Oltre i vetri una lingua di sole taglia il pavimento. Una palla indefinita sta lì, immobile! Che sarà?, mi chiedo. Non ho lasciato niente sul balcone. E non ho steso panni ad asciugare. Quindi? Mi avvicino e, come un equilibrista dal fare incerto, un passo dietro l'altro, si allontana dall'infisso del balcone. È un piccione! Infreddolito, cerca ristoro su quella lingua di sole adagiata sulle mattonelle. Ha paura. Saltella. Sbatte. Mi allontano. Tenta di alzarsi in volo. E riesce dopo vari tentativi a salire sul davanzale. Si ferma. Cerca e trova ristoro al caldo abbraccio del sole. È in buona salute. Si vede benissimo! Ciononostante gli avvicino mezzo panino. Nathan, il piccione, questo il nome che abbiamo pensato per lui, non lo degna. Fa il pieno di calore e spicca il volo. L'inverno è un pessimo alleato. Mi riporta alla mente una roba analoga: mi trovavo in viaggio. La 500L camminava spedita. E subito dopo un tornante, uno dei tanti della strada di montagna, tra i...