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sabato 19 maggio 2012

a Melissa Bassi, alle vittime della pazzia umana

L'indignazione corre sul web. I social net sono pieni di rabbia per l'esplosione avvenuta stamattina difronte alla scuola brindisina dove ha perso la vita una ragazzina di sedici anni e ferito l'intera nazione. Una bambina, tutto sommato, che aveva ancora chissà quanti traguardi da raggiungere.
Il suo profilo si fb mostra la foto di un angelo dalla dolcezza infinita e dal volto pulito, sereno, illuminato dal sorriso che è un inno alla vita!
La vita di Melissa, purtroppo, interrotta bruscamente in una normale mattina, mentre aspettava con le amiche il suono della campanella per entrare a scuola, sedersi al solito banco, sorridere, combinare qualche marachella e iniziare le lezioni come sempre, fino al giorno prima, nell'attesa del tempo per le cose da grandi: un lavoro, la famiglia e le preoccupazione per le insicurezze dei figli che sono state anche sue molti anni prima.

Qualcuno ha deciso di troncare, recidere di netto le aspettative e i sogni di chissà quante ragazze.

Chi e perché ha costruito la rudimentale bomba?

Alcune fonti, per le modalità, escludono la matrice mafiosa nonostante la deflagrazione sia avvenuto nei pressi del tribunale e una scuola intestata alla moglie di Giovanni Falcone.
È forse frutto di qualche pazzo?
Se è così, avremmo a che fare con un pazzo lucido che ha nozioni tali da permettergli di costruire una bomba rudimentale e farla esplodere in un'ora prestabilita, quando, appunto sarebbero arrivati i pullman con gli studenti dai paesi della provincia di Brindisi. Insomma una testa di cazzo che voleva avere il suo momento di gloria come quel tale norvegese Anders Behring Brevik che ammazzò a colpi di mitra i giovani socialisti riuniti per la scuola estiva sull’isola di Utoya?

Se è così, allora dobbiamo interrogarci tutti, capire dove abbiamo sbagliato e cercare di rimediare ripensando insieme la vita.  

martedì 5 ottobre 2010

confini impercettibili tra malavita e società civile

Catanzaro: regolamento di conti o gestione del territorio?


Oggi i mezzi meccanici nel cantiere della parrocchia sono fermi. I bracci delle pale meccaniche sono piegati in giù, appoggiati alla mano di ferro, pressano il terreno nell’attesa che qualcuno dia loro vitalità. Tutt’intorno, lo scavo di drenaggio e la rete di protezione delimitano il futuro campo di calcio della parrocchia che ha già circa 800 entusiastici atleti, tra ragazzi e bambini, in attesa del nuovo rettangolo di gioco.
Ma ecco giungere l’imprevisto, che allunga i tempi e mette a repentaglio la vita di chi ci stava lavorando. La cronaca di oggi riporta l’attentato avvenuto ieri sera. Gli inquirenti stanno investigando e noi, che viviamo nel quartiere, rimaniamo sbigottiti davanti a simili fatti di cronaca. Mai e poi mai potevamo immaginare che potesse accadere una roba simile in un cantiere dove il lavoro, inteso come prodotto finito, è destinato alla crescita dei ragazzi.

L’esile confine tra il bene e il male è stato abbattuto da qualche tempo, lo testimoniano le cronache, e ora anche da noi si assiste a episodi d’irrazionalità che servono a preservare l’egemonia di un territorio, del lavoro e della sua gestione.

domenica 3 ottobre 2010

Belpietro come Montanelli?

“Tutto potevo immaginarmi tranne trovarmi qualcuno fuori dalla porta di casa mia. L’idea che ci fosse qualcuno sull’uscio di casa non è molto tranquillizzante. Sembrano gli anni di piombo: siamo tornati alle aggressioni ai giornalisti”. Queste le parole del giornalista al tg1. ma neanche io, e questa è una mia pecca, potevo immaginare che Belpietro fosse così pericoloso per le organizzazioni criminali da essere posto sotto scorta.

Naturalmente, tutta la solidarietà a Belpietro, sempre che il fatto sia vero, perché d’acchito, stando a quanto divulgato dai media, si riscontrano diverse anomalie che hanno dato esilaranti spunti a scanzonati utenti di social net. ripassando le notizie, come se non bastasse, salta fuori che un attentato analogo, capitato sempre al solito agente Alessandro N. quando proteggeva il procuratore Gerardo D’Ambrosio, pare che non abbia convinto neanche il Procuratore stesso, visto che anche allora, Alessandro N. è stato il solo e unico testimone.

Premesso che simili azioni vanno denunciate e isolate non a parole ma nei fatti, con comportamenti ed esternazioni pacate specialmente dai personaggi che occupano i mezzi di comunicazione di massa, c’è da chiedersi: a chi fa comodo quest’atmosfera di guerriglia che ricorda la guerra fredda tra usa e urss?
Fino a qualche anno addietro, lo ricordo per i più giovani, il mondo era diviso politicamente tra queste due superpotenze che, per portare avanti i rispettivi disegni economici, politici, culturali, diramavano attraverso i servizi segreti notizie che tenevano in fibrillazione l’opinione pubblica; ma oggi, nell’era della seconda repubblica, quindi con una classe dirigente politica nuova (?) perché rispolverare vecchie strategie della tensione anziché lavorare per un mondo migliore mediante la divulgazione di notizie pacate ma vere, non faziose, che non reggano il moccolo a questo o quel politico?

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