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sabato 24 aprile 2021

Rinascita scott, spettacolarizzazione o notizia?

Tre piani.

Tre piani di pubblicità occupano mezza costruzione di un palazzo sulla strada per Marina di Catanzaro.

Difficile non vederlo! Impossibile non leggere il messaggio.

La pubblicità è l'anima del commercio e anche il pane quotidiano di pubblicitari e grafici che campano di questo.

L'enorme e ingombrante cartellone pubblicitario comunica qualcosa d'inusuale. Non si riferisce a un prodotto di largo consumo per le famiglie e neppure suggerisce una merce. Non è neanche una campagna sensibilizzante o socialmente utile.

Non è, a mio avviso, la vetrina di qualche evento culturale. Che so, un messaggio per i cittadini che indichi l'inaugurazione di una esposizione artistica o la premier teatrale; l'inaugurazione di un qualche e vento qualsiasi inerente alla crescita intellettuale. E in momenti come questi segnati dall'odio e dalle maldicenze gratuite, dalla cattiveria e dalla sopraffazione mediatica mirata alla conquista di spazi personalistici, Dio solo sa quanto avremmo bisogno di un po' di positività.

Ovviamente la cronaca fa parte della dialettica democratica. E i giornalisti e gli opinionisti hanno pieno diritto a esprimere il loro pensiero.

L'informazione, per la democrazia e la libertà d'espressione che rappresenta, è sale per gli intelletti agili.

Non conosco il palinsesto della televisione privata e neppure la programmazione dell'editore che ha commissionato il manifesto ma una domanda sorge spontanea: può un mega-processo trasformarsi in intrattenimento mediatico?

Sì, un evento che vede le forze contrapposte della società malata allo Stato e a cui il dr. Gratteri non intendeva affatto dare una vetrina o metterli sotto i riflettori mediatici. Tant'è che fino ad ora le telecamere sono rimaste fuori dall'aula.

I cameraman sono stati tenuti fuori, ritengo, per evitare il deprimente voyeurismo e la spettacolarizzazione quasi morbosa di certi fatti, mentre all'interno delle aule bunker di Lamezia Terme, luogo in cui si svolge il processo per mafia, accedono solo i legali delle parti, gli avvocati, i giudici, gli accusati e i giornalisti senza telecamere al seguito.




lunedì 12 novembre 2012

chi ha paura di Grillo?

Grillo? Un genio! Parola di creativo!

Come altrimenti può essere definito uno che da assente è (suo malgrado?) ospite d'onore in una trasmissione della 7?
Pochi hanno capito la genialità di questo guitto che, forte del suo mestiere di comico, ha fatto della satira un'arma micidiale contro la cattiva classe dirigente politica italiana.
Molti lo temono!
Politicanti e giornalai annaspano nell'aria fritta dei loro discorsi inconcludenti che nel tentativo di delegittimarlo e renderlo ridicolo agli occhi dei “colti” definiscono lui e il M5S un branco di ignoranti antipolitici che pensano solo ed esclusivamente a loro stessi.
Certo fa senso, in una società appiattita sulle cazzate dei massmedia, regno incontrastato dei cloni al silicone un tempo definiti servi sciocchi, sentire che un leader politico invita i suoi di non partecipare ai talk show televisivi. E poi, quella falsa ritrosia moraleggiante nel sentire parole comuni volare in e per ogni dove nella vita di tutti i giorni di ognuno di noi, è davvero ridicola!

La verità? È che Grillo e il suo manipolo fanno paura.
Questa, finalmente, la vera rivoluzione dal basso carica di cultura popolare che non è fatta solo di pancia.

mercoledì 17 ottobre 2012

la disinformazione ai tempi del web

Navigando nel web mi sono imbattuto in un articolo di Carlo Formenti pubblicato sul Corriere della sera il 28 febbraio del 2011 dal titolo:
La “Disinformazia” ai tempi del Web
sottotitolo:
Identità Multiple per Depistare.
Articolo interessante! Ed è per questo motivo che lo ripropongo ai lettori del blog e all'attenzione di quanti credano che la delazione sia un'arma da usare con disinvoltura nei confronti dei concorrenti più “bravi”.
Internet, si dice, è un medium più democratico di quelli tradizionali perché non può essere usato come strumento di manipolazione dall'alto  le opinioni si formano liberamente attraverso un dibattito in cui tutti possono prendere la parola per confrontarsi «alla pari».


