lunedì 29 giugno 2020

le dimissioni di Callipo, un grande Uomo

Callipo col suo gesto ha ridato fiducia ai calabresi che speravano nel cambiamento.


Vengono i brividi nel leggere le motivazioni che hanno indotto Pippo Callipo a dimettersi da consigliere regionale.

Ha scoperchiato il vaso di Pandora notoriamente noto e colmo di mediazioni e trattative poco piacevoli per la gente ma assai proficui per la politica, certa politica fatta di clientele.

C'è da ricredersi. E chi fino ad oggi ha visto in Callipo il “solito imprenditore” sceso in campo, prestatosi alla politica per curare affari e lavoro per le aziende ( è ormai consuetudine difendere le aziende, il lavoro delle aziende e non il LAVORO come strumento di emancipazione per le maestranze e quanti credono che: la Repubblica è fondata sul lavoro...) ha avuto una risposta secca, che diventa boomerang per il consiglio calabrese tutto.

Non illudiamoci! Il resto dei consiglieri saprà trovare risposte “convincenti” come ha sempre fatto. Ma nonostante loro il vaso è scoperchiato e se hanno un minimo di dignità e rispetto per la Calabria e i calabresi hanno poco da parlare: devono DIMETTERSI!

domenica 28 giugno 2020

Il tempo doppiato, mediato, insultato

Ci avete fatto caso? Il calendario duemilaventi è la copia esatte del calendario 2015.

Non solo la storia si ripete, è il caso di dire! Ma anche i giorni. La differenza sta nei contenuti coi quali riempiamo le ore. Anche se a volte sembra che i contenuti siano davvero un optional effimero come lasciano intendere quelli che della politica hanno fatto mestiere e guadagni personali fregandosene delle persone che dovrebbero rappresentare nelle istituzioni che assediano.

Le notizie si contrappongono e da una parte all'altra degli schieramenti l'arte oratoria è inesistente. Importante è convincere. Parlare alla gente, anzi alla pancia della gente e convincerli che la verità sta dalla parte di chi parla in quel preciso momento. L'una versione è il contrario dell'altra.

Sì al mes no al mes. La pandemia è scemata, ha perso potenza, no sta tornando e in autunno sarà più forte...

insomma è tutto il contrario di tutto nella testa dei parlatoi populisti. E noi in mezzo siamo frastornati dalle affermazioni dei portatori di verità assolute.

E la stampa? I giornalisti che fanno? Loro si limitano a dare spazio alle marionette. Lasciare loro quei secondi di visibilità virulenta in tv per depistare o porre dubbi nelle menti di chi li ascolta.

Intanto il 2020 è la fotocopia del 2015 e i rottamatori si sono adeguati.
il duemilaventi è come il duemilaquindici, sulla carta se togliamo l'emergenza covid19.

Chiedo:
Sono possibili le rivoluzioni ideologiche affidate a gamberi e granchi che fanno avanti e indietro dialetticamente con estrema semplicità se anche il tempo, mirabile misura inventata dall'uomo, si ripropone immutabile come questo 2020 dannato dalla pandemia che riporta gli storici alle pandemie retroattive e agli untori di manzoniana memoria?

Nulla di nuovo sotto questo cielo.

Continuiamo a parlare. Riempire le piattaforme social di buoni propositi pur sapendo che non ne manterremo neanche uno di proposito o pensiero pronto a trasformarsi in azione, slancio verso il prossimo. E già, l'empatia è una parola da sapere spendere. meglio pensare al sodo
 Recuperiamo. Ricicliamo fin quando è possibile e salviaamo il salvabile.


lunedì 22 giugno 2020

A scuola di pittura per empatia

Dopo anni di volantini fotocopiati e affissi sui portoni del quartiere ecco che arriva provvida e gratificante la sponsorizzazione mediata dall'indimenticabile Vassilis Vassilakakis padre di Pandelis e caro amico fraterno.
Paolo Ruggiu apre una fantasiosa e invitante “cartoregaleria” alla fine di via Daniele in Catanzaro. Lo vado a trovare su invito di Vassilis e lui. Paolo Ruggiu, si presta con entusiasmo. Stampa e sponsorizza la mostra degli allievi del 1990, tenutasi nel palazzo della provincia di Catanzaro dal titolo “Periferie”.


