lunedì 27 giugno 2022

Nicola Fiorita è il nuovo sindaco di Catanzaro: cambiaMò daveru!

 

Catanzaro:

58% Fiorita; 41% Donato.

La città capoluogo della Calabria pare abbia reagito con orgoglio dando fiducia al “nuovo” corso politico e sociale: Catanzaro è ri/Fiorita!


Dopo decenni non ci speravamo più!, ché la città e dintorni potesse sperare a nuove logiche gestionali. Sia ben chiaro: non si può e non si deve buttare l'acqua sporca con il bambino. Anche le precedenti gestioni hanno saputo fare qualcosa di buono. Ma quel qualcosa è quasi sempre stato fatto mortificando i “Nemici” colpevoli di essere liberi pensatori e non inclini a coercizioni di sorta.


Commissioni e comitati di gestione.

Dall'urbanistica alla cultura, il territorio è stato gestito secondo logiche spartitorie rispondenti agli interessi delle lobby che hanno mortificato le intelligenze locali anche quando sarebbe stato possibile valorizzarne i talenti. Chi si opponeva lanciando segnali di apertura veniva censurato e isolato.

I veti inibitori hanno fatto sì che la cultura cittadina languisse negli stereotipi e nel folklore. (…).

Nicola Fiorita e l'entourage sembrano essere più attenti alle pluralità presenti in città. I contenitori d'arte devono essere riempiti con proposte culturali confacenti alla crescita collettiva. Devono promuovere e fare crescere talenti! Innovare!!! mentalità, usi e costumi fin qui mortificate dagli schemi beceri di un politichese cresciuto nel sottobosco degli affari individuali.


In verità non ci credevo più nella possibilità della rinascita di catanzaro e dei catanzaresi.

É stata una bella sorpresa! È la vittoria non di Nicola Fiorita ma di quanti hanno creduto e appoggiato il cambiamento.

Ora al lavoro! E che sia la volta buona per davvero.



sabato 25 giugno 2022

Catanzaro domenica ballottaggio tra Fiorita e Donato

 

Anche questa volta si cazzeggia.

Il ballottaggio per la candidatura a sindaco di Catanzaro sta diventando una questione di lana caprina.

Qualcuno parla di anatra zoppa in caso di vittoria del candidato Fiorita. Motivo? I più votati consiglieri che hanno raggiunto il traguardo in questa storia sono per la maggior parte gli stessi della giunta Abramo. Cioè quelli che anche il candidato Donato ha ritenuto, per forme differenti, responsabili dello sfacelo amministrativo della città.

Quindi, in caso di vittoria, Fiorita, dovrebbe gestire la città con questa spada di Damocle sulla poltrona. Ma sarebbe il male minore. Basta poco per “comprare” nel senso buono del termine uomini e donne. La cronaca insegna e ne è testimone.

Comunque vadano le cose per i cittadini non cambia molto. Senz'altro la nuova amministrazione avrà a che fare con la gestione del territorio e i servizi e basare la programmazione sulle esigue finanze. E sì c'è sempre il problema dei soldi alla base di ogni progetto!

E se invece vince Donato? Il vecchio “compagno” pare abbia militato nelle linee del pc. È, dice lui, di estrazione sinistrosa dove ha maturato la passione politica. Per questo motivo non ha accettato l'appoggio iniziale del segretario della lega Salvini.

Magie politiche a parte che riescono sempre con l'ausilio del linguaggio depistante politichese chiunque vincerà e indosserà la fascia tricolore avrà da superare grandi ostacoli.

Ostacoli eretti dagli uomini che gestiscono da sempre le sorti della città nascosti dietro gli spaventapasseri e i dottori della parola, pronti, questi, a mortificare le buone intenzioni delle teste d'ariete esposte pubblicamente alla singolar tenzone.


sabato 18 giugno 2022

Catanzaro, Nani e ballerine ai nastri di partenza

 

È ufficiale: Valerio Donato è espressione della coalizione di destra!

Si sapeva già.

Nella piccola città di provincia non sfugge nulla:

Erano trapelati da subito le mosse sotterranee di Wanda e dei suoi amici che gestiscono da sempre gli affari politici e di conseguenza economici nella città capoluogo calabrese.

Eppure Donato si è sempre smarcato dalla destra. Lui che era un pd vecchio stampo non voleva avere nulla a che fare con i partiti della destra italiana: fratelli d'italia, forza italia e men che meno con la lega di Salvini!

