lunedì 3 agosto 2015

Appunti di viaggio

notturno

È vero! Non siamo mai contenti. Fa freddo e invochiamo il caldo. Fa caldo e vorremmo trovarci tra i ghiacciai del polo. Ma oggi i 39° danno decisamente ragione a chi ama le temperature fredde a prescindere dalle volubilità individuali e dai mugugni congeniti degli incontentabili ad oltranza.

Le previsioni indicano il solito temporale estivo. Si spera non faccia danni e ben venga a rinfrescare l'aria.

La notte trascorsa è stata da favola. Niente climatizzatore o agitatori d'aria elettrici. In giardino si stava benissimo. La brezzolina scuoteva leggermente le foglie del tiglio dove si era appesa la luna e da lì guardava al mare. Simile ad un faro, la luna, gettava una scia argento sulle calme acque dello Jonio. Fendeva il buio della notte rischiarando le geometrie fatte dagli uomini e la natura indomita. Sembrava perdonare tutti i peccati inferti da mani violenti comandate da bellicose avide volontà.

I 39° si sentono tutti e qualcosa in più. La sabbia è rovente e l'acqua del mare è tiepida. La signora dell'ombrellone accanto saltella vanamente per coprire i venti metri che la separano dalla battigia. (Il contatto con la sabbia è grazioso quanto inutile.). Il tuffo è immediato.
La vita riprende i ritmi consueti sulla battigia. È agosto!

Appunti di viaggio

primo giorno:

L'orientale col raccoglitore dei tatuaggi aperto e il fatidico aquilone che svolazza sinistro sopra di noi agganciato in chissà quale parte del suo corpo. I nordafricani, una volta detti genericamente “cugini” marocchini ma oggi non più visti i tratti somatici e il colore della pelle, offrono di tutto, dai tappeti alle asciugamano, dai giochini e ninnoli di plastica agli orologi, occhiali da sole autenticamente contraffatti, libri presi probabilmente al macero, vestiti tribali e occidentali che le bagnanti non indugiano a misurare sui costumi umidi e i corpi resi lucidi dalle creme. Gli immancabili indiani con le loro valigette colme di ninnoli e pietre colorate. Il venditore di cocco fresco e le zingare con prole al seguito che sperano nella pietà dei bagnanti stesi al sole e nel loro ipotetico inquantificabile senso di colpa verso qui poveri bambini ammaestrati a elemosinare qualche centesimo.

"maternità" intaglio nigeriano

Lui è diverso! Alto. Nero e la barba con qualche filo bianco curata da qualche giorno. Il vestito, blu a strisce ma non chiassoso, ha qualche macchia. Contrariamente agli altri non emana nessun cattivo odore.
Ciao buon giorno vuoi vedere? Vedere non costa niente! … elefante giraffa gufi … mamma con bambino... Gufi contro la cattiva sorte...

Visto che non costa niente vediamo pure ma non possiamo spendere granché siamo poveri la crisi ha colpito tutti.

Poveri? Anche noi in Nigeria siamo poveri, manca soldi il resto tutto bene famiglia figli però tu hai fammiglia vicino, affetto che io ho lasciato là. Prendi compra qualcosa almeno per benzina vado a Sibari.

Sibari? Và meglio là?
Non so. Provo.

Il mercante nigeriano ha una sua dignità. Raccolgo tutte le monete che ho e glieli porgo. Tieni non ho altro. Tende la mano, osserva le monete e mi da la sculturina della maternità. Sorride, mi augura la buona sorte e va via col suo carico di manufatti tribali intagliati nel legno leggero.

venerdì 10 luglio 2015

Vaffanculo alla crisi

C'è una situazione incresciosa, tanto per usare un eufemismo, causata dalle banche e dalla finanza creativa che dall'America ha contagiato e condizionato pesantemente con effetti devastanti l'intero pianeta.
La bolla economica ha messo in ginocchio intere nazioni e stritolato larghi ceti sociali.
I piccoli risparmiatori si sono visti tassare i risparmi depositati nelle banche.
I poveri in canna si sono visti tagliare l'assistenza sociale.
La sanità pubblica è stata decimata.
Le pensioni decurtate insieme agli stipendi. Al ribasso anche eventuali benefit aziendali.

In europa, la Grecia è tra le nazioni che rischia di fallire ma qui dobbiamo ricordare che il malgoverno e le ingiustizie sociali provocate dalle leggi greche, più che le nuove regole imposte da una gestione economica assurdamente coercitiva della troika ha fatto della solidarietà una parola vuota e senza senso.
Anche in Italia, tanto per restare in tema, con Monti è iniziata la macelleria sociale sposata in toto da Renzi.

Insomma c'è poco da stare allegri. Ha ragione Renzi: basta piangersi addosso. Abbasso i gufi! Ce la possiamo fare!
me ne fotto!

Lo dice anche lui, o lei?, con quell'espressione sorniona disegnata sul volto: il gatto se la gode beatamente sdraiato sulla sommità del moncone della palma uccisa dal punteruolo rosso: me ne fotto... sembra che dica. Tanto, primo o poi arriva sempre la fine.

giovedì 11 giugno 2015

Kebab italiano

             L’angolo del gusto. Cz Lido
 
kebab italiano


birra kwak belga
Un posto scoperto per caso una sera di primavera,in cerca di un locale in cui cenare in località Catanzaro Lido lato lungomare. Risultato? Meglio di quanto previsto!  Ottimo kebab, e una vasta scelta di birre italiane, belga e tedesche. E inoltre, primi piatti,secondi, contorni, rosticceria e panini farciti. Giovanni,il titolare,si avvicina e ci dice di essere lì da 6 anni e il kebab è opera dello zio che ha appreso i trucchi del mestiere in Germania dove lavorò per 20 anni. Tra i servizi offre anche,su richiesta, la consegna a domicilio. Il mio consiglio: provare per credere.

lunedì 8 giugno 2015

Catanzaro, la città di ...

Marilyn s'affaccia e sorride incurante dei passanti e del vento che soffia tra le chiome frondose della macchia mediterranea cresciuta indisciplinatamente alla fine del viadotto Morandi e sui declivi del burrone dove scorre la fiumarella.
Catanzaro, la città di Mimmo Rotella
Benvenuti a Catanzaro la città di Mimmo Rotella. C'è scritto affianco alla gigantografia che riproduce un noto decollage che da qualche tempo sta lì, all'ingresso della città in cui nacque per caso l'artista dei manifesti strappati e riproposti nella giusta considerazione alla storia dell'arte dall'acuto Pierre Restany, teorico del nuovo realismo.

sabato 6 giugno 2015

Catanzaro, new look

La politica ha deciso. È una consuetudine! Catanzaro, la piazza dove un tempo, ma questa è preistoria, si allestivano bancarelle colme di prodotti ortofrutticoli locali e altre fatture popolari come scarpe e vestiti usati e nuovi ha un nuovo, ulteriore look, molto più moderno e al passo coi tempi, dirà qualcuno.