La presentazione, preparata da una cara amica che dovetti quasi stalkerare per convincerla a scrivere qualcosa, è a firma ARC (Angela Rotella Carlino), che ringrazio per avere impreziosito il primo “catalogo” dei ragazzi dello studio d'arte del quartiere corvo in Catanzaro.
Dovetti insistere molto con Angela non perché non fosse convinta ma per un estremo senso di pudore che la faceva desistere dall'apparire tant'è che dovetti inistere anche per farle mettere le iniziali a fondo pagina.

Venne allo studio insieme a Franco, suo marito. Interagì coi ragazzi. Chiese lumi. Volle sapere e comprendere il perché dell'impegno “sedentario e riflessivo” di ragazze e ragazzi nel pieno della turbolenza adrenalinica che li vorrebbe meglio sui campi di calcio, in palestra o a basket secondo un sentire comune teso al culto della personalità carnale. Ma all'epoca nel quartiere non c'era molto da scegliere. Non perciò loro scelsero di cimentarsi nella estrinsecazione poetica dell'essere. I ragazzi erano e sono mossi dalla sensibilità riflessiva che fa grande l'essere umano.

Ricordo l'incontro con Paola.
Una bambina delle elementari in compagnia del padre entrò nello studio mentre sistemavo alcuni lavori sulle pareti. Luigi mi chiese se potevo occuparmi di lei. Ci pensai un po' ma lei, Paola, me lo chiese con tanta veemenza che non seppi dirle di no.

Come ogni anno era un appuntamento imperdibile quello di organizzare una manifestazione ed esporre i lavori degli allievi.

Organizzammo la prima mostra nei locali condominiali della cooperativa copaca in via Bezzecca, con rinfresco preparato dalle amorevoli mamme dei ragazzi e inviti vergati a mano. fu un indimenticabile inizio...

sabato 20 giugno 2020

Dopo il virus la calata pandemica dei narcisisti

Quando tutto sembra cambiare ecco il vecchio che torna più rinforzato che mai.

Vecchie abitudini.

Vecchie e consolidate passioni terrene imprigionano in atteggiamenti la quasi totalità delle persone che vezzeggiano davanti alle tastiere stati d'animo esasperanti. Postano ricordi evidenziando così frustrazioni per non essere riusciti a governare gli eventi in politica e nella società ma soprattutto nel privato.

Ecco quindi vecchie foto che narrano di congressi, tavole rotonde. Uomini e donne, soprattutto uomini incravattati che mostrano il lato migliore: la faccia da culo e ne vanno fieri.

Giovani che non conoscono, non dico la storia che sarebbe già una cosa interessante ma, neppure la cronaca spicciola che riguarda la propria città, la propria famiglia eppure si permettono di alzare la cresta e sussurrare con malcelata costrizione quello che avrebbero voluto che fosse la storia.

Le narrazioni ossessive, narrate fino allo sfinimento, tentano di fare diventare realtà ciò che non è stato.

È come dire che l'asino vola.
Se oggi ci troviamo in uno stato mentale di grigio edonismo vuol dire che qualcosa non è andato nel verso nostalgico così tanto strimpellato sulle pagine di facebook.

Facciamone ammenda e tentiamo di vivere dignitosamente mondando i pensieri dalla presunzione di supremazia e onnipotenza. Magari, per chi l'ha letta, rileggendo “a livella” di Antonio De Curtis, in arte Totò.

sabato 13 giugno 2020

Autoscatto

Pudore. Riservatezza. Umiltà!


Sono concetti penalizzanti nelle piazze mediatiche dei social.
Nelle piazza virtuali si fa auto promozione. Si cercano consensi immediati.
E chi rema controcorrente all'infuori dei canoni precostituiti dalle piattaforme telematiche è isolato e ignorato dal branco ( nel senso buono) e posto ai margini.

I post servono per vendere bene la propria merce. Che sia un prodotto commerciale o culturale non fa differenza. L'importante è che sia ben esposta. Magari vendendo fumo.
Non contano le vere intenzioni del singolo che si affaccia e offre il proprio sentire. L'etica. La cultura. L'empatia lungimirante e inclusiva. La serietà cognitiva. La conoscenza acquisita con determinazione perché ritenuta un valore aggiunto all'essere presente nella società.
No! si deve sapere vendere. Avere una buona dose di paraculagine nel vantarsi facendo finta di arrossire. Facendo finta di lavorare per il prossimo. Strumentalizzando i fatti del momento.

La socialità È appagante?.

