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Visualizzazione dei post con l'etichetta tradizioni popolari

Halloween, festa dei morti viventi

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  Quando ancora non era arrivata l'ondata dell'eco americano e la festa dei morti era un'usanza che oscillava tra religiosità e folklore, in Calabria si ricordavano i defunti così: Senza maschere, balli, canti e vestiti dedicati all'horror sornione dettati dal consumismo sfrenato. In modo diverso, meno festaiolo, anzi per niente festaiolo e più raccolto. Il giorno dei morti era vissuto come un momento d'intimità vera che riportava il pensiero all'amore viscerale nutrito in vita e stroncato dalla morte nella semplicità assoluta di quanti aspettavano devotamente la festa. Uno stato sociale semplice che sciorinava di casa in casa nenie e candele accese poste alle finestre per indicare la strada ai cari che tornavano in quella notte a far visita ai parenti rimasti sulla terra.

Alle nonne e ai nonni, pilastri intramontabili

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  Scrivere parole e frasi dialettali in italiano è quasi impossibile. Alcune espressioni non trovano corrispondenze tra lo slang della parola parlata nei luoghi d'origine , le lettere dell'alfabeto italiano e la relativa onomatopea.  Un esempio: Caffè, in italiano si scrive e si pronuncia tale e quale; ma se facciamo una breve gita panoramica tra gli idiomi d'Italia ci accorgiamo che a Napoli, grosso modo, dicono: 'o ccafhé! Mentre in Calabria diciamo cafhè con “f” e “h” aspirata. E le labbra rimangono aperte. Esattamente pronunciamo questa parola quasi in un soffio che elide la "F": cahè. Altre consonanti, invece, sembrano essere a metà tra la “N” e la “D” perché la punta della lingua si appoggia al palato ma emette un suono più duro, simile alla "N". come nel casi di: Beddha . In italiano “bella”, stesso concetto nel lessico dialettale ma, se ascoltiamo bene durante la pronuncia non sembrano esistere nessuna delle due lettere "D e H"...

L'Immacolata, appuntamento caro nella comunità di una volta

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  Dogmi a parte l'Immacolata per noi che siamo cresciuti secondo gli insegnamenti Cristiani è la festa che precede il santo Natale ed è il giorno in cui si fa l'albero in quasi tutte le case. Alcune famiglie preferiscono il presepe per ricordare e festeggiare la nascita del Salvatore. Altre addobbano l'albero e il presepe insieme. Per noi bambini dell'altro ieri l'Immacolata non solo era il preludio di caldi giorni spensierati che vedeva parenti e amici attorno ai tavoli delle cucine e dei soggiorni immersi negli inconfondibili odori del Natale ma era principalmente la parte più attesa dell'anno. Erano tempi in cui i desideri, semplici ma pressanti, prendevano forma. E sapevamo inventare favole. Costruire giochi effimeri che avevano brevi vite. Storie d'avventura a bordo di navi di carta. ( e chi la vedeva all'epoca la carta, un foglio di giornale... materiale ritenuto sacro che gli si dava un valore aggiunto anche quando era inservibile per gli sco...

Catanzaro il Presepe di via Magenta

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La periferia, sia essa di città o nazioni, è sempre problematica. Le occasioni per essere e sentirsi lontani dai sistemi centrali decisionali del potere e quindi dalle attenzioni mediatiche ma prima ancora sociali e strutturali non mancano mai. Del degrado che regna sovrano inutile parlarne. Puntiamo invece le attenzioni laddove c'è positività e grazie alla passione di pochi si riesce ancora a far rivivere il clima del S. Natale.  Attraverso le tradizioni e mettendole in atto con scenografie che fanno parte del bagaglio culturale cristiano anche quest'anno le luci della Natività ricordano il lieto Evento nel quartiere Corvo in Catanzaro. È pura passione devozionale che mette insieme alcune persone. E li fa operare da professionisti per realizzare il presepe entro i confini del complesso condominiale “calabria” in via Magenta. Iniziano a lavorare mesi prima del lieto evento. e ancora col caldo della bella stagione, ognuno, in base alle competenze adeguate, stila un programma e...

