sabato 2 dicembre 2017

Pane, lavoro, dignità. Nuove e vecchie frontiere.

Sembrava un ricordo lontano, la fame.
Fame di giustizia e di riequilibrio sociale. Esigenze acquisite e messe da parte attraverso le lotte nelle fabbriche e nelle università.
Il lavoro fortificava la dignità delle persone e spingeva verso alti traguardi.
Si discuteva di scuola e inclusione. Cultura. Impiego costruttivo del tempo libero. Solidarietà!

Superata l'esigenza materiale e risolto il dramma del sostentamento familiare, la pace sociale sembrava essere a portata di mano.
I saperi, la conoscenza indotta o acquisita dai libri, infondevano serene certezze.
Certezze che sembrano essersi frantumate una dietro l'altra dalle recenti scelte.

Il sistema “lavoro” è cambiato. Le esigenze individuali e collettive sembrano fattori secondari rispetto alla necessità dei mercati.
La famiglia, i soggetti deboli, i figli e gli anziani sono un ostacolo sociale, non ricchezza!

L'intelligenza artificiale non ha emozioni. Non ha affetti a cui pensare. I robot sono programmati per eseguire determinate azioni. Si sperava, date le prerogative, che fossero impiegati per alleviare la fatica dei lavoratori ed essere utilizzati nelle faccende gravose e pericolose. Cosicché, lavoratrici e lavoratori potessero dedicare il tempo libero o le rinnovate risorse in maniera costruttiva per se stessi, in famiglia e nella società.

Purtroppo il castello illusorio è crollato sotto la reale esigenza imposta dall'economia globalizzata e dall'insano e irreale concetto dei mercanti.

È ancora lontana e difficile da raggiungere la terra dell'eden.  

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