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venerdì 24 gennaio 2020

Regionali Calabria 2020

Le mani sul territorio e sulla società tutta ci sono da tempo.


In Calabria come in tutta Italia i big della politica, non tutti ringraziando Iddio, fanno in modo di accaparrare voti per le rispettive emanazioni delle coalizioni in campo nelle regionali di Calabria e Emilia.

In Calabria i candidati alla presidenza, come si sa, sono 4: Jole Santelli per il centro destra, Pippo Callipo per il centro sinistra, Franco Aiello per il m5s e Carlo Tansi da indipendente.

Nonostante il terremoto registrato dai sismografi degli inquirenti, amplificato dai mass-media, che vede sotto inchiesta 29 consiglieri su 32, alla luce delle dimissioni di Bosco e Fiorita, la cordata di destra capitanata da Tallini annuncia con fragore le dimissioni dei consiglieri della sua corrente.

Annuncia, appunto! Perché ancora niente è accaduto. Non una formalizzazione degli atti in questione enfatizzati a muso duro dal Tallini.

Il sindaco Abramo dal canto suo attende che si compiano le formalità. E non è detto che ci sia lo scioglimento. La partita è ancora tutta da giocare.

Strategicamente sarebbe un errore dare in pasto notizie e malumori alla vigilia delle elezioni regionali. Meglio le battutine piccanti del cavaliere: “questa donna la conosco da oltre 20anni e non me l'ha mai data”.
Sì, meglio riderci sopra... . Sdrammatizzare. Gettare acqua sul fuoco per lenire le ferite ancora aperte da oltre vent'anni dai vari governi che si sono succeduti.

Le mani sulla Calabria le hanno messe tutti!



E, Oggi come sempre tutti a promettono qualcosa. Lavoro. Sanità. Turismo. Agricoltura... di scuola e cultura poche parole sono state spese. Forse perché la cultura apre le menti e scardina le catene del servilismo? Fa pensare? E fa sì che anche gli ultimi possano alzare lo sguardo verso la luce e pretendere rispetto? Onestà intellettuale!

domenica 12 gennaio 2020

il pd cambia volto?

«Vinciamo in Emilia-Romagna», dove «il Pd sta facendo la campagna elettorale per Bonaccini in splendida solitudine” senza l'appoggio di Iv e M5s, «e poi cambio tutto: sciolgo il Pd e lancio il nuovo partito». Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un colloquio con Repubblica in cui spiega: «In questi mesi la domanda di politica è cresciuta, non diminuita. E noi dobbiamo aprirci e cambiare per raccoglierla».

Zingaretti “pensa “ ad un partito aperto che fa contare le persone e guarda con occhi attenti in ogni angolo del paese.
Però, c’è un però!
Ho letto attentamente tutto l’articolo e non c’è traccia delle elezioni regionali della Calabria!

Eppure qui ha scommesso su Callipo, l’imprenditore del tonno che dà lavoro a molti calabresi nelle sue molteplici attività.

Sarà un lapsus? Oppure + strategia a buon mercato?

Intanto in Calabria i giochi si fanno duri. Le accuse incrociate si fanno sentire. Il fango è gettato a piene mani sui concorrenti. Il brutto della politica fermenta e tracima nei mezzi di comunicazione di massa e tra la gente comune fa insorgere il dubbio.
Fa schifo!
La corsa al potere che lascia spazio alla delazione fa schifo!
Vincere con l’inganno, con la malafede rafforzata dalle maldicenze per arrivare al potere è merda!
Questo modello di inciviltà è l’espressione brutta e cattiva di chi intende il potere politico come una risorsa personale e non è certamente l’umile servitore della società a cui chiede i suffragi per governare.

Difficile decidere a chi dare la fiducia e quindi il voto.

Le mele marce stanno ovunque! Si tratta di decidere dov’è il male minore… e partecipare alle elezioni del prossimo 26 gennaio 2020 per dimostrare costante attenzione e, essere sentinelle istituzionali, affinché non alligni il malaffare.

martedì 19 novembre 2019

Regionali Calabria cercasi candidati carismatici seri

Altro che politica. 

Qua ci vuole un miracolo per trovare e candidare una persona degna, stimata e conosciuta per proporla alla massima carica regionale della Calabria.

Fin ora i partiti seguendo una strada classica hanno suggerito imprenditori che per un motivo o un altro sono risultati poco convincenti. E quindi improponibili all'elettorato simpatizzante degli schieramenti in campo.

Fino a qualche anno addietro era molto più semplice. Bastava guardare dentro casa tra gli allievi dei vivai delle scuole politiche o al limite tra i simpatizzanti e fiancheggiatori che avevano beneficiato di qualche “aiutino”.

Oggi, vuoi perché il mondo della dis/informazione è a portata di click, si trova sempre lo scheletro negli armadi dei candidati.

