giovedì 31 dicembre 2020

Catanzaro, arredi urbani e pubblica in-utilità

Lo squarcio di cielo limpido suggerisce di intraprendere una camminatina dopo pranzo. Che non guasta mai! Indosso il giaccone. Alzo il bavero e calzo anche un cappuccio leggero ed eccomi in strada. Il nuvolone nero, sospinto dal vento si avvicina minaccioso.

Piove! D'improvviso piove.

Il tempo è inclemente.

Il vento, che a Catanzaro non è una rarità, ma più la pioggia improvvisa mi costringe a ripararmi sotto la pensilina impiantata da poco tempo. Non ci sono altre possibilità se non la fermata del pullman cittadino in questa parte della città.

Il vento spinge l'acqua fin dentro l'angolo opposto di quello che avevo ritenuto essere un rimedio e un riparo al maltempo.

Inutile stare lì. Riprendo la marcia e a passo veloce faccio ritorno a casa.

Eppure sono state sostituite di recente! Possibile che nessuno dell'ufficio tecnico abbia supposto, non dico valutato, ma neanche si è immedesimato per un istante di trovarsi lì per usufruire del servizio di mobilità cittadino come un utente qualunque?

Eppure a Catanzaro i giorni e le notti, si sa, sono abbastanza ventilati. Come può una tettoietta piccola piccola riparare dalla pioggia battente?

E che dire del manufatto in lamiera complessivamente dopo il test eseguito per emergenza quest'oggi?

Se dovessi dare un voto, dopo la fortuita fermata di oggi in quanto a comfort, a seguito del test forzato, tra 1 e 10, direi -15. e sulla qualità estetica meglio soprassedere, ci avevo già messo una pietra sopra durante i lavori di installazione!


Oltre i cancelli

 tra il bene e il male

Cosa sta succedendo?

C'è molta confusione. Tra emergenze pandemiche, economiche e crisi di identità sembra che la giusta via si sia smarrita.

Le comunicazioni di massa o mass-media come piace a qualcuno bombardano gli spazi di loro competenza con notizie allarmanti e a volte disumane come la tragica morte di innocenti vittime della pazzia omicida di squilibrati.

Non è da squilibrati togliere la dignità e quindi la credibilità alle persone! E certamente, una volta messa alla bando la persona, chiunque essa sia, non può essere risarcita con soldi o scuse pubbliche perché il danno d'immagine è stato abbondantemente consumato!

La delazione, come pure le “intercettazioni” strumentali estrapolate dal contesto in cui avvengono, si sono manifestate essere un'arma micidiale. Non servono studi approfonditissimi per comprenderlo. È sufficiente osservare gli eventi. Osservare le reazioni delle persone nei confronti di chi è additato dal sistema comunicativo e dalle inchieste giudiziarie o giornalistiche.

Il caso Tortora è il sintomatico ed eclatante ritratto del malcostume in cui versiamo. Non lo definisco “leggerezza” o superficiale indagine dei magistrati. Né i fautori del misfatto possono essere “scusati” e assolti per l'eccessiva mole di lavoro che i rispettivi uffici devono sopportare.

Ogni persona è un mondo a sé e pertanto una risorsa per la collettività. La diversità intellettuale dei singoli è fonte di ricchezza culturale per l'intera società.

Indubbiamente alcuni eventi fanno indignare! Ma, superato il primo momento, è necessario mettere a disposizione la moderazione; la corretta azione che ognuno è chiamato a fare consiste nel mettersi in gioco per la crescita democratica, fare la “cosa giusta”, meditare serenamente e con discernimento prendere atto degli errori; e, di conseguenza, attuare, in base alle possibilità individuali, le giuste misure per limitare danni peggiori per il benessere della collettività.

Così dovrebbe essere. Così auspicherei che fosse.

Quando matureremo la consapevolezza di ciò saremo liberi e non ci sarà più bisogno di eroi, arbitri, partigiani, fazioni

lunedì 28 dicembre 2020

Cittadella , casa dei calabresi o

Indignazione delle persone libere e silenzio assordante degli “intellettuali” calabresi sulla decisione unilaterale del facente funzione e dei consiglieri regionali decaduti di intitolare la CASA DEI CALABRESI ad una persona rispettabile ma di parte.

È stata una mossa astuta questa di titolare alla compianta Jole Santelli la cittadella regionale senza aspettare il via libera dal ministro degli interni italiano come prassi vuole.



