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giovedì 11 agosto 2022

Nella povertà tra le fatiche imposte dai bisogni terreni uno spiraglio di Luce squarcia le tenebra

 

IL DIVINO E IL TERRENO.

Nella preistoria della mia infanzia la televisione e men che meno il cinema erano strumenti di evasione appannaggio di pochi.

Il primo film in bianco e nero ebbi modo di vederlo e apprezzarlo in piazza. Non ricordo in quale circostanza avvenne la proiezione pubblica ma ricordo bene il coro sdegnato di “NON è VERO!!!” urlato contro l'attore che interpretava un ruolo da viscido. Parve persino che l'attore si girasse stupito verso di noi.

Eravamo presi dalla storia. Emotivamente coinvolti, in piazza non si sentiva volare una mosca.

Mentre la televisione faceva mostra di sé nei bar e in qualche casa di benestanti.

In compenso, noi ragazzi, vivevamo in una collettività fatta di valori solidali tramandati nelle famiglie. Famiglie che lavoravano i campi per trarne sostentamento e praticare lo scambio.

Un altro bel ricordo è la voce del banditore. Antesignano della pubblicità, urlava per le strade e i vicoli del paese e invitava a recarsi in piazza o nei pressi della chiesa perché era arrivata la contadina di Cardinale col carico di lupini o nocciole, a seconda della stagione. E c'era anche il “capellaro” che raccoglieva i capelli e dava in cambio un pettine stretto contro i pidocchi o qualche forcina. Le donne non tagliavano i capelli. Li tenevano lunghi e l'intrecciavano formando magnifiche trecce nere.

La vita scorreva semplice.

E, per le giovani donne, il sogno più bello che chiedevano alla Madonna in segno di grazie consisteva in un marito dal cuore buono e che fosse un grande lavoratore.

Ma questa, appunto, è preistoria!

Da qualche tempo abbiamo perso di mira la sacralità della vita. Vogliamo essere decisamente vincitori di un qualche cosa. Non si sa di cosa! Ma di un qualcosa che ci faccia guadagnare consensi e soldi. Qualcosa che ci dia la possibilità di vivere nelle agiatezze e Fare baldoria. Una botta di culo! Insomma. Che ci dia la possibilità di chiudere fuori dalla nostra visione i problemi degli altri; le guerre militari, industriali ed economiche imposte dai potenti dittatori alle popolazioni inermi.

Sogniamo, in sintesi, uno spazio franco personale; il nostro esclusivissimo paradiso terrestre. Per quello celeste, sempreché esista, c'è tempo.

Anche Natuzza Evolo ha vissuto l'infanzia in povertà, anzi in estrema povertà. Tant'è che quando riusciva a procurarsi qualche pezzo di pane lo metteva in tasca per portarlo a casa e dividerlo coi fratelli. E quando qualche anima buona le diceva di mangiarlo, lei, lo pizzicava appena, faceva finta di portarlo in bocca e lasciava sulle labbra qualche briciola.

Sì, a quei tempi non c'era ancora tik tok facebook watsapp ma c'era tanta povertà e la necessità primaria induceva alla solidarietà.

Non tutti però abbiamo avuto il dono e la grazia di essere sollevati dagli affanni terreni dalla visita degli Angeli.

Natuzza iniziò aparlare con le anime dei defunti fin dalla prima infanzia. Era sempre circondata da anime vestite di corpo e per lei erano persone vere in carne e ossa. Solo in un secondo momento comprese. Quando la rinchiusero in un ospedale psichiatrico.

Ecco che il terreno si fa Spirituale in un eterno presente:

Il divino si materializza ad alleviare le sofferenze.

Tra le visite subite dalla giovane Natuzza, mediche per quanto attiene alla salute fisica e mentale e, quelle religiose dei confessori e dei prelati della chiesa, Maria la mamma celeste di tutti sopperisce all'assenza della madre terrena preoccupata e protesa, quest'ultima, a risolvere i problemi imposti dalla società malata che mette nell'inferno della vita i deboli colpevoli solo di vivere in uno stato di estrema indigenza:

è facile erigersi a cattivi giudici quando a “sbagliare sono gli altri”.

Ecco! L'abbraccio di Maria che accoglie l'intera umanità...

"La statua di Maria plasmata secondo le indicazioni di Mamma Natuzza e ai lati mons. Attilio Nostro vescovo di Mileto insieme a don Michele Cordiano, confessore della mistica e rettore dell chiesa dedicata a Maria rifugio delle anime"


domenica 7 agosto 2022

Miracolo o suggestione?

 


Nostro. Di nome fa Attilio ed è il vescovo di Mileto ma avremmo voluto che fosse il vescovo di tutti per l'affabilità che ha dimostrato nel presentarsi alla comunità.