Catanzaro, piazza Matteotti 2015
Piazza Matteotti è sgombra della precedente struttura triangolare che puntava il vertice verso ilcielo. Adesso il triangolo si è trasformato in vasca. Una vasca orizzontale multicolore contornata da allegre sedie colorate e cupi cubi grigi (prima erano le palle biancastre e nere a a sottolineare il dinamismo statico della scala verso il cielo d'oriente e occupare lo spazio perimetrale della piazza).
Dal punto di vista estetico, il colpo d'occhio è gradevole. Il verde completa con cura l'intero progetto d'arredo urbano.

Catanzaro, vista così, si presenta come una città tranquilla di provincia. Ordinata e linda.
Ma se ci si sposta ai margini del centro storico la musica cambia, e di brutto pure. L'unica cosa che accomuna il centro e le periferie è l'amabilità delle persone. L'accoglienza civile e affettuosa dei cittadini che se pur “abbandonati al loro destino civico” benché all'apparenza isolati e concretamente sommersi dalle erbacce continuano a sorridere alla bellezza della vita, autogestendo, secondo le proprie possibilità, gli spazi comuni.


mercoledì 20 maggio 2015

La via dell'Amore non passa in tv

Cercare di far capire il flusso delle energie invisibili ai miscredenti è quasi impossibile.
Guarigioni del corpo e dello spirito, per i credenti hanno una origine ben definita e certa: l'Amore Universale del Divino.
Ai credenti non servono prove materiali e scientifiche. Loro hanno la fede. Qualcuno la confonde con l'assuefazione alla cultura magica contadina e la collega alle sue radici secolari ma non è così.

"installazione votiva"

lunedì 18 maggio 2015

Chi non paga il bollo all'ACI potrebbe risultare moroso

Tassa circolazione anno 2012.


Trascorsi tre anni il bollo auto è prescritto. Allora l'ACI, che è l'organo di controllo, che fa? Apre il suo archivio e controlla. E fin qui niente di eccezionale.
L'assurdo arriva in seguito per gli automobilisti possessori di autoveicoli che non hanno pagato la tassa agli sportelli dell'automobile club italiano.
È facile, anzi, certo, che chi ha pagato alle Poste Italiane o alle tabaccherie accreditate si trovi una raccomandata come questa:

copia A.R. morosità bollo auto
(dati personali cancellati in ossequio alla privacy)


l'assurdo diventa normalità per la burocrazia regionale che non chiede l'eventuale giustificazione dell'avvenuto omesso pagamento ma calcola e allega relativo conto corrente comprensivo di mora che fa lievitare il presunto dovuto.
Inutile dire che se malauguratamente non si rintraccia la ricevuta dell'avvenuto pagamento il malcapitato è costretto a ripagare con gli interessi quanto già pagato a tempo debito.

venerdì 15 maggio 2015

Noi che non crediamo negli eroi

Inizia a stancare il tormentone “dite a nuora perché suocera intenda” usato da Pollichieni e di quanti lo adoperano non per fare satira costruttiva o strumento di sprono per le istituzioni regionali affinché lavorino per dare il meglio ai calabresi, ma che, anzi, in alcuni casi sembra trasformarsi in una sorta di sfottò polemico/politico fine a sé.

courtesy M.Iannino "STA-R"

domenica 10 maggio 2015

scripta manent, le parole volano

Per non perdere memoria di quello che è stato. Per ricordare. Per salvare il salvabile senza indossare vesti da inquisitori da oggi iniziamo a postare semplici ma illuminanti documenti. Tracciamo un ipotetico percorso delle buone intenzioni che hanno costellato le strade della politica e dei denari pubblici coi quali sono state lastricate e a volte realizzate positivamente.

Iniziamo con uno dei tantissimi progetti sulla legalità destinato ai giovani datato 11 dicembre 2010 ...

"i giovani costruttori di futuro"
scripta manent ...

martedì 5 maggio 2015

Prima e dopo l'italicum sulle macerie della democrazia

Basta poco per spaccare tutto e gettare nel cesso la famigerata acqua sporca con dentro il bambino. Da noi è così ogni giorno. I telegiornali e talk politici sono la fotografia dell'inettitudine nostrana. Urla in pubblico e abbracci in privato quando si riesce a mandare in segno il colpo.
Dal '45 ne è passata di acqua sotto i ponti della Repubblica. Un'acqua dapprima cristallina satura d'ossigeno e buoni propositi che man mano si è intorbidita nel trasportare macerie sociali e ingiustizie continue.

Ogni governo, partito, associazione e ogni singolo uomo ci ha messo del suo per portare l'acqua al proprio mulino salvo alcune persone sane e giuste che si possono contare sulle punta delle dita per avere lavorato al servizio della collettività per amore.
Questo dicono i fatti!
Non serve scappare o fare leggi, giuste o sbagliate che siano si dimostrano inutili davanti alle menti egoiste malate di accaparramenti materiali.

sabato 2 maggio 2015

Expo, isolare i violenti

Milano, Expo 2015.
La violenza ha sopraffatto i contestatori no expo pacifici. La guerriglia urbana ha dimostrato stupidità e imbarbarimenti sociali gratuiti.
Va bene. Siamo coscienti delle problematiche sociali che stiamo subendo ma dobbiamo essere sinceri e onesti con noi stessi e dire apertamente che se ci troviamo a questo punto la colpa è anche nostra. Troppi falsi invalidi. Troppi furbetti attingono ai fondi pubblici che dovrebbero essere usati per migliorare la qualità della vita di tutti.
Milano, momenti di guerriglia urbana

Expo da nord a sud

Quando si parla di esposizione internazionale e innovazione è logico pensare alla torre Eiffel, a Parigi e alla sfida tecnologica dell'ingegnere Gustave Eiffel nel proporre la potente struttura al mondo in occasione dei festeggiamenti del centenario della rivoluzione francese.
La torre d'acciaio costruita in poco più di due anni è diventata un'attrazione mondiale per la solida ardita originalità innovativa dei materiali adoperati e proposti dagli studi dell'ingegno umano.
Milano, piazza Italia, "l'albero della vita"

venerdì 1 maggio 2015

Expo 2015, contraddizioni in fiera

"energia per la vita"
Oggi non è il solito primo maggio, giorno che, nonostante le innumerevoli e incomprensibili contraddizioni per quanto concerne il mondo del lavoro, i sindacati si auto-celebrano nelle piazze toccate dalle tragedie sociali portandovi slogan triti e ritriti, musica e popolo, oggi, dicevo, è anche il giorno dell'inaugurazione della fiera mondiale “expo 2015” in Milano. Il tema della fiera “nutrire il pianeta, energia per la vita” è ambizioso, anzi ambiguo per chi contesta gli sponsor e la giostra mediatica che questi alimentano. È chiaro che le multinazionali presenti, i fatti lo dimostrano, pensano in primo luogo ai loro guadagni e, dopo, se rimane qualche briciola la usano per sgravi fiscali donandola a qualche onlus.

martedì 28 aprile 2015

Bastava poco per essere felici

Dal cucuzzaro al giudice: così giocavamo 


Chi ha più di cinquant'anni ricorderà senz'altro i passatempi di una volta quando per divertirsi in compagnia bastavano le parole per coinvolgere e allietare i presenti, magari aiutandosi con oggetti improvvisati.

