L'attesa

E poi, a sera, ti metti comodo, nella poltrona preferita e lasci andare la mano. Al principio cerchi solo di spegnere la mente. E non pensare. Mettere fuori la porta le notizie peggiori. Quelle notizie deleterie che avvelenano le coscienze peggio della pandemia che ci costringe a tenere alta la guardia. La mano va . Traccia in una sorta di scrittura automatica segni e forme ataviche. Qualcosa prende forma sul foglio. E ti accorgi che non tutti i problemi sono rimasti fuori la porta. Le tematiche serie si sono radicate e condizionano il subconscio. Prendono forma. E non possono sfuggire alla dittatura critica razionale. I volumi si evidenziano. Le linee si allungano fino a dare forme concrete e assolutamente attuali: l'Africa; la Calabria come terre da colonizzare. E la figura umana che assurge a simbolo universale della creatività spesso confusa, umiliata, posseduta e poco amata davvero: la donna! Il tutto amalgamato dai chiaroscuri mentali delle forme dis-umane che allignano ...