A tijana e pasqua calabrisa

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Agnello al forno calabrese Per le feste di Pasqua in Calabria rimangono salde le tradizioni religiose e culinarie. Nei paesi i fedeli si preparano per la processione. Catanzaro esprime la religiosità e la passione di Cristo con la “naca”, si suonano le “troccole” per le strade e i “vattienti sanguinano a Nocera Tirinese. Processioni e visite ai sepolcri, ma anche dolci, cuzzupe, nepitelle, agnello in tegame: 'a tigana o tijana, e a capureddha. Il sacrificio dell'agnello pasquale è un rituale antico. Noi mangiamo l'agnello di Cristo. Un tempo la carne era un lusso riservato ai benestanti mentre il ceto medio o povero doveva aspettare le feste per potersi permettere un pezzo di capra, pecora o agnello. Non si buttava niente! Anche la testa dell'agnello si metteva nel forno tra gli altri pezzi di carne insieme alle patate e ai piselli e carciofi. Il tutto spolverato con abbondante mollica aromatizzata. Non era e non è inteso, in base al rituale, il pranzo pasquale...

Il fascino dell'argilla

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Maschere apotropaiche, folklore e tradizione popolare calabrese nelle ceramiche di Tina e Mimmo Tripodi Ti ho mandato l'invito su Face l'hai visto? No! Di che si tratta? Questa sera ci sarà una dimostrazione di ceramica. Ti aspetto! Mi raccomando non mancare. A che ora? Dalle 16e30 fino alle 19. non so se ce la faccio a venire. Ho dei piccoli impicci da sbrigare. Però se faccio in tempo vengo volentieri. 16,35. Catanzaro Lido. Appena cinque minuti di ritardo. Parcheggio la macchina e entro nella galleria sulle cui pareti rosse sono in bella mostra le tipiche maschere apotropaiche del tirreno reggino. La platea è composta da persone adulte e da una bambina, è proprio la bimba di otto anni a catturare la mia attenzione: è attentissima, pende dalle labbra della signora Tina Patamia , moglie del maestro ceramista Mimmo Tripodi , entrambi presenti in galleria per l'evento organizzato da Antonella Gentile .

Pasqua di Resurrezione nella tradizione popolare

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È Pasqua. Per i cristiani la SS Pasqua ha il significato profondo di redenzione del Corpo e dello Spirito di Cristo e dei credenti che praticano nella vita di tutti i giorni la Parola del Signore. Anche se è difficilissimo incontrare chi pratica il Vangelo come vorrebbe Gesù è, invece, facilissimo imbattersi in gente che segue pedissequamente le tradizioni popolari nei periodi stabiliti dalle autorità ecclesiastiche. Si va dalla “naca” di Catanzaro all'affruntata della zona di Vibo , si visitano i sepolcri rigorosamente nell'ordine dei numeri dispari nella propria città in tre chiese differenti. Ma c'è anche chi fa un salto a Nocera Terinese per assistere alle sferzate che si auto infliggono i “vattienti” . "pastiera e uova sode"

Il Morzello, storia e ingredienti della cucina povera catanzarese

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Di necessità virtù. Quando si ha fame e non ci sono troppe possibilità per colmarla ogni cosa commestibile è ben accetta. Ed è così che nasce il piatto tipico della cucina povera catanzarese: il morzello! Secondo la tradizione orale pare che durante uno dei tanti periodi di carestia che solitamente tocca i ceti poveri e indifesi, quando, per capirci, la carne era presente solo ed esclusivamente sulle tavole dei benestanti, un inserviente che lavava le vasche al macello si vide ripagare il lavoro con delle interiora di vacche appena macellate. Il pover'uomo portò le interiora sporche e sanguinolenti alla moglie e le disse di recuperare qualcosa. La donna che doveva badare ad una prole numerosa non fece una piega. Svuotò la trippa al fiume e la grattò ben bene fino a farla diventare bianca. La mise nel secchio con del limone. Aggiunse milza e polmone ben lavati. Riempì una brocca d'acqua e fece ritorno a casa. Accese il fuoco. Poggiò sul treppiede in mezzo al focol...