Ricordate il gioco del “cucuzzaro”?
C'era uno della compagnia, solitamente il più grande d'età che assegnava i numeri ai presenti. Dalla cucuzza numero uno fino ad arrivare alla totalità dei giocatori. Fatto questo iniziava la cantilena: “ieri sera sono andato nel mio orto e ho contato cinque cucuzze. Cinque? Rispondeva il giocatore che aveva associato il numero 5. No erano tre! Perché tre? Interveniva il tre chiamando in gioco un altro dei presenti. Erano sette! Perché 7? era tutto il cucuzzaro!” e così via fino a quando qualcuno sbagliava e doveva pagare pegno o ci si stancava e si passava al gioco successivo oppure si scioglieva la compagnia e si tornava a casa.

C'erano, però, anche giochi da veri maschiacci come la cavallina o la morra dove chi perdeva doveva pagare pegno e subire dei colpi violenti, inferti, con un fazzoletto teso e annodato, sulle mani aperte. E poi c'era il gioco del “giudice”.
Antropologicamente, il gioco del “giudice” riportava agli albori della civiltà contadina per lo l'oggetto usato e per la fatalità assegnata all'azione stessa del gioco.

lunedì 27 aprile 2015

Deludente Perfidia

La frase di Gianfranco Fini “che fai mi cacci?” rivolta a Berlusconi è diventata il tormentone della trasmissione televisiva “Perfidia” condotta da Antonella Grippo.
È stato un po' come assistere alla sagra dei “trombati”. Tra questi M.C. Lanzetta che ancora non ha convinto con le sue motivazioni politiche. Wandiceddha Ferro, così l'ha introdotta apostrofandola affettuosamente la Grippo e poi gli altri, chiamati a reggere il talk che, a mio modestissimo parere è risultato oggettivamente un tantino scarso come format e deprimente dal punto di vista politico.

La telefonata introduttiva con Gianfranco Fini è bastata per comprendere il verso della puntata.
Ho resistito mezz'ora. Nulla di nuovo.
Unica mia personalissima considerazione, diventata certezza nei circa trenta minuti persi ascoltando le analisi della conduttrice e dei suoi collaboratori:
trasmissione partigiana schierata a destra nel gioco delle parti. (e pensare che Lei dice di essere stata in passato una militante di lotta continua).

E non è di queste cose che la società calabrese ha necessità e bisogno.

domenica 26 aprile 2015

Stasera in TV

Il ritorno di Perfidia.

Antonella Grippo alias Perfidia

Dopo una lunga assenza dall'etere torna in tv Perfidia, la trasmissione condotta dalla giornalista Antonella Grippo, sospesa, a suo dire, per avere osato porre domande birichine al presidente Mario Oliverio durante un talk per le passate primarie del pd.

Mario Oliverio si difende dichiarandosi estraneo ai fatti imputategli. Si dice rammaricato per le accuse mossegli e auspica un ritorno in tv della brava e spigliata giornalista Grippo.

Stasera alle 21 sul canale 90 riprende ad annodare, tra un ancheggiamento, scrollatine di capelli e tanti sorrisi a trentadue denti, il filo conduttore degli usi e dei costumi mentali della società calabrese.


Mario Oliverio nel frattempo insedia le truppe fedeli nei punti chiave e continua la cavalcata solitaria in direzione di traguardi noti solo a lui.
Dice di scindere le questioni politiche dalle amicizie personali come quella con Pino Galati presidente dei “Calabresi nel mondo”. Ma nel frattempo, toglie, elimina?, alcuni “ostacoli politici”, persone e enti, che hanno contribuito molto a ingigantire la sfiducia dei calabresi e fatto lievitare le clientele.

Che sia ancora breve il tempo dell'attesa? I frutti si vedranno più in là? Staremo a vedere.

venerdì 24 aprile 2015

Calabria era meglio quando si stava peggio

Avrei potuto evitare e me lo sarei evitato volentieri scrivere quanto segue ma ritengo opportuno esporre in totale libertà il pensiero comune a quanti non hanno voce o possibilità di dialogare con le istituzioni regionali appena insediate. Il fare dei nuovi invasori è allucinante. Perennemente super impegnati a sbrigare problemi logistici, con fare cattedratico, guardano dall'alto in basso e forse anche con diffidenza chi rivolge loro quesiti dopo avere pazientemente fatto ore di anticamera davanti a porte sbarrate. 
la nuova classe dirigente sembra abbia dimenticato un piccolo particolare e cioè che la Regione Calabria è per definizione, che tra l'altro hanno coniato loro stessi, "la casa dei calabresi".
ma andiamo nel merito:

domenica 12 aprile 2015

Catanzaro tra disagio sociale e malavita

Il nostro disagio ha radici lontane e profonde. E nelle periferie le discriminazioni sono figli di progetti politici assurdi lasciati a se stessi o nelle buone intenzioni di qualche anima pia.

La colpa? Dei dirigenti nazionali e locali, naturalmente! E non lo dico per partito preso. Lo dico convintamente e con cognizioni di causa.
L'integrazione delle etnie voluta, tanto per citarne qualcuna, da una sparuta ma influente corrente di pensiero cittadino, si è dimostrata da subito un fallimento dacché si è pensato solo di assegnare le case popolari agli zingari del catanzarese senza riempire di contenitori aggregativi i quartieri Pistoia, Corvo e Aranceto, con progetti culturali adeguati.
Catanzaro Lido, incendio al "Sunrise"

venerdì 10 aprile 2015

Incontri ravvicinati di un certo tipo

La natura chiama. Cosa c'è di più accattivante di un pomodoro maturo, rosso, tagliato a due, un pizzico di sale, un filo d'olio extravergine d'oliva e qualche foglia di basilico sopra da consumare quando torni dal mare?