Secondo la legge italiana gli enti, le associazioni ed i cittadini possono proporre all'amministrazione comunale l'intitolazione di una nuova piazza, parco o strada. Possono richiedere, inoltre, l'iscrizione di una lapide commemorativa e/o la realizzazione di un monumento. Tutto questo richiede un preciso iter burocratico. La procedura esige tempo e documentazioni dettagliate e qualora il decesso della personalità proposta non sia avvenuta da almeno dieci anni la documentazione deve essere corredata e supportata da un cv che include altissime qualità indirizzate e conseguite per favore il bene comune in attività scientifiche, storiche, culturali.

Stando alla tempestività dei consiglieri e delle forze politiche regionali calabresi, la lapide scoperta in mattinata ha il sapore di una strategia politica ben chiara. E cioè di mettere il sigillo proprio sopra la CASA DEI CALABRESI prima dell'imminente tornata elettorale del 14 febbraio 2021.

E' stata una mossa astuta che ha lacerato ulteriormente il tessuto sociale calabrese già pieno di problemi ben più seri e gravi a cui non serviva certo un altro oggetto del contendere.

Secondo i rumori apparsi sulle piattaforme sociali del web e tra la gente per le vie delle città e dei paesi calabresi dopo la notizia, l'evento mondano è stato ritenuto inopportuno e, tra le tantissime motivazioni quella dell'inutilità imposta prepotentemente da una classe dirigente inappropriata preoccupata più di lasciare la bava sull'obelisco della vanità che impegnare gli ultimi scampoli di tempo rimanente a loro disposizione e lavorare fattivamente per il benessere collettivo, ha il sapore dell'arroganza del potere imposto.

Intanto la lapide è lì. Chi si prenderà la briga di toglierla?

Senz'altro quelli schierati nel campo del centrodestra grideranno allo scandalo, alla blasfemia per avere eliminato una traccia che, mutuando Trilussa, è simile alla bava della lumachella che passata sull'obelisco, guardando indietro disse, certo che anch'io lascio una traccia nella storia. Mentre, nel campo del centrosinistra il silenzio destabilizza la normale attesa della dialettica libera e democratica.

Con tutto l'affetto e la stima per la persona e la donna Jole Santelli, presidente della regione Calabria per soli 8 mesi, questo polverone si sarebbe potuto tranquillamente evitare. E forse, in cuor suo, la stessa Jole Santelli ne avrebbe fatto volentieri a meno, vista la passione con cui portava aventi il suo progetto politico. Discutibile?

venerdì 25 dicembre 2020

Babbo Natale scrive

Carissimi, oggi è Natale.

Oggi è il compleanno del Bambinello. Figlio di Maria e Giuseppe.

Conoscete la storiella, vero? Inutile quindi ricordarla. Meditiamo, invece, sul seguito. Cioè da come siamo riusciti a trasformare il lieto evento in una ricorrenza per lo più pagana che ha dimenticato il valore simbolico della Nascita e ha volto ogni pensiero al consumismo e alla voglia di vedere esaurire i desideri di ognuno di noi.

Le tantissime letterine che giungono a Babbo Natale parlano di desideri materiali. I bambini vogliono il computer, il monopattino, il motorino e le bambine la trousse di Barbie, i bambolotti che sembrano veri e i ragazzi iniziano a pensare a oggetti molto più costosi. Non chiedete e non vi aspettate le caramelle e, sia mai, il carbone anche se di zucchero voi adolescenti.

Per farla breve volete esaudire l'esigenza vorace del consumismo! E se qualcuno vi ricorda dei bambini, dei genitori, dei nonni che muoiono perché vittime delle ingiustizie umane, vittime delle organizzazioni criminali che alimentano coi proventi delle loro crudeltà il mercato degli egoismi, allora vi spazientite e, ad essere tolleranti, gli date del pazzo gli dite che cerca utopie. E per gli utopisti il mondo attuale non è il posto adatto a loro.


Ma oggi dobbiamo soffermarci un attimo e meditare su quanto sta accadendo:

il virus ci ha messo in una condizione di necessità. Una necessità che abbraccia e incorpora il sistema sociale mondiale. Tutti i settori sono colpiti. La produzione industriale è ai minimi storici.

I rapporti umani sono ai minimi storici! Ma le esigenze che noi stessi ci siamo inculcate rimangono e sono più potenti che mai.