20 aprile, Pasqua di Resurrezione

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la ricetta la trovi qui... AUGURI. E CHE SIA DAVVERO UNA PASQUA DI RESURREZIONE!

a cuzzupa, tipico dolce pasquale calabrese

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"cuzzupa" Vacanze a parte, il periodo della pentecoste lascia ricordi indelebili nella mente di ognuno, basta l’odore delle cuzzupe calde, fatte con farina, grasso di maiale, uova, lievito e latte, che le donne calabresi impastano in un attimo e, raggiunta la giusta consistenza, la pasta assume le forme più disparate, ciambelle guarnite con uova sode, sette per il fidanzato, come auspicio per farlo sedere e non lasciare la casa della ragazza innamorata, uno, tre, ma anche nessun uovo per gli amici. Qualcuno per la suocera. Cuzzupe a forma di ciambella, di bambole, cestini e lettere dell’alfabeto quando è indirizzata a una persona specifica. “a cuzzupa”, dolce pasquale calabrese, assomma peculiarità antropologiche territoriali e qualità organolettiche singolari, che, alla stregua delle madaleine di proustiana memoria, ha il dono di riportare indietro nel tempo chiunque si trovi nei pressi di una casa o un forno. Un tempo, le donne che non possedevano forni ad...

natale in Calabria

Le tradizioni dei Calabresi: il pranzo di Natale Di generazione in generazione, dapprima per necessità e dopo per nostalgia, si tramandano ritualità che riguardano ricorrenze importanti per intere comunità come il S. Natale, capodanno, la S. Pasqua, le feste patronali, i compleanni e le date importanti che, a differenza delle feste comandate e calendarizzate secondo la religione d’appartenenza, ricordano significativi momenti per chi li onora. Nella quasi totalità dei paesi calabresi, la vigilia di Natale si trascorre in famiglia tra odori inconfondibili provenienti dai fornelli e l’odore dei mandarini sbucciati per coprire i numeri della tombola in sala da pranzo. A mezzogiorno sono di prassi le frittelle accompagnate da formaggi, olive, salame e pane, il tutto bagnato con del vino rosso. Frittelle fatte con farina e patate, imbottite con le alici, il tonno o senza nessun ripieno. Il pasto del giorno è rigorosamente ridotto a uno spuntino freddo, non solo per ricordare i temp...

anni 60, 70 pausa caffè a catanzaro: u morzeddhu

Catanzaro, anni 60-70 e un po’ 80: ore 10.00/10,30 “A zia Angiulina”, “a Fregola” e altri osti scoperchiano i pentoloni. Nuvole di fumo avviluppano i volti. Gli avventori abituali “da' puticha” prendono posto. I camerieri, ma anche gli avventori stessi in quanto confidenziali amici, portano in tavola il mezzolitro di rosso, tovaglioli di carta spessa, peperoncino piccante e, per chi la chiede, gassosa. Nel frattempo zia Angelina gira il mestolo nelle frattaglie, sente la densità e riempie le pitte, che una volta farcite immerge nel sugo per insaporire abbondantemente le estremità. L’odore intenso di sugo di pomodoro e di frattaglie di vacca condite con grasso animale si spande nei vicoletti del centro storico, gli artigiani e gli operai, ma anche gli impiegati non disdegnano e sospendono il lavoro per la corposa “pausa caffè”. Oggi lo stile di vita è cambiato: pochi frequentano le bettole al mattino tra le 10/10 e 30, anche perché poche sono le cucine a conduzione familiare ch...

Benvenuti!

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Chi siamo

Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria. Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati. Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni. Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante. Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale. Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise. Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza. Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare. Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola. Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.

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