martedì 24 luglio 2012

Buren e il paraculT nell'Area Magno Greca di Borgia

PARCO ARCHEOLOGICO ROCCELLETTA DI BORGIA.

                                  Intersezioni 7. Che il Re sia nudo?






Daniel Buren, il francese che non disdegna le scenografie a strisce bianche e verdi è seduto ad una delle panchine del Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia.
S'intuisce che è lui perché parla al telefono in francese mentre gli operai imbragati sui muri della basilica di origini bizantine dedicata a Santa Maria installano le finestre da lui ideate. Lo scintillio che produce l'elettrodo della saldatrice a contatto col ferro è quasi impercettibile nell'assolata giornata calabrese. Difficile stare con la testa all'insù e tentare di seguire i lavori quando il sole ferisce gli occhi.


Oltre la basilica, nell'anfiteatro, un muro di legno puntellato con travi e tenuto in equilibrio da una quantità enorme di sacchi pieni di sabbia (?) divide in due l'area dell'anfiteatro, pronto a contenere le superfici specchianti.

Alle mie spalle, nella spianata del foro romano, monconi cilindrici coperti con del cellofan scuro fanno pendant coi resti delle colonne magno-greche, testimoni, queste sì, della storia dei popoli che hanno contaminato il suolo calabrese.

Daniel Buren. Con le sue installazioni in legno a strisce o specchianti è approdato anche in Calabria!
Alcune risultano funzionali, specie per chi è stanco ed ha la necessità di ritemprarsi all'ombra dei secolari ulivi.

Altre installazioni necessitano di citazioni e assiomi dotte, quelle che gli “storici dell'arte” adoperano per conferire spessore alla loro alte disquisizioni, considerando che, difronte alle vetrate della Basilica, un bimbo pone interrogativi legittimi ai genitori in visita e non smette di chiedere “perché”: “perché mettono le finestre? A che servono? Sembra di essere tra le rovine a L'Aquila … la chiesa è senza tetto e con i muri rotti e ci mettono le finestre?”
Per illuminarli! Rispondono i genitori. Per dargli un'atmosfera colorata e riportarli ai fasti di un tempo... Papà ma qui è tutto un macello! Esclama il bambino per tutta risposta.

...Il Re è nudo! Lo dicono gli occhi dell'innocenza. Gli stessi che sanno emozionarsi, entusiasmarsi davanti ai giochi ingenui che sfociano nei mondi fantastici della creatività.

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