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La guerra e la propaganda del potere

  Il POTERE DELLA GUERRA (dei soldi) di Franco Cimino  Di Gaza non si parla più. C'è qualcuno che ne parla? E dove sono quelle ripetitive e monotone trasmissioni televisive che a canale unico, nel salotto unico, seduti sempre gli stessi, per mesi e mesi ne hanno parlato? Dove si trova la notizia nei telegiornali e nei giornali? Nelle pagine interne, per i giornali cartacei, nelle notizie seconde o terze, se non ultime, e per pochi minuti, in televisione. Nessuno ne parla più. I pochi che lo fanno, come il sottoscritto, sono considerati se non retorici o antisemiti, addirittura sabotatori della pace. Quella che il pacifista in assoluto, sostenuto dai nostri pastifici governanti, ha dichiarato al mondo intero essere stata fatta. Ma in quella terra martoriata ancora si uccide. E laddove non ci fosse più nulla da distruggere, da uccidere, neppure i bambini che sono tutti spariti da quelle vie, da quelle macerie, ci si allunga un po' più avanti, al sud del Libano. E in tutta la Cis...

Sarajevo: il prezzo dell’indifferenza”

  Il cosiddetto “turismo del massacro” a Sarajevo negli anni ’90 è una realtà storica agghiacciante, oggi al centro di nuove inchieste giudiziarie. Questo editoriale riflette su quella barbarie per interrogarsi sulla deriva morale contemporanea. Sarajevo Safari: il prezzo dell’orrore C’è una cifra che rimbalza tra le righe delle ultime inchieste: 250-300mila euro . Tanto sarebbe costata, secondo testimonianze e ricostruzioni investigative, una “gitarella” a Sarajevo durante l’assedio degli anni ’90. Non un viaggio di piacere, ma un weekend da cecchino, appostato su un terrazzo, a sparare su civili inermi. Donne, bambini, anziani. Un safari umano, dove la preda era la vita stessa. Questa notizia, rilanciata da documentari come Sarajevo Safari di Miran Zupanič e da inchieste della Procura di Milano, non è solo un pugno nello stomaco. È un monito. Perché tra i presunti partecipanti a questi “passatempi” non ci sarebbero solo miliziani, ma anche cittadini europei, italiani compres...

Tra il benzinaio e il medico preferisco fare l'influenzer

“Cosa vuoi fare da grande? il benzinaio non è più l'aspirazione dei bambini di oggi. e neppure il medico o l'astronauta. Oggi maschi e femmine vogliono fare gli influencer “. E’ un cambiamento culturale davvero interessante. Il sogno di “fare l’influencer” oggi è diventato una vera e propria aspirazione professionale per molti giovani, al pari di mestieri tradizionali come il medico o l’ingegnere. E non è solo una moda passeggera: riflette una trasformazione profonda nel modo in cui le nuove generazioni vedono il lavoro, la visibilità e il successo. Vediamo perché: Perché gli influencer attraggono così tanto? Le risposte sono ovvie: - Accessibilità percepita: basta uno smartphone e un’idea per iniziare. - Visibilità e riconoscimento: essere seguiti da migliaia (o milioni) di persone dà una sensazione di importanza. - Autonomia: molti influencer lavorano da soli, decidono contenuti, orari, collaborazioni. - Guadagni potenziali: i più noti guadagnano cifre da capogi...

due giorni senza wi-fi

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 Non pensavo fosse così frustrante. eppure stare per il secondo giorno senza internet si è dimostrato un handicap. siamo talmente dipendenti dalla domotica che qualsiasi intoppo inibisce le giornate organizzate sulle connessioni wifi domestiche. non leghiamo più e attività ai cilci lunari e men che meno osservando e saendo leggere il cielo, il vento e le mare: potremo mai riconnetterci con i ritmimi naturali?

Iannino: visibile, vulnerabile, vero

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La ferita come forma: Iannino e il Kintsugi dell’arte contemporanea Nel cuore della filosofia giapponese del kintsugi — l’arte di riparare le ceramiche rotte con oro — si cela una visione radicale: il danno non è da nascondere, ma da esaltare. Le crepe diventano vene preziose, testimonianze di un vissuto che ha attraversato la frattura per trasformarla in bellezza. È da questa prospettiva che si sviluppa la ricerca di Iannino , artista che non solo accoglie la ferita, ma la rende protagonista.

