Ospitalità. Accoglienza.
Per I calabresi l’ospitalità è un sentimento atavico imprescindibile, un valore che accompagna la crescita collettiva e cementa, nell’accezione ampia del termine, la sacralità dei rapporti interpersonali di antica data tra amici e consanguinei. Eleva i rapporti umani consolidati e apre a nuove conoscenze con naturalezza.
L’ospite è sempre una ventata d’aria fresca. Ossigeno respirato appieno. Accolto a braccia aperte e stretto fortemente al cuore. L’ospite è sempre
benvenuto. È un evento gioioso che illumina la casa.
E per casa, nella cultura calabrese, s’intende tutto il territorio.
Incontrare una persona amica per strada dopo tanto tempo è gioia che, immancabilmente, si festeggia al bar prima ancora di spalancare la propria porta di casa.
Le rimpatriate programmate hanno invece un cerimoniale consolidato.
Lunghi e meticolosi preparativi esternano la volontà della condivisione. E la cucina, il sano cibo, la cura quasi maniacale della casa lascia trasparire la bontà d’animo degli ospiti.
Una buona bottiglia di vino. Una pietanza succulenta tipica della cucina nostrana. La realizzazione del dolce fatto in casa seguendo la ricetta segreta di nonna. Un bicchierino di digestivo finale e un buonissimo caffè. E poi tante chiacchiere. Risate. Abbracci finali energici
nel momento del commiato. Braccia come morse, strette attorno al corpo che si allargano solo dopo una promessa, la solita proposta d’intenti: dobbiamo rivederci! È stato bello! A presto …
Ciao.
E qu 'on'accetta 'on merita😇
... e chi non accetta, non merita 😁
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