La consapevolezza di rendere pubblica la mercanzia enfatizzata in proprio e con l'aiuto dei seguaci, amici reali o virtuali che frequentano assiduamente i forum è sempre meglio che, come si diceva un tempo per onorare le buone maniere, fare del bene o lavorare con serietà senza vantarsi e prescindendo dall'eco fuorviate della piazza per avere compiuto buone azioni nel silenzio, paga e appaga di più.

Non si può essere invisibili!

Oggi, nell'era del web, se non stai su una qualche piattaforma sociale non esisti.
Non esiste il tuo lavoro. Non esiste il tuo pensiero. Il tuo modo di vedere il mondo e rispondere alle storture sociali è irrilevante.

Fino a quando la morbosità dell'apparire condizionerà la vera essenza della vita?

Fino a quale punto siamo ancora disposti a metterci nella vetrina ossequiosa, servile, condizionante dei media senza imporre distingui netti tra l'essere e l'avere?


martedì 9 giugno 2020

Covid 19, opportunità da prendere al volo

Porte sbattute in faccia. Muri di gomma innalzati come per incanto alle spalle dopo essere usciti da riunioni che si pensava fossero organizzate all'insegna della bellezza e della socialità.
Quella bellezza mistica mondata dalla materia venale che muove le menti e silenzia gli eserciti assoldati dai gruppi di potere e, di conseguenza, dai mass-media; insomma la bellezza universale che solo l'Arte, e a volte la buona politica, sa esprimere nelle sue innumerevoli forme socializzanti.

Cultura; arte e politica. Discipline che avrebbero dovuto essere grimaldelli, input inizialtico per il momento catartico includente che guarda con attenzione agli ultimi e alla costruzione di un mondo migliore. Invece no!

Insomma l'unità d'intenti propositivi del bello che ha rivoluzionato e alimentato le menti, emancipato i costumi, scandagliato la visione col frutto dell'umano ingegno fino alle radici non sembra scalfire le teste coriacee votate al consenso politico e personale neanche davanti a epidemie che mettono a rischio la vita delle persone più deboli e emarginate.

Le vittime sacrificali cadute in concomitanza al contagio del virus della pandemia sono state le persone affette da patologie croniche: spesso anziani, cardipatici e immunodepressi.

Avevamo creduto, (fino a prova contraria che puntuale è arrivata e, purtroppo, per loro, gli sciacalli, vecchie e nuove conoscenze politiche; affaristi arraffoni che non si sono lasciati influenzare dall'empatia ma perennemente contaminati dall'avidità e dagli affari hanno fiutato le opportunità sonanti che il covid-19 prometteva e si sono mossi!, gli sciacalli votati al profitto personale si sono mossi con circospezione, hanno ceduto quote, pagato % e affiliato parenti. Hanno sorvolato la paura della pandemia e alimentato il terrore.) avevamo creduto, noi poveri imbecilli creduloni che il dramma sociale avesse migliorato le coscienze e fosse riuscita a rendere meno utilitaristica l'azione dei predatori d'impresa; invece no!

Le cronache testimoniano il contrario di ciò che ci saremmo aspettati dopo il periodo luttuoso sofferto e enfatizzato eccessivamente, in certi momenti, che ha visto alcune aree geografiche colpite come una piaga nefasta sottolineata dai cortei di bare erranti in cerca di riposo eterno in cimiteri extracomunali, fosse comuni e, case di riposo tramutatesi in lazzaretti. Un evento che ha risparmiato poche realtà sociali.

Siamo stati testimoni di un evento improvviso e tremendo che ha stravolto luoghi e persone, che ha mietuto vittime e cambiato radicalmente le abitudini sociali di tutti indistintamente ma che ha lasciato incontaminati altri luogi e persone. Le teorie sono diverse. Come poteva essere il contrario? Qualcuno asserisce per genetica ambientale, sta di fatto che chissà per quale ignoto motivo non tutta la popolazione ha sofferto grandi e sconvolgenti mutazioni.

Ciò nonostante il protocollo rimane uguale per tutti: distanziamento sociale; mascherine, sanificazioni a tappeto e tuca tuca. Sì, per salutarsi non vale più la stretta di mano, l'abbraccio e il bacio (il terrore corre sul filo sottile e impercettibile delle goccioline trasportate dall'alito) perciò siamo costretti per protocollo governativo a toccarci col gomito o col piede o col più serio e elegante inchino. Sayonara...

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