VITTORIO SGARBI É TORNATO

  NON È MALATO. É FINALMENTE SANO.  di  Franco Cimino Ho visto Vittorio sugli schermi. Oggi pomeriggio, nell'intervista che ha rilasciato a Mara Venier a "Domenica In". Sta leggermente meglio rispetto all'altro ieri sera, a "Cinque minuti" di Bruno Vespa, durante i quali non ha mai sollevato lo sguardo dal libro che teneva in mano e meccanicamente sfogliava, guardando le numerose immagini fotografiche delle opere che lui in quel libro presentava. La voce di oggi era leggermente più tonica dell'altra sera. Il suo pensiero, non più stretto nella critica all'arte, suo principale mestiere, dove resterà Maestro, stimolato da domande delicate e affettuose, spaziava un po' più largamente, fino a riferirsi alla sfera più intima e personale. Quella degli affetti familiari e amorosi, nei quali spiccava quello per la compagna di una più che ventennale vita. La bellissima donna che ha deciso di sposare anche per "gratitudine", per essergli rimasto ...

Non mi piego, la dignità non si mendica

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Dal silenzio dell’anima, controvento Agli invisibili resilienti "kintsugi; courtesy m.iannino©" A chi come me ha conosciuto il gelo dell’indifferenza, la fame che non è solo di pane, ma di ascolto, di dignità, di presenza. A chi ha camminato con scarpe rotte e sogni spezzati, a chi ha imparato a non chiedere più, perché il “no” fa più male della povertà. Scrivo dal silenzio dell’anima, quel luogo dove si accumulano le parole non dette, le lacrime trattenute, le speranze che non hanno trovato spazio. Scrivo perché quel silenzio non è vuoto: è pieno di vita, di lotta, di verità. Ho vissuto l’invisibilità. Ho visto gli sguardi che evitano, le parole che minimizzano, i gesti che ignorano. Ho chiesto aiuto, e ho ricevuto il rifiuto. Il giudizio sprezzante. Ho superato la vergogna, ho trovato il coraggio… e sono diventato muro. Da quel giorno, ho imparato a non espormi. A fingere forza, a ostentare sicurezza, a camminare con la testa alta anche quando dentro mi...

I luoghi del cuore

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  Tra gli anni sessanta e settanta non c'era la movida ma c'era la passeggiata su corso Mazzini, villa Trieste o Margherita, il mercato, il Masciari, il Supercinema, il politeama, il Comunale tutti ubicati nel centro storico catanzarese circoscritto da una fascia urbana che stava crescendo. Nel quartiere di San Leonardo qualche decennio prima iniziò l'urbanizzazione e fu sede del cinema Odeon (1952) prospicente ai giardini meta della generazione di quegli anni turbolenti altrove ma sonnacchiosi a Catanzaro che comunque stava aprendosi alle nuove tensioni sociali e culturali.

Capodanno rai: cosa resta dopo?

  L'argomento non manca. da qui a capodanno abbiamo di che parlare. il capodanno in rai si terrà a Catanzaro marina. È ufficiale! quindi tutti soddisfatti! come se l'evento risolvesse tutti i mali di noi residenti e impossibilitati a scappare da questa terra amata ma irriconoscente. No correggo: non è la terra a d essere irriconoscente ma gli squali che la governano.

Tra innocenza e malizia

  società, new media  Innocente malizia. Innocente è chi non ha commesso reati di nessun genere; chi ha gli occhi e non vede il male ma solo Bellezza. si ha la sensazione, però, guardando ai nuovi mezzi di comunicazione che non esista più l'innocente, l'innocenza di chi guarda davanti a sé senza maliziare. imbattersi, ed è questo il motivo della riflessione, in una bambina appena pubere che si fa un auotscatto e che guarda fissa l'obiettivo dell'iphone, forse di ultima generazione, non so visto che non sono addentro alle ultime nascite dell'alta tecnologia, con il musetto a culo di gallina mi fa senso! non è per bigottismo: la mia generazione ha visto e vissuto le rivoluzioni femministe, della “FŸa” è mia e la gestisco da me, delle minigonne e del rogo dei reggiseni.  

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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