Lo slogan coniato “con tutti ma senza inciuci” lascia intendere una veduta larghissima di pensiero politico. Cioè il nostro eroe pur di “salvare” Catanzaro dalle grinfie degli stessi che l'hanno affossata fa accordi con le cordate di potere dei soliti noti colpevoli della deriva in cui versa la città.

Insomma nonostante avessero, secondo lui, portato al degrado la città, non disdegna di tessere ragnatele incestuose con uomini e donne da ammucchiare saldamente e porli nuovamente sul palco quali attori principali delle scelte cittadine.

Ma forse ho capito male. Colpa mia che non ho un cervello politico fine come quello del prof. E neanche come quello di Ferro e della sua segretaria nazionale Meloni che con una piroetta le ha imposta di tirarsene fuori e formare una lista sua per poi rientrare e dare appoggio pubblico al vecchio amico Valerio.

Sul campo opposto un altra fetta di destra si schiera e appoggia Fiorita.

Anche lui prof dal passato politico chiaramente schierato a sinistra che ammette vedute comuni e vecchi accordi con Antonello.

Talerico da parte sua mal sopporta i “tradimenti” politici. Lo esterna con chiarezza e indica come nemici una parte dei suoi vecchi amici ora schierati con Donato.

Sembra che l'etica in politica si sia persa o non sia mai esistita sui trecolli. Sarà colpa del vento che squinterna le idee degli abitanti? Che ad ogni tornata elettorale ci si cambia d'abito come se niente fosse accaduto prima e tutti si danno una nuova verginità?

Potenza delle parole!

Destra, sinistra, centro.

Posizioni geografiche poco affini ai concetti del pensiero politico che, se pur, in antitesi con le questioni della politica alta, consentono di stringere accordi miserevoli pur di continuare a gestire potere. Tanto abbiamo la memoria corta. E poi basta poco, un incarico in una commissione per cancellare o smacchiare peccati ben più gravi dalla coscienza di capipopolo e seguaci in attesa.

L'insostenibile esistenza degli ingenui nel mondo delle sopraffazioni

 


Per fare conoscere le notizie al grande pubblico fino a qualche decennio addietro c'era una figura che adempieva alla missione: lo strillone! s'incaricava di andare per le strade della città e urlare a squarcia gola la notizia più pruriginosa della giornata e invitava a comprare il giornale per leggere i particolari.


Altra figura analoga era quella del “vanderi”." 'U Vanderi" aveva una mission più terra terra. S'incaricava di aggiornare le massaie sui prodotti che avrebbero trovato sui banchi del mercato oppure divulgava qualche annuncio istituzionale emanato dal municipio.


Erano forme di comunicazione arcaiche ma efficaci. Arrivavano diritto al punto! E morivano lì!

Oggi, nell'era dei turbamenti emotivi e delle masturbazioni mentali infinite, la comunicazione, le notizie sembrano no avere mai fine. I colpi di scena sono studiati e sciorinati scientificamente. Concatenati e a volte cuciti senza palesare un filo logico che abbia attinenza con l'origine a causa dei giri pindarici che nel frattempo hanno accompagnato i salotti televisivi e le immancabili svolte sulle piattaforme web tutto contengono tranne il nocciolo della questione iniziale.

La cronaca che insanguina l'est europeo è su questa strada.

Le fazioni partigiane tifano per motivi volgarissimi facendo pressione sulle paure collettive. I temi trattati sono, come giusto che sia, l'invasione e quindi l'arroganza di uno Stato forte su uno meno forte dal punto di vista bellico ma ricco di giacimenti minerari vocato anche all'agricoltura e non a casa definito il granaio d'Europa.

Russia vs Ucraina. Una guerra senza vincitori, comunque finisca! È la tragedia di questa epoca che cammina nell'etere e divulga falsità ideologiche appigliandosi a temi ignorati da quanti non riescono ad arrivare a sera serenamente. È calpestata la dignità degli uomini da entrambe le parti.

Belve assassine gli invasori. Belve assassine chi va in tv, chiede, invia, promette armi, bombarda inermi, rapisce, affama!

E in mezzo alla giostra mediatica gli strilloni, i "vanderi" pagati a un tot a parole per divulgare mezze notizie, mezze verità per dare in pasto agli ingenui un nemico su cui scaricare rabbie individuali e paure.

Non c'è spazio per gli "ingenui" nel mondo vocato alle sopraffazioni mentali e fisiche assurto a metodo esistenziale dall'arroganza del potere malato.


giovedì 9 giugno 2022

Mario Martino, U Stampatura, poeta catanzarisa

 


In certi agglomerati l'appartenenza è determinante, quasi una situazione identitaria esistenziale non geografica ma dell'anima. Essere, appartenere e radicarsi in un ambiente ben definito e strutturato dà sicurezza specie quando si è ragazzi. E lui, Mario, orgogliosamente si dichiarava “do stadiu”.