Ma le cose non vanno sempre così. Lo sa bene George Monbiot, blogger e firma del Guardian, impegnato in una crociata personale contro le pratiche di disinformazione messe in atto da governi e corporation per inquinare i dibattiti che si svolgono su forum, mailing list e social network fra cittadini, consumatori e utenti.

La tecnica più in voga usata, fra gli altri, dal governo cinese per attaccare i blogger dissidenti e dall'industria del tabacco per screditare le campagne contro i danni del fumo passivo, consiste nell'arruolare squadre di agenti provocatori per far degenerare in rissa le discussioni, spargere false informazioni, diffamare le persone e le istituzioni che si vogliono screditare, ecc.
Sembra tuttavia che queste strategie stiano per compiere un salto di qualità:

Un noto e prestigioso blog politico americano, il DaiIy Kos, scrive infatti di avere ottenuto da una «gola profonda» alcune mail (delle quali pubblica stralci) sottratte alla società HB Gary, che fornisce servizi a varie agenzie governative Usa, come la Cia e il ministero della Difesa, dalle quali si scopre che l’azienda in questione sarebbe dotata di software di «persona management», cioè di programmi che consentirebbero a un soggetto impegnato in una campagna di disinformazione di assumere contemporaneamente fino a 70 identità (profili di social network, account in forum, ecc.) gestendole in parallelo;
il tutto senza che si possa scoprire chi tira i fili di queste marionette virtuali. E’ normale, si dirà, la «disinformazia» è antica come il potere.
Ma la rapidità con cui il potere ha saputo reinventarla nell'epoca di Internet suscita una certa rabbia: «bombardare» le masse dall'alto con false informazioni non è bello, ma infiltrarsi in un ambiente dove la gente credeva di poter finalmente mettere liberamente a confronto le proprie opinioni è molto più vile e disgustoso.


venerdì 1 giugno 2012

notizie ansia, Mark ha le pezze al culo

Per al serie "le cattive notizie non giungono mai da sole! Dopo la crisi mondiale causata dalle banche, la dittatura dello spread il terremoto in Emilia Romagna i morti la ricostruzione e l'ennesimo aumento di due cents sulla benzina per aiutare i terremotati che nessuno mai più toglierà,(stiamo ancora pagando per la disgrazia del Vaionte e per la guerra in Libia del secolo scorso) ecco una notizia disarmante battuta dall'ANSA:

NOTIZIE ANSIA DEVASTANTI X LA VITA DELLA COMUNITÀ:

L'amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, esce dalla classifica Bloomberg dei 40 più ricchi al mondo. La sua ricchezza si e' ridotta di 5 miliardi di dollari, dai 19,4 del 18 maggio ai 14,7 miliardi del 29 maggio, in seguito al crollo delle azioni Facebook.

Poverino! E mò?
URGE COLLETTA, SMS DI SOLIDARIETÀ? Fateci sapere!!!Aspettiamo fiduciosi … povero Mark.

venerdì 11 maggio 2012

Annarosa Macrì, libertà di pensiero e professionalità nemici in RAI

In Italia, la RAI è la televisione di Stato! Una televisione generalista che si mantiene con l'abbonamento obbligatorio dei cittadini in possesso di un televisore e con la pubblicità. Di conseguenza, chi paga il canone è in parte “proprietario” del servizio e come tale dovrebbe essere tenuto in considerazione da chi sovrintende ai vertici aziendali. Di fatto, i partiti governano la televisione di Stato. Le poltrone sono suddivise secondo la volontà dei partiti politici mentre il governo in carica ha la maggioranza. Un tempo si diceva: RAI 1 è democristiana; RAI 2 socialista; RAI 3 comunista. Ciononostante i servizi tematici, complessivamente sono stati in grado di offrire un discreto modello di saperi e contribuito nell'alfabetizzazione di quanti sopravvissuti a fame e guerra. Chi non ricorda “non è mai troppo tardi”, “Angelo Lombardi, l'amico degli animali”, “Rin Ti Tin” “Lassie” “La nonna del Corsaro Nero” “Canzonissima”... e l'eccessiva attenzione censoria di quanto andava trasmesso.
Oggi si è passato da un eccesso all'altro!
Il servizio pubblico che la RAI offre, in quanto televisione di Stato, non sempre tiene nella giusta considerazione la libertà e la pluralità di pensiero di lavoratori Rai e cittadini utenti.