Non volgiamo il pensiero al Bambinello povero nato per portare la buona Novella. Non meditiamo sulle sue parole e azioni tese al perdono, all'accoglienza e alla comprensione. No, niente di tutto questo!

Continuiamo a guardare il nostro ombelico. A esigere che debbano essere esaudite le nostre necessità. … le sofferenze e le ferite degli altri non sono nostre.

Eppure, questo Natale del 2020 è diverso per alcuni. Peggiore o migliore rispetto a quelli precedenti o futuri non lo so ma se facciamo attenzione alla sensibilità degli altri, non necessariamente delle persone lontane sconosciute, anche se non guasta, facciamo attenzione a non trattare male i conoscenti: i nonni, i genitori, i fratelli e le sorelle, i parenti e i vicini di casa. Regaliamo loro un sorriso, una carezza e non appena il virus ce lo consentirà tantissimi baci e abbracci.

Buon Natale, vi voglio un mondo di bene.

giovedì 24 dicembre 2020

Quando google non riconosce le attività

 Da un po' di tempo Google fa i capricci. Non fa entrare negli account perché, in base ai suoi algoritmi, non riconosce le attività dello staff. A volte geolocalizza in un posto e a volte in un altro chi scrive. Spesso anche l'e-mail fa i capricci. per cui si è costretti a ricorrere all'aiuto di altri e appoggiare chi scrive sui altri account per pubblicare qualcosa. Non che la cosa disturbi più di tanto ma fa perdere del tempo utile magari spendibile in attività e altre cose più piacevoli. 

Quindi, caro team di Google evita di innalzare ostacoli
Capisco che la tutela della privacy è importante!, ma, visto che segui l'indirizzo ip e che in base ai dati raccolti invii anche la pubblicità mirata, se riuscissi a renderci la vita meno difficile te ne saremmo grati.
Nel ringraziare il team di Google inviamo un caloroso e sentito grazie:
Buone feste a tutti i nostri lettori e, ovviamente, al team di Google a nome di tutto lo staff di aore12.

Catanzaro, c'era una volta

Da oggi e i giorni a seguire delle feste natalizie e fine e inizio anno siamo i zona rossa. Dovremmo essere in zona rossa. Dico dovremmo perché non si direbbe. Molti sono in giro per fare acquisti come se le limitazioni non ci fossero. Nei centri di spaccio alimentari la fila c'è. E in uno di questi negozi di generi alimentari incontro un caro amico col quale ricordiamo i tempi passati.

Qualcuno ricorda con nostalgia le grandi riunioni familiari con amici e conoscenti annessi. Le giocate, stretti stretti attorno al tavolo in cucina e nei soggiorni. Lo scatolo della tombola. Le bucce di mandarino per segna numeri. Le carte del mercante in fiera, quelle di scala e le napoletane. L'euforia, le battute e le grida per i premi vinti a tombola, mercante in fiera o nel giro di 7 e ½.

E come non ricordare i personaggi che popolavano le strade cittadine e le rendevano uniche col loro folkloristico fare: “Jèjè, u 'Ndensu, u Ciaciu fino al contemporaneo Ajialà”.

I venditori di ortaggi e prodotti in salamoia tradizionali: “u salatura, i castagni 'mpilati, i crucitti e ficu cu i nuci...”. E il simpatico “Salvatore da Decollatura” col suo carico di patate e cipolle Che non riusciva ad accontentare mai i clienti e tra un intervallo musicale fatto di canzoni e musica contadina e l'altro ripeteva con scherno: “ajiu i cipuddhi e voliti i patati ajiu i patati e voliti i cipuddhji”.




Storie del tempo passato che rimangono vive nei ricordi di chi ancora cammina e popola questa terra tra contraddizioni e volubili coerenze.

l'insostenibile leggerezza dell'essere tra presente e passato

È il caos!

Non bastano le disgrazie impreviste e devastanti che cambiano i destini degli uomini. E neppure i lutti naturali per farci rivedere gli atteggiamenti stupidi che mettiamo in campo per approcciare le giornate. Nella maggior parte dei casi ci comportiamo come se la vita non dovesse finire mai. Al momento ci sentiamo immortali. Accumuliamo beni per assicurare il presente e il futuro. Ci preoccupiamo del benessere fisico ma non facciamo il benché minimo sforzo per coltivare i valori veri e essenziali dello stare bene con gli altri. Il cosiddetto bene psicofisico collettivo è spesso dissociato dalle priorità individuali. E poi, basta un niente per gettarci nell'angoscia causata dall'incertezza e dalla caducità imposta dagli eventi. Basta un virus sviluppatosi naturalmente o in vitro, sfuggito di mano alla sapienza umana per rimettere in gioco ogni certezza.