Ora non dico che il pomodoro lo debba coltivare in terrazzo, anche se in ciotole come queste potresti anche farlo, ma, conoscendoti, so per certo che dimenticheresti i trattamenti e le concimazioni. L'acqua non mancherebbe. È garantita dall'impianto automatico. Però potresti piantarci gli aromi. Che so, della menta o del basilico. Dell'erba cipollina...

martedì 7 aprile 2015

Pasquetta un rito che si consuma in compagnia

Tempo e cielo cangianti. Nuvole. Vento. Pioggia. Sole.
Meteo inclemente per pensare alla solita, annuale, e, per alcuni, fatidica gita fuori porta di Pasquetta.
I pensieri vagano fino a raggiungere l'ultima pasquetta fatta in compagnia dei miei amici tra le onde dello Jonio, colazione al sacco, le immancabili "cuzzupe" e le pastiere adagiate sulla sabbia del porticciolo di Catanzaro Lido.
Tempi allegri e scanzonati. Messi in un cantuccio a riposare. Sorpassati dalle riunioni compassate, ma non troppo, tra coppie mature e figli a seguito.
Eravamo forse degli incoscienti a non lasciarci intimidire e condizionare dal tempo? No, semplicemente non davamo peso alla pioggia. E quando una cosa era in programma si rispettava la tabella di marcia. Come quel giorno che una volta partiti per la Sila si aprirono le cateratte del cielo e furono tuoni e fulmini a condizionare la meta.
Ci fermammo in una casa in costruzione, tra gli alti pini silani, a poche decine di metri dalla strada.
I bambini erano elettrizzati. E noi ci mettemmo a raccattare pigne asciutte e legna inservibile del cantiere. Accendemmo il fuoco. Mettemmo su la griglia da “passeggio”. Ed ebbe inizio il rituale.

L'odore di fumo porta con sé il calore delle allegre compagnie. Grida gioiose e sbotti d'ilarità avvolgono gli ambienti e tutto si trasforma in festa. Anche la giornata più buia e piovosa è rischiarata dalle positività conviviali.
il "pasquone" da noi è un rito
 che si consuma in compagnia

domenica 5 aprile 2015

Sanità di RC, Oliverio chiarisca la nomina di Carpentieri

Non conosco il signor Giulio Carpentieri e se quello che riportano i giornali in questi giorni è vero c'è bisogno di chiarezza.
Il presidente della regione Calabria Mario Oliverio deve bloccare la nomina di questo signore ormai in pensione ma ripescato dalla politica nonostante i trascorsi e l'arrampicata sociale poco chiara non perché inviso ai giornalisti che danno notizia della offuscata personalità di un burocrate ma semplicemente perché in netta contraddizione con quanto Mario Oliverio ha detto e sta facendo per rilanciare la Calabria. Vedi enti in house, epurazioni e defenestramenti, che, in assenza di spiegazioni plausibili e convincenti, risultano privi di senso critico e pratico.

E ci si chiede: perché se da una parte c'è la ferma volontà di bloccare l'azione di Pasqulino Ruberto, in altri ambiti si soprassiede a quella che è la carta d'identità del nuovo corso regionale nell'assegnazione dei poteri?

Dillo con un fiore

Capelli variopinti. Tattoo. Piercing. Labbra rosse. Scarpe militari. Jeans strettissimi. La ragazza ride e scrolla le spalle in risposta al giornalista che commenta la fatica politica del cambiamento.
Il supermercato è semivuoto. Ha visto momenti migliori. Come noi, d'altronde!

La ragazza rigira tra le dita il cellulare. Cerca tra i ripiani mentre porta all'orecchio il telefono. Dimmi ma' … no non lo trovo … va be', sì arrivo.
"dillo con un fiore"

venerdì 3 aprile 2015

Pasqua di Resurrezione nella tradizione popolare


È Pasqua.


Per i cristiani la SS Pasqua ha il significato profondo di redenzione del Corpo e dello Spirito di Cristo e dei credenti che praticano nella vita di tutti i giorni la Parola del Signore.

Anche se è difficilissimo incontrare chi pratica il Vangelo come vorrebbe Gesù è, invece, facilissimo imbattersi in gente che segue pedissequamente le tradizioni popolari nei periodi stabiliti dalle autorità ecclesiastiche. Si va dalla “naca” di Catanzaro all'affruntata della zona di Vibo, si visitano i sepolcri rigorosamente nell'ordine dei numeri dispari nella propria città in tre chiese differenti. Ma c'è anche chi fa un salto a Nocera Terinese per assistere alle sferzate che si auto infliggono i “vattienti”.
"pastiera e uova sode"

Estate voglia di novità e OKNO sul blog


Inizia la bella stagione e sento la necessità di aggiornare il look delle mie pagine del blog. Colori e grafica diversa. in sintonia con lo spirito estivo. Luce, aria, sole. Che ve ne sembra? è piacevole?

Proviamo anche a mettere il bottone di OKNO in ogni singola pagina per condividere i post velocemente sulla piattaforma di Virgilio oltre che di blogger.

Non ho dovuto faticare molto. Sono andata sulla pagina di OKNO. Ho copiato il testo html. Ho aperto layout di Blogger ed ho incollato il codice in un gadget html.
OkNotizieQuesto è il risultato. Carino no? adesso, se vi piace qualunque post e se vi va potete condividerlo agevolmente sulla piattaforma di oknotizie.

mercoledì 1 aprile 2015

Renzi, le imprese e le bollette degli italiani

“L'uomo non può vivere nell'attesa del presente ma deve lavorare per un progetto futuro.”


Ogni mia azione guarda al futuro ma coi piedi e la mente nel presente.
Per questi motivi rivolgo attenzioni accurate a quanto accade nella società.
Presto attenzione alle azioni politiche perché queste possono condizionare positivamente oppure no, dipende dalle scelte dei dirigenti politici e dei tecnici che li aiutano nel loro lavoro, il presente e il futuro di noi tutti.

Mi documento. Leggo e confronto le notizie. M'informo e mi faccio un'idea dell'aria che tira.

E devo dire che sento aria di burrasca nonostante il Matteo Renzi che si moltiplica, manda messaggini inverosimili per rasserenare i piagnoni e gli sfiduciati.

martedì 31 marzo 2015

Renzi i partiti e l'arroganza del potere

All'epoca dell'unità d'Italia la lingua più parlata in campo nazionale era il dialetto, i dialetti. Forse per le troppe differenze linguistiche, negli anni, alla classe dirigente non riuscì quello che Massimo D'Azeglio pare avesse intenzione di fare e cioè “fare gli italiani”.
"bianco" per gentile concessione dell'autore M.Iannino

Secondo gli storici fu lui, Massimo Taparelli, marchese d'Azeglio nonché scrittore, pittore, patriota e politico torinese a dire “abbiamo fatto l'Italia ora dobbiamo fare gli italiani”.
Da buon torinese, pare abbia detto anche “... la fusione coi napoletani mi fa paura; è come mettersi a letto con un vaiuoloso!”.

venerdì 27 marzo 2015

Il Jobs act è una bufala

Questa è una divagazione superficiale se guardata con gli occhi dei politici che apostrofano con leggerezza di populismo gli uomini e le donne che badano alle cose concrete e che non accettano di buon grado le scelte fatte da Renzi con lo scopo di “aiutare” le imprese, vedi jobs act che tradotto significa piano per il lavoro.