Senza farla troppo lunga, ha ragione Santoro, nell'azienda serve professionalità non servilismo di minzoliniana memoria.
Urge un'informazione libera, non soggetta a censure partitiche o personali. Un'informazione onesta!
Ma pare che questo non paghi i partiti e gli uomini che li governano malamente. Allora si defenestra un buon giornalista perchè ha osato approfondire un'inchiesta spinosa; ha documentato un giro di connivenze e mal vessazioni, affari sporchi fiancheggiati dai politici o semplicemente la superficialità di questi ultimi nello gestire la cosa pubblica, lo sperpero del denaro pubblico fiancheggiati da dirigenti compiacenti o, peggio, servili per gioco forza perché nominati dalla politica.

Bene, dopo le ben note vicende sul canale nazionale RAI 1, anche la testata giornalistica della Calabria pare abbia il suo Minzolini! Il taglio è quello inviso alla democrazie e al rispetto degli utenti. Basta vederne uno per capire omissioni e vacuità delle notizie spesso prive di riscontro ma complete di strafalcioni.
Forse è per questo motivo che non si vogliono concedere diversivi leciti come collaborare con quotidiani stampati che, per il solo fatto di scrivere un articolo, possano distogliere le giornaliste brave come Annarosa Macrì dal loro impegno principale di dipendenti RAI?

Chi è Annarosa Macrì?

Annarosa Macrì è una giornalista seria tutta di un pezzo. Professionista di valore, persona di cultura raffinata, scelta da Enzo Biagi (che sia proprio questo il suo peccato?) per le sue indimenticabili trasmissioni - vere e proprie lezioni di giornalismo - lei ha anche il dono di una straordinaria scrittura, limpida nella costruzione, densa nei contenuti e coinvolgente nel coraggio. Troppo brava e libera per essere tollerata in un mondo di nani e ballerine. Ebbene, poco dopo un cambio al vertice dell'informazione televisiva regionale, per caso coincidente con un cambio di quadro politico in Calabria, quattordici mesi fa parte un provvedimento disciplinare che obbliga Annarosa Macrì a sospendere la sua collaborazione con il Quotidiano di Calabria. Collaborazione che non interferiva affatto con la sua attività alla Rai tant'è vero che dopo qualche mese il provvedimento fu archiviato.

Dieci mesi fa lei chiese l'autorizzazione alla direzione della Rai di poter riprendere la collaborazione. Pochi giorni fa la lapidaria comunicazione: «Il Direttore Generale, con lettera riservata indirizzata al Direttore di Testata e ricevuta questo pomeriggio, ha riscontrato negativamente la richiesta di autorizzazione alla collaborazione con il "Quotidiano della Calabria"». Nessuna motivazione, un no secco, contrattualmente ineccepibile. Infatti, il contratto di lavoro giornalistico (articolo 8) lascia piena libertà al direttore, d'accordo con l'editore, di non rilasciare autorizzazioni a collaborazioni quando l'assunzione preveda la prestazione d'opera esclusiva. Naturalmente è raro che l'autorizzazione sia negata. Soprattutto di una grande azienda pubblica dal carattere ecumenico come la Rai.
Ma questa volta è andata così!

giovedì 10 maggio 2012

Caso Catanzaro tra tatticismi e realtà

Non è tempo di badare alla forma ma alla sostanza! Lo dicono le azioni e i fatti del gruppo dirigente regionale del PDL calabrese che continuano ostinatamente a volere lavare i panni sporchi in famiglia.
Caparbiamente Wanda Ferro sostiene che le dimissioni di Traversa dopo soli 7 mesi dalla carica di sindaco dipendono esclusivamente dal dissesto economico del comune. E questo fa incazzare tutti i catanzaresi specialmente quelli che hanno dato fiducia a Michele Traversa!
Perchè, si chiedono i cittadini di Catanzaro, Michele viveva nel paese delle meraviglie? Ma se è vero che ha trovato debiti perchè non lo ha denunciato immediatamente invece di mettersi a sperperare i soldi comunali in luminarie giochi e feste? E poi, un Amministratore politico di rispetto non fugge davanti ai problemi ma li risolve o quantomeno tenta di risolverli insieme a tutti i consiglieri e se necessario coinvolgendo anche la città.

La sensazione di chi vive la realtà di Catanzaro, raccontata dai cittadini, è di assistere ancora una volta alla farsa dei politici schierati e fiancheggiati dalla rai regionale che legge notiziari a favore del potere politico del momento. Sembra di rivivere le stesse verità di chi sosteneva a spada tratta che Ruby era la figlia di Mubarak.