Dalla notte dei tempi le pandemie e ogni altro evento sovrumano sfugge al nostro volere ma, quello che è peggio, schifosamente peggio del disastro causato dall'ineluttabile a cui non dobbiamo arrenderci, è la feccia immonda che, sfuggita alla morsa degli eventi ma non alla attenta analisi degli onesti, lucra peggio degli avvoltoi che si avventano sui poveri resti degli esseri umani sfiancati dall'attuale irrazionale momento storico.

I personaggi in questione infettano il buono che c'è in ognuno di noi insinuando dubbi e pregiudizi. Seminano falsità!

Il riferimento è a quelle persone che lucrano cinicamente sulle disgrazie altrui approfittando dell'ignoranza dei semplici e vendono fumo a caro prezzo.

Penso al mondo della politica come a quello della cultura in generale.

Mondi differenti ma correlati. Realtà affollate da molteplici personalità dalle convinzioni spesso contrapposte suffragate da futili analisi fuorvianti.

E il momento storico attuale è la sintesi perfetta della volubilità umana. Le contraddizioni si sprecano. Incoerenze che dimostriamo persino nei desideri più insignificanti l'insoddisfazione che ci domina ogni istante. E Salvatore, un ambulante perennemente brillo, disinibito dal vino, ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia.

"Patate e cipolle".

Ricordo che anni addietro, Salvatore da Decollatura, girava per le vie della città col suo motocarro. La scelta non era tanta. Proponeva una o al massimo due varietà di mercanzia. Era un personaggio! Che ininterrottamente gridava: “patati, cipolle. Cipolle patati. Ahjiu i patati e voliti i cipuddhj, ahjiu i cipuddhj e voliti i patati”.

mercoledì 23 dicembre 2020

Convivenze

Seduta aspetta. Ormai è di casa e molti le portano qualche avanzo. Non è più timorosa. Ha vinto la sua natura schiva dopo avere capito di non correre alcun pericolo ed ora si lascia persino avvicinare. Anzi sembra avere capito che nessuno ha intenzioni cattive nei suoi confronti. E lei resta in attesa anche fino a tarda ora.

Stamane dopo una breve sosta tra le macchine del parcheggio si è incamminata verso la tana. Con agili balzi ha attraversato la strada e, dopo averci osservati, si è eclissata tra gli sterpi e l'erba alta oltre il canale in cemento che raccoglie le acque piovane.

È un po' meglio che essere invasi dai ratti.

La volpe ha un'eleganza inconfondibile. La sua coda è, per i cacciatori un cimelio da mostrare, mentre per animalisti, narratori e poeti è simbolo di grazia, astuzia e libertà.

Libertà da ogni fardello superfluo

La volpe non accumula. Cerca il giusto equilibrio tra causa ed effetto. Cerca cibo nella giusta misura, utile per il sostentamento suo e dei cuccioli

Ormai non si nasconde più. Da qualche tempo accetta i bocconcini e si lascia avvicinare. Esce dalla tana e si aggira nell'abitato in cerca di cibo per i cuccioli.

La volpe ha abbandonato la sua proverbiale diffidenza nei confronti degli esseri umani e si lascia fotografare. Guarda nell'obiettivo e mi fissa. Aspetta che scatti la foto. E poi continua nella sua ricerca. S'infila tra i cespugli e scompare.

Per oggi ha ottenuto quello che voleva. Qualcuno ha lasciato ai margini della strada qualcosa per lei e i piccoli. E gli scatti diventano un tramite di riconoscente complicità catturata e elargita

martedì 22 dicembre 2020

lettera d'amore

Asso, Mastrasso e Cacasotto. Ovvero l'esaltazione dell'io a buon prezzo spiegato ai bambini al tempo del covid-sars.2 in piena pandemia dei disvalori prendendo in prestito la ben nota narrazione di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno.

Chi si riconosce in Asso, Mastrosso, Cacasotto?