Cos'è in sostanza il piano per il lavoro? È una sorta di bonus, uno sgravio fiscale per le imprese che assumono lavoratori. E come avvengono gli sgravi fiscali, chi paga e chi soffre per il mancato introito delle somme non versate dalle imprese nelle casse dello Stato?
Tranquilli. Ancora una volta paga il sud!
Quel geniaccio di Renzi, la sua squadra di governo ha fatto una cosa semplice. Ha dirottato i fondi europei destinati al sud alle imprese che assumono lavoratori per i primi tre anni.

mercoledì 25 marzo 2015

Eni gas e luce dov'è il risparmio?

Governo. Incapacità o progetti mirati?


Può una donna o un uomo d'affari, piccolo o grande imprenditore, governare gli eventi a favore della collettività dimenticandosi delle aziende che ha guidato, dei soci e degli affari privati toccati dalle leggi dello Stato?

le bugie di Renzi e l'ambiguità di Guidi

lunedì 23 marzo 2015

Legge elettorale Calabria rischio incostituzionalità

 Oliverio decade? Si torna a votare?


Come si sa, in base alle modifiche operate in sede consiliare, Wanda Ferro è rimasta fuori dal consiglio regionale della CALABRIA. 


Il tribunale amministrativo regionale in risposta al ricorso della Ferro invia le carte alla Corte Costituzionale per chiarire alcuni aspetti della legge elettorale calabrese modificata all'ultimo minuto da un consiglio esautorato da tale funzione per le note vicende legate all'allora presidente Scopelliti.

Che significa per il neo presidente Oliverio e la sua minisquadra?

domenica 22 marzo 2015

Welfare, la politica abdica. Francesco punta i problemi

Napoli, 21 marzo 2015,

che dirti, caro amico. Papa Bergoglio ha commosso i napoletani.
Il suo incontro con la città è iniziato da Scampia. Il quartiere delle vele noto alle cronache per il degrado sociale e culturale enfatizzato dai media negli anni precedenti si è commosso alle sue semplici e toccanti parole.

Napoli, Scampia, Papa Francesco circondato dai bambini

sabato 21 marzo 2015

Pensioni, negate e irraggiungibili

La pensione? Per i sessantenni e per lo stuolo dei non tutelati è diventata un miraggio irraggiungibile.

gli effetti speciali di Boeri e del governo Renzi

La tanto amata e voluta Europa Unita da Prodi, Napolitano e compagni, ha decimato vittime tra i lavoratori dipendenti. Ha tolto le tutele spicciole e quelle importanti come il lavoro e ovviamente la pensione che sarebbe maturata con i versamenti da lavoro nelle casse dello Stato da parte dei lavoratori.

Il meccanismo delle pensioni non è poi tanto complesso. E Tito Boeri, economista, critico con le manovre del prof Monti, oggi presidente dell'INPS, allunga l'età pensionabile, la tende come un elastico e porta la soglia a 66 anni e 7 mesi ed in seguito, vista l'attesa di vita dei cittadini, a 70 anni nel 2019.

venerdì 20 marzo 2015

Bray lascia. Lupi si dimette

Com'è strano il nostro Paese.
C'è chi si dimette per onestà intellettuale o forse perché disgustato da come la maggioranza degli elementi che affollano Monte Citorio intende il servizio politico e chi mette la colla resistente a qulunque scandalo.

Oggi il sole e la luna sono i veri protagonisti di una danza davvero speciale. L'eclissi durerà all'incirca dodici ore. Ma quanti staranno col naso all'insù e si staccheranno dai rumori mediatici che arrivano dagli scandali congenitamente cancerosi scoperti all'interno del mastodontico affare Expo?

L'ex ministro ai beni culturali Massimo Bray si dimette. Invia una nota alla presidente della Camera Laura Boldrini e pacatamente spiega che preferisce tornare alla Treccani, tra i libri.

giovedì 19 marzo 2015

Tunisi, attentato al museo, follia e stupidità

L'uomo è il peggior nemico di se stesso.
Se penso ai disastri ambientali che avrebbe potuto evitare se solo avesse voluto ed a quelli causati dalla cupidigia e dalla stupidità mi viene da dire che di umano non è rimasto niente nella cassa cranica di quello che si pensa essere l'evoluzione naturale dell'homo erectus.

Gli attentati, le guerre, gli assalti e le incursioni razziste o religiose dei kamikaze, le violente aggressioni verbali, le strategie politiche che tendono a fregare il prossimo sono il segno dei tempi sprecati a tessere piani contro la natura divina dell'uomo.

A sud di Catanzaro tra teorie e bisogni reali

periferia
Non che a Milano si stia bene o si viva meglio che a Catanzaro ma quando la città si espanse a sud, tra i quartieri di Santa Maria e Catanzaro lido, gli amministratori di allora presero ad esempio l'edificazione di Milano 2, quella costruita da Berlusconi, tanto per capirci.

Si parlava di piscine, scuole, banche, ufficio postale, parco giochi, un centro commerciale e tantissimo verde.

A distanza di 35 anni, salvo l'edilizia popolare e lo spazio verde naturale, niente di quanto enfatizzato progettualmente è stato realizzato. No no, ora che ci penso negli ultimi anni è stato realizzato il parco giochi, è stata fatta persino pulizia laddove dovrebbe essere un luogo sociale d'incontri e riposo: il giardino pubblico!, e tagliato le canne che infestano i marciapiedi senza però togliere la terra che la pioggia accumula ai bordi, sui marciapiedi e nelle strade.

mercoledì 18 marzo 2015

Europa, Italia. Cambiare leggi? No mentalità!

Non mi va di dare voti a Renzi e a chi governa insieme a lui. Tanto, la musica non cambia. E lo abbiamo visto per quanto riguarda gli scandali e le gratifiche personali a ministri, parlamentari e partiti politici.

I partiti politici hanno pieno potere decisionale nella gestione dello Stato. Sono loro, i segretari dei partiti politici, che decidono sulle leggi da scrivere e fare rispettare. E sono sempre loro che decidono le grandi manovre nelle operazioni pubbliche. Dalla legge elettorale all'etica spicciola comportamentale che trova sempre il “marchese del grillo di turno” che calpesta regole e uomini.
Mentre i privati, quelli che contano, pochi ma potenti, suggeriscono l'agenda della gestione finanziaria ed economica che poi si ripercuote nella popolazione, produce ricchezze o povertà.

La povertà si vive tutti i giorni. La si percepisce per strada. Si tocca con mano ed ha un profumo acre, la miseria degli uomini che hanno concesso privilegi a pochi e restrizioni a molti.