Comunque rimane improponibile, secondo la disciplina che vige nel pd, la figura del governatore uscente Mario Oliverio altrimenti detto OGM, non perché organismo geneticamente modificato d'altronde di voltagabbana gli schieramenti sono guarniti bene, ma perché il tanto sbandierato rinnovamento rimane una vuota promessa non mantenuta e perché il suo nome per intero è: Oliverio gerardo mario da alcuni detto “lupo della sila!”.
Però, Il capo branco guida e prepara il successore seguendo la legge della natura. Porta cibo, ripara dai pericoli la specie. E forse in questo c'è riuscito.

Ma, per il resto, secondo le notizie riportate dai media non ha lavorato bene in nessun campo e perciò ha deluso i giovani ma anche i vecchi che guardavano alla sinistra con speranza.

Fondi comunitari persi o mal gestiti. Programmi strategici inesistenti o incompleti. Nepotismo e affari clientelari. Assegnazioni di incarichi pubblici e istituzionali, scambiati o visti come favoritismi dall'esterno della sconosciuta macchina burocratica, a gente fidata. Accuse e relative liti giudiziarie pendenti. Eccetera eccetera ecc. e mentre i calabresi attendono che qualcosa cambi davvero nella gestione della cosa pubblica lui fa il braccio di ferro con la segreteria nazionale fregandosene dei dettami disciplinari del partito cui dice di appartenere e di non volere abbandonare.

venerdì 15 novembre 2019

La Calabria vota in gennaio e poi?

Salvo altri colpi di coda pare che sua maestà Oliverio abbia deciso di sbloccare la riserva sulle prossime elezioni regionali e che si vada al voto il prossimo gennaio 2020. Qualcuno ha azzardato anche il giorno ma conoscendo i meccanismi della politica che arroga ogni diritto non al cittadino ma al delegato e quindi a chi è riuscito a beffare gli elettori con promesse e slogan ballerini ritengo saggio aspettare ancora un po’.

Intanto si scaldano i motori. Volano stracci. Si creano nuove verginità!

Il clima è lo stesso di sempre. Alcuni squali famelici gozzovigliano sulle necessità e situazioni catastrofiche in cui versano le famiglie povere e dei nuovi poveri. I temi trattati riguardano le paure sociali: l’immigrato, il colore della pelle, la cultura altra. Problemi sociali amplificati e urlati dai palchi dai tromboni della politica; paure ostentate come cause a cui trovare rimedi violenti che fanno presa su quanti sono in difficoltà, cioè sul fatto che non conoscendo la cultura e la provenienza dell’altro, il popolino appoggia le parole e gli atteggiamenti del leader del momento che gira il coltello nella piaga incancrenita da alcune estremizzazioni che possono accadere a prescindere della provenienza geografica di chi delinque.

Ma i leader e gli eletti piuttosto che menar il can per l’aria perché non osservano quanto scritto nella Costituzione; perché non lavorano con spirito di servizio? Perché cambiano casacca?! programmi e teoremi detti col sorriso ammiccante prima di sedere ai posti di regia?!

Sfiducia e incertezza dominano i calabresi. A chi dare la delega? chi è veramente degno e onesto/a da mantenere fede alla politica alta che è servizio?

domenica 3 novembre 2019

Calabria, finalmente

E poi c’è chi pensa di essere nel giusto! E stravolge la normale prassi democratica imponendo il proprio volere e la visione del mondo calpestando le intelligenze altrui.
Ed io che pensavo ad una sinistra vicina agli ultimi. A quel filone di pensiero che si faceva carico delle aspettative delle masse proletarie. Ai bisogni quotidiani e impellenti. Alla voglia di conoscenza. Allo studio. Insomma alle classi meno agiate. Agli operai e prima ancora ai contadini. Alla manovalanza che credeva nell'azione riformatrice dl pensiero socialista, marxista un po’ meno ma comunque buono per le frange “estremiste”. Alcune delle quali hanno trovato agganci filosofici nel pensiero marxista e teorizzato l’emancipazione proletaria con e nella violenza.
Violenza armata o coercizione sociale mediante l’assedio del potere democratico poco importa. È in ogni caso abuso e violenza sull’altrui persona. Ed a volte è molto più dannoso l’abuso in “buona fede”, per la collettività che non riesce a recepire i messaggi del sistema verticistico, che l’assalto violento.

In questi anni di regime Oliverio, il “riformista scomodo” come lo definisce qualcuno a lui vicino, la Calabria non è cambiata neanche di una parte infinitesimale nei suoi congeniti bisogni e i “sudditi” sono stati ostaggi della bagarre politica intrecciata dalla presuntuosa arroganza del potere che ha visto in Oliverio l’attore principe.

Affrontare l’imminente campagna per le regionali con questi presupposti e con l’amaro in bocca dei calabresi delusi è difficile per la sinistra e per chi ha in testa simpatie per le idee note e care ai filoni di pensiero che mettono al centro l’emancipazione della collettività. Quel pensiero per cui hanno lottato con convinzione i partigiani per sconfiggere regimi totalitari e abolire leggi razziste.
Pensieri di uguaglianza! Pensieri e azioni mirati all’emancipazione sociale. Pensieri d’accoglienza e solidarietà per i deboli. Pensieri d’amore universale che non ammettono autocelebrazioni di ipotetici capi dai piedi di argilla.


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