il lavoro ci cambia. Storia di un mondo che non c'è più

Era venerdì 17 marzo 1972.
"e questo, il teatro
 in cui si svolse l'antefatto storico: il grande albergo moderno"
Catanzaro, piazza Matteotti negli anni '70



Ricordo che faceva caldo ed io andai all'albergo Moderno per il colloquio di una ipotetica, anzi improbabile assunzione in un'azienda telefonica che aveva sede in Milano e cercava maestranze in Calabria solo per non sentire parlare mia madre. E mentre camminavo continuavo a dirmi: si stai a vedere che prendono proprio te.


Il mio nominativo e l'indirizzo pare fosse stato reperito e suggerito dai canali scolastici. Altri ex compagni di scuola lavoravano già da qualche mese in Sip. Ed io, nell'attesa di un lavoro serio, impegnavo il tempo in un laboratorio tecnico situato in una traversa dei giardini di San Leonardo. L'ingegnere mi passava qualche impianto d'antenna e piccole riparazione radiotelevisive ed a me andava bene, mi sentivo autosufficiente e potevo curare la mia " cronica malattia" per l'arte.

Comunque, che mi costa? Male che vada continuo a fare quello che sto facendo. Mi dicevo per tacitare l'ansia che mi accompagnò per tutto il tempo.

Giunto nei pressi dell' “albergo Moderno”, oggi sede di una nota banca, tra l'istituto tecnico industriale "G. Ferraris" e la sede preposta per il colloquio, un conoscente mi demoralizzò con i suoi ragguagli:
Anche tu qui? Sono tre giorni che fanno colloqui. Alcuni escono con la lista dei documenti da preparare ma senza la certezza di essere presi. Va be', gli risposi: Tentare non nuoce.

Invece, proprio quel venerdì 17 marzo ebbe inizio la mia avventura in un ambiente nuovo.
Non ebbi modo di godermi l'estate. La lettera d'assunzione arrivò in giugno e m'invitava, qualora interessato, di presentarmi con la relativa documentazione il 3 luglio 1972 presso la centrale telefonica di via Schipani.

"segnalibri sintetico"
L'odore acre dei cavi in plastica e il rumore dei selettori mi accolse e accompagnò fino all'avvento dell'elettronica. La cassa integrazione e i primi esuberi furono tutt'uno con l'entrata in vigore della tecnologia digitale degli anni '80 e '90 che mise in soffitta il sistema elettromeccanico.

Le centrali telefoniche, un tempo brulicanti di lavoratori su diversi piani, che contenevano grandi numeri in termini di utenti e connessioni, con le tecniche digitali nel condensare l'hardware e il software necessari in pochi metri quadrati, ridimensionarono, di fatto, la necessità di mantenere la medesima mano d'opera qualificata assunta per il sistema meccanico.
Le trattative sindacali con l'azienda si fecero pressanti. Lunghi e estenuanti. Dolorosi!
Si dovevano tagliare i “rami secchi”, possibilmente in maniera indolore.
I meccanismi sociali, le tutele e le vittorie sindacali inerenti l'organizzazione del lavoro per una migliore qualità della vita si incepparono.

I consigli di fabbrica della Italtel, la fiom insieme alle sigle sindacali cgil, cisl e uil, furono chiamati a coogestire gli esuberi insieme all'azienda su tutto il territorio nazionale.

L'esperienza di vita aziendale iniziata nel 1972 sotto la sigla Sit.Siemens reparto C.t.p., in Calabria, per circa seicento lavoratori, è stata occasione di crescita politica e sociale. Convivenza educativa e formativa dello stare insieme, ma giunse, inesorabilmente, al capolinea a fine anni novanta.

È con questo sentimento e non per vanagloria che negli anni di maggior sofferenza decidemmo di tracciare il percorso politico, sindacale e sociale nella raccolta documentale vissuta in prima persona da tutti noi prima che venisse persa la memoria del consiglio di fabbrica della "Italtel Sistemi" in Calabria.

"dall'archivio del consiglio di fabbrica,
22 anni di attività"
Per essere testimoni di un importante pezzo di storia della nostra regione raccogliemmo le tappe salienti in un volume che titolammo: "Dall'archivio del consiglio di fabbrica: 1972/1994 dalla sit siemens all'italtel".

Oggi, un caro vecchio amico e ex collega mi ha dato modo di ricordare quegli anni.
Ho preso in mano la raccolta dei documenti e delle foto che formano il libro da me impaginato e progettato graficamente nel 1994 coadiuvato dagli altri membri del c.d.f. Calabria e lentamente la nebbia che solitamente ammanta i ricordi giovanili si è diradata. Ho rivisto fatti e avvenimenti, luoghi, paesi e sedi lavorative. Rivissuto manifestazioni, scioperi, assemblee e assaporato l'amaro delle trasferte che ci costringevano a stare lontani dagli affetti cari, delle famiglie.

Sono stati anni intensi, colmi di passione politica, rivendicazioni sociali; lotte democratiche tese a migliorare la qualità del lavoro, a volte, accompagnate da qualche errore strategico causato dall'ingenuità e dalla volontà giovanile di volere cambiare il mondo.
Tra gli errori, secondo il mio parere, la nuova organizzazione del lavoro ci cambiò radicalmente e assegnò percorsi differenti ad ognuno di noi. Il non aver considerato, o forse, più semplicemente, il non essere stati all'altezza dell'avanzata inarrestabile della tecnologia, le ricollocazioni e le nefaste conseguenze che l'accompagnarono, furono eventi che cambiarono, ci fecero cambiare necessariamente l'approccio con il mondo del lavoro, e ancora oggi, qualcuno paga lo scotto.

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