Riflessioni della domenica.
Là dove c’era l’erba ora c’è un enorme centro commerciale
che ha rivalutato i terreni e le abitazioni attorno. Almeno fino a qualche anno
addietro era così. Il quartiere periferico a sud di Catanzaro, il barone, era
uno dei tanti insediamenti abitativi popolari privi di carattere e storia,
composto di case rurali e di persone dedite alla terra. Poi, alcuni
imprenditori hanno deciso d’investire ed è sorto un centro commerciale
importante.
È ben servito per gli automuniti. Mentre per chi non ha una macchina diventa problematico accontentarsi delle scarse corse dei bus cittadini: appena due, uno al mattino e uno alla sera, entrano nel parco e altri sei si fermano nei pressi.
È uno spazio pubblico raccomandato per gli anziani che
soffrono il caldo, in estate. E per i nuclei familiari che vogliono trascorrere
qualche ora curiosando. All’interno sono dislocati bar, pasticcerie e punti di
ristoro oltre all’immenso spazio dedicato alle provviste necessarie per le
famiglie. Fare la spesa è comodo, d’estate e d’inverno, chiunque trova
sollievo. Almeno lì si può usufruire dell’aria condizionata. Stare al coperto
tutelato, come suggeriscono alcune fonti istituzionali nelle stagioni
problematiche per deboli, anziani e, per quanti non hanno altro di meglio.
Non andavo da qualche tempo e oggi ho trovato una sorpresa:
Il capannone della “brico” ha un altro ospite che tratta
casalinghi e prodotti fai da te, grossomodo come prima ma con un marchio differente
dalle origini lontane, ma che ha preso piede in occidente: “maxi cina”.
I cinesi si sono dimostrati grandi lavoratori e
colonizzatori. Instancabili e silenziosi, hanno acquisito strutture dismesse
dai commercianti locali e invaso il mercato con le loro mercanzie a basso
costo.
Il prezzo è l’attrazione. Si trova di tutto e a costi
contenuti. Gli acquirenti si accontentano, e anche se la qualità, a volte, non
è delle migliori, la merce si muove e arriva nelle case italiane.
Gentili ed educati, gli addetti alle vendite, parlano un
italiano perfetto, anche se tra loro emettono suoni incomprensibili agli
estranei. Volendo dare loro un’età, diventa un esercizio difficile indovinarne
l’esattezza e neppure l’approssimazione degli anni di queste persone longeve e
perennemente giovani.
All’apparenza sembrano essere integrati bene sul territorio.
Ma se dietro i loro sorrisi c’è dell’altro non lo so. Al momento mi hanno
impressionato benevolmente. E spero per loro che sia così.
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