Tutti abbiamo un prezzo! Oppure un ruolo da svolgere. Diceva con convinzione il vecchio saggio. Non necessariamente il prezzo deve essere corrisposto in denari. Spesso è la vanagloria a fare la differenza. E sì! Nell'era delle comete fugaci ma splendenti di luce riflessa, se amplificata dai media o da una intitolazione pubblica è ancora meglio, l'Asso potrebbe essere la fonte dell'obolo messo in palio dal Mastrasso di turno.

Mastrasso, Il sacerdote officiante, appunto, dietro lauti compensi e privilegi materiali magnifica i prodotti dell'Asso. E fa sì che i suoi servigi siano venduti in moneta sonante su larga scala. Organizza mostre, millanta conoscenze importanti e strumentalizza le opportunità fortuite di incontri coi personaggi noti al grande pubblico.

L'imbonitore Mastrasso è un essere scaltro! Non importa se i compratori rimangono buggerati. Non è un suo problema. Il suo interesse consiste nell'avere credito tra il popolino virtuale dei social media e sfruttarne la notorietà. Sono sufficienti qualche centinaio di seguaci, “follower” li definiscono i più esperti in materia di web, che pendono dalle sue labbra e, servili, amplificano le stronzate pubblicate dal Mastrasso. I Cacasotto, appunto! Sono quella massa acefala che per disparati motivi e interessi effimeri si mettono a servizio del Mastrasso e dei suoi Asso sponsorizzati.

Tutto è cambiato! O forse no. La storia si ripete. Gli opportunisti cambiano abito.

Con l'avvento dei social, per 5” di notorietà sulle piazze virtuali si è disposti a vendere anche l'anima! Il corpo per molto meno, è già stato barattato.

Pseudo intellettuali, conoscitori, amanti, esperti di arte, politica, musica, cinema e adesso, vista l'attenzione sociale del momento che i media rivolgono alla pandemia, conoscitori empirici si ergono a opinionisti di scienze, ricercatori che non trovano neanche la toppa della porta di casa fanno il salto di qualità e si ergono a propagandisti scientifici e pilotano le masse. Diventano opinionisti. Impongono ricette contro la pandemia e chiunque la pensi diversamente sono additati come untori. Despoti di un non specifico sistema complottistico.

E poi, nell'emisfero opposto, c'è chi ha un peso specifico ben definito e vola alto. Non si cura dei venditori di fumo e neppure dei loro protetti.

Gli Esseri evoluti non intendono perdere tempo con scaramucce sterili. Lasciano campo libero alle mezze cartucce non per snobismo ma perché intendono spendere il proprio tempo per emancipare le coscienze, migliorare l'esistenza del pianeta e indirizzare la vita stessa degli uomini verso fini più nobili.


Ecco, vedi caro amico, cosa scrivo e ti dico in questi giorni di fine anno, l'anno che sta arrivando tra una manciata di fiati e sospiri passerà, io mi sto preparando e se me lo consenti, un suggerimento per ovviare a ciò che è effimero ce l'avrei: studia, documentati, medita. Medita sulla vera essenza dell'uomo e sul ruolo del pensiero positivo che governa in piccola parte anche gli stolti. Lascia la vanità del designer agli esteti beoti. Non lasciarti irretire dai magniloquenti.

Cerca quanti donano sé stessi gratuitamente, che gioiscono davanti a un sorriso e si appagano della quieta ricerca degli equilibri semantici che trovano pace nel bello assoluto del fare quotidiano.

Buona fine e buon inizio amico mio.

domenica 20 dicembre 2020

bio o ogm tra mutazioni genetiche dei virus e pandemie

Nonostante gli sforzi umani in natura la perfezione non esiste. Il perfettamente bello; il prodotto asettico è possibile solo nelle colture in laboratorio. Diffida delle coltivazioni opulente, belle e accattivanti perché, se è come qualcuno asserisce e cioè che l'occhio vuole la sua parte a tavola, le coltivazioni biologiche crescono e proliferano in compagnia della biodiversità. Nella catena alimentare ogni anello è concatenato armoniosamente a quello successivo.

Le colture dell'orto hanno necessità di essere concimate? Adopera lo stallatico e evita il più possibile il concime chimico perché, è vero che sviluppa e produce di più ma uccide anche gli insetti amici insieme alle larve nocive; altera l'ecosistema e brucia la terra.

Mio nonno diceva: se vedi una bella mela matura raccoglila. È macchiata? La dividi e se c'è il verme lo scarti e mangi la parte sana.

