non c'è doppio fondo nella valigia dell'arte

Non c’è doppio fondo nella valigia dell’arte.* Eppure, i “conoscitori” dell’arte, come li appellano gl’inglesi, tentano di dare diverse interpretazioni. Chiunque si occupi di storia degli stili sa quanto sia utile pensare secondo classi morfologiche. Non c’è nulla di male!, è importante, però, non confondere il modello con la cosa; poiché spesso accade, che, nella volontà di stabilire un’esperienza artistica chiara e ordinata, si ripulisce l’opera d’arte fino a trasformarla in oggetto estetico . Tanto per chiarire: Le Corbusier intendeva la casa come una “ machine a vivre ”; allo stesso modo, i critici d’arte vedono il “quadro”, la “cosa” artistica come una “ machine à sentir ”, catalogata e catalogabile in correnti per avvalorare tesi e fattori economici. Le “ grandi pulizie dell’arte ”, operate dagli artisti, consumato il primo momento di enfasi riformista, tornano a galleggiare nel putridume della banalità concettuale dei media. E' confortante sentirsi dire che no...