Fin da subito ha tagliato le distanze, quelle solite che sembrano separare i cattolici, il gregge, dal pastore. E se è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima Lui ha uno spirito trasparente, solare come lo è il suo sorriso quando parla. È un uomo umile. Atteggiamento e stato d'animo poco comuni specie tra i prelati impegnati a predicare di “punizioni divine” anziché d'amore e possibilità lontane dalle minacce di perdizione e dannazione che rasentano ricatti e condizionamenti psicologici.

Eppure, ieri, durante la consacrazione e l'elevazione a rettorato della “Casa Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” voluta da Natuzza per Maria, ancora una volta, il suo fare e le sue parole mi hanno commosso. Ho seguito dal letto buona parte della cerimonia religiosa e a un certo momento ho sentito dei brividi. “Sarà il caldo...”. Ho pensato. Strano! Però, a ben pensarci, nonostante il caldo asfissiante non era mai successo prima. Anzi, la gamba sinistra e il ginocchio hanno fatto talmente i capricci da costringermi a stare a riposo.

Sensazione strana. Mai provata in queste giornate di caldo asfissiante neppure coi 30° all'ombra. Ed ecco, improvvisamente che, mentre elencano le reliquie dei Santi inserite nell’altare maggiore, sento una corrente indefinita avvolgermi dalla vita in giù.

Ma no! Che vado a pensare! Non può essere. È pura suggestione.

Suggestione o no la gamba va meglio!, per il momento... Grazie!

giovedì 1 novembre 2012

Natuzza Evolo, la Mamma di tutti

Il primo novembre del 2009 moriva Fortunata Evolo, conosciuta come Natuzza da
Paravati, Mamma Natuzza per quanti l'hanno incontrata e amata.
Natuzza non sapeva leggere e scrivere e neanche parlare in italiano correttamente ma in compenso sapeva leggere nell'animo di quanti andavano da Lei dapprima per scaricare drammi insopportabili e poi per affetto e amore.
Mamma Natuzza conosceva le angosce dei suoi ospiti e sapeva come lenire le loro pene. 

Lei, donna umile, si trincerava dietro l'Angelo. A Lui assegnava l'arduo compito di messaggero per suggerire e consegnare missive dall'aldilà. Le sue parole, suffragate da segreti insondabili per i comuni mortali che si recavano fiduciosi a Paravati per chiedere lumi su malattie o intense pene causate da lutti, sono ancora vive in quanti la conobbero.

Tre anni sono trascorsi dalla sua morte e nel frattempo Paravati è diventato un luogo frequentatissimo dai numerosi figli conosciuti di persona o attraverso il corpo Astrale.
Quando vuoi farmi qualche domanda, se ti senti afflitto, se hai bisogno di un suggerimento, mandami l'Angelo che Lui viene e mi dice tutto e io ti sarò vicina.”. Così diceva Mamma Natuzza ai suoi figli spirituali.

Ciao Mamma Natuzza, sei sempre nei nostri cuori, certi che vegli su di noi in compagnia dei cari estinti ancor più di quando eravate presenti col corpo e ci accompagnavate per mano per le strade del mondo. Adesso, non possiamo ascoltare la tua voce ma il tuo amore di mamma che hai sempre profuso rimane a farci compagnia e ci sostiene nei momenti tristi.

domenica 28 giugno 2009

Natuzza Evolo, la Mamma Mistica di Calabria


aore12
Paravati è una frazione di Mileto, un tempo importante centro della Magna Graecia, oggi, cittadina dalla cultura tipicamente contadina, è parte del territorio della provincia di Vibo Valentia, tra le Serre aspromontane ed il mare tirreno.

Quì nasce il 23 agosto del 1924 e vive in umiltà Mamma Natuzza: donna dal grande carisma che nonostante i suoi malanni fisici dà conforto a migliaia di persone afflitte da malattie fisiche e psichiche.

A lei si rivolge quell'infinita marea di oppressi che cerca conforto nella fede per poter continuare a sopportare sofferenze e drammi umani.

È una donna speciale, al di là delle doti mistiche: bilocazione, visione della verità ecc. I mass media ne fanno un caso ma chi non la conosce in detta veste, apprezza la tenacia, il controllo e l'annullamento delle vanità terrene. Sempre attenta ai bisogni dei pellegrini, pronta a dare conforto e sollievo con parole sagge ed esempi concreti di vita.

Spesso, chi si reca a Paravati ed ha la grazia di parlarle si trova davanti una signora anziana dal corpo sofferente. Ultimamente ha bisigno dell'ossigeno; è gravemente malata di cuore e la sua voce è tremula come pure le mani e la testa. Ciononostante dispensa sorrisi, incoraggia gli afflitti proprio come fanno le Mamme del Mondo coi figli.

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