Mi tornano in mente le parole di una donna analfabeta ma toccata dalla bontà di Cristo, ogni volta che vedo qualcuno rovistare tra gli scarti alimentari o che fa molta attenzione ai prodotti in sconto nei negozi.
Mamma Natuzza si esprimeva con parole semplici che davano il senso vero alle azioni umane: “chi non soffre e non patisce non capisce”.

martedì 17 marzo 2015

La truffa arriva via e-mail

Ciao,

ho recentemente acquistato un metodo molto costoso per guadagnare su Internet. Il metodo funziona davvero!!!

Ora, in un giorno guadagno più denaro di quanto molti ne guadagnano in un mese.

Le mie statistiche per oggi. Ho guadagnato €570 in 40 minuti. Fico, vero?

Questo metodo funzionerà per circa 2 mesi. Io ho 2 inviti gratis; vorrei condividerne uno con te, solo non dirlo a nessun altro.”

Che cuore! Hai visto mai un amico così altruista? Mi dà l'opportunità di guadagnare 570€ in poco più di mezz'ora! E solo a me personalmente!
Però adopera il condizionale. Mi scrive “vorrei condividerne ...”. che faccio? Lo assecondo? Seguo il link o lo mando a fare in culo?
Beh, io lo lascio perdere. Lo ignoro e segno la mail come spam.

Buona giornata anche ai piccoli patetici imbroglioncelli che smanettano in internet.



lunedì 16 marzo 2015

Il valore della vita

Un uomo, solo, ma in compagnia di un dolore interiore enorme, ha scritto la parola fine.
Il dramma, maturato lentamente nella sua testa, si è consumato l'altro ieri in un paese jonico catanzarese: Montepaone.
Tra le mura di casa, ha teso una corda e … giù.
Stanco di una situazione personale creatasi nell'apatia generale di quanti dovrebbero tutelare e gstire la società civile ma seguita con attenzione morbosa e punzecchiata dal piacere voyeristico dei media ha ceduto alla umana debolezza: la depressione.

La Catanzaro civile è con Franco Caruso

Catanzaro dà il benvenuto a Franco Caruso


La libertà è un bene da proteggere.
È singolare, per non attribuire aggettivi più pesanti e diretti a quanti indossano e si nascondono dietro le maschere istituzionali, la mobilità di una città dormiente come Catanzaro tirata in ballo strumentalmente da alcune frange politicizzate ma culturalmente retrograde.

L'elenco delle disfunzioni sociali e strutturali sarebbe lungo per una città come Catanzaro e altri dovrebbero essere i problemi da risolvere nell'immediatezza ma pare che, per il coisp e qualcun altro che ha fatto della politica un lavoro come tanti, il caso eclatante sia la docenza conferita a Franco Caruso nella facoltà di sociologia all'Università cittadina Magna Grecia dagli organismi universitari preposti al reclutamento degli insegnanti.

domenica 15 marzo 2015

Oliverio, dalle parole ai fatti

Dopo lo sfacelo targato Scopelliti che, con la geniale modifica apportata alla legge regionale, è riuscito persino a fare rimanere fuori dal consiglio regionale la candidata di FI alla presidenza Wanda Ferro surclassata di misura da Mario Oliverio, siamo in zona rossa, o, forse, è più opportuno dire rosata visto l'annacquamento dei valori che contraddistinguono la sinistra al governo.

Come ben si sa, Oliverio si è insediato da qualche mese. Ha voluto fermamente le dimissioni dei dirigenti regionali (che sono rimasti comunque a comandare e prendere decisioni sui destini dei calabresi) e ha nominato una sofferta quanto minuscola giunta.

giovedì 12 marzo 2015

Caso Berlusconi Ruby, in giustizia è fatta?

Berlusconi è stato assolto.

La cassazione ha deciso che Ruby era, all'epoca dei fatti, maggiorenne e parente stretta di Mubarak e che, sempre Berlusconi, non ha approfittato del suo status telefonando alla questura per il rilascio di Ruby e farla affidare alla Minetti ?

Dimenticando la satira mondiale che all'epoca dei fatti ebbe a disposizione tanto di quel materiale di fare ridere anche gli struzzi, potrei anche dire che mi sta bene! sì. Mi sta bene questa soluzione adottata dai giudici della cassazione milanese.

domenica 8 marzo 2015

Tradizioni valoriali tra crisi sociali e austerità

Avevate le scarpe!


Sì avevamo le scarpe, consumate … rotte, ormai. -risposi all'ospite che osservava incuriosito e commentava la foto sulla scrivania. Va be', stavate meglio di me e di tanti che non ce l'avevamo per niente. Ma eravate di lutto? Chi era morto? Mio padre. Risposi secco. E mi sovvenne alla mente Maria, la figlia di zia Rosina che faceva la sarta e insegnava a tagliare, cucire e risistemare gli abiti vecchi alle ragazze del paese. L'attività sartoriale e la propensione all'insegnamento che svolgeva al piano terra della casa le valse il titolo di “maistra”, maestra. Lei cuciva di sana pianta, risvoltava e aggiustava i vestiti ai paesani. E ovviamente anche a noi. Riusciva a dare nuova vita alle stoffe. Trasformava magistralmente cappotti, giacche, pantaloni, camicie e gonne.
Fu lei che cucì e riadattò i vestiti neri e i nastrini da tenere sui risvolti del bavero delle giacche per il tempo necessario alla celebrazione del lutto familiare.

sabato 7 marzo 2015

Eroica quotidianità al femminile

Donne coraggiose


La vita è una ruota, diceva mia madre.
La vita, appunto, coi suoi alti e bassi impone scelte immediate. Scelte, a volte dolorose ma necessarie per sopravvivere.

Con la morte nel cuore, mia madre si trovava ad un bivio, doveva decidere se accettare una nuova proposta di matrimonio oppure darsi da fare. Mettersi in gioco. Indossare i pantaloni per amore dei figli e trovare un lavoro. Uno qualsiasi purché onesto e dignitoso.
Lei riteneva inopportuno risposarsi. “Sono ancora feconda, -diceva argomentando il suo diniego in famiglia e al pretendente- e poi, che ne so che tipo di persona mi metto in casa! E se dovesse maltrattare i miei figli? no. Ho promesso a Vincenzo che sarebbe stato il primo e l'ultimo e così è!
Era consapevole degli ostacoli che avrebbe dovuto superare ma non si scoraggiò. Lei, una donna sola, ancora giovane, in un mondo di uomini avrebbe dovuto lottare e lo fece!

venerdì 6 marzo 2015

Calabria, tra alti e bassi

Come eravamo.


LA FAMIGLIA TIPO.