Gli ogiemme? No grazie. Le sperimentazioni sono corredate da incognite. Non sai mai dove finisce il confine tra bene e male e anche se sembra di avere raggiunto lo scopo produttivo non si conosce l'impatto sugli organismi viventi e la mutazione genetica.

A proposito di mutazione genetica:

è notizia recente che Boris Johnson ha dovuto chiudere completamente l'Inghilterra a causa della mutazione del virus covid19 che porta al 70% la contagiosità tra la popolazione. Altro che feste di Natale, economia, cenoni, vacanze, tavolate e quant'altro sembra essere per alcuni la fine del mondo.


L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha fatto sapere di essere in “stretto contatto” con le autorità del Regno Unito dopo la scoperta di una nuova variante mutata del virus del Covid che avrebbe una trasmissibilità molto maggiore, quantificata al 70% in più. Ieri il primo ministro Boris Johnson in conferenza stampa lo ha reso pubblico.
In un tweet l’agenzia Onu scrive di star condividendo le informazioni scientifiche con Londra e di essere impegnata a fornire tutti gli aggiornamenti agli altri stati membri man mano che si apprendono le caratteristiche di questa variante del virus e delle sue implicazioni.

Insomma, da quando il virus ha fatto il salto animale/uomo i danni alle persone e all'intero ecosistema mondiale sembrano non dovere mai finire.

Che dite meditiamo? Riusciamo ancora ad attivare questa semplicissima facoltà?

Covid, dpcm e libertà

Libertà. Quanto scempio in tuo nome!

Eppure sarebbe un concetto molto semplice. Uno stato mentale che induce alla quiete e alla fratellanza universale. Invece la babele dei concetti personalistici sovverte ogni azione.

Andiamo al punto:

la pseudo libertà di certuni è, nei fatti, una coercizione che limita e a volte annulla quella degli altri. Ancora una volta l'esecutivo centrale del governo è costretto a varare delle regole per regimentare la dilagante diseducazione che diventa il principale veicolo della trasmissione del virus covid 19.

da quasi un anno ogni angolo della terra è sotto assedio della pandemia. E ancora, scientificamente, oltre alle fondamentali regole igieniche e al distanziamento, non si è trovata altra forma di contenimento per limitare e annullare i contagi.

È una questione di buon senso! Inutile tirare in ballo concetti altisonanti.

Quest'anno è andata così! E se pensiamo a quella parte enorme di popolazione mondiale che non vive nel lusso e non è avvezza al consumo smodato di beni voluttuari e non va in cerca dell'ultimo ritrovato tecnologico, beh, ogni cosa, ogni concetto strumentale non avrebbe motivo di esistere. 



Osserviamo la natura. Prendiamo lezioni da essa. Non cade il mondo se per una volta, finalmente!, consideriamo le festività natalizie per quello che sono: un momento di raccoglimento per meditare sul Sublime dono: la ragione!

Torniamo alla primordialità, alla radice dei concetti basilari del Creato. Pensiamo al diritto all'esistenza di ogni specie vivente.

Buona vita

mercoledì 16 dicembre 2020

Emergenza temperature polari

Oltre i vetri una lingua di sole taglia il pavimento. Una palla indefinita sta lì, immobile! Che sarà?, mi chiedo. Non ho lasciato niente sul balcone. E non ho steso panni ad asciugare. Quindi?

Mi avvicino e, come un equilibrista dal fare incerto, un passo dietro l'altro, si allontana dall'infisso del balcone.


È un piccione! Infreddolito, cerca ristoro su quella lingua di sole adagiata sulle mattonelle. Ha paura. Saltella. Sbatte. Mi allontano. Tenta di alzarsi in volo. E riesce dopo vari tentativi a salire sul davanzale. Si ferma. Cerca e trova ristoro al caldo abbraccio del sole.

È in buona salute. Si vede benissimo! Ciononostante gli avvicino mezzo panino.

Nathan, il piccione, questo il nome che abbiamo pensato per lui, non lo degna. Fa il pieno di calore e spicca il volo. 

L'inverno è un pessimo alleato. Mi riporta alla mente una roba analoga:

mi trovavo in viaggio. La 500L camminava spedita. E subito dopo un tornante, uno dei tanti della strada di montagna, tra i fiocchi di neve qualcosa di scuro si abbatte sul parabrezza. Spengo i tergicristalli. Arresto la macchina. Tiro il freno a mano e scendo.