La giunta Abramo qualora dovesse risultare valido il responso delle urne si porta dietro etichette ed epiteti irripetibili che dimostrano la distanza tra i cittadini e una classe politica parolaia e poco credibile .
Ma per loro (politici e portatori d'acqua) questo non è un problema.
Ecco spiegati i capitali investiti per le campagne elettorali e impegnati nella compravendita dei voti al vaglio della magistratura.
Non è questa la classe dirigente che la Calabria vuole.

venerdì 10 febbraio 2012

TGR Calabria, strano modo di fare informazione

Catanzaro è un'isola felice! Un'isola esente dalle paure del maltempo che invece serpeggia nel resto della regione e dell'Italia intera.
Il TG della Calabria si dilunga col sindaco e il presidente della provincia di Cosenza sull'emergenza neve e chiede a quest'ultimo qualche storiella strappa lacrime che Oliverio narra prontamente con voce greve: il dottor tal dei tali, sindaco di un paesino sommerso dalla neve, si carica la bombola dell'ossigeno sulle spalle per soccorrere un asmatico.
Oliverio batte Alemanno 1 a 0!
e il sindaco di Cosenza può rimanere indietro? Certamente no! Tant'è che alla domanda del giornalista “sindaco la neve è arrivata prima del previsto su Cosenza: l'aspettavamo per stasera ed è arrivata in mattinata senza però trovarci impreparati” risponde con un compiaciuto "siamo stati all'erta!".

non c'è che dire! Davvero un'ottima informazione regionale, quella calabrese!

E intanto i lavoratori della Standa, senza stipendio da sette mesi rivendicano nel silenzio dei mass media gli stipendi arretrati, il lavoro e un po' di chiarezza sul futuro per decine di lavoratori davanti alla Prefettura di Catanzaro.

Che sia un'informazione asservita? Genuflessa ai poteri temporali della politica lo si è capito da tempo, da quando Catanzaro non ha patriarchi la città e i suoi cittadini sono diventati socialmente invisibili. Eppure, il canone lo pagano!
Ma forse è una semplice dimenticanza và. D'altronde cosa vuoi che sia la sofferenza causata dalla perdita del lavoro di qualche decina di dipendenti che provoca incertezza per qualche centinaia di familiari se confrontata ai problemi connaturati alle stagioni?
Sui social network c'è una vignetta carina che suona grosso modo così: ciò che altrove si chiama inverno da noi si chiama emergenza!


martedì 25 maggio 2010

intercettazioni e informazione: chi ha vinto e chi ha perso?

Ha perso la democrazia!


I temi caldi del giorno per la politica italiana riguardano, di fatto, la modifica all’articolo 21 della Costituzione Italiana dedicato, in sintesi, alla libertà di pensiero e quindi di stampa e diffusione di notizie d’interesse comune e alla legge sulla privacy, vale a dire quelle norme che tutelano la sfera privata dei cittadini e la libertà d'espressione.

Per capire e inquadrare bene l'importanza democratica assegnata universalmente ai due concetti è opportuno ricordare che la Carta Costituzionale della Repubblica Italiana è stata redatta da illuminati Uomini che avevano vissuto il momento storico forse più drammatico dopo l’unità d’Italia.
I Padri Costituzionalisti, essendo stati testimoni attivi e attori principali della trasformazione italiana da monarchia a Repubblica Democratica, hanno soppesato bene i problemi vissuti e per evitare il ripetersi degli errori hanno pensato di redigere la Carta Madre dei Diritti e dei Doveri per tutelare la nascente Repubblica e i suoi Cittadini.

Oggi a qualcuno l’estrema trasparenza e il coinvolgimento attivo alla vita democratica non piace più e ha deciso che si deve cambiare rotta e mettere un argine alle intercettazioni e a tutte quelle azioni democratiche che hanno denunciato lo sperpero di denaro pubblico e il malaffare, gli arricchimenti illeciti, le evasioni fiscali, le fughe di capitali, la promiscuità tra politica, affari e parti malate della società, insomma non si devono rendere pubbliche tutte le marachelle fatte dai personaggi che avrebbero dovuto, tutelate i beni comuni, amministrare lo Stato e far stare meglio i cittadini, e, che invece, hanno portato gli italiani a un punto critico di povertà.

È democraticamente giusto non essere informati delle azioni dei parlamentari e dei rappresentati del Popolo Italiano in merito alle politiche economiche e sociali dello Stato?
È lecito conoscere il vero volto di chi dice di lavorare per il bene degli italiani?
Considerando che nessuno è stato eletto perché obbligato, la risposta è scontata:
chiunque assume incarichi pubblici o ha a che fare con il destino di più persone deve moralmente essere al di sopra di ogni sospetto!

venerdì 21 maggio 2010

Santoro e gli altri: prendere o lasciare?

