito. Nonostante i suoi incessanti impegni coi fedeli riusciva a cucinare e badare alla casa. E a chi, come me, le chiedeva come facesse, se usava il suo dono dell'ubiquità, rispondeva con un semplice sorriso dicendo: mi alzo alle cinque, preparo il mangiare e faccio le cose che ci sono da fare in una casa. A distanza...

Morzello di baccalà al sugo di pomodoro

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Parliamo di economia domestica e creatività in cucina. Parliamo di baccalà o stocco, un tempo piatto povero per eccellenza, in salsa di pomodoro, oggi sfizioso spuntino completo che sostituisce pranzo o cena. Ovvero, vi spiego come fa mia mamma il: MORZELLO DI BACCALA'. Tempo di preparazione mezz'ora circa. Cosa serve? 1/2kg di baccalà; due litri di salsa di pomodoro alla calabrese; mezza cipolla rossa dolce; un peperoncino piccante; un po di origano; olio e sale q.b. Procedimento: lessare il baccalà tagliato a pezzettoni. Una volta cotto eliminare la pelle e le lische. Ridurlo a tocchetti piccoli. Nel frattempo preparare in una pentola il sugo di pomodori insaporito con mezza cipolla, origano, olio e sale. Versare dentro il baccalà sminuzzato e lasciare cuocere per circa dieci minuti. Si apprezza in pitta. La stessa ciambella di grano tenero usata per il morzello di bovino, il tipico piatto catanzarese.

Il Morzello, storia e ingredienti della cucina povera catanzarese

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Di necessità virtù. Quando si ha fame e non ci sono troppe possibilità per colmarla ogni cosa commestibile è ben accetta. Ed è così che nasce il piatto tipico della cucina povera catanzarese: il morzello! Secondo la tradizione orale pare che durante uno dei tanti periodi di carestia che solitamente tocca i ceti poveri e indifesi, quando, per capirci, la carne era presente solo ed esclusivamente sulle tavole dei benestanti, un inserviente che lavava le vasche al macello si vide ripagare il lavoro con delle interiora di vacche appena macellate. Il pover'uomo portò le interiora sporche e sanguinolenti alla moglie e le disse di recuperare qualcosa. La donna che doveva badare ad una prole numerosa non fece una piega. Svuotò la trippa al fiume e la grattò ben bene fino a farla diventare bianca. La mise nel secchio con del limone. Aggiunse milza e polmone ben lavati. Riempì una brocca d'acqua e fece ritorno a casa. Accese il fuoco. Poggiò sul treppiede in mezzo al focol...

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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