Carnagione chiara. Occhi chiari e sempre un bel sorriso sulle labbra che gli illuminava il volto.

Ci incontravamo spesso. D'altronde il rione stadio era piccolo e i punti d'incontro obbligati facevano sì che la vita sociale diventasse familiare.

In questo clima è cresciuta la sua e la nostra sensibilità.

“... e picculu, tantu cchi eru beddhu mi pigghiaru pèh a pubbricità da Plasmon!”. “daveru u dicu daveru!” “ma sì nu vavusu Marie'” “on mi cridi tu giuru subba u bena e mammita” queste le schermagli nel bar “Biafora” tra il suono delle campanelle dei flipper e qualche 45 giri a palla del juke box.

Tre anni. Solo tre anni la differenza di età tra noi. E a quel tempo erano molti. Nonostante ciò c'era una buona intesa. Ma tre anni di differenza proiettavano nell'età adulta e nel mondo del lavoro dei grandi gli adolescenti. Apprendisti meccanici, carrozzieri, imbianchini, elettricisti questi gli sbocchi di molti ragazzi dello stadio ma lui intraprese la strada dello stampatore.

“Cchi fai?” “fazzu 'u stampatura!”. Rispondeva con orgoglio. “U stampatura? E cchi è?” “U tipografu...”.

Come spesso accade ci fu un enorme iato. Le strade si divisero e la vita ci portò su altri lidi. Ma mai venne meno la verve poetica intrisa di catanzaresità in Mario Martino. Pubblicò molti scritti in vernacolo sempre suggeriti e sorretti dall'amore e la bellezza per la terra d'origine.

Ci incontrammo molto tempo dopo in qualche manifestazione d'interesse comune.

Nonostante l'età e qualche capello in meno lo spirito focoso rimaneva uguale e gli si leggeva apertamente, s'alimentava di denuncia propositiva, bellezza e potente volontà di purezza.

In uno degli incontri parlammo e declamò una poesia in dialetto catanzarese “U nnammuratu” e, con un colpo teatrale, seppe stravolgere il pathos crescente. trasformò le aspettative pindariche degli astanti catturati dalla sua verve in una fragorosa risata. Grande Mario!

descrivere l'uomo è difficile. Possiamo forse avvicinarci alla sua anima attraverso la passione del suo fare: la predisposizione dell'anima che si fa stile di vita e trasforma la bellezza poetica in lavoro.

lunedì 6 giugno 2022

103 giorni, la fame è servita

 

103 giorni!

Sono trascorsi dall'inizio dell'assedio russo, anzi, è più corretto dire, dell'incursione ordinata da Putin alle sue milizie per sopraffare uno Stato sovrano confinante con la Russia.

I mezzi di comunicazione di massa ci aggiornano continuamente sulle brutture della guerra in Ucraina.

Minuto per minuto le immagini catastrofiche inondano i devices di tutto il mondo democratico e per democratico intendo i Paesi emancipati dalle autarchie dispotiche.

Macerie. Rovine fisiche e psicologiche elargite con faciloneria annichiliscono cittadini ignari e incolpevoli. E pensare che tutto ebbe inizio sotto il segno di una Z che per i soldatini russi significava “esercitazione militare” e non assedio, offensiva, abuso su un popolo sovrano.

Poi le notizie si son fatte più dettagliate: violenze di ogni genere sulle persone inermi: stupri, devastazioni, saccheggi...

Adesso si parla di pirateria! Di saccheggi del grano ucraino venduto a basso prezzo dai russi nei paesi depressi. Come dire: vedete siamo brava gente! Regaliamo a prezzi stracciati il grano ai paesi poveri. Intanto fonti certe testimoniano le ruberie ordinate dallo staff russo nonché il blocco delle navi ucraine dai porti del Donbas assediate.

Il grano ucraino è controllato da Putin!, che minaccia anche l'occidente e quanti continueranno a inviare armi di autodifesa alla resistenza ucraina.

Altro tasto dolente: l'invio di armi all'Ucraina a chi fa bene?

Si potrebbe optare per altre soluzioni per arrivare ad un cessate il fuoco immediato?

Siamo, sono arrivati al 103° giorno di guerra. E a pagarne le conseguenze peggiori sono sempre gli ultimi i più deboli.

Così non va bene!

La pace non deve essere armata militarmente!

La pace è una questione mentale. Una certezza conviviale che sfocia in serena amicizia


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