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di Franco Cimino L'attentato a Sigfrido Ranucci va molto al di là dell'orrore che rappresenta. Quell'ordigno che si vuole far passare come rudimentale per coprirne la vera matrice, oltre la mano che l'ha portato in quel posto, voleva uccidere. Comunque, chi ha compiuto l'attentato può uccidere quando vuole, sfidando il sistema di protezione che lo Stato ha messo su Ranucci. La sfida è aperta e forte quanto la minaccia portata. Il messaggio è chiaro: "Ti colpiremo ovunque. E ti colpiremo più forte. Tanto che ne morirai senza fuoco per l'immane dolore arrecatoti". Questa è la minaccia rivolta al loro nemico capitale. Nemico insopportabile, da eliminare, per quel che la sua azione di libero giornalista può scatenare: il contagio buono verso quel buon giornalismo che sta ancora timido e in soggezione rispetto ai poteri e alla debolezza che gli stessi poteri hanno procurato alla libera informazione. E non da ieri, ma da almeno un ventennio. Gli uomini c...
L'indignazione corre sul web. I social net sono pieni di rabbia per l'esplosione avvenuta stamattina difronte alla scuola brindisina dove ha perso la vita una ragazzina di sedici anni e ferito l'intera nazione. Una bambina, tutto sommato, che aveva ancora chissà quanti traguardi da raggiungere. Il suo profilo si fb mostra la foto di un angelo dalla dolcezza infinita e dal volto pulito, sereno, illuminato dal sorriso che è un inno alla vita! La vita di Melissa, purtroppo, interrotta bruscamente in una normale mattina, mentre aspettava con le amiche il suono della campanella per entrare a scuola, sedersi al solito banco, sorridere, combinare qualche marachella e iniziare le lezioni come sempre, fino al giorno prima, nell'attesa del tempo per le cose da grandi: un lavoro, la famiglia e le preoccupazione per le insicurezze dei figli che sono state anche sue molti anni prima. Qualcuno ha deciso di troncare, recidere di netto le aspettative e i sogni di chissà qua...
Catanzaro: regolamento di conti o gestione del territorio? Oggi i mezzi meccanici nel cantiere della parrocchia sono fermi. I bracci delle pale meccaniche sono piegati in giù, appoggiati alla mano di ferro, pressano il terreno nell’attesa che qualcuno dia loro vitalità. Tutt’intorno, lo scavo di drenaggio e la rete di protezione delimitano il futuro campo di calcio della parrocchia che ha già circa 800 entusiastici atleti, tra ragazzi e bambini, in attesa del nuovo rettangolo di gioco. Ma ecco giungere l’imprevisto, che allunga i tempi e mette a repentaglio la vita di chi ci stava lavorando. La cronaca di oggi riporta l’attentato avvenuto ieri sera. Gli inquirenti stanno investigando e noi, che viviamo nel quartiere, rimaniamo sbigottiti davanti a simili fatti di cronaca. Mai e poi mai potevamo immaginare che potesse accadere una roba simile in un cantiere dove il lavoro, inteso come prodotto finito, è destinato alla crescita dei ragazzi. L’esile confine tra il bene e il male è...
“Tutto potevo immaginarmi tranne trovarmi qualcuno fuori dalla porta di casa mia. L’idea che ci fosse qualcuno sull’uscio di casa non è molto tranquillizzante. Sembrano gli anni di piombo: siamo tornati alle aggressioni ai giornalisti”. Queste le parole del giornalista al tg1. ma neanche io, e questa è una mia pecca, potevo immaginare che Belpietro fosse così pericoloso per le organizzazioni criminali da essere posto sotto scorta. Naturalmente, tutta la solidarietà a Belpietro, sempre che il fatto sia vero, perché d’acchito, stando a quanto divulgato dai media, si riscontrano diverse anomalie che hanno dato esilaranti spunti a scanzonati utenti di social net. ripassando le notizie, come se non bastasse, salta fuori che un attentato analogo, capitato sempre al solito agente Alessandro N. quando proteggeva il procuratore Gerardo D’Ambrosio, pare che non abbia convinto neanche il Procuratore stesso, visto che anche allora, Alessandro N. è stato il solo e unico testimone. Premesso c...
Chi siamo
Abbiamo aperto questo blog nell’aprile del 2009 con il desiderio di creare una piazza virtuale: uno spazio libero, apolitico, ma profondamente attento ai fermenti sociali, alla cultura, agli artisti e ai cittadini qualunque che vivono la Calabria.
Tracciamo itinerari per riscoprire luoghi conosciuti, forse dimenticati.
Lo facciamo senza cattiveria, ma con determinazione. E a volte con un pizzico di indignazione, quando ci troviamo di fronte a fenomeni deleteri montati con cinismo da chi insozza la società con le proprie azioni.
Chi siamo nella vita reale non conta. È irrilevante.
Ciò che conta è la passione, l’amore, la sincerità con cui dedichiamo il nostro tempo a parlare ai cuori di chi passa da questo spazio virtuale.
Non cerchiamo visibilità, ma connessione. Non inseguiamo titoli, ma emozioni condivise.
Come quel piccolo battello di carta con una piuma per vela, poggiato su una tastiera: fragile, ma deciso. Simbolo di un viaggio fatto di parole, idee e bellezza.
Questo blog è nato per associare le positività esistenti in Calabria al resto del mondo, analizzarne pacatamente le criticità, e contribuire a sfatare quel luogo comune che lega la nostra terra alla ‘ndrangheta e al malaffare.
Ci auguriamo che questo spazio diventi un appuntamento fisso, atteso. Come il caffè del mattino, come il tramonto che consola.
Benvenuti e buon vento a quanti navigano ogni singola goccia di bellezza che alimenta serenamente l’oceano della vita. Qui si costruiscono ponti d’amore.