Il passerotto intirizzito era tramortito dall'inclemenza del meteo. Lo raccolgo da terra e lo porto dentro l'abitacolo. Il tepore dell'aria calda dà i primi risultati. E dopo qualche decina di metri inizia a svolazzare. Fermo la macchina. Apro il finestrino e... il kamikaze va incontro al freddo deciso. E' u tempu de' mali vestuti, si diceva un tempo perché chi non aveva un riparo adeguato e pasti caldi, all'arrivo dell'inverno, tantissimi rimanevano vittime del freddo e della fame


domenica 13 dicembre 2020

Pandemia: aggettivi adeguati e solidarietà

Inizia la guerra dei vaccini.

Guerra! È una parola fuorviante ma che sentiamo troppo spesso nel linguaggio corrente di giornalisti e politici mentre lanciano i proclami in tv.

È una parola che non piace a Gino Strada e lo dice chiaramente a Lucia Annunziata nella trasmissione “in ½ ora”.

Non piace neanche a me. Ma io sono nessuno e non ho l'autorità e la potenza mediatica di Gino Strada.

Non piace neanche la definizione: “battaglia al virus” e neanche “guerra al virus” a chi ha visto davvero i devastanti effetti della guerra e le battaglie delle persone che per sopravvivere alla fame, alla siccità, alla carestia e ai soprusi sono costretti ad ingaggiare.



La pandemia è un monito!

Un monito contro chi ha anteposto gli affari privati al bene comune. Alla politica degli orticelli dei privilegiati. E pare che in questione di vaccini non si è molto lontani dagli affari. C'è una gara in atto! Chi arriva prima è premiato dalle borse. E la linea dei profitti balza in avanti tra i giocatori. Le offerte impennano e le azioni prendono il volo.

Le industrie farmaceutiche hanno necessità di fondi per portare avanti le ricerche. È giusto tutto ciò?

È umano. L'importante che si faccia con onestà intellettuale e con lo sguardo volto al bene comune. Con la volontà di favorire davvero l'immunità di gregge. E per fare questo si deve vaccinare almeno il 60, 70% della popolazione mondiale.

In Africa manca il pane quotidiano e i farmaci essenziali, da banco, come li definiamo noi, figuriamoci se le popolazioni del continente più povero e sfruttato della terra saranno interessate a questa ondata massiccia di vaccinazioni proclamata dalle potenze economiche. Eppure dovrebbe interessarci! Perché il virus lo debelli solo con l'immunità di gregge. Non bastano le parole tese a tranquillizzare i cittadini europei o americani.

È necessario un po' di buon senso. Si deve portare il vaccino e somministrarlo ai meno abbienti in Africa e nei posti ad alta densità dove il sovraffollamento è una maledizione e la gente soffre l'inferno in terra per povertà e indigenza.  

venerdì 11 dicembre 2020

App io e ostacoli digitali da evitare

Dicono che la recente applicazione “io” varata dal governo per incentivare i cittadini all'uso delle carte di credito e quindi mandare in pensione le vecchie banconote e monetine evidenzia qualche problemino.


Molti hanno scaricato l'app suggestionati più dal “rimborso” che questa operazione pare garantire piuttosto che dalla necessità di dare una tracciabilità alle spese sostenute e quindi all'emersione del nero.

Per quanti hanno pagato le prestazioni e le tasse l'incentivo del 10% sulle spese maturate diventa irrilevante. Addirittura diseducativo e fuorviante. Secondo un'equazione semplicissima se tutti pagassimo le tasse e non ci fossero u furbetti molti problemi sarebbero inesistenti per chiunque viva in Italia.

Senz'altro chi possiede capitali e ricchezze fuori dal comune e si affida agli affaristi per nasconderli nei paradisi fiscali mediante scatole cinesi la tracciabilità delle proprie spese con “l'app io” li lascia indifferenti.

Chi invece vi accede è il misero cittadino costretto dal bisogno di potere recuperare qualche spicciolo. Insomma è il contribuente che chiede lo “sconto” quando va a fare la spesa che scarica l'applicazione. E spesso è a digiuno delle diavolerie imposte dalla digitalizzazione. Infatti la pubblica amministrazione impone molti difficili passaggi affinché l'app eroghi il servizio richiesto.


Passaggi inutili se solo si incentivasse in maniera diversa l'uso della carta di credito.