Diventa quasi un obbligo, per i calabresi, ricordare il nome del padre attraverso il figlio. Rinnovare il nonno paterno chiamando il primo figlio maschio col suo nome e il secondo con quello materno, è una tradizione che ancora oggi qualcuno rispetta.

Nonno Carlo ebbe quattro figli. Tre donne e un maschio. Inutile dire che il maschio era il centro delle sue attenzioni e quando morì in guerra soffrì moltissimo. Ma non lo fece vedere. Non era dignitoso per un uomo maturo piangere o dimostrarsi tenero.
Fiore, questo il nome del maschio, rinnovava la memoria del padre. Rosina si portava dietro il ricordo della mamma e poi c'era Angiola Peppina e Gesa che rinnovavano, in ordine di tempo, la nonna materna e la zia paterna.

giovedì 5 marzo 2015

Nonno Carlo

Sul comò, in camera da letto, mia madre aveva raggruppato le foto dei nonni e degli zii. Il centrino ricamato li raccoglieva in una sorta di spazio dedicato alla preghiera e al ricordo.
Il fratello di mamma, in divisa, morì non so dove in guerra, lasciando la giovane moglie e il figlioletto soli.

Quando la guerra finì, il governo italiano promosse accordi politici con gli Stati ricchi di materie prime ma povere di maestranze. Ebbe inizio il primo grande esodo. Francia, Germania, Svizzera, Americhe, Argentina, Brasile e anche il nord Italia furono mete dei nostri padri e nonni.

Nonno Carlo, mi raccontò mia madre, partì per le Americhe in cerca di fortuna ancor prima. Lui, come si diceva una volta, era un benestante prima che maestro di musica e in paese lo rispettavano tutti.
Anche le figlie erano rispettate e, raccontava mia madre, che anche lei, se pur ancora ragazzina, a quel tempo era ossequiata e siccome era d'uso tra i paesani togliersi il cappello in segno di saluto anche in assenza degli ospiti, lei sorrideva all'inutilità degli inchini fatti all'aria e al niente dagli uomini rimasti in paese. Ma questi erano gli usi e i costumi dell'epoca di mio nonno.

Purtroppo oltre al rispetto, generato dalla cultura ossequiosa e sacrale legata alla terra, non c'era nient'altro in quel paesino di quattro case e una chiesa. La crisi toccò proprietari terrieri, latifondisti e artigiani.

La terra non dava più i frutti necessari per il sostentamento delle famiglie numerose e gli artigiani non avevano committenze. Cosicché, gli uomini in forze raccolsero nelle valigie di cartone gli effetti personali e partirono verso nuovi mondi, certi di alleviare la fame e la miseria dei congiunti suffragati dagli accordi politici post-bellici tra il governo italiano e gli Stati in via di sviluppo; così ebbe inizio il primo grande esodo.

(Segue)
(ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale)

La signora del pane

Strettamente personale.

Se non fosse per le macchine che s'incontrano (poche a dire il vero) per le strade del piccolo paese dell'entroterra calabrese, la sensazione è quella di vivere un fermo immagine in un luogo senza tempo dove la semplicità dei costumi regna sovrana.
Almeno questa è la sensazione che vivo. Salta ai miei occhi la sobrietà e la praticità delle donne infagottate con indumenti pratici. Gli stessi che usano in casa vanno bene anche per uscire. Le donne sembrano prive di rimmel, rossetto o altro, tranne le ragazze giovani che vestono i leggings e, appena, un filo di matita sugli occhi.

Siamo mentalmente ma non geograficamente ben lontani dalle piazze affollate. Qui le donne s'incrociano e chiacchierano davanti al piccolo negozietto della strada principale. sussurrano di fatti quotidiani e dei piccoli acciacchi personali o degli anziani genitori che curano, vivono con loro o abitano nelle vicinanze.

Altro che grandi magazzini o impersonali mega super centri commerciali dove facilmente si perde l'orientamento e si fatica a rintracciare la macchina. Qua basta scansare le strisce verticali in plastica della tenda contro le mosche, scavalcare il gradino e sei subito dentro a tu per tu con la signora del pane che si muove abilmente nel piccolo budello che divide il banco espositore dalla scaffalatura del pane.
Un metro e mezzo per due, ad occhio e croce. Il banco contiene qualche pizzella, dei saccottini alla cioccolata e dei taralli in quantità limitate.

Quant'è? Chiede la cliente. Du'e vvinti. (due euro e venti centesimi).
In un clima surreale, la commerciante tende la mano, alza un foglio di carta sottile di colore beige, uno di quelli che si avvolge il pane, e allinea le monete sul ripiano della cassa aperta.

Diciti … (dite)
Due pizzelle, separate, due panini e un pane casareccio ben cotto.

Voliti chissu bellu atu? (volete questo che è bello alto?). Sì va bene. Grazie. Quant'è?
Quattru e sessanta. (4€ e 60 cet.).
E qui subentra la poesia visiva:
Porgo alla signora una banconota da cinquanta euro. La poggia sul banco. Scosta il grembiule. Sgancia due spille da balia e apre la tasca della gonna protetta dal grembiule. Estrae due banconote da venti euro, poi si gira verso la cassa, prende da uno scomparto la banconota da cinque euro e infine solleva il foglio di carta e raccatta le monete.

Eccuvi! (ecco a voi, il resto è sottinteso).





mercoledì 4 marzo 2015

Calabria, Mario Oliverio alla riscossa

Oliverio dice: non mi interessa assumere l'incarico di commissario ma esigo che il commissario risponda a me sulle problematiche della sanità calabrese che sono stato eletto con oltre il 6o% dei voti dai calabresi per fare il presidente della Calabria e tutelare il territorio.

E fin qui non fa una piega. Quindi, volendo prendere per buone le sue motivazioni che ha ampiamente spiegato in conferenza stampa, affiancato dai sub commissari Pezzi e Urbani nominati dal governo Renzi che hanno appogiato la sua richiesta di aprire il concorso nella sanità per evitare di trovarsi davanti a casi drammatici come è già successo in altre regioni, s'intuisce che c'è in atto una guerra interna al PD. E il silenzio di Renzi lo conferma

Lui. Matteo, il re dei cinguettii, che smanetta anche quando è in consiglio dei ministri, è difficile immaginarlo immobile, salvo che non abbia infiammati i tendini … ma no!, uno come lui attiverebbe la funzione vocale e trasmetterebbe messaggini vocali pur di smentire o mettere all'angolo i nemici.

