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martedì 6 aprile 2021

l'ultimo chiodo

L'ultimo chiodo.

Tornò alla carica a più riprese l'uccellino. Le tentò tutte. Saltellò dalla testa ai piedi. Poi ritornò sul palmo della mano è cercò di estrarre il grosso chiodo che la teneva fissata al legno. Il sangue, parzialmente coagulato, sporcò le sue bianche piume. Ma non diede peso. Gonfiò le ali e il petto, triplicò le forze. Puntò le zampette nel palmo facendo attenzione a non toccare la carne viva ma senza risultato; ogni sforzo risultò vano e non gli rimase che volare via per mettersi al riparo. Qualcuno con in mano una tenaglia agitò l'aria, si avvicinò cupo, s'inginocchiò e estrasse l'ultimo chiodo. L'uomo liberato fu adagiato nel lenzuolo e avvolto. L'uccellino volò via sporco di rosso sangue. Da quel giorno, per ricordare la misericordia dimostrata verso chi soffriva, l'uccellino prese il nome di pettirosso.




lunedì 5 aprile 2010

pietas da video e solidarietà quotidiana


Pietas da videoguardoni

La gente trattiene il respiro, s’indigna davanti alle scene violente e tira un sospiro di sollievo appena il “buono” sfugge al “cattivo”.
L’eterna lotta tra il bene e il male affascina sempre. Autori, registi, attori e spettatori sposano le parti. S’immedesimano. Parteggiano! E il bene ha sempre un grandissimo numero di sostenitori.
Alcuni spettatori si commuovono. Piangono. Segno che il messaggio è arrivato diritto a toccare le sensibilità presenti; ha scosso le coscienze.

A volte, anche le notizie giornalistiche pongono lo spettatore in uno stato d’animo analogo.
La cruenta azione, inspiegabile per le persone lontane geograficamente e culturalmente, catturata trasmessa e commentata dai cronisti lascia sgomenti e sbigottiti quanti apprendono la notizia, pone loro interrogativi, mentre seduti comodamente a casa, all’ora di cena, sono al centro di una catastrofe, tutto sommato estranea.
Le devastazioni prodotte da eventi naturali lasciano senz’altro il segno, turbano le sensibilità e muovono la solidarietà umana, salvo poi, vedere la stessa gente, che poco prima aveva pianto per i mali altrui, aggredire il proprio vicino di casa, inveire contro gli extracomunitari, i disabili, i meridionali, gli zingari…

Si può inquadrare o definire opportunismo politico tale atteggiamento? Che, si potrebbe tradurre in umano egoismo? Nel senso che, volgarizzato suona grosso modo così:
lontano dai miei interessi tutto può succedere. E se stai lontano da me riesci anche a commuovermi, ti aiuto pure ma se vieni a destabilizzare il mio mondo… sono cazzi tuoi.

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