disagi sociali, inquinamenti e disfunzioni



Disagi sociali, inquinamenti ambientali e disfunzioni mentali.

Pare che Padre Pio, davanti ad una mamma che soffriva freddo e fame, abbia svuotato la cassetta delle offerte e abbia dato il contenuto della pietà popolare alla donna bisognosa. Altre persone, semplici, si sono spogliate degli averi per soccorrere sconosciuti in stato di necessità.

Parliamo di tempi in cui sopravvivere alla fame e alle malattie provocate dall'indigenza era una fortuna insperata; quasi come vincere alla lotteria.

Gli uomini si spaccavano la schiena nei campi o nelle miniere; gli operai delle fabbriche erano dei privilegiati nel contesto sociale del sottoproletariato e chi aveva la possibilità di condurre una vita priva di stenti o agiata era stimato. Insomma, bastava tirare la giornata, sfamare la famiglia e andare avanti con dignità per essere, non felici ma, tranquilli e sereni.

Oggi le necessità sono cambiate: necessita la casa, la macchina, il telefonino, il personal computer, la tv al plasma, i vestiti firmati, le scarpe, i profumi, la palestra, la dieta… Per queste necessità la solidarietà spicciola non basta! Quindi, si ricorre a espedienti più o meno leciti pur di soddisfare i bisogni dettati dalla facciata frivola degli sciocchi.

Gli stessi che probabilmente inquinano o uccidono senza pensarci due volte; incuranti delle conseguenze che marchieranno per lungo tempo il territorio con le malefatte operate. Senza contare che i mezzi di comunicazione di massa non faranno sconti o distinzioni nel dare le notizie; e a nulla vale il mare limpido, i siti storici illuminati da tramonti ineguagliabili, le belle e comode infrastrutture, la cortesia dei più se basta il gesto di un cretino che appicca il fuoco perché malato di fobie o spara nel mucchio e uccide innocenti; o, ancora, inquina per reconditi motivi le acque.
Considerazioni:
Possibile che ci siamo bevuti il cervello dietro alle lusinghe effimere della bella vita? Quella vita descritta dal gossip che la gran massa non potrà mai vivere?
Oppure ci troviamo di fronte alla disperazione di padri di famiglia che non sanno come districarsi per dare una parvenza di normalità ai propri cari?

Quanto influiscono queste motivazioni con le chiazze oleose frammiste con componenti organiche che galleggiano nelle insenature dello jonio tra Montauro e Montepaone a determinate ore del giorno? E con l’intossicazione collettiva degli ospiti del club vacanze di Le Castella? O col killer che uccide un uomo davanti gli occhi del figlio?...
Risposte:…

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Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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