Battute a parte, c'è la necessità di capire come stanno le cose.
Capire se Oliverio è davvero il paladino buono senza macchia e senza vergogna che non accetta compromessi e non asseconda gli interessi dei gruppi di potere come ha lasciato intendere oppure se sta giocando un ruolo politico all'interno del suo partito.
Ribadisco. Lui ha detto di no. Che è interessato solo al bene della Calabria. E ci voglio credere, perché ne ho bisogno.
Ho bisogno di credere che ancora c'è qualcuno onesto intellettualmente e che ha abbracciato la politica per il bene della comunità.
Se Mario Oliverio è tutto questo, e ribasdisco ci voglio credere, deve fare attenzione!, perché il malaffare, la doppiezza si annida anche nelle formazioni blasonate che non si fanno mancare i titoli, che sanno vendere bene la loro mercanzia affiancate dai comitati scentifici e dai media.

Melfi, Marchionne attinge al jobs act

I mezzi di comunicazione di massa concentrano le attività du due fatti eccezionali:
marchionne

primo, le assunzioni che Merchionne fa a Melfi. Il dg ex fiat, ora fca, parla di 1900 posti di lavoro grazie al jobs act. E, guarda un po', a Marchionne piace Matteo Renzi. Gli piace la sua politica e per questo ha intenzioni di regalargli una bella costosa macchina rossa per tenere su il nome del cavallino.

Meno felici sono i lavoratori costretti a turni massacranti e pare che già alcuni operai abbiano abbandonato l'idea del lavoro nella fabbrica del soddisfatto Marchionne.
Gli schiavisti del terzo millennio fanno man bassa e offrono lavoro a tempo determinato ma solo applicando il jobs act!
Ma ci sono anche mamme esasperate e pur di portare avanti la famiglia fanno domanda di assunzione e sono discriminate per l'età, troppo a vanti negli anni rispetto ai requisiti previsti nel jobs che prevede una forbice tra i 18 e i 30 anni.

Non per populismo, ma viene da chiedersi: se Renzi soffrisse o avesse sofferto in passato un'esperienza analoga, e quindi turni logoranti, viaggi lunghi e brevi ma carichi di stress sui mezzi pubblici e su sgangherate utilitarie, insomma lavorare le 40 ore piene e con le ultime energie tornare a casa, avrebbe imposto questa legge sul lavoro? Sarebbe stato più attento alla qualità della vita dei lavoratori o avrebbe comunque leggiferato a favore degli imprenditori?

Che ci siano stati errori nella gestione passata e forse abusi all'interno delle sigle sindacali non vi è dubbio ma da questo a capovolgere la storia e vantarsi di essere riusciti ad eliminare l'articolo 18 e stralciato lo statuto dei lavoratori ce ne vuole.
Da noi si dice: u gurdu non capisciu mai u dijunu. Chi è sazio non capisce chi soffre la fame.


martedì 3 marzo 2015

Decisioni forti. Oliverio incontra i lavoratori

vibo valentia, manifestazione per il lavoro

Su questa vicenda sono disposto ad andare davanti all' Aia, (corte internazionale di giustizia) dice Mario Oliverio a Vibo Valentia. Me ne assumo la responsabilità!


Così si esprime il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio, nel corso dell'incontro con i lavoratori dell'ente intermedio, l'ex amm.ne provinciale, alla presenza dell'assessore regionale al Lavoro Carlo Guccione e del prefetto di Vibo Giovanni Bruno.
Sono in tutto 380 i dipendenti che da giorni stanno attuando un forte protesta per chiedere il pagamento delle quattro spettanze arretrate e che, insieme ai lavoratori delle aziende Gam, Marenostro, Infocontact e Italcementi, hanno installato dei tendoni in piazza municipio a simboleggiare la grave situazione occupazionale in atto nel Vibonese. , e sono lo specchio della Calabria.

Sblocca il turn over negli ospedali di Reggio, Cosenza e Catanzaro per 100 addetti alla sanità per dare ossigeno ai gravi problemi che si sono accumulati e apre il cantiere dell'ospedale di Vibo Valentia per ammodernarlo secondo i criteri voluti dalle recenti disposizioni.

Mario Oliverio commuove per la veemenza che mette nell'esternare i sentimenti suoi e di quanti hanno a cuore le sorti della Calabria. La sua forza sta nel dire con fermezza quello che pensa e cosa può fare per togliere dagli affanni l'ente regione. È deciso! Non intende sottostare alle logiche fallimentari fin qui adoperate che hanno provocato voragini inimmaginabili nel bilancio regionale.
Fa bene a non accettare le decisioni calate da Roma, quindi Renzi o chi per lui. Basta con le nomine ministeriali di emeriti conosciuti che hanno fatto del male alla nazione e alla Calabria.

Lui dice “ci metto la faccia. Se sbaglio, sbaglio io. Voglio essere io a prendere le decisioni per una terra che conosco e scommettere sul futuro di chi governo...”.

Le sfide che deve affrontare sono molte e dai mille volti. Deve fare attenzione. Ma anche se dovesse sbagliare, il posto e il compito dei calabresi onesti è di stare al suo fianco, sorreggerlo moralmente perché se passa inutilmente anche questo momento, per la Calabria non ci sarà futuro.

Vai presidente! Fatti sentire e rendici partecipi delle sfide che incontri. Noi saremo al tuo fianco.

Sanità, strategie politiche sulla pelle di cittadini

Torniamo a parlare di sanità in Calabria.

Sembra stia accadendo quanto descritto in maniera lampante nel detto calabrese “i ciucci si 'mbriganu e i varrili si sdoganu”. Cioè: gli asini litigano e nell'impeto della lotta si rompono i barili e le otri che portano sulla soma.

La telenovela, come l'ha definita Mario Oliverio sembra non avere fine. Nel frattempo arriva, nella giornata di lunedì a Palazzo Chigi, un parere dell’Avvocatura generale dello Stato, recapitato anche all'Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro su richiesta del governo, che chiude all'investitura del governatore Mario Oliverio in ossequio all'ultima legge di Stabilità che ha introdotto una norma che vieta la coincidenza tra la figura del commissario con quella del presidente della regione commissariata. Cioè, come dire, non c'è compatibilità tra le due figure.
Paradossalmente, da questa vicenda escono con le pive nel sacco e ne fanno le spese, per non dire una brutta figura politica, proprio quelli che sono al governo della regione da qualche mese e ancora stanno a tessere questioni di lana caprina sulla pelle dei cittadini e degli ammalati calabresi. Insomma si sono impantanati tra veti incrociati e guerre intestine.

Dal canto suo, la Lorenzin pare stia aspettando decisioni da Renzi. Lei non avrebbe problemi a nominare Urbani commissario, lo stesso che è stato consigliere tecnico della Polverini e che ora è sub-commissario. Ma, come dire, sarebbe una resa politica se ciò avvenisse. E per questo, improbabile.

A questo punto, Mario Oliverio, potrebbe suggerire un nome autorevole che capisca di sanità e bilanci economici, magari pescando tra gli universitari, docenti o tecnici. Attento però a che non si dimostri, tale nomina, un flop peggiore delle precedenti e delle quali stiamo pagando lo scotto.

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