Tra i tanti problemi che gli italiani devono affrontare sen’è aggiunto uno nuovo: la firma di Santoro per un accordo di esternalizzazione milionaria dalla rai. In effetti se paragonata alla roulette russa dei disoccupati e dei licenziati che non sanno se mangiare, pagare le bollette o portare i figli dall'oculista, questa è una gatta da pelare serissima!
Non basta la pochezza di pensiero dei politici che scodellano cazzate a non finire per tenere buoni gli elettori ora ai drammi seri si associano le mongolfiere piene di nulla!

Personalmente ritengo che l’analisi debba includere relazioni e concetti più alti come la libertà di pensiero e il rispetto della persona allorché si progetta un evento cardine per la crescita collettiva. Mi spiego meglio:

Se Santoro e altri ritengono che il servizio pubblico della comunicazione e intrattenimento è ingabbiato in meccanismi faziosi e autoritari al comando dei partiti, piuttosto che andarsene o recriminare, devono lavorare affinché le cose cambino.
È un dovere morale nei confronti dei cittadini che hanno riposto la fiducia seguendo i programmi e le gesta dei vari Biagi, Santoro, Guzzanti e compagnia.
Questo è il ruolo dei personaggi pubblici!
Un ruolo assegnato dai sostenitori nell’attimo in cui decidono di seguire il programma o l’azione liberatoria  contrapposti ai vincoli autoritari imposti dalla lottizzazione del sistema.

venerdì 2 aprile 2010

Floris, Santoro, la politica e il pubblico


Floris, Santoro, la politica e il pubblico

Alla ripresa dei talk show, oscurati durante la chermesse politica regionale, Floris ha esposto chiaramente il ruolo di chi conduce trasmissioni di approfondimento in democrazia suffragando le notizie con fatti circostanziati e onestà intellettuale, prima di dare la parola agli ospiti del suo programma Ballarò. In sintesi ha rivendicato il diritto all'informazione e all'approfondimento delle notizie d'attualità, in ossequio alle leggi democratiche in atto.

Santoro, invece, ha voluto enfatizzare maggiormente, vanificandone la portata, il consenso di quanti hanno supportato con la loro presenza la protesta a favore della stampa libera nella notte di giovedì 25 marzo 2010. L’adesione a "rai per una notte" è stata la risposta a criteri censori non conformi alla cultura italiana e i cittadini l’hanno voluto far sapere a destra e sinistra, come altrettanto fanno sapere che non sopportano più i proclami e le parole inutili dei politici ancorati a vecchi schemi mentali.

I cittadini che non hanno voce e visibilità urlano la loro presenza attraverso eventi inaspettati e, nel caso specifico, la manifestazione organizzata a favore dell’informazione libera “raiperunanotte” è uno di quei momenti opportuni per i dissenzienti, ma nello stesso tempo, questa massa enorme un tempo definita “maggioranza silenziosa”, non ama lasciarsi imbrigliare da logiche utilitaristiche politiche o personali dei burattinai di turno né tantomeno accettano di buon grado i panegirici faziosi e le lunghe dissertazioni intellettualoidi condite con colpi di scena strumentali e reagiscono con l'astensione.

L’astensionismo, l’annullamento delle schede, è un altro strumento chiaro che l’elettore usa per dire no alle logiche spartitorie selvagge dei partiti.
La mancata affluenza alle urne, se non determinato da altri impedimenti, ha un solo significato: sono stufo di essere preso in giro! preferisco impegnare il mio tempo in maniera più proficua.
L’annullamento delle schede, invece è un monito netto: Andate a casa! Non siete all’altezza della situazione per cui vi boccio! vi annullo! non voglio più vedervi...
Può sembrare uno sfogo becero, da "qualunquista" ma è la pura e semplice verità che annulla le alte teorie degli analisti intenti a disquisire e scrivere sull'argomento senza mai venirne a capo.

A questo punto non servono altre analisi. I candidati, in seno ai rispettivi partiti dovrebbero prendere atto della sconfitta elettorale e coscientemente cambiare rotta oppure lasciare libero il campo a persone motivate e inattaccabili moralmente poiché ogni azione fatta dalla vecchia formazione culturale ormai, nell’immaginario collettivo, lascia sempre ampi spazi d’incertezze circa la bontà etica delle operazioni.

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