bufale e pubblicità attorno alle grandi firme dell'arte


E' il 1866 quando Gustave Courbet realizza un espressivo quanto realistico primo piano della parte clou del corpo femminile, (opera conosciuta col titolo “L'origine del mondo”)  giacché tre anni prima  scandalizza la Francia dipingendo dei curati mezzi ubriachi, perciò distrutta, questa volta, per evitare problemi di censura per la modella e a lui stesso, omette il volto e la firma.

Si dice che “l'origine del mondo” sia stato dipinto probabilmente su commissione del diplomatico ottomano e grand viveur Khalil-Bey ad ornamento della sua sala da bagno. 
Nel 1868, Khalil-Bey rientra a Istanbul e il dipinto attribuito a Courbet sembra rimasto per lungo tempo custodito nella galleria di Alexandre Bernheim sotto chiave e nascosto dietro un altro quadro del maestro del realismo francese.
Nel 1913 il barone ebreo ungherese François de Hatvany lo porta a Budapest, ma le disavventure non finiscono perché è trafugato dall’Armata rossa e Hatvany lo ricompra da un funzionario corrotto per poi rivenderlo, nel 1954, a Jacques Lacan, ultimo proprietario privato. Dal 1995 «L’origine del mondo» è esposto al museo d’Orsay


C'è da dire che il dipinto, "l'origin du monde" conservato nel museo d'Orsay a Parigi, non è meta di pellegrinaggi culturali ma da quando un sedicente collezionista inglese sostiene di possedere la parte mancante del dipinto, ossia il volto della ragazza, i riflettori si sono accesi attorno al museo e al dipinto attribuito a Courbet.
La notizia sta suscitando molte curiosità. Personalmente la ritengo un'operazione mediatica anche se la “testa ritrovata” potrebbe essere quella di Joanna Hiffernan non significa che l'abbia dipinta lui.
Joanna era la modella preferita di Courbet e amante dell'americano James Whistler, citato e apprezzato pittore che troviamo traccia nel celeberrimo “alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust. Sembra dipinta da un altro pittore anche secondo l'autorevole parere della direttrice del museo Courbet a Ornnas, Frédérique Thomas-Maurin, non è “per niente convinta, il viso di quella donna è molto diverso dagli altri ritratti conosciuti di Joanna Hiffernan”.

Bufala o no, l'interesse per Courbet si riaccende quando il settimanale “Paris Match” mette in prima pagina la storia di “John”, la vera identità è segreta e la storia narrata ha il sapore della letteratura d'altri tempi, romanzata:
John, appassionato d’arte, a gennaio 2010 entra nella bottega di un antiquario parigino per rifugiarsi dalla pioggia e nota un quadro abbandonato tra vecchi mobili e croste impolverate. Il nostro eroe ne è folgorato e decide subito di comprarlo.
L'antiquario chiede 1600 euro, lui gliene dà 1400, affare fatto. Una volta a casa, John comincia le ricerche. Nota che la tela è tagliata, trova le iniziali del produttore della tela, arriva a scoprire l’identità della donna, finché due anni dopo incontra “L’origine del mondo” di Courbet sul web, la stampa a grandezza naturale (46 cm x 55 cm) e la mette vicino al suo dipinto: i due pezzi sembrano combaciare.
Da qui iniziano le fantasie.
Paris Match riporta i risultati delle expertise chieste da John che confermerebbero trattarsi di un’unica opera tagliata successivamente da Courbet per evitare grane e Jean-Jacques Fernier, esperto e presidente dell’istituto Courbet, decide di includere il ritratto del volto nel volume III del Catalogo ragionato di Gustave Courbet.
È “una fesseria!” per il mercante d’arte Hubert Duchemin, il quale, in riferimento alla matrice comune dei materiali del “volto” e della “origine” in questione, ritiene verosimile trattarsi di un altro pittore, cliente dello stesso fornitore di Courbet che non ha niente a che vedere lui in quanto “Nel dipinto della testa non c’è niente dello stile, del tocco largo e maestoso di Courbet”.

(mario iannino)

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