Un metodo semplice potrebbe essere quello di eliminare le spese bancarie di tenuta conto (anche perché le banche ci lavorano e guadagnano coi depositi dei clienti). È un'opzione semplice da mettere in campo. D'altronde i controlli incrociati tra inps, fisco, agenzia delle entrate e banche esistono già e sono esonerati dalla tutela della privacy e dalla liberatoria richiesta dall'app io.

Intanto, per chi volesse usufruire di questo sistema governativo di tracciabilità e risparmiare qualche soldino deve munirsi di un account, spid o carta di identità elettronica.

Quindi: un indirizzo email, (gratuito), una carta di identità elettronica che costa circa 25€ oppure lo spid che è una sorta di identità alfanumerica rilasciata da aziende accreditate dalla PA e comporta una serie di passaggi arzigogolati.

Per concludere:

I dati necessari all’iscrizione sono:

  • il tuo Codice Fiscale, che IO legge automaticamente dall’account SPID o CIE con cui effettui l’accesso all’app;

  • gli estremi identificativi dei tuoi metodi di pagamento elettronici per iniziare ad effettuare acquisti che siano validi ai fini del programma;

  • un codice IBAN, per l’erogazione degli eventuali rimborsi.


mercoledì 9 dicembre 2020

Prime feste senza la tua presenza

Nelle tradizioni popolari le varianti al tema, in cucina e nei detti, sono un'infinità e variano da una regione all'altra. I territori mantengono ancora alte molte tradizioni che si tramandano da genitori a figli.

Un piatto che ricorre sempre durante le feste dell'Immacolata, giorno in cui si tirano fuori dagli scatoloni gli addobbi natalizi, è il capretto al forno. La ricetta si perde nella notte dei tempi e le varianti sono poche:

si soffrigge la cipolla e si mette il capretto nel tegame. Si lascia cuocere lentamente sul fuoco e poi si inforna. Alcune aggiungono i piselli, altre i carciofi.

Il profumo inonda gli ambienti. I ricordi riaffiorano. E le frasi continuano a vibrare nell'aria: “u caprettu è sbrigogna muggheri” il capretto è un piatto prelibato che, legato alla tradizione popolare, rammenta il sacrificio dell'Innocente. Ma nel contempo, alla resa dei conti, in tavola sembra essere ben poca roba. Da ciò il detto che non fa fare una gran bella figura alla padrona di casa che lo porta in tavola. Insomma, non è una pietanza abbondante!



Questo è il primo anno senza Vasco. Lui ne era ghiotto! Tutti, a tavola, abbiamo rivolto il pensiero a lui. Ci manca!

E poi, nel cielo, come per incanto, un profilo prende forma. no. Non può essere una suggestione. È al nostro fianco... sempre. Come i nostri cari che, lasciato il fardello corporeo, seguono le nostre vicissitudini terrene e ci confortano nello spirito

giovedì 3 dicembre 2020

Corvi a corvo

Di colpo sopra le nostre teste una nuvola nera oscura ancora di più il cielo. Il gracidare nevrotico accompagna i battiti d'ali dello stormo che si apre fino a coprire le minacciose nuvole.

Il maltempo ha già mietuto vittime e i danni non si quantificano facilmente.

La natura è una valida alleata se tenuta nella giusta considerazione ma di questo ne parleremo in seguito. Al momento è impressionante lo stormo di corvi che vola sopra le nostre teste mi rammenta il celebre dipinto di Van Gogh. I presagi funesti. La tensione emotiva del forte contrasto cromatico dei corvi sul campo di grano dipinto da Vincet nei giorni che precedettero la sua morte.

I corvi sono ritenuti per antonomasia uccelli del malaugurio. Poverini! Sono ritenuti alla stregua del gatto nero forieri di cattive notizie e disastri. Dimentichiamo, però, che il fare dell'uomo è spesso il vero disastro. E chi è causa del suo mal pianga sé stesso!

I corvi, come gli altri uccelli e animali ci indicano che la tempesta sta per arrivare. La sentono nell'aria. Sono un campanello d'allarme. E se l'uomo non ha deturpato l'ambiente non ha di ché preoccuparsi. Deve solo prendere atto dell'imminente acquazzone e stare al riparo aspettando che cessi. Magari andando col pensiero a chi non ha un tetto adeguato sulla testa. Ai barboni che popolano le città e ai senzatetto, ai nuovi e vecchi poveri costretti nelle baraccopoli. Agli ultimi!

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