Pasquino Crupi, un Calabrese Scomodo

Mario Iannino 2013, "cartoline dalla Calabria"
Meridionalista. Così è definito chi spende le proprie energie per rivendicare diritti cancellati o calpestati per favorire altre realtà economiche, politiche e culturali.
Non si tratta di una strenua difesa del territorio d'origine imputabile, come spesso si sente dire da qualche personaggio che fa della spocchia la sua fortuna, di amore viscerale verso le proprie origini.

I meridionalisti calabresi, conosciuti e non dai conterranei, vivono le contraddizioni politiche che si riflettono sulla società e li scandagliano. Suffragano le ricerche con studi scientifici e le condiscono con analisi liberali per renderle libere da preconcetti e faziosità.

Insomma, annullano le realtà dei se e dei ma e polverizzano le colonne granitiche dell'ignoranza con dati di fatto inoppugnabili.

Pasquino Crupi è uno di questi! Studioso. Meridionalista convinto. Ha dato il suo apporto alla causa meridionalista con lo strumento a lui più affine: la scrittura.

Una scrittura suffragata, ripeto dalla storia. Non la storia ufficiale che si studia a scuola ma quella tessuta coi nomi dei molti calabresi volutamente ignorati dal sistema.

La letteratura Calabrese raccontata ai calabresi all'estero”, un libro di 272 pagine pubblicato nel 1999 per la Biblioteca Università per Stranieri “Dante Alighieri” e curato da Gisella Murgia ne è la testimonianza.

Nella sua introduzione, il prof. Pasquino Crupi, che della “Dante Alighieri” è stato prorettore, scrive:

Perché raccontare la Letteratura Calabrese ai nostri emigranti, nonni, padri o figli che siano?
La risposta sta nella condizione attuale dell'emigrazione calabrese, che è riuscita a mutare il suo disagio sociale nei paesi d'immigrazione, ma non è riuscita a cambiare su di essa il giudizio dei governanti e dei governati. I calabresi non sono accettati ma decisamente rifiutati. Sono intesi ancora come portatori di forza-lavoro provenienti da un territorio privo di cultura, barbaro e primitivo.”

il prof. Crupi si è spento ieri ma il suo pensiero rimane ad illuminare quanti, calabresi e non, vogliono camminare sul solco scavato da Lui e dagli eminenti intellettuali citati nei suoi scritti: Barlaam da Seminara, Leonzio Pilato, Bernardino Telesio, Tommaso Campanella, Pirro Schettini, Carlo D'Aquino, Gian Vincenzo Gravina, Vincenzo Padula